NECESSITÀ DI CREDERE IN CRISTO

 

Giovanni 3,18. Commento nel contesto biblico e storico

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Il testo

  • Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
  • "He who believes in Him is not condemned; but he who does not believe is condemned already, because he has not believed in the name of the only begotten Son of God.
  • ὁ πιστεύων εἰς αὐτὸν οὐ κρίνεται· ὁ δὲ μὴ πιστεύων ἤδη κέκριται, ὅτι μὴ πεπίστευκεν εἰς τὸ ὄνομα τοῦ μονογενοῦς υἱοῦ τοῦ θεοῦ.
  • Qui credit in eum, non iudicatur; qui autem non credit, iam iudicatus est, quia non credidit in nomen Unigeniti Filii Dei.

 La differenza tra chi crede e chi non crede

Giovanni 3,18 presenta una distinzione netta tra chi crede in Gesù Cristo, l'unigenito Figlio di Dio, e chi non crede. Le conseguenze di questa scelta sono di natura eterna:

  • Chi crede:
    • Non è condannato.
    • Ha la vita eterna.
  • Chi non crede:
    • È già condannato.
    • Non vedrà la vita eterna, ma l'ira di Dio rimane su di lui.

La fede è quindi indispensabile alla salvezza?

Sì, secondo questo versetto la fede è indispensabile per ottenere la salvezza. La salvezza non è un diritto acquisibile, ma un dono di Dio che si riceve per mezzo della fede in Gesù Cristo.

L'opposto della salvezza è la condanna?

Sì, l'opposto della salvezza è la condanna. La condanna consiste nella separazione eterna da Dio e nella sofferenza eterna.

In che cosa consiste la salvezza?

La salvezza consiste nella liberazione dal peccato e dalla morte eterna. Essa include:

  • Il perdono dei peccati.
  • La riconciliazione con Dio.
  • La partecipazione alla vita eterna in Cristo.

In che cosa consiste la condanna?

La condanna consiste nella separazione eterna da Dio e nella sofferenza eterna. Essa include:

  • La punizione per i peccati commessi.
  • La perdita della visione di Dio.
  • La sofferenza eterna nell'inferno.

Passi paralleli

  • Marco 16,16: "Chi avrà creduto e sarà battezzato sarà salvato, chi non avrà creduto sarà condannato."
  • Giovanni 14,6: "Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me."
  • Atti 4,12: "In nessun altro c'è salvezza; perché non c'è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, nel quale noi dobbiamo essere salvati."

Interpretazione nel contesto religioso e civile di oggi

In un contesto religioso, il versetto di Giovanni 3,18 sottolinea l'importanza della fede in Gesù Cristo per la salvezza. La fede non è un'adesione intellettuale a un credo, ma un rapporto personale con Dio che si manifesta attraverso l'amore, l'obbedienza e la fiducia in Gesù Cristo.

In un contesto civile, il versetto può essere interpretato come un invito alla tolleranza e al rispetto delle diverse credenze religiose. La condanna eterna non è una minaccia da utilizzare per convertire gli altri, ma un monito a prendere sul serio la scelta di fede e le sue conseguenze.

Conclusione

Giovanni 3,18 presenta una visione dicotomica della realtà: chi crede in Cristo è salvato, chi non crede è condannato. La fede è dunque indispensabile per la salvezza. Tuttavia, è importante ricordare che la fede non è un atto magico che garantisce la salvezza, ma un impegno di vita che si manifesta.

[Gemini]

  • PARALLELI AL VERSETTO

Mc 16,16; Gv 3,36; 5,24; 6,40.47; 20,31; Rom 5,1; 8,1.34; Eb. 2,3; 12,25; 1Gv 5,10.12

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