LA GIOIA SPONSALE DI CRISTO PER LA CHIESA

 


Giovanni 15,11. LA GIOIA PIENA DELL’AMORE NELLA NUOVA ALLEANZA

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Contesto storico-letterario

Giovanni 15,11 fa parte del discorso di addio di Gesù ai suoi discepoli, pronunciato durante l'Ultima Cena (Gv 13-17). Questo discorso è ricco di simbolismo e pathos, in quanto Gesù si prepara ad affrontare la sua passione e morte. Il contesto storico è quello della Palestina romana, sotto il dominio del prefetto Ponzio Pilato. I discepoli sono intimoriti e incerti sul futuro, e Gesù cerca di confortarli e rafforzarli con le sue parole.

Paralleli

  • Vangelo di Giovanni 14,21: "Chi ama i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama. E chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui".
  • Vangelo di Giovanni 17,13: "Ora, io vengo a te e dico queste cose nel mondo, affinché la mia gioia sia piena in loro".

Tematica

La frase "vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi; perché la vostra gioia sia piena" (Gv 15,11) è un tema centrale del discorso di addio di Gesù. Gesù vuole che i suoi discepoli sperimentino la stessa gioia che lui ha nel suo rapporto con il Padre. Questa gioia non si basa su circostanze esteriori o successi mondani, ma è una gioia profonda e interiore che deriva dall'amore di Dio e dall'obbedienza ai suoi comandamenti.

Perché Gesù parla in questo modo?

Gesù parla in questo modo ai suoi discepoli perché li ama e vuole il loro bene. Sa che stanno per affrontare momenti difficili e vuole incoraggiarli a perseverare nella fede. La gioia che lui promette è un dono che può sostenerli anche nelle prove più dure.

In che cosa consiste la sua gioia e quella dei discepoli?

La gioia di Gesù è la gioia di stare in comunione con il Padre e di compiere la sua volontà. La gioia dei discepoli è la gioia di seguire Gesù e di vivere secondo i suoi insegnamenti. È la gioia di sapere di essere amati da Dio e di avere un posto nel suo regno.

Circostanze

Gesù pronuncia queste parole nell'imminenza della sua passione e morte. Sa che sta per affrontare il momento più difficile della sua vita, ma è anche consapevole che la sua morte porterà alla salvezza del mondo. Questa consapevolezza lo riempie di una gioia profonda che vuole condividere con i suoi discepoli. 

Riflettendo sul rapporto amore-gioia nel Vangelo di Giovanni

Prospettive diverse

Nel Vangelo di Giovanni, il rapporto tra amore e gioia è esplorato da diverse angolazioni, offrendo una ricca comprensione di entrambe le esperienze:

  • Amore come fonte di gioia: Giovanni 15,11, come già discusso in precedenza, evidenzia l'amore di Gesù come fonte primaria della gioia dei discepoli. La loro gioia deriva dall'essere amati da Dio e dal vivere in comunione con Lui, seguendo i comandamenti di Gesù.
  • Gioia come espressione di amore: La gioia può anche essere vista come un'espressione dell'amore. Quando sperimentiamo gioia, condividiamo questo sentimento con gli altri, creando legami di amore e rafforzando le relazioni.
  • Amore agape e gioia: Il concetto di amore agape, centrale nel Vangelo di Giovanni, si intreccia profondamente con la gioia. L'amore agapè, caratterizzato da sacrificio e donazione di sé, porta una gioia profonda e duratura, che trascende l'egoismo e la ricerca del piacere effimero.
  • La gioia del dono: Nel Quarto Vangelo, la gioia è spesso associata al dono di sé. Gesù stesso, donando la sua vita per amore, incarna la massima espressione di questa gioia del dono. I discepoli, chiamati a seguire il suo esempio, trovano la loro gioia nel donarsi agli altri e nel servire il prossimo. 

Oltre la felicità contingente

La gioia descritta da Giovanni non si confonde con la mera felicità effimera o con il divertimento superficiale. È una gioia più profonda e duratura, radicata nell'amore divino e nell'unione con Dio. Non è immune alle sofferenze della vita, ma anzi, può fiorire anche nelle difficoltà, offrendo forza e speranza.

Un invito alla gioia

Il Vangelo di Giovanni ci invita ad accogliere l'amore di Dio e a vivere secondo i suoi insegnamenti, come via per sperimentare la vera gioia. È una gioia che non dipende dalle circostanze esterne, ma che nasce da un cuore colmo di amore agape e dal desiderio di donarsi agli altri.

Riflessioni personali

  • In che modo sperimento l'amore di Dio nella mia vita?
  • Come questo amore influenza la mia gioia?
  • Come posso esprimere l'amore agape attraverso le mie azioni e le mie scelte?
  • In che modo la gioia del dono arricchisce la mia vita e le mie relazioni?

Conclusione

Il messaggio di Giovanni 15,11 è un messaggio di speranza e di consolazione. Gesù ci invita a sperimentare la sua stessa gioia, una gioia che non dipende dalle circostanze esteriori ma dall'amore di Dio e dall'obbedienza ai suoi comandamenti.

Il rapporto tra amore e gioia nel Vangelo di Giovanni offre una profonda riflessione sulla natura di entrambi i concetti. Ci invita a coltivare un amore agape, capace di donarsi e di sacrificarsi, come fonte di una gioia autentica e duratura, che non teme le sfide della vita.

 PARALLELI SULLA GIOIA

Is 53,11 Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità. 

Is 62,4 Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo. 

Ger 32,41 Proverò gioia nel beneficarli; li farò risiedere stabilmente in questo paese, e lo farò con tutto il cuore e con tutta l'anima. 

Ger 33,9 E questo sarà per me titolo di gioia, di lode e di gloria tra tutti i popoli della terra, quando udranno tutto il bene che io faccio loro, e si stupiranno e fremeranno per tutto il bene e per tutta la pace che concederò loro. 

Sof 3,17 Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia. 

Lc 15,5 Quando l'ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, 

Lc 15,9 E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. 

Lc 15,23 Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 

Lc 15,32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». 

1Gv 1,4 Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena. 

 

 

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