lunedì 22 aprile 2024
GESÙ E IL PADRE SONO UNA COSA SOLA
IO E IL PADRE SIAMO UN TUTT’UNOGiovanni 10,22-30. Gesù è Cristo, il Figlio del Padre
Video Lezione
In questo passo del Vangelo di Giovanni, Gesù si trova al Tempio di
Gerusalemme durante la Festa della Dedicazione. I Giudei gli chiedono di
chiarire la sua identità, se sia davvero il Messia atteso. Gesù risponde con
una duplice affermazione: la sua missione è rivelata dalle sue opere e dalla
sua unità con il Padre.
Analisi
versetto per versetto
- v.
22: "Era la festa della
Dedicazione a Gerusalemme". La Festa della Dedicazione, chiamata
anche Hanukkah, commemorava la riconsacrazione del Tempio dopo la sua
profanazione da parte dei Seleucidi nel 167 a.C. Era un momento di grande
gioia e celebrazione per il popolo ebraico.
- v.
23: "Gesù camminava nel
tempio, nel portico di Salomone". Il portico di Salomone era un
colonnato coperto che circondava il cortile interno del Tempio. Era un
luogo popolare per insegnare e discutere.
- vv.
24-25: "Lo circondarono i Giudei
e gli dicevano: 'Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se
tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente'. Gesù rispose loro: 'Ve l'ho
già detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio,
queste danno testimonianza di me'". I Giudei sono insofferenti
dell'ambiguità di Gesù. Vogliono una risposta chiara e definitiva sulla
sua identità. Gesù, però, non cede alle loro pressioni. Li rimanda alle
sue opere, che sono la prova tangibile della sua missione divina.
- vv.
26-27: "Le pecore mie ascoltano
la mia voce, e io le conosco, e esse mi seguono. E io do loro la vita
eterna; non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano". Gesù
usa la metafora del pastore e delle pecore per descrivere il suo rapporto
con i suoi discepoli. Solo coloro che ascoltano la sua voce e lo seguono
fanno parte del suo gregge. A loro Gesù promette la vita eterna, una
promessa che nessuno può togliere.
- vv.
28-29: "Mio Padre, che me le ha date, è più grande di tutti, e nessuno può
strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola'".
Gesù afferma la sua unità sostanziale con il Padre. Questa è la base della
sua autorità divina e della sua capacità di donare la vita eterna.
- v.
30: "I Giudei presero di
nuovo a cercare di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani". I
capi religiosi ebrei sono ancora increduli e ostili a Gesù. Vogliono
eliminarlo perché rappresenta una minaccia al loro potere e alla loro
autorità.
Passi
paralleli
- Giovanni
8,47: "Chi è dalla parte di Dio
ascolta le parole di Dio; per questo voi non le ascoltate, perché non
siete dalla parte di Dio".
- Giovanni
15,10: "Se osservate i miei
comandamenti, dimorerete nel mio amore, come io ho osservato i
comandamenti del Padre mio e dimoro nel
suo amore".
- Filippini
2,6-7: "Pur essendo di natura
divina, non considerò un privilegio l'essere uguale a Dio, ma svuotò se
stesso assumendo una forma umana, diventando come un qualsiasi uomo. E, essendo
uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, e morte di
croce".
Messaggi
per chi riconosce Gesù come il Cristo
1. Gesù è il Messia atteso, il Cristo
promesso. Le sue opere,
compiute nel nome del Padre, ne sono la prova tangibile.
2. Gesù è il buon Pastore che dà la vita alle
sue pecore. Solo coloro che
ascoltano la sua voce e lo seguono fanno parte del suo gregge.
3. Gesù è uno con il Padre. Questa unità sostanziale è la base
della sua autorità divina e della sua capacità di donare la vita eterna.
4. Seguire Gesù significa ascoltare le sue
parole e osservare i suoi comandamenti. Solo così si può dimorare nel suo amore.
5. Gesù si è umiliato e fatto obbediente fino
alla morte per amore dell'umanità. La sua morte in croce è l'espressione suprema di questa unità con il
Padre. Attraverso il sacrificio di Gesù, l'amore di Dio viene riversato
sull'umanità, offrendo la possibilità di salvezza e di riconciliazione con Dio.
6.
Riconoscere Gesù come Cristo significa entrare in una relazione
personale con lui. Gesù non è solo un personaggio storico o un'idea da accettare
intellettualmente. È una persona viva con cui possiamo entrare in relazione.
Possiamo parlare con lui, ascoltarlo, seguirlo e amarlo. Attraverso la
preghiera, i sacramenti e la lettura della Bibbia, possiamo coltivare un
rapporto sempre più profondo con lui. In questa relazione con Gesù, troviamo la
vera gioia, la pace e la pienezza della vita. Egli è la fonte di tutto ciò di
cui abbiamo bisogno per vivere una vita autentica e significativa. Riconoscere
Gesù come Cristo significa aprire il nostro cuore al suo amore e lasciarci
trasformare da lui. È un cammino di conversione e di crescita che richiede
impegno e perseveranza, ma è un cammino che vale la pena intraprendere.
Conclusione
I passi
del Vangelo di Giovanni 10,22-30 ci offrono un invito pressante a riconoscere
Gesù come il Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo. In lui troviamo la salvezza,
la vita eterna e la vera felicità. Accogliamo il suo invito e lasciamoci
trasformare dal suo amore.
[Gemini]
Etichette: chi sei?, fede, non credere, opera, sei il Cristo?, testimonianza, vita eterna
CRISTIANI DISPERSI ANNUNCIANO GESÙ IL SIGNORE
ESSERE CRISTIANI
DISPERSI – NON CONCENTRATILa diaspora è
necessaria ai cristiani
Atti 11,19-21.
Commento versetto per versetto con passi paralleli e insegnamenti
Versetto 19: “Quelli che erano stati dispersi per la persecuzione avvenuta dopo
la morte di Stefano viaggiarono fino in Fenicia, Cipro e Antiochia, annunciando
la Parola solo ai Giudei.”
- Passi
paralleli: Atti 8,1-4,
1 Corinzi 9,19-23
- Insegnamento: La persecuzione non deve
fermare l'evangelizzazione. I primi cristiani, pur dispersi e
perseguitati, continuarono a diffondere la Parola di Dio. Anche noi, di
fronte alle difficoltà, siamo chiamati a perseverare nella nostra
testimonianza di fede.
Versetto 20: “Ma alcuni di loro, Ciprioti e Cirenei, giunti ad Antiochia, si
misero a parlare anche ai Greci, annunziando loro la buona notizia del Signore
Gesù.”
- Passi
paralleli: Atti
10,1-48, Galati 2,7-10
- Insegnamento: Il Vangelo è per tutti, non
solo per gli ebrei. I cristiani di Antiochia, spinti dallo Spirito Santo,
superarono le barriere culturali e religiose per annunciare la salvezza in
Gesù Cristo anche ai gentili. Dobbiamo avere la stessa apertura e
disponibilità verso tutti, senza distinzione di razza, cultura o
religione.
Versetto 21: “La mano del Signore era con loro; e grande fu il numero di coloro
che credettero e si convertirono al Signore.”
- Passi
paralleli: Atti 2,41,
1 Corinzi 2:4-5
- Insegnamento: La potenza di Dio accompagna
la predicazione del Vangelo quando è fatta con fede e sincerità. I
cristiani di Antiochia sperimentarono una grande crescita numerica grazie
all'azione dello Spirito Santo. Anche noi possiamo confidare nell'opera
potente di Dio se annunciamo la Parola con il cuore giusto.
6 Insegnamenti per
imitare i primi cristiani dispersi
- Perseverare
nella fede nonostante le difficoltà.
- Annunciare
il Vangelo a tutti, senza distinzione di persona.
- Fare
affidamento sulla potenza dello Spirito Santo.
- Lasciarsi
guidare dallo Spirito Santo nell'evangelizzazione.
- Collaborare
con altri credenti per diffondere il Vangelo.
- Rallegrarsi
per la crescita del Regno di Dio.
I primi cristiani dispersi ci offrono un
modello da seguire nella nostra missione di evangelizzazione. Imitando il loro
esempio di fede, coraggio e amore, possiamo portare la luce del Vangelo a tutti
gli angoli del mondo.
[Gemini]
Etichette: annuncio che Gesù è il Signore, Antiochia, ciprioti, Cipro, Cirenei, coraggio della fede, dispersione, Fenica, oltre la cultura, oltre la tradizione, persecuzione
domenica 21 aprile 2024
LA PORTA DELLA CHIESA È APERTA A TUTTI
Atti 11,17. Pietro apre la porta della chiesa a ebrei e
pagani.
Testo
CEI Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio? .
NAS If God therefore gave to them the same gift as He gave to us also after believing in the Lord Jesus Christ, who was I that I could stand in God's way?
BGT εἰ οὖν τὴν ἴσην δωρεὰν ἔδωκεν αὐτοῖς ὁ θεὸς ὡς καὶ ἡμῖν πιστεύσασιν ἐπὶ τὸν κύριον Ἰησοῦν Χριστόν, ἐγὼ τίς ἤμην δυνατὸς κωλῦσαι τὸν θεόν;
NOV Si ergo aequale donum dedit illis Deus sicut et nobis, qui credidimus in Dominum Iesum Christum, ego quis eram qui possem prohibere Deum? .
VLH Vậy, nếu Thiên Chúa đã ban cho họ cùng một ân huệ như Người đã ban cho chúng ta, vì chúng ta tin vào Chúa Giê-su Ki-tô, thì tôi là ai mà dám ngăn cản Thiên Chúa?
MHT וּבְכֵן, אִם אֱלֹהִים נָתַן לָהֶם אֶת אוֹתָהּ הַמַּתָּנָה כְּמוֹ שֶׁנָּתַן לָנוּ, הַמַּאֲמִינִים בָּאָדוֹן יֵשׁוּעַ הַמָּשִׁיחַ, מִי אֲנִי שֶׁאוּכַל לַעֲצֹר בְּעַד אֱלֹהִים?
CNV5 神既然把同樣的恩賜( 恩賜 或譯 恩賞 )給他們,像給我們這些信了主耶穌基督的人一樣,我是誰,我能夠阻止 神嗎?
CRV Так вот, если Бог дал им такой же дар, как и нам, когда мы поверили в Господа Иисуса Христа, то кто я такой, чтобы препятствовать Богу?
FBJ Si donc Dieu leur a accordé le même don qu'à nous, pour avoir cru au Seigneur Jésus Christ, qui étais-je, moi, pour faire obstacle à Dieu.
JAS こういうわけですから、私たちが主イエス・キリストを信じたとき、神が私たちに下さったのと同じ賜物を、彼らにもお授けになったのなら、どうして私などが神のなさることを妨げることができましょう。」
TUR Böylelikle Tanrı, Rab İsa Mesih'e inanmış olan bizlere verdiği armağanın aynısını onlara verdiyse, ben kimim ki Tanrı'ya karşı koyayım?
فَإِنْ كَانَ اللهُ قَدْ أَعْطَاهُمُ الْمَوْهِبَةَ كَمَا لَنَا أَيْضًا بِالسَّوِيَّةِ مُؤْمِنِينَ بِالرَّبِّ يَسُوعَ الْمَسِيحِ، فَمَنْ أَنَا؟ أَقَادِرٌ أَنْ أَمْنَعَ اللهَ؟ AVD
Commento su Atti 11,17 nel Contesto del Libro degli Atti degli Apostoli
Nel contesto del libro degli Atti degli Apostoli, il versetto 11,17 è significativo in quanto evidenzia un momento cruciale nella storia della chiesa primitiva. Pietro, uno degli apostoli di Gesù, si trova di fronte a una decisione importante riguardo al battesimo dei non ebrei (gentili) che avevano ricevuto lo Spirito Santo. Pietro, dopo aver sperimentato la manifestazione dello Spirito Santo su di loro, si rende conto che non può opporsi a Dio nel concedere loro lo stesso dono che aveva dato agli ebrei credenti in Gesù Cristo.
Questo evento è parallelo a altri passi nel libro degli Atti
degli Apostoli che evidenziano l'espansione del messaggio cristiano oltre i
confini del popolo ebraico. Ad esempio, nel capitolo 10, Pietro riceve una
visione da parte di Dio che lo istruisce a non considerare impuro ciò che Dio
ha reso puro, preparandolo così ad accettare i gentili nella comunità dei
credenti. Questo evento è significativo perché sottolinea l'universalità del
messaggio evangelico e la volontà di Dio di includere tutte le persone,
indipendentemente dalla loro origine etnica.
In sintesi, Atti 11,17 nel contesto del libro degli Atti degli Apostoli evidenzia l'espansione del messaggio evangelico oltre i confini culturali e nazionali, sottolineando l'universalità della salvezza offerta da Gesù Cristo e l'importanza della guida dello Spirito Santo nella vita della chiesa.
Paralleli
Etichette: Ebrei, fede in Gesù Cristo Signore, pagani, Spirito Santo
PORTA DELLA CHIESA È CRISTO
ENTRARE
IN CHIESA PER LA SOLA PORTA
Commento
su Giovanni 10,9. Gesù è l’unica porta della chiesa
Testo
- BGT ἐγώ εἰμι ἡ θύρα· δι᾽ ἐμοῦ ἐάν τις εἰσέλθῃ σωθήσεται καὶ εἰσελεύσεται καὶ ἐξελεύσεται καὶ νομὴν εὑρήσει. - egṓ eimi hē thúra; di᾽ emoũ eán tis eisélthēͅ sōthḗsetai kaì eiseleúsetai kaì exeleúsetai kaì nomḕn heurḗsei.
- CEI Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
- NAS "I am the door; if anyone enters through Me, he shall be saved, and shall go in and out, and find pasture.
- NOV Ego sum ostium; per me, si quis introierit, salvabitur et ingredietur et egredietur et pascua inveniet.
- VLH Tôi là cửa. Ai qua tôi mà vào thì sẽ được cứu. Người ấy sẽ ra vào và gặp được đồng cỏ.
- MHT אֲנִי הַשַּׁעַר. אִישׁ אִם יִכָּנֵס דַּרְכִּי יִוָּשַׁע; הוּא יִכָּנֵס וְיֵצֵא וְיִמְצָא מִרְעֶה. - ani hasha'ar. Ish im yikkanes darki yivvasha; hu yikkanes veyetze veyimtza mir'eh.
- CNV5 我就是門,如果有人藉著我進來,就必定得救,並且可以出、可以入,也可以找到草場。
- CRV Дверь— это Я. Кто войдет через Меня, будет спасен. Он и войдет, и выйдет, и найдет себе пастбище.
- FBJ Je suis la porte. Si quelqu'un entre par moi, il sera sauvé ; il entrera et sortira, et trouvera un pâturage.
- JAS わたしは門です。だれでも、わたしを通って入るなら、救われます。また安らかに出入りし、牧草を見つけます。
- TUR Kapı Ben'im. Bir kimse benim aracılığımla içeri girerse kurtulur. Girer, çıkar ve otlak bulur.
- أَنَا هُوَ الْبَابُ. إِنْ دَخَلَ بِي أَحَدٌ فَيَخْلُصُ وَيَدْخُلُ وَيَخْرُجُ وَيَجِدُ مَرْعًى. AVD
Contesto di Giovanni 10,9
Giovanni 10,9 appare nel contesto del discorso di Gesù sul "buon pastore" nel Vangelo di Giovanni. In questo discorso, Gesù si presenta come il "buon pastore" che conosce le sue pecore e le protegge, in contrasto con il "ladro" e il "brigante" che cercano di sfruttare il gregge.
Il versetto 9 è una parte chiave di questo discorso, in cui Gesù si descrive come "la porta". Dice: "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato. Entrerà ed uscirà e troverà pascolo". Questa affermazione sottolinea il ruolo di Gesù come l'unico accesso legittimo al gregge di Dio, cioè alla comunità dei credenti.
Il contesto più ampio di questo discorso include il capitolo 9 del Vangelo di Giovanni, che racconta la guarigione di un uomo nato cieco da parte di Gesù. Questo miracolo, e la fede dell'uomo in Gesù come il Messia, sottolineano ulteriormente l'identità di Gesù come la "porta" per la salvezza.
Inoltre, il discorso del "buon pastore" si svolge in un contesto di crescente tensione tra Gesù e i leader religiosi del suo tempo, che non riconoscono la sua autorità e cercano di metterlo in difficoltà. Questo contesto di conflitto rende ancora più forte l'affermazione di Gesù di essere la "porta" per la salvezza.
Gesù viene presentato come il pastore universale, la porta di accesso alla salvezza per tutti gli uomini e le donne, sottolineando la rottura con la tradizione ebraica e l'apertura a una nuova comunità di credenti in Cristo.
Implicazioni di Giovanni 10,9
Giovanni
10,9 è un versetto molto significativo nel Vangelo di Giovanni, in cui Gesù si
autodefinisce come "la porta". Le implicazioni di questo versetto
sono profonde e riguardano sia la comprensione della missione di Gesù, sia la
vita spirituale del credente.
1. Gesù come unico accesso alla salvezza: Quando Gesù afferma "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato", sta sottolineando il suo ruolo unico come mediatore tra Dio e l'umanità. Solo attraverso la fede in Gesù, le persone possono entrare nel "gregge" di Dio, cioè diventare parte della comunità dei credenti e ricevere la salvezza eterna.
2. Libertà e protezione: Il versetto continua dicendo che chi entra attraverso Gesù "entrerà ed uscirà e troverà pascolo". Questo suggerisce un senso di libertà e protezione. I credenti non sono imprigionati, ma liberi di entrare e uscire, e sono anche nutriti ("troveranno pascolo"), indicando che Gesù provvede a tutte le loro necessità spirituali.
3. Contrasto con i falsi leader: Nel contesto più ampio del discorso del "buon pastore" di Gesù, la "porta" è contrapposta ai "ladri" e ai "briganti", che rappresentano i falsi leader religiosi che cercano di ingannare e sfruttare il gregge. Gesù, come la porta, offre un accesso sicuro e autentico a Dio.
4. Invito all'azione: Infine, il versetto implica un invito all'azione. Non basta riconoscere Gesù come la porta; è necessario "entrare" attraverso di lui. Questo implica una risposta attiva alla chiamata di Gesù: accettare il suo insegnamento, seguirlo e impegnarsi nella comunità dei credenti.
In sintesi, Giovanni 10,9 sottolinea il ruolo unico e necessario di Gesù per la salvezza, offre una visione di libertà e protezione per i credenti, contrappone Gesù ai falsi leader religiosi e invita a una risposta attiva alla chiamata di Gesù.
[Gemini]
PARALLELI
Sal 23,1; 80,1-2; 95,7; 100,3-4; Is 40,11; 49,9-10; Ez 34,12; Zc 10,12; Gv 10,1.7; 14,6; Rom 5,1-2; Ef 2,18; Eb 10,19
Etichette: abbondanza, chiesa, distruggere, entrare e uscire, ladro, libertà sequela, pastore, porta, sicurezza, similitudine, vita
sabato 20 aprile 2024
IDENTITÀ DEL CRISTIANO - È ETERNA
Il
futuro del mondo è diverso
1Giovanni 3,2. IL NOSTRO FUTURO DI FIGLI DI DIO
1.
- ἀγαπητοὶ νῦν τέκνα θεοῦ ἐσμεν,
- agapētoì nũn tékna theoũ esmen,
- Carissimi, nunc filii Dei sumus,
- Beloved, now we are children of God,
2
- καὶ οὔπω ἐφανερώθη τί ἐσόμεθα.
- kaì oúpō ephanerṓthē tí esómetha.
- et nondum manifestatum est quid erimus;
- and it has not appeared as yet what we shall be.
3
- οἴδαμεν ὅτι ἐὰν φανερωθῇ,
- oídamen hóti eàn phanerōthē̃ͅ,
- scimus quoniam, cum ipse apparuerit,
- We know that, when He appears,
4
- ὅμοιοι αὐτῷ ἐσόμεθα,
- hómoioi autō̃ͅ esómetha,
- similes ei erimus,
- we shall be like Him,
5
- ὅτι ὀψόμεθα αὐτόν, καθώς ἐστιν.
- hóti opsómetha autón, kathṓs estin.
- quoniam videbimus eum, sicuti est.
- because we shall see Him just as He is.
PARALLELS
Job 19,26; Ps 16,11; 17,15; 31,20; Isa 56,5; Mal 3,2; Matt
5,8; Jn 17,24; Rom 8,14-15.18.29; 1Cor 2,9; 13,12; 15,49; 2Cor 3,18; 4,17; 5,6;
Gal 3,26; 4,6; Phil 3,21; Col 3,4; Heb 9,28; 2 Pet 1,4; 1Jn 3,1; 5,1.
1 Giovanni 3,2. Un'analisi esegetica con paralleli nel Nuovo Testamento
Analisi
Questo versetto, tratto dalla Prima
lettera di Giovanni, è ricco di significato e offre spunti di riflessione per
la fede cristiana. Vediamolo nel dettaglio:
- "Carissimi": L'apostolo Giovanni si rivolge
ai suoi lettori con affetto, sottolineando il legame di amore e di
comunione che li unisce in Cristo.
- "Ora
siamo figli di Dio": Questa è una verità fondamentale della fede
cristiana: attraverso il battesimo e la fede in Gesù Cristo, diventiamo
figli di Dio, partecipando alla sua natura divina.
- "Ma
ciò che saremo non è stato ancora manifestato": La nostra condizione di figli
di Dio è già presente, ma la sua pienezza non è ancora rivelata.
Aspettiamo la glorificazione finale, quando saremo completamente
trasformati alla Sua immagine.
- "Sappiamo
però che quando egli sarà manifestato": Riferendosi alla seconda
venuta di Cristo, Giovanni esprime la certezza della speranza cristiana.
Il ritorno di Gesù porterà alla manifestazione piena della nostra
figliolanza divina.
- "Saremo
simili a lui": La nostra somiglianza con Dio non si limita alla dimensione
spirituale, ma riguarda anche la sfera fisica. I nostri corpi saranno
trasformati e resi incorruttibili, partecipando alla gloria divina.
- "Perché
lo vedremo come egli è": La visione di Dio faccia a faccia è la fonte
della nostra trasformazione. Contemplando la sua gloria, saremo conformati
alla sua immagine.
Paralleli nel Nuovo Testamento
- Romani
8,29-30: Paolo
afferma che siamo predestinati a conformarci all'immagine del Figlio di
Dio, partecipando alla sua gloria futura.
- 2
Corinzi 3,18: Paolo
descrive la trasformazione dei credenti, che vengono "trasformati da
gloria in gloria" per mezzo dello Spirito Santo, conformandosi
all'immagine di Cristo.
- Filippesi
3,20-21: Paolo
attende con impazienza la venuta di Cristo, che trasformerà il nostro
corpo mortale in un corpo simile al suo corpo glorioso.
- 1
Corinzi 15,51-54: Paolo spiega che alla risurrezione finale, i nostri corpi mortali
saranno trasformati in corpi incorruttibili e gloriosi, partecipando alla
vittoria di Cristo sulla morte.
Conclusione
1 Giovanni 3,2 ci offre una visione
incoraggiante del nostro futuro come figli di Dio. In attesa della sua
manifestazione definitiva, viviamo nella speranza di essere trasformati alla
sua immagine e di partecipare alla sua gloria eterna.
Questo versetto, insieme ai paralleli
nel Nuovo Testamento, sottolinea l'importanza di vivere una vita conforme alla
volontà di Dio, in attesa della sua venuta e della nostra completa
trasformazione.
[Gemini]
Etichette: come Cristo risorto, figli di Dio, futuro glorioso, già e non ancora
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