sabato 30 dicembre 2017

 

Sionismo messianico di Gesù


SION, IL MONTE DI GERUSALEMME


צִיּוֹן in Is 52,7: “Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo Dio»” 

cfr. Is 52,7-8; 62,1.11.

Σιών - Sion, il monte su cui è edificata Gerusalemme, è menzionato in questa forma in crica 35 vv di Isaia, da Is 1,8 a 66,8 ("Nasce forse una terra in un giorno, una nazione è generata forse in un istante? Eppure Sion, appena sentiti i dolori, ha partorito i figli."); cfr. Sal 97,8; Is 52,1-2.8; 62,1.11. –

Nella Bibbia ebraica è in 159 vv da  2 Sam 5,7 ("Ma Davide espugnò la rocca di Sion [LXX: Σιών], cioè la Città di Davide.") a Zc 9,13 ("Tendo Giuda come mio arco, faccio di Èfraim la mia arma; ecciterò i tuoi figli, Sion, contro i tuoi figli, Iavan, ti renderò come spada di un eroe."): cfr. 1 Re 8,1; Sal 2,6 ("«Io stesso ho stabilito il mio sovrano sul Sion, mia santa montagna»."); 133,3; 149,2; Ct 3,11; Is 1,8; 66,8; Ger 3,14; 51,35; Lam 1,4; 5,18; Gl 2,1; Am 6,1; Mi 1,13; 4,13; Sof 3,16; Zc 9,9 ("Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina."). 

L'espressione ebraica "figlia di Sion" per dire Gerusalemme, è presente spesso nell'AT, meno nel NT, cfr 2 Re 19,21 ("Questa è la sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui: Ti disprezza, ti deride la vergine figlia di Sion. Dietro a te scuote il capo la figlia di Gerusalemme."); Sal 9,15; Is 1,8; 10,32; 16,1; 37,22; 52,2; 62,11; Ger 4,31; 6,2.23; Lam 1,6; 2,1.4.8.10.13.18; 4,22; Mi 1,13; 4,8.10.13; Sof 3,14; Zc 2,14; 9,9; Mt 21,5; Gv 12,15 ("Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto su un puledro d'asina."). 

Sion e Gerusalemme sono associate in almeno 45 vv dell'AT (cfr. 1 Re 8,1 ["Salomone allora convocò presso di sé in assemblea a Gerusalemme gli anziani d'Israele, tutti i capitribù, i prìncipi dei casati degli Israeliti, per fare salire l'arca dell'alleanza del Signore dalla Città di Davide, cioè da Sion."]; Sal 51,20; Is 4,3; Ger 26,18; Mi 3,10; Sof 3,14; Zc 8,3 ["Così dice il Signore: Tornerò a Sion e dimorerò a Gerusalemme. Gerusalemme sarà chiamata “Città fedele” e il monte del Signore degli eserciti “Monte santo”."] ) e in almeno uno del Nuovo, in Eb 12,22 ("Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all'adunanza festosa").

angelo paolo colacrai

Etichette:


giovedì 28 dicembre 2017

 

SOLO CHI CONOSCE CRISTO CONOSCE DIO


CONOSCERE

γινώσκω: cfr. Sal 88,16; Gv 1,10; in 915 vv della bibbia GRECA, da Gen 2,17 ("ma dell'albero della conoscenza [הַדַּ֙עַת֙ - τοῦ γινώσκειν - scientiae - of the knowledge <01847>] del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire».") ad Ap 3,9 (“Ebbene, ti faccio dono di alcuni della sinagoga di Satana, che dicono di essere Giudei, ma mentiscono, perché non lo sono: li farò venire perché si prostrino ai tuoi piedi e SAPPIANO che io ti ho amato [καὶ γνῶσιν ὅτι ἐγὼ ἠγάπησά σε - and to know <1097> that I have loved <25> you].”). 

Nel NT esamina γινώσκω in Mt 1,25; Gv 10,14-15.38; 14,7.17; 17,25 (“Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato.”); 1 Cor 2,8; 8,2; 2 Cor 5,16; Gal 4,9 (“Ora invece che avete conosciuto Dio, anzi da lui siete stati conosciuti, come potete rivolgervi di nuovo a quei deboli e miserabili elementi, ai quali di nuovo come un tempo volete servire?”); 1 Gv 2,3.14; 3,1; 4,6; 2 Gv 1,1; Ap 3,3. Nel NT, γινώσκω ricorre in 205 vv con 59 forme diverse; si concentra in Giovanni (57 volte), in Luca (28), in 1Gv (25) in Mt (20), meno altrove, mai in alcune lettere di Paolo come 2Ts e 1Tm e Tt. – Nella LXX, γινώσκω ricorre in 543 versetti (in 71 dei Salmi, 59 di Is, 58 di Ez, 46 di Ger, 38 di Gen – meno altrove e mai in Gl, Abd, Ag, Ml, Lam), traducendo parole diverse, da Gen 2,17 a Dn 11,38 (“Onorerà invece il dio delle fortezze: onorerà, con oro e argento, con gemme e con cose preziose, un dio che i suoi padri non hanno mai conosciuto [לֹא־יְדָעֻ֣הוּ - ὃν οὐκ ἔγνωσαν - quem ignoraverunt - did not H<03808> know H<03045>].”). 

Il verbo ebraico יָדַע (yada), H3045 (En: to know; make known) è presente in almeno 865 vv da Gen 3,5 (“Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».”) a Zc 14,7 (“sarà un unico giorno, il Signore lo conosce; non ci sarà né giorno né notte, e verso sera risplenderà la luce.”); cfr. Gen 3,7; 48,19; Dt 8,3 (“Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.”); 31,29; Ne 2,16; 8,12; Gb 19,14; Sal 25,14; Qo 1,17; 7,25; Is 29,12; Ger 16,21; 50,24; Ez 2,5; 22,22; 36,38; Os 2,20; Gn 1,7; Zc 2,11(15) (“Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore e diverranno suo popolo, ed egli dimorerà in mezzo a te e tu saprai che il Signore degli eserciti mi ha inviato a te.”); 11,11. La conoscenza della verità o scienza secondo la Bibbia, è trattata almeno in Sap 6,22; 12,27; Ger 9,2; Ez 35,11; Dn 2,45; Mt 25,12; Gv 7,28; 8,32 (“conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».”); 14,17; 17,3; Rm 2,20; Col 1,6; 1 Tm 2,4; 4,3; 2 Tm 3,7; Tt 1,1; Eb 10,26; 1 Gv 2,4.21; 3,19; 4,6; 5,20; 2 Gv 1,1 (“Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio, nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna.”). 

Il nome ebraico דַּעַת (H1847), “conoscenza, scienza, sapere” (En: knowledge, science; concern, what you know) ricorre in almeno 88 vv, da Gen 2,9 (“Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza [LXX: τοῦ εἰδέναι γνωστὸν – scientiae - of knowledge <01847>] del bene e del male.”) a Ml 2,7 (“Infatti le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca insegnamento, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti.”); cfr. Gen 2,17; Es 31,3; Gb 42,3; Sal 139,6 (“Meravigliosa per me la tua conoscenza, troppo alta, per me inaccessibile.”); Pr 1,4; 30,3; Qo 1,16; Is 11,2; Ger 22,16; Dn 12,4; Os 6,6 (“poiché voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti.”).

angelo paolo colacrai





mercoledì 27 dicembre 2017

 

CANTARE DI GIOIA è PREGARE


CANTARE
ᾄδω: cantare; cfr Sal 95,1-2; 97,1.4; il verbo ricorre in 76 vv con 19 forme diverse, da Es 15,1 ("cantano il canto di Mosè [אָ֣ז יָשִֽׁיר־מֹשֶׁה֩ - τότε ᾖσεν Μωυσῆς - Tunc cecinit Moyses], il servo di Dio, e il canto dell'Agnello: «Grandi e mirabili sono le tue opere, Signore Dio onnipotente; giuste e vere le tue vie, Re delle genti!") ad Ap 15,3 (“cantano il canto di Mosè [καὶ ᾄδουσιν τὴν ᾠδὴν Μωϋσέως - Et cantant canticum Moysis - And they sang <103> the song <5603> of Moses <3475>], il servo di Dio, e il canto dell'Agnello: «Grandi e mirabili sono le tue opere, Signore Dio onnipotente; giuste e vere le tue vie, Re delle genti!”); cfr. Es 15,21; 2 Sam 19,36; Esd 2,65; Ne 7,67; Sal 7,1; 95,1 (“Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra.”). – L’equivalente ebraico H<07891>, שִׁיר o #שׁוּר (shur/shir) è presente, in diverse forme, in circa 80 vv del testo dell’AT, da Es 15,1 a So 2,14 (“Si accovacceranno in mezzo ad essa, a frotte, tutti gli animali del branco. Anche il gufo, anche la civetta si appollaieranno sui suoi capitelli; ne risuonerà [LXX: φωνήσει] la voce dalle finestre e vi sarà desolazione sulla soglia, perché la casa di cedro è stata spogliata.”); cfr. Es 15,21; Nm 21,17; 1 Re 10,12; 1 Cr 15,27; Esd 10,24; Ne 7,1; Sal 59,16; Pr 25,20; Is 42,10 (“Cantate al Signore un canto nuovo, lodatelo dall'estremità della terra; voi che andate per mare e quanto esso contiene, isole e loro abitanti.”); Ger 20,13.  -- Nel NT, cfr. ᾄδω in Ef 5,19 ("intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore,"); Col 3,16 ("La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori."); Ap 5,9; 14,3; 15,3. apc 

martedì 12 dicembre 2017

 

LA GRAZIA DI UN NOME - GIOVANNI


יוֹחָנָן - יְהוֹחָנָן - Ἰωανάν - Iohannes GIOVANNI
 “DI YH GRAZIA”


- sia prima da parte della madre:
“No, si chiamerà Giovanni” (v. 60)
e non Zaccaria ("ricordato di Yhwh") come il padre, un sacerdote
- sia dopo, da Zaccaria stesso che chiesta una tavoletta, scrisse di suo pugno
“Giovanni è il suo nome” (v. 63)
“Giovanni” è associato al suo “nome” soltanto ancora nel prologo, quando un altro Giovanni parla della “parola” come di Dio stesso che si fa carne
In Gv 1,6 si narra appunto come
“venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni”.
Il nome “Giovanni” in ebraico
יוֹחָנָן (yôḥānān) è in 24 vv ebraici, soprattutto in Geremia (2 Re 25,23; 1 Cr 3,15.24; 6,9-10; 12,4.12; Esd 8,12; Ne 12,22-23; Ger 40,8.13.15-16; 41,11.13-16; 42,1.8; 43,2.4-5)
- in greco è tradotto dai LXX con Ἰωανάν (Iōanán) in 32 versetti
- solo una volta Ἰωανάν è nel NT,
in Lc 3,27
- nella lista, al rovescio, degli antenati di Gesù (il figlio di Ioda, è “figlio di Ioanàn”, che è figlio di Resa).
Ἰωανάν è traslitterazione di יְהוֹחָנָן (yĕhôḥānān), presente in 9 vv ebraici (in 1 Cr 26,3; 2 Cr 17,15; 23,1; 28,12; Esd 10,6.28; Ne 6,18; 12,13.42).
Luca menziona “Giovanni”
- come Ἰωάννης (Iōánnēs),
in 29 vv, per 31 volte;
- da Lc 1,13 dove, dall’angelo Gabriele, è predetta la nascita di Giovanni, il Battista, in risposta ad una preghiera per avere figli
“Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni”.
L’ultima volta, Ἰωάννης
è in Lc 22,8
in bocca a Gesù, a Gerusalemme per l’ultima pasqua; il nome Giovanni, è del più giovane discepolo di Gesù.
“Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo loro: «Andate a preparare per noi, perché possiamo mangiare la Pasqua»”


Il nome “Giov-anni” significa “dono gratuito del Signore”, letteralmente “grazia di Yhwh”.
“Il Signore ha fatto/fa/farà grazia” – della vita.
Nella Bibbia della CEI “Giovanni” è usato in 187, vv 192 volte, traducendo nomi greci ed ebraici diversi tra loro
- da 2Re 25,23
“Giovanni, figlio di Karèach”
- ad Ap 22,8
Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. E quando le ebbi udite e viste, mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le mostrava.”
Nel NT Giovanni è in Lc 33 volte, meno altrove: in Mc (28), Mt (26), Atti (25), in Gv (23); nella LXX, è di più in 1Mac (17) e Ger (14). - Nel corpus paulinum ricorre solo in Galati, e si riferisce al discepolo di Gesù. In Ap, 4 volte: “Giovanni” è il veggente.

CONCLUSIONI POSSIBILI
a) il nome indica provenienza e destinazione e quindi identità del figlio atteso
b) Giovanni è stato atteso invano, per l’impotenza dei genitori, che lo hanno chiesto al Signore
c) chi dà il nome è il padre, ma nel caso di Giovanni, il nome è dato dal padre (dopo) e dalla madre (prima)

d) similmente per Gesù (“YHWH è/era/sarà salvatore”), è nome dato da Giuseppe (in Matteo) e da Maria.







Etichette: , , , , ,


venerdì 8 dicembre 2017

 

Morire è necessario per risorgere in figli di Dio


MORIRE (IN CRISTO) È GUADAGNO

Paolo utilizza il verbo νεκρόω (nekróō) "morire" solo 2 volte, in
- Rm 4,19 (“Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo – aveva circa cento anni – e morto il seno di Sara.”)
- e Col 3,5 (“Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria;”)
***
Le forme, verbali e nominali del “morire” e della "morte", sono molto frequenti (14) in italiano, nella traduzione dal greco del " – corpus paulinum, nella Bibbia della CEI 2008:



MORTI 54 (volte)

- da Rom 1,4 (“costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti [ἀναστάσεως νεκρῶν], Gesù Cristo nostro Signore”)
- a 2 Tm 4,1 (“Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti [ζῶντας καὶ νεκρούς], per la sua manifestazione e il suo regno…”)
NOTA FILOLOGICA: L’aggettivo νεκρός (nekròs) ricorre in 40 vv del corpus paulinum, 43 volte, da Rom 1,4 a 2Tm 4,1; cfr. Rm 8,11; 1 Cor 15,12.29, dove ricorre 2 volte in ciascun versetto.

MORTE 53

- da Rm 1,32 (“pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte [ἄξιοι θανάτου εἰσίν – digni sunt morte – are worthy of death], non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa”)
- a 2Tm 1,10 (“…la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte [τὸν θάνατον] e ha fatto risplendere la vita e l'incorruttibilità per mezzo del Vangelo”).
NOTA FILOLOGICA
Il sostantivo greco θάνατος (En: death, the Septuagint for מָוֶת (māwet) and מוּת (mût), but also for דֶּבֶר (deber-dever) - cfr. σκιά θανάτου - צַלְמָוֶת) è usato da Paolo in 42 vv, 47 volte;
- da Rm 1,32 a 2Tm 2,10; cfr. Rm 5,12; 7,13; 1 Cor 15,55; 2 Cor 2,16 (noi apostoli siamo il profumo di Cristo, “per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita”) (dove ricorre 2 volte in ciascun versetto)

MORTO 18

cfr. Rm 4,19; 2 Cor 5,15 (“Ed egli – Gesù, il Cristo - è morto [ἀπέθανεν] per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto [ἀποθανόντι καὶ ἐγερθέντι] per loro.”).
NOTA FILOLOGICA Il verbo ἀποθνῄσκω (apothnḗiskō) (En: to die, so as to be no more; cfr. Latin emorior; die off or out, pass away; German absterben, versterben) è in 36 vv. del cp, - da Rm 5,6 (“quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi”) a 1Ts 5,10 (“Egli – Gesù – è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.”)

MORIRE 7

in Rm 5,7 (“Ora, a stento qualcuno è disposto a morire [ἀποθανεῖται] per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire [ἀποθανεῖν] per una persona buona.”); 8,13; 1 Cor 9,15; 2 Cor 7,3; Fil 1,21; Col 3,5

MORÌ 4

in Rm 5,6 (“Infatti egli morì, e morì [2 volte ἀπέθανεν] per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio.”); 6,10; 1 Cor 15,3.

MORIAMO 4

in Rm 14,8 (“se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo [4 volte ἀποθνῄσκωμεν], siamo del Signore.”); 2 Tm 2,11.

MORIREMO 2

in 1 Cor 15,32 (“Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo”); 15,51

MORIBONDI 1

in 2Cor 6,9 (“come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo”)

MORIRETE 1

in Rm 8,13 (“perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete”)

MORIRONO 1

in Rm 5,15 (“se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio”)

MORTA 1

in 1Tm 5,6 (“la vedova “che si abbandona ai piaceri, anche se vive, è già morta”)

MORTALE 5

(è il corpo umano o la carne: in Rm 6,12; 1 Cor 15,53-54; 2 Cor 4,11; 5,4);
- il plurale, “mortali” è solo in Rom 8,11 (“E se lo Spirito di Dio, - il Padre - che ha risuscitato Gesù – il Figlio - dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali [τὰ θνητὰ σώματα ὑμῶν – mortalia corpora vestra – your mortal bodies] per mezzo del suo Spirito che abita in voi”)
NOTA FILOLOGICA: L’aggettivo θνητός (thnētós) (En: subject to death, mortal, iable to death) è usato da Paolo ancora in Rm 6,12; 1 Cor 15,53-54; 2 Cor 4,11; 5,4 (“non vogliamo essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale [τὸ θνητὸν] venga assorbito dalla vita”)

MORTIFICAZIONE 1

in Col 2,23: prescrizioni e insegnamenti o dottrine morali di uomini “hanno una parvenza di sapienza con la loro falsa religiosità e umiltà e mortificazione del corpo [ἀφειδίᾳ σώματος-ad non parcendum corpori-neglecting of the body] ma in realtà non hanno alcun valore se non quello di soddisfare la carne.”)
NOTAFILOLOGICA : ἀφειδία (apheidía) (En: as not sparing one's body severe self-control, nonindulgence, asceticism) è hapax legomenon, ricorrendo solo qui.

CONCLUSIONI PROSPETTICHE

a) chi muore in Cristo, morto crocifisso, anche senza assistenza ecclesiastica o sacramentale, risorge con lui;

b) non mortificarsi da questo mondo, dal pensare secondo gli uomini, significa essere già morti – da disperati

c) è il battesimo che immedisima il credente nel vangelo di Paolo, nel Cristo stesso – e Cristo è l’unico capace per potenza dello Spirito e volontà del Padre, di risorgere da morte e vivere in eterno

d) la morte è un esodo pasquale personale, da uomo vecchio a figlo e figlia del Padre in Cristo, l’unica Via per arrivare insieme e tutti a Casa


e) I figli e le figlie di Dio sono anche eredi nel Figlio della stessa sua vita divina, immortale ed eterna; perciò anche coeredi del cielo e della terra. a.c.

Etichette: , , , , , , ,


giovedì 30 novembre 2017

 

Tre tipi di misura per il potente di turno - in Dan 5,25




DANIELE 5,25
  • WTT Daniel 5:25 וּדְנָ֥ה כְתָבָ֖א דִּ֣י רְשִׁ֑ים מְנֵ֥א מְנֵ֖א תְּקֵ֥ל וּפַרְסִֽין׃
  • BGT Daniel (TH) 5:25 καὶ αὕτη ἡ γραφὴ ἡ ἐντεταγμένη μανη θεκελ φαρες
  • VUL Daniel 5:25 haec est autem scriptura quae digesta est mane thecel fares
  • CEI Daniel 5:25 E questo è lo scritto tracciato: Mene, Tekel, Peres, 
  • NAS  Daniel 5:25 "Now this <01836> is the inscription <03792> that was written <07560> out: 'MENE <04484>, MENE <04484>, TEKEL <08625b>, UPHARSIN <06537b>.'
  • è da me presentato in aramaico, inglese, latino, greco, italiano, russo, olandese, francese, tedesco di Lutero, tutte lingue tra loro allineate, parola per parola; aggiungo inoltre note, esami morfologici, lemme, fonetica, contesto, commenti e paralleli per ogni parola aramaica, in italiano. 
Se non hai aperto, ancora il foglio excel dal titolo sopra, per iniziare lo studio, fallo ora:
Clicca qui
 e inizia a rielaborare il foglio di lavoro nella tua lingua, per ritradurre dall'originale.

mercoledì 29 novembre 2017

 

PENSARE è PROVARE A VIVERE OGGI, DA UMANO


martedì 28 novembre 2017

 

Buttati con quanto hai in Dio - te lo moltiplica infinitamente


BUTTATI IN DIO

Leggi parola per parola in greco, latino, italiano, inglese e se vuoi anche in francese, russo, tedesco e tedesco di Lutero, per imparare che significa la beatitudine della povertà per Gesù. Per lui beata è la vedova che butta tutto in dono i due spiccioli che ha, che le restano; non ha altro per vivere. Questo gesto di povertà suscita l'ammirazione di Gesù che la indica ai suoi discepoli come un modello da seguire. In realtà questa povera vedovella anticipa il sacrificio di Gesù sulla croce - anch'egli dona la vita per remissione dei nostri peccati. Ogni parola in questo versetto ti apre a tante altre parole e paralleli. Approfondendo ti renderai conto che il vangelo non lo abbiamo ancora mai letto davvero.

Intanto, clicca qui sotto, sulla riga che inizia con "Butta...

Butta le tue misere cose in Dio, come la povera vedova










 

Dio vende il suo popolo senza guadagno - svende


DIO SVENDE IL SUO POPOLO
מָכַר (mākar) in  תִּמְכֹּֽר־עַמְּךָ֥  di Salmo (ebraico) 44,13


CONTESTO
versetto prima
“Ci hai consegnati - Signore - come pecore da macello, ci hai dispersi in mezzo alle genti.”

versetto dopo
“Hai fatto di noi il disprezzo dei nostri vicini, lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.”

VERSO
SALMO 44,12(13)
"Hai svenduto il tuo popolo [בְלֹא־ה֑וֹן תִּמְכֹּֽר־עַמְּךָ֥ - ἀπέδου τὸν λαόν σου ἄνευ τιμῆς  - Vendidisti populum tuum sine lucro - - You sold your people for a pittance] per una miseria, sul loro prezzo non hai guadagnato."

1 > tim-kōr- > תִּמְכֹּֽר־ > sell
2 > ‘am-mə-ḵā > עַמְּךָ֥ > Your people
3 > ḇə-lō- > בְלֹא־ > in no
4 > hō-wn; > ה֑וֹן > sufficiency
5 > wə-lō- > וְלֹ֥א־ > and not
6 > rib-bî-ṯā, > רִ֝בִּ֗יתָ > do increase >
7 > bim-ḥî-rê-hem. > בִּמְחִירֵיהֶֽם׃ > by their sale


NOTE FILOLOGICHE

(1) תִּמְכֹּֽר (timkōr)
è forma qal, imperfetto, 2a persona maschile, al singolare di מָכַר "vendere" (Gen 47,20; 25,31), o "consegnare" (1Sam 12,9: il popolo). Ricorre in circa 80 vv, da Gen 25,31 (Giacobbe disse a Esaù: «Vendimi [מִכְרָ֥ה- ἀπόδου-vende-sell] subito la tua primogenitura») a Zc 11,5 (“…che i compratori sgozzano impunemente e di cui i venditori [וּמֹכְרֵיהֶ֣ן- οἱ πωλοῦντες- qui vendunt-they that sell] dicono: “Sia benedetto il Signore, mi sono arricchito”); cfr. Sal 105,17 (“Davanti a loro mandò un uomo, Giuseppe, venduto come schiavo.” – In Gen 25,31, מָכַר è interpretato con ἀποδίδωμι, “restituire, dare indietro”.

(2) עַמְּךָ֥ (‘am-mə-ḵā)
L’espressione, “il tuo popolo”, la Bibbia della CEI 2008, la registra in 80 vv, da Es 5,23 (“Da quando sono venuto dal faraone per parlargli in tuo nome, egli ha fatto del male a questo popolo, e tu non hai affatto liberato il tuo popolo!»”) fino a Abacuc 3,13 (“Sei uscito per salvare il tuo popolo, per salvare il tuo consacrato. Hai demolito la cima della casa del malvagio, l'hai scalzata fino alle fondamenta.”). Non ricorre nel NT.


(3-4) בְלֹא־ה֑וֹן (bĕlōʾ-hôn -  velo-hon)
lett. “in-non-prezzo”; l’espressione, o sintagma, composto di tre lemmi, non ricorre altrove nella Bibbia ebraica. La LXX ha: δωρεὰν ἐπράθητε (cfr. δωρεὰν ἐπράθητε, “gratis siete stati venduti”, in Is 52,3); la NOV ha: “sine lucro”, la CEI: “per una miseria”; NKJ: “for next to nothing”. La traduzione quindi di הוֹן, usato in almeno 27 vv del testo masoretico (Dt 1,41 – Ez 27,33), è τιμή (the Septuagint for עֵרֶךְ a valuing, rating כָּבוֹד, יְקָר, הָדָר;   a valuing by which the price is fixed; hence, the price itself) nella LXX e “lucrum” (gain, profit, avarice ) nella NOV.


(5-6) וְלֹ֥א־רִ֜בִּ֗יתָ (wĕlōʾ-ribbîtā  -  welo-ribbitha)
lett. “e – non – aumentasti”; le 3 parole non ricorrono insieme altrove. - La LXX interpreta, questo sintagma, con καὶ οὐκ ἦν πλῆθος (“e non era abbondanza”); la NOV: “nec ditior factus es” (né più ricco ti sei fatto); la NKJ ha: “And are not enriched”, mentre la CEI 2008 ha: “non hai guadagnato”. - Il verbo רָבָה (increase, become numerous, become great, multiply), come radice triconsonantica è presente in 178 vv del testo ebraico, in 75 forme diverse, più di 190 volte, da Gen 1,22 (“Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi [וּרְב֗וּ - κα πληθνεσθε –et multiplicamini - and multiply] e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra») [Nota nel v. la ripetizione del verbo e i sinonimi] a Zc 10,8 (“Con un fischio li chiamerò a raccolta, quando li avrò riscattati, e saranno numerosi [וְרָב֖וּ כְּמ֥וֹ  רָבֽוּ׃ - et multi erunt-and they shall increase] come prima”) [Nota: anche qui il verbo è ripetuto 2 volte in ebraico; non riporto l’equivalente greco, latino o inglese della seconda volta].


(7) בִּמְחִירֵיהֶֽם (bimchîrêhem)
lett. – “in – prezzi di loro”; LXX: ἐν τοῖς ἀλλάγμασιν αὐτῶν; NOV: “in commutatione eorum”; KJV: “by their price”; CEI 2008: “sul loro prezzo”. Quindi מְחִיר (price, hire, Mehir; sf. מְחִירָהּ; pl. sf. מְחִירֵיהֶם: — 1. equivalent value (in barter), (market) price, in 1K 10:28; — 2. money, in Mi 3:11; — 3. metaph.: in recompense (for sins) in Je 15:13) è interpretato come “commutatio” in latino, dalla CEI come “prezzo” in italiano. Il termine ebraico ricorre ancora in Dt 23,19; 2 Sam 24,24; 1 Re 10,28; 21,2; 1 Cr 4,11; 2 Cr 1,16; Gb 28,15; Sal 44,13; Pr 17,16 (“A che serve il denaro in mano allo stolto? Per comprare la sapienza, se non ha senno?”); 27,26; Is 45,13; 55,1; Ger 15,13; Lam 5,4; Dn 11,39; Mi 3,11. L’equivalente greco, λλαγμα (prezzo, costo) non ricorre mai nel NT, ma solo nella LXX: Lv 27,10.33; Dt 23,19; 2 Sam 24,24; 1 Re 10,28; Sal 43,13; Gb 28,17; Sir 2,4; Sal Salomone 17,6; Am 5,12; Is 43,3; Lam 5,4 (“La nostra acqua beviamo a pagamento, dobbiamo acquistare la nostra legna.”).


PARALLELI

Dt 32,30 (“Non è forse perché la loro Roccia li ha venduti, il Signore li ha consegnati?”); Gdc 2,14; 3,8; Is 52,3-4 (v. 3: “Poiché dice il Signore: «Per nulla foste venduti e sarete riscattati senza denaro».”); Ger 15,13


CONCLUSIONI PROSPETTICHE
  • Dio è fedele al suo popolo, ma quanto (o più?) il suo popolo è fedele all’alleanza con lui. In genere le alleanze con Dio il popolo le dimentica: è un rischio mortale?
  • Anche la chiesa con il papa in testa può diventare infedele al suo Sposo, il Cristo – del quale essa è il corpo?
  • Anche la svendita dello Stato Vaticano potrebbe diventare una forma di avvicinamento alla nuova alleanza – tra Cristo e la chiesa tra le genti. a.c. - 28 novembre 2017

Etichette: , , , , , , , , , ,


lunedì 13 novembre 2017

 

Wisdom 6:12-16 pericope Gk Lt En It - Senza sapienza si rischia il regno


mercoledì 8 novembre 2017

 

Odiare i familiari è necessario solo in un caso - essere odiati, spesso


 

Si rinnova e si salva chi ascolta e crede in Cristo - obbedendo a Dio


 

Inizio di ogni male è disobbedire a Dio: senza Vangelo si rimane ingiusti


martedì 7 novembre 2017

 

Matthew 23 01 12 Pericope in Gk Lt En It aligned word by word


 

Uno solo guida il mondo, il Cristo, senza sostituti


lunedì 6 novembre 2017

 

Chi sono quelli ai primi posti - i religioni nella vita pubblica


sabato 4 novembre 2017

 

SCRIVERE è solo 3 volte in Giobbe: כתב; senza non c'è Bibbia (né Corano)


 

Stare davanti a lui ti cambia la vita - in meglio e per sempre


venerdì 3 novembre 2017

 

Idropico, davanti al Figlio dell'uomo è sanato


 

Idropico, davanti al Figlio dell'uomo è sanato


 

Idropico, davanti al Figlio dell'uomo è sanato


lunedì 30 ottobre 2017

 

Un solo debito, come Paolo: proclamare il Signore che perdona


domenica 29 ottobre 2017

 

Modelli o esemplari da imitare sono i primi cristiani


sabato 28 ottobre 2017

 

Apostolo è discepolo convocato da Gesù per convocare il mondo


venerdì 27 ottobre 2017

 

Avversario che non è il nemico e se lo fosse, perdona.


martedì 24 ottobre 2017

 

Chi bussa alla porta per adesso è il Padrone di casa


 

Il mediatore non è un separatore di parte civile


lunedì 23 ottobre 2017

 

Impossibile servire Dio senza prima restituire il denaro (sacro) a Tiberio


sabato 21 ottobre 2017

 

La fede del vecchio Abramo in Dio, ci libera da tutte le religioni


giovedì 19 ottobre 2017

 

La chiave della scienza della Verità è tolta via dagli esperti in Legge (religioni)


 

Religioni, pesi insopportabili per il Messia e per le nazioni


mercoledì 18 ottobre 2017

 

Luca, un intellettuale medico e collaboratore di Paolo


 

Trasmettere, non tradire il Vangelo come Giuda


domenica 15 ottobre 2017

 

La gioia del profeta ecologista


venerdì 13 ottobre 2017

 

Di regno o regime o religione per figli e figlie non c'è che il Padre


giovedì 12 ottobre 2017

 

non c'è bisogno di Libro, Tempio, Popolo per pregare il Padre nostro


mercoledì 11 ottobre 2017

 

Non pregate come fanno i religiosi, ma da bambini, come figli di Dio


martedì 10 ottobre 2017

 

Maria fa la sola cosa necessaria, Marta resta una serva


lunedì 9 ottobre 2017

 

Meglio eretico e laico che levita o sacerdote


 

La pena di morte è prevista per operai diventati padroni


domenica 8 ottobre 2017

 

Vignaioli religiosi, sterili e criminali


sabato 7 ottobre 2017

 

La gioia eterna è quella di Dio - e dei suoi figli e figlie


venerdì 6 ottobre 2017

 

Non fidarti del socialismo di un monarchico come Gesù


martedì 3 ottobre 2017

 

Messia è chi decide di morire per risorgere


domenica 1 ottobre 2017

 

Non penso spesso a prostitute e peccatori, come il mio Maestro


venerdì 29 settembre 2017

 

Scendere agli inferi o salire al cielo è possibile?


 
LUCA 9,9: cercare di vedere Gesù


mercoledì 27 settembre 2017

 

il Padre disperde i suoi figli tra le nazioni, per adottare l'umanità


 

Se il discepolo non diventa apostolo non è cristiano


martedì 26 settembre 2017

 

Maternità fisica, relativa rispetto alla Parola di Dio


lunedì 25 settembre 2017

 

La verità non è segreto né nascondimento ma apocalisse di Cristo


 

Cercate il Signore e il suo regno il resto è inutile


domenica 24 settembre 2017

 

Fattore di un Padrone, più Padre che Signore


sabato 23 settembre 2017

 

Se il seme è una creazione (im)produttiva?


venerdì 22 settembre 2017

 

L'uomo perfetto è Cristo - via verità e vita infinita


mercoledì 20 settembre 2017

 

Casa di Dio è la Chiesa non lo Stato Vaticano


martedì 19 settembre 2017

 

La compassione è laica come il pancione di una donna





ἐσπλαγχνίσθη
in Luca 7,13
CEI     Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!».
BGT    καὶ ἰδὼν αὐτὴν ὁ κύριος ἐσπλαγχνίσθη ἐπ᾽ αὐτῇ καὶ εἶπεν αὐτῇ· μὴ κλαῖε.
VUL    quam cum vidisset Dominus misericordia motus super ea dixit illi noli flere
MGK   Καὶ ἰδὼν αὐτὴν ὁ Κύριος, ἐσπλαγχνίσθη δί αὐτὴν καὶ εἶπε πρὸς αὐτήν· Μὴ κλαῖε

DLZ    וְכִרְאוֹת אֹתָהּ הָאָדוֹן נִכְמְרוּ רַחֲמָיו עָלֶיהָ וַיֹּאמֶר לָהּ אַל־תִּבְכִּי׃ (leggi: wĕkirʾôt ʾōtāh hāʾādôn nikmĕrû raḥămāyw ʿālêhā wayyōʾmer lāh ʾal-tibkî)
cfr. in DLZ רַחֲמָיו in Mt 9,36 (“Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore.”); Lc 1,54 (“Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia”); Rm 15,9 (“le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto”); 1 Pt 1,3; 1 Gv 3,17 (“Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l'amore di Dio?”)

ἐσπλαγχνίσθη
è l’indicativo aoristo passivo di 3a persona singolare di σπλαγχνίζομαι
In questa forma è presente, solo nel Nuovo Testamento, in:

Mt 9:36: Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore.

Mt 14,14: Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

Mc 6,34: Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Lc 7,13: Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!».

Lc 10,33: Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione.

Lc 15,20: Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.

Il verbo greco non ha equivalenti verbi ebraici perché è usato solo una volta nell’AT (LXX), in 2 Mac 6,8 (“Su istigazione dei cittadini di Tolemàide, fu poi emanato un decreto per le vicine città ellenistiche, perché anch'esse seguissero le stesse disposizioni contro i Giudei, li costringessero a mangiare le carni dei sacrifici”); per il resto è nel NT: Mt 9,36; 14,14; 15,32 (“Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino».”); 18,27; 20,34; Mc 1,41 (“Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!».”); 6,34; 8,2; 9,22; Lc 7,13; 10,33; 15,20.

a.p.c.

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

Iscriviti a Post [Atom]