venerdì 8 dicembre 2017

 

Morire è necessario per risorgere in figli di Dio


MORIRE (IN CRISTO) È GUADAGNO

Paolo utilizza il verbo νεκρόω (nekróō) "morire" solo 2 volte, in
- Rm 4,19 (“Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo – aveva circa cento anni – e morto il seno di Sara.”)
- e Col 3,5 (“Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria;”)
***
Le forme, verbali e nominali del “morire” e della "morte", sono molto frequenti (14) in italiano, nella traduzione dal greco del " – corpus paulinum, nella Bibbia della CEI 2008:



MORTI 54 (volte)

- da Rom 1,4 (“costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti [ἀναστάσεως νεκρῶν], Gesù Cristo nostro Signore”)
- a 2 Tm 4,1 (“Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti [ζῶντας καὶ νεκρούς], per la sua manifestazione e il suo regno…”)
NOTA FILOLOGICA: L’aggettivo νεκρός (nekròs) ricorre in 40 vv del corpus paulinum, 43 volte, da Rom 1,4 a 2Tm 4,1; cfr. Rm 8,11; 1 Cor 15,12.29, dove ricorre 2 volte in ciascun versetto.

MORTE 53

- da Rm 1,32 (“pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte [ἄξιοι θανάτου εἰσίν – digni sunt morte – are worthy of death], non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa”)
- a 2Tm 1,10 (“…la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte [τὸν θάνατον] e ha fatto risplendere la vita e l'incorruttibilità per mezzo del Vangelo”).
NOTA FILOLOGICA
Il sostantivo greco θάνατος (En: death, the Septuagint for מָוֶת (māwet) and מוּת (mût), but also for דֶּבֶר (deber-dever) - cfr. σκιά θανάτου - צַלְמָוֶת) è usato da Paolo in 42 vv, 47 volte;
- da Rm 1,32 a 2Tm 2,10; cfr. Rm 5,12; 7,13; 1 Cor 15,55; 2 Cor 2,16 (noi apostoli siamo il profumo di Cristo, “per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita”) (dove ricorre 2 volte in ciascun versetto)

MORTO 18

cfr. Rm 4,19; 2 Cor 5,15 (“Ed egli – Gesù, il Cristo - è morto [ἀπέθανεν] per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto [ἀποθανόντι καὶ ἐγερθέντι] per loro.”).
NOTA FILOLOGICA Il verbo ἀποθνῄσκω (apothnḗiskō) (En: to die, so as to be no more; cfr. Latin emorior; die off or out, pass away; German absterben, versterben) è in 36 vv. del cp, - da Rm 5,6 (“quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi”) a 1Ts 5,10 (“Egli – Gesù – è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.”)

MORIRE 7

in Rm 5,7 (“Ora, a stento qualcuno è disposto a morire [ἀποθανεῖται] per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire [ἀποθανεῖν] per una persona buona.”); 8,13; 1 Cor 9,15; 2 Cor 7,3; Fil 1,21; Col 3,5

MORÌ 4

in Rm 5,6 (“Infatti egli morì, e morì [2 volte ἀπέθανεν] per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio.”); 6,10; 1 Cor 15,3.

MORIAMO 4

in Rm 14,8 (“se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo [4 volte ἀποθνῄσκωμεν], siamo del Signore.”); 2 Tm 2,11.

MORIREMO 2

in 1 Cor 15,32 (“Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo”); 15,51

MORIBONDI 1

in 2Cor 6,9 (“come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo”)

MORIRETE 1

in Rm 8,13 (“perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete”)

MORIRONO 1

in Rm 5,15 (“se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio”)

MORTA 1

in 1Tm 5,6 (“la vedova “che si abbandona ai piaceri, anche se vive, è già morta”)

MORTALE 5

(è il corpo umano o la carne: in Rm 6,12; 1 Cor 15,53-54; 2 Cor 4,11; 5,4);
- il plurale, “mortali” è solo in Rom 8,11 (“E se lo Spirito di Dio, - il Padre - che ha risuscitato Gesù – il Figlio - dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali [τὰ θνητὰ σώματα ὑμῶν – mortalia corpora vestra – your mortal bodies] per mezzo del suo Spirito che abita in voi”)
NOTA FILOLOGICA: L’aggettivo θνητός (thnētós) (En: subject to death, mortal, iable to death) è usato da Paolo ancora in Rm 6,12; 1 Cor 15,53-54; 2 Cor 4,11; 5,4 (“non vogliamo essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale [τὸ θνητὸν] venga assorbito dalla vita”)

MORTIFICAZIONE 1

in Col 2,23: prescrizioni e insegnamenti o dottrine morali di uomini “hanno una parvenza di sapienza con la loro falsa religiosità e umiltà e mortificazione del corpo [ἀφειδίᾳ σώματος-ad non parcendum corpori-neglecting of the body] ma in realtà non hanno alcun valore se non quello di soddisfare la carne.”)
NOTAFILOLOGICA : ἀφειδία (apheidía) (En: as not sparing one's body severe self-control, nonindulgence, asceticism) è hapax legomenon, ricorrendo solo qui.

CONCLUSIONI PROSPETTICHE

a) chi muore in Cristo, morto crocifisso, anche senza assistenza ecclesiastica o sacramentale, risorge con lui;

b) non mortificarsi da questo mondo, dal pensare secondo gli uomini, significa essere già morti – da disperati

c) è il battesimo che immedisima il credente nel vangelo di Paolo, nel Cristo stesso – e Cristo è l’unico capace per potenza dello Spirito e volontà del Padre, di risorgere da morte e vivere in eterno

d) la morte è un esodo pasquale personale, da uomo vecchio a figlo e figlia del Padre in Cristo, l’unica Via per arrivare insieme e tutti a Casa


e) I figli e le figlie di Dio sono anche eredi nel Figlio della stessa sua vita divina, immortale ed eterna; perciò anche coeredi del cielo e della terra. a.c.

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martedì 28 novembre 2017

 

Dio vende il suo popolo senza guadagno - svende


DIO SVENDE IL SUO POPOLO
מָכַר (mākar) in  תִּמְכֹּֽר־עַמְּךָ֥  di Salmo (ebraico) 44,13


CONTESTO
versetto prima
“Ci hai consegnati - Signore - come pecore da macello, ci hai dispersi in mezzo alle genti.”

versetto dopo
“Hai fatto di noi il disprezzo dei nostri vicini, lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.”

VERSO
SALMO 44,12(13)
"Hai svenduto il tuo popolo [בְלֹא־ה֑וֹן תִּמְכֹּֽר־עַמְּךָ֥ - ἀπέδου τὸν λαόν σου ἄνευ τιμῆς  - Vendidisti populum tuum sine lucro - - You sold your people for a pittance] per una miseria, sul loro prezzo non hai guadagnato."

1 > tim-kōr- > תִּמְכֹּֽר־ > sell
2 > ‘am-mə-ḵā > עַמְּךָ֥ > Your people
3 > ḇə-lō- > בְלֹא־ > in no
4 > hō-wn; > ה֑וֹן > sufficiency
5 > wə-lō- > וְלֹ֥א־ > and not
6 > rib-bî-ṯā, > רִ֝בִּ֗יתָ > do increase >
7 > bim-ḥî-rê-hem. > בִּמְחִירֵיהֶֽם׃ > by their sale


NOTE FILOLOGICHE

(1) תִּמְכֹּֽר (timkōr)
è forma qal, imperfetto, 2a persona maschile, al singolare di מָכַר "vendere" (Gen 47,20; 25,31), o "consegnare" (1Sam 12,9: il popolo). Ricorre in circa 80 vv, da Gen 25,31 (Giacobbe disse a Esaù: «Vendimi [מִכְרָ֥ה- ἀπόδου-vende-sell] subito la tua primogenitura») a Zc 11,5 (“…che i compratori sgozzano impunemente e di cui i venditori [וּמֹכְרֵיהֶ֣ן- οἱ πωλοῦντες- qui vendunt-they that sell] dicono: “Sia benedetto il Signore, mi sono arricchito”); cfr. Sal 105,17 (“Davanti a loro mandò un uomo, Giuseppe, venduto come schiavo.” – In Gen 25,31, מָכַר è interpretato con ἀποδίδωμι, “restituire, dare indietro”.

(2) עַמְּךָ֥ (‘am-mə-ḵā)
L’espressione, “il tuo popolo”, la Bibbia della CEI 2008, la registra in 80 vv, da Es 5,23 (“Da quando sono venuto dal faraone per parlargli in tuo nome, egli ha fatto del male a questo popolo, e tu non hai affatto liberato il tuo popolo!»”) fino a Abacuc 3,13 (“Sei uscito per salvare il tuo popolo, per salvare il tuo consacrato. Hai demolito la cima della casa del malvagio, l'hai scalzata fino alle fondamenta.”). Non ricorre nel NT.


(3-4) בְלֹא־ה֑וֹן (bĕlōʾ-hôn -  velo-hon)
lett. “in-non-prezzo”; l’espressione, o sintagma, composto di tre lemmi, non ricorre altrove nella Bibbia ebraica. La LXX ha: δωρεὰν ἐπράθητε (cfr. δωρεὰν ἐπράθητε, “gratis siete stati venduti”, in Is 52,3); la NOV ha: “sine lucro”, la CEI: “per una miseria”; NKJ: “for next to nothing”. La traduzione quindi di הוֹן, usato in almeno 27 vv del testo masoretico (Dt 1,41 – Ez 27,33), è τιμή (the Septuagint for עֵרֶךְ a valuing, rating כָּבוֹד, יְקָר, הָדָר;   a valuing by which the price is fixed; hence, the price itself) nella LXX e “lucrum” (gain, profit, avarice ) nella NOV.


(5-6) וְלֹ֥א־רִ֜בִּ֗יתָ (wĕlōʾ-ribbîtā  -  welo-ribbitha)
lett. “e – non – aumentasti”; le 3 parole non ricorrono insieme altrove. - La LXX interpreta, questo sintagma, con καὶ οὐκ ἦν πλῆθος (“e non era abbondanza”); la NOV: “nec ditior factus es” (né più ricco ti sei fatto); la NKJ ha: “And are not enriched”, mentre la CEI 2008 ha: “non hai guadagnato”. - Il verbo רָבָה (increase, become numerous, become great, multiply), come radice triconsonantica è presente in 178 vv del testo ebraico, in 75 forme diverse, più di 190 volte, da Gen 1,22 (“Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi [וּרְב֗וּ - κα πληθνεσθε –et multiplicamini - and multiply] e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra») [Nota nel v. la ripetizione del verbo e i sinonimi] a Zc 10,8 (“Con un fischio li chiamerò a raccolta, quando li avrò riscattati, e saranno numerosi [וְרָב֖וּ כְּמ֥וֹ  רָבֽוּ׃ - et multi erunt-and they shall increase] come prima”) [Nota: anche qui il verbo è ripetuto 2 volte in ebraico; non riporto l’equivalente greco, latino o inglese della seconda volta].


(7) בִּמְחִירֵיהֶֽם (bimchîrêhem)
lett. – “in – prezzi di loro”; LXX: ἐν τοῖς ἀλλάγμασιν αὐτῶν; NOV: “in commutatione eorum”; KJV: “by their price”; CEI 2008: “sul loro prezzo”. Quindi מְחִיר (price, hire, Mehir; sf. מְחִירָהּ; pl. sf. מְחִירֵיהֶם: — 1. equivalent value (in barter), (market) price, in 1K 10:28; — 2. money, in Mi 3:11; — 3. metaph.: in recompense (for sins) in Je 15:13) è interpretato come “commutatio” in latino, dalla CEI come “prezzo” in italiano. Il termine ebraico ricorre ancora in Dt 23,19; 2 Sam 24,24; 1 Re 10,28; 21,2; 1 Cr 4,11; 2 Cr 1,16; Gb 28,15; Sal 44,13; Pr 17,16 (“A che serve il denaro in mano allo stolto? Per comprare la sapienza, se non ha senno?”); 27,26; Is 45,13; 55,1; Ger 15,13; Lam 5,4; Dn 11,39; Mi 3,11. L’equivalente greco, λλαγμα (prezzo, costo) non ricorre mai nel NT, ma solo nella LXX: Lv 27,10.33; Dt 23,19; 2 Sam 24,24; 1 Re 10,28; Sal 43,13; Gb 28,17; Sir 2,4; Sal Salomone 17,6; Am 5,12; Is 43,3; Lam 5,4 (“La nostra acqua beviamo a pagamento, dobbiamo acquistare la nostra legna.”).


PARALLELI

Dt 32,30 (“Non è forse perché la loro Roccia li ha venduti, il Signore li ha consegnati?”); Gdc 2,14; 3,8; Is 52,3-4 (v. 3: “Poiché dice il Signore: «Per nulla foste venduti e sarete riscattati senza denaro».”); Ger 15,13


CONCLUSIONI PROSPETTICHE
  • Dio è fedele al suo popolo, ma quanto (o più?) il suo popolo è fedele all’alleanza con lui. In genere le alleanze con Dio il popolo le dimentica: è un rischio mortale?
  • Anche la chiesa con il papa in testa può diventare infedele al suo Sposo, il Cristo – del quale essa è il corpo?
  • Anche la svendita dello Stato Vaticano potrebbe diventare una forma di avvicinamento alla nuova alleanza – tra Cristo e la chiesa tra le genti. a.c. - 28 novembre 2017

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