MASCHIO E FEMMINA FANNO UN SOLO UOMO

 

 Marco 10,1-12. Un'analisi approfondita nel contesto biblico e storico

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Il brano di Marco 10,1-12 si inserisce in un contesto storico e culturale complesso, dove la questione del matrimonio e del divorzio era oggetto di acceso dibattito tra i farisei e Gesù. I farisei, seguendo un'interpretazione rigorosa della legge mosaica, permettevano il ripudio della moglie in determinate circostanze. Gesù, invece, propone una visione radicale del matrimonio, basata sull'indissolubilità del vincolo coniugale e sul primato dell'amore. 

Analisi del testo 

1. La domanda dei farisei (vv. 1-2)

I farisei pongono a Gesù una domanda provocatoria: "È lecito a un marito ripudiare la propria moglie?". Questa domanda non era semplicemente accademica, ma rifletteva le diverse interpretazioni della legge mosaica sul divorzio. I farisei, basandosi su Deuteronomio 24,1-4, sostenevano che il marito potesse ripudiare la moglie per motivi di infedeltà o altri comportamenti gravi.

 

2. La risposta di Gesù (vv. 3-9)

Gesù, invece, rimanda i farisei all'intenzione originaria di Dio per il matrimonio, espressa nella Genesi 2,24, "Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne". Gesù sottolinea che il matrimonio è un'unione voluta da Dio, un legame indissolubile che non può essere sciolto per volontà umana. 

3. La durezza di cuore (v. 5)

Gesù riconosce che Mosè aveva permesso il ripudio "a causa della durezza del vostro cuore", ovvero per adattare la legge alle debolezze del popolo. Tuttavia, Gesù afferma che questa concessione non rispecchiava il piano originario di Dio per il matrimonio. 

4. Il ritorno al disegno originario (vv. 6-9)

Citando la Genesi, Gesù ribadisce che Dio creò l'uomo e la donna "maschio e femmina" per unirsi in un'unica carne. Questo legame indissolubile rappresenta l'immagine stessa dell'amore di Dio per l'umanità. 

5. L'adulterio (vv. 11-12)

Gesù conclude il discorso affermando che "chiunque ripudia la moglie e ne sposa un'altra commette adulterio; e anche colei che, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio". Questa affermazione radicale ribadisce l'indissolubilità del matrimonio e la gravità del peccato di adulterio. 

Passi paralleli

  • Matteo 5,31-32: Gesù ribadisce l'insegnamento sull'indissolubilità del matrimonio e condanna il ripudio.
  • Luca 16,18: Gesù riprende l'insegnamento sul ripudio e sull'adulterio.
  • 1 Corinzi 7: Paolo affronta la questione del matrimonio e del divorzio nella comunità cristiana, invitando i coniugi a rimanere uniti. 

Prospettive cristiane

  1. Il matrimonio è un dono di Dio: Il matrimonio è un'unione sacra voluta da Dio, basata sull'amore reciproco e sul dono di sé.
  2. L'indissolubilità del vincolo coniugale: Il matrimonio è un impegno permanente che non può essere sciolto per volontà umana.
  3. L'amore come fondamento del matrimonio: L'amore reciproco e il perdono sono elementi essenziali per un matrimonio felice e duraturo.
  4. La gravità dell'adulterio: L'adulterio è un peccato grave che ferisce il coniuge e la famiglia.
  5. Il perdono e la riconciliazione: In caso di difficoltà coniugali, il perdono e la riconciliazione sono sempre possibili con l'aiuto di Dio.
  6. L'impegno della Chiesa per il sostegno al matrimonio: La Chiesa offre alle coppie strumenti e sostegno per vivere un matrimonio fedele e felice. 

Conclusione

Il brano di Marco 10,1-12 offre un insegnamento profondo e radicale sul matrimonio. Gesù invita i suoi discepoli e i cristiani di ogni tempo a vivere il matrimonio secondo il piano originario di Dio, caratterizzato dall'amore fedele per sempre, come nell'alleanza tra Cristo e la Chiesa, sua sposa, o come il tralcio che fa parte della Vite, fin quando produce frutti che riproducono la vite, facendola diventare una vigna. 

PENE REDENTIVE PREVISTE DALLA LEGGE DI MOSÈ E DAI RABBINI 

Nella Legge di Mosè e nella tradizione giudaica, le pene per l'adulterio erano severe e variavano a seconda del contesto e del periodo storico. Ecco una panoramica delle principali sanzioni:

Nella Torah (Pentateuco)

  • Lapidazione: La pena più estrema era la lapidazione, prevista per l'adultero e l'adultera colti in flagrante (Levitico 20,10, Deuteronomio 22,22). Questa punizione era considerata una forma di giustizia divina e un deterrente per scoraggiare l'adulterio.
  • Morte per strangolamento: In alcuni casi, l'adultero poteva essere condannato a morte per strangolamento, come nel caso di una donna sposata trovata vergine dopo il matrimonio (Deuteronomio 22,23-24).
  • Divorzio obbligato: Per gli adulteri non puniti con la morte, la pena più comune era il divorzio obbligato. Il marito era obbligato a concedere il divorzio alla moglie adultera (Deuteronomio 24,1-4). La donna divorziata era poi libera di risposarsi, ma con alcune limitazioni (Deuteronomio 24,4).
  • Pagamento di una multa: In alcuni casi, l'adultero poteva essere condannato al pagamento di una multa al marito della donna tradita. L'ammontare della multa variava a seconda del caso specifico. 

Nella tradizione rabbinica

Oltre alle pene previste nella Torah, la tradizione rabbinica ha sviluppato un sistema di sanzioni più articolato per l'adulterio. Queste sanzioni includevano:

  • Scomunica: L'adultero e l'adultera potevano essere scomunicati dalla comunità ebraica, il che significava essere esclusi da importanti attività sociali e religiose.
  • Vergogna pubblica: L'adultero e l'adultera potevano essere sottoposti a umiliazioni pubbliche, come ad esempio essere rasati a zero o essere costretti a indossare abiti infamanti.
  • Flagellazione: In alcuni casi, l'adultero poteva essere sottoposto a flagellazione come punizione per il suo peccato.

E' importante sottolineare che:

  • L'applicazione di queste pene variava molto nel tempo e a seconda delle diverse interpretazioni della legge.
  • Le pene per l'adulterio erano generalmente più severe per le donne che per gli uomini.
  • Nel corso della storia ebraica, c'è stata una tendenza ad attenuare le pene per l'adulterio, con l'enfasi posta maggiormente sulla riconciliazione e sul perdono.

Oltre alle pene punitive, la tradizione ebraica poneva grande enfasi sulla prevenzione dell'adulterio.

Questo si traduceva in una serie di norme etiche e sociali che miravano a promuovere la fedeltà coniugale, la castità e il rispetto reciproco tra i coniugi.

In conclusione, le pene per l'adulterio nella Legge di Mosè e nella tradizione giudaica erano severe e riflettevano la gravità di questo peccato agli occhi della religione e della società ebraica.

Tuttavia, è importante ricordare che l'obiettivo principale non era solo la punizione, ma anche la deterrenza e la promozione di un matrimonio fedele e basato sull'amore reciproco. 

[Gemini]

 

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