martedì 21 maggio 2024

 

CHI NON È CONTRO CRISTO È CON CRISTO

Unico criterio di discernimento
UNICA CONDIZIONE PER ESSERE CRISTIANI
Marco 8,40. Chi non è contro di noi, è per noi
CHI APPARTIENE ALLA CHIESA DI CRISTO

Video Lettura

Testo

Contesto

La frase "chi non è contro di noi, è per noi" (Marco 8,38) si trova nel discorso di Gesù ai suoi discepoli dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani. In questo contesto, Gesù sta preparando i suoi seguaci alle sfide e alle persecuzioni che li attendono. 

Paralleli

La frase di Gesù può essere messa in parallelo con altre sue affermazioni simili, come:

Queste affermazioni sottolineano l'importanza dell'unità e della coesione tra i seguaci di Gesù. 

Riflessioni

  1. Neutralità impossibile: In un mondo segnato dal peccato e dall'opposizione a Dio, non esiste una posizione neutrale. O si è con Gesù o contro di lui.
  2. Attiva partecipazione: La fede in Gesù non è un atteggiamento passivo, ma richiede un impegno attivo nel seguirlo e nel diffondere il suo messaggio.
  3. Discernimento e prudenza: Non tutti coloro che affermano di essere con Gesù lo seguono in modo autentico. È necessario discernere e vagliare le intenzioni e le azioni di ognuno.
  4. Unità in Cristo nella diversità dei ministeri: L'unità tra i cristiani non significa uniformità. Le diverse opinioni e sensibilità possono arricchire la comunità, purché ci sia rispetto e amore reciproco.
  5. Apertura alla conversione di chiunque, giudei e greci: La porta della salvezza è sempre aperta. Anche chi si è opposto a Gesù in passato può convertirsi e diventare suo seguace.
  6. Perseguitare o testimoniare gli "estranei"?: La scelta di seguire Gesù può comportare persecuzioni e sofferenze. Tuttavia, la vera gioia e la vera pace si trovano solo in lui, nel suo santo Nome che basta a tutti coloro che lo invocano.

Conclusione

Le parole di Gesù in Marco 8,38 ci invitano a riflettere sulla nostra posizione nei suoi confronti e sul nostro impegno a seguirlo. Ci incoraggiano a vivere la fede con unità, discernimento e apertura, testimoniando il suo amore al mondo.

[Gemini]


 

CHI SA FARE IL BENE E NON LO FA È IL MALVAGIO

أي شخص يعرف كيف يفعل الخير لكنه لا يفعله فهو سيئ. 
Chi sa fare il bene e non non lo fa, fa il male
Giacomo 4,13-17. SIETE COME IL VAPORE DI UN ISTANTE

 Video Lettura

Analisi e messaggio per oggi

Giacomo 4,13-17 ci invita a riflettere sulla fragilità della vita e sull'incertezza del futuro, in contrasto con la nostra tendenza a fare progetti e programmare come se avessimo il controllo completo della nostra esistenza. Questo brano ci offre importanti lezioni per affrontare i viaggi d'affari, la pianificazione, la ricerca del guadagno, la volontà di Dio e la nostra responsabilità nel fare il bene.

Analisi e passi paralleli

Messaggi per il lettore di oggi

  1. Umiltà nei viaggi d'affari: Evitare di trattare i viaggi d'affari come semplici transazioni economiche. Ricordare che ogni incontro è un'opportunità per incontrare persone, costruire relazioni e testimoniare la propria fede con umiltà e rispetto.
  2. Flessibilità nella pianificazione: Riconoscere che i piani, anche quelli ben congegnati, possono cambiare. Essere pronti ad adattarsi alle circostanze impreviste con pazienza e fiducia in Dio.
  3. Ricerca di un guadagno giusto: Non basare il successo sulla mera acquisizione di beni materiali. Cercare invece un guadagno onesto e giusto che onori Dio e serva il prossimo.
  4. Discernimento della volontà di Dio: Prendere tempo per discernere la volontà di Dio nei propri piani, attraverso la preghiera, la lettura della Bibbia e il consiglio di persone sagge.
  5. Compassione e servizio agli altri: Non limitarsi alla conoscenza del bene, ma metterlo in pratica con compassione e servizio verso gli altri, specialmente i più bisognosi.
  6. Gratitudine per la vita ricevuta: Riconoscere la preziosità e la fragilità della vita, dono di Dio. Vivere ogni giorno con gratitudine e con la consapevolezza della propria dipendenza da Lui.

Conclusione

Giacomo 4,13-17 ci offre un invito a vivere con umiltà, consapevolezza e responsabilità. Mettendo al centro la fede e la volontà di Dio, possiamo affrontare i viaggi d'affari, la pianificazione, la ricerca del guadagno e le sfide della vita con una prospettiva più ampia e con un cuore pronto a fare il bene. 

Giacomo 4,14 e la sua eco nell'Antico Testamento: riflessioni sulla brevità della vita

Occorre vivere nel distacco da tutto e con pieno abbandono alla volontà di Dio, sempre all’opera.

L'affermazione di Giacomo 4,14: "siete come vapore [v. NOTA] che appare per un istante e poi scompare", dipinge un'immagine vivida e toccante della transitorietà della vita umana. Questa metafora, seppur con sfumature differenti, trova interessanti parallelismi in alcuni passi biblici dell'Antico Testamento, offrendo spunti di riflessione per comprendere meglio il messaggio profondo di Giacomo.

Conclusione

Questi passi biblici, pur con le loro differenze di contesto e linguaggio, convergono nel trasmettere un messaggio simile a quello di Giacomo 4,14. La vita umana è effimera, transitoria e fragile come un vapore o un fiore. La consapevolezza di questa realtà dovrebbe spingerci a vivere con saggezza, dando valore a ciò che è veramente importante e ricercando un significato che trascenda la brevità del tempo presente.

Oltre alla brevità della vita, questi passi offrono spunti di riflessione su altri temi importanti:

In definitiva, la consapevolezza della brevità della vita, come sottolineato da Giacomo 4,14 e dai passi biblici coevi, dovrebbe spingerci a vivere con saggezza, priorità e fede, ricercando ciò che è veramente duraturo e significativo. 

NOTA

La frase ebraica "vanità delle vanità, tutto è vanità" ha origine dal Libro dell'Ecclesiaste, noto in ebraico come Qoelet. Il termine ebraico spesso tradotto come "vanità" è "hevel" (הֶבֶל). Questo termine è usato ripetutamente in tutto il libro, apparendo non meno di 38 volte. La parola "hevel" si riferisce letteralmente a "nebbia", "vapore" o "semplice respiro" e metaforicamente a "qualcosa di fugace o sfuggente" con sfumature diverse a seconda del contesto. Può anche essere tradotto come "assurdità, frustrazione, futilità, sciocchezza" 

[Gemini]



lunedì 20 maggio 2024

 

IL CRISTIANO AMICO DEL MONDO È NEMICO DI DIO


INCOMPATIBILITÀ TRA CHIESA E MONDO
Giacomo 4,4. Commento biblico e storico del versetto

Video Lettura

Contesto storico e biblico

Giacomo 4,4 si trova all'interno di una sezione della lettera di Giacomo incentrata sulla critica all'amore per il mondo e all'adulazione (Giacomo 4,1-10). In questo brano, Giacomo si rivolge a cristiani che sono tentati di conformarsi ai valori e alle pratiche del mondo pagano, trascurando la loro fede in Dio.

L'espressione "amico del mondo" (filos tou kosmou) era utilizzata nel mondo greco-romano per indicare chi era fedele alle usanze e ai valori del proprio tempo. Per i cristiani primitivi, però, essere "amici del mondo" significava allontanarsi da Dio e dai suoi insegnamenti.

L'affermazione di Giacomo che "chiunque vuol essere amico del mondo si fa nemico di Dio" è un monito forte contro l'idolatria e la mondanità. Il mondo, con le sue attrazioni e le sue false promesse, può distogliere il cuore da Dio e portare alla rovina spirituale.

Passi paralleli

La necessità di decidersi da che parte stare

Diverse altre scritture del Nuovo Testamento affrontano il tema del rapporto tra cristiani e mondo. In Matteo 6,24, Gesù afferma che "nessuno può servire due padroni; o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si attaccherà all'uno e disprezzerà l'altro". In Romani l’apostolo del genitli avverte i cristiani di Roma 12,2: “Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.” In 1 Giovanni 2,15-17, l'apostolo Giovanni avverte che "se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui. Poiché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non proviene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza, ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno". 

Prospettive cristiane: Non adeguatevi alla politica, economia, alle mode.

  1. Distinguere tra il mondo e Dio: Il mondo, con le sue attrattive e le sue false promesse, può essere un pericolo per la fede. È importante distinguere ciò che è di Dio da ciò che appartiene al mondo.
  2. Non conformarsi alla mentalità mondana: I cristiani sono chiamati a non conformarsi alla mentalità e ai valori del mondo pagano, quindi all’attualità e alla moda. Questo significa rifiutare l'idolatria, l'egoismo, la violenza e ogni altra forma di male.
  3. Amare Dio sopra ogni cosa: L'amore per Dio deve essere al centro della vita di ogni cristiano. Solo amando Dio con tutto il cuore, l'anima e la forza possiamo resistere alle tentazioni del mondo.
  4. Cercare le cose di lassù: I cristiani sono invitati a non cercare le cose della terra, ma le cose di lassù, dove Cristo è assiso alla destra di Dio (Colossesi 3,1-2).
  5. Vivere in santità: La vita di un cristiano deve essere coerente con la sua fede. Le parole e le azioni devono testimoniare l'amore per Dio e il rifiuto del mondo sottomesso al Denaro e al Maligno.
  6. Fiducia nella vittoria di Dio: Il mondo è destinato a passare, ma la parola di Dio rimane in eterno (1 Pietro 1,24-25). I cristiani possono avere fiducia nella vittoria finale di Dio e nella vita eterna che attende coloro che lo amano e lo servono. In Luca 21,33, Gesù dice: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. 

Conclusione

Il messaggio di Giacomo 4,4 è un invito a vivere una vita radicalmente consacrata a Dio. Non è facile resistere alle tentazioni del mondo, ma con l'aiuto di Dio e la forza della sua parola, possiamo vincere e vivere una vita piena di significato e di gioia vera.

 [Gemini]



 

GESÙ NON È QUEL CHE APPARE ALLA GENTE


Marco 9,31. Il Figlio dell’uomo è ucciso, ma risorge dopo tre giorni.
Commento biblico e storico con riflessioni per oggi

Video Lettura

Marco 9,31 è un versetto carico di significato che si inserisce all'interno di un discorso più ampio di Gesù rivolto ai suoi discepoli. Per comprenderlo appieno, è utile analizzarlo nel suo contesto biblico e storico, confrontandolo con passi paralleli in Marco e in altri Vangeli.

Contesto storico

Al tempo di Gesù, la Palestina era sotto il dominio romano. I Romani erano visti come oppressori e molti ebrei speravano in un Messia che li liberasse. Gesù, con le sue parole e azioni, stava iniziando a manifestare la sua vera identità come Messia, ma i suoi discepoli non comprendevano ancora appieno il significato di ciò.

Contesto biblico

Il versetto 31 si trova all'interno della sezione di Marco dedicata alla trasfigurazione di Gesù (Marco 9,2-13) e alla successiva discesa dal monte. In questa sezione, Gesù inizia a preparare i suoi discepoli alla sua imminente sofferenza e morte, un tema che sarà sviluppato ulteriormente nei capitoli seguenti.

Passi paralleli

Confrontare Marco 9,31 con passi paralleli in altri Vangeli può aiutare a cogliere sfumature di significato. In Matteo 16,21 e Luca 9,44, Gesù annuncia la sua morte e risurrezione in modo simile, ma con alcune differenze. Matteo aggiunge che i discepoli devono prendere la loro croce e seguirlo, mentre Luca sottolinea la necessità di rinunciare a se stessi.

Commento

In Marco 9,31, Gesù utilizza un linguaggio diretto e preciso per annunciare la sua morte imminente. Usa la parola "paradidomi" ("essere consegnato”, “essere tradito"), che indica un atto volontario di sacrificio. La sua morte non è casuale, ma è parte di un piano divino per la salvezza dell'umanità.

L'affermazione "lo uccideranno" è una predizione chiara e sconvolgente per i discepoli. Sanno che Gesù è un uomo potente e amato, e non riescono a immaginare che possa essere ucciso. Tuttavia, Gesù insiste sul fatto che questo è il suo destino, e che la sua morte non sarà la fine.

La frase "ma dopo tre giorni risusciterà" è un messaggio di speranza e consolazione. Gesù non rimarrà nella tomba, ma risorgerà dai morti, sconfiggendo la morte e aprendo la porta alla vita eterna per tutti coloro che credono in lui. 

Prospettive cristiane

  1. Gesù, il Servo Sofferente: Marco 9,31 ci ricorda che Gesù non è venuto sulla terra come un re potente, ma come un servo sofferente. La sua morte in croce è il culmine del suo amore per l'umanità.
  2. Seguire Gesù significa portare la propria croce: Come Gesù, anche noi siamo chiamati a portare la nostra croce, ovvero le difficoltà e le sofferenze della vita. Tuttavia, la nostra croce non è priva di significato, perché ha valore redentivo come la croce di Gesù.
  3. La speranza della risurrezione: La risurrezione di Gesù è la nostra speranza. Essa ci assicura che la morte non è la fine, ma che c'è una vita eterna che ci attende.
  4. La chiamata alla conversione: La morte e risurrezione di Gesù ci chiamano a convertirci, a cambiare il nostro modo di pensare e di vivere, per conformarci a Cristo.
  5. Fiducia in Dio: Di fronte alle difficoltà e alle sofferenze, possiamo avere fiducia in Dio che è sempre con noi e che ci sostiene nel nostro cammino.
  6. Impegno per la giustizia: La morte di Gesù ci chiama a impegnarci per la giustizia e la pace nel mondo, lottando contro ogni forma di ingiustizia e oppressione. 

Conclusione

Marco 9,31 è un versetto ricco di significato che ci invita a riflettere sulla vita, la morte e la risurrezione di Gesù. È un messaggio di speranza e di consolazione, ma anche una chiamata all'impegno e alla conversione.

Meditando su questo versetto, possiamo crescere nella nostra fede e nel nostro impegno a seguire Gesù.

  


 

FORSE È LAZZARO IL DISCEPOLO AMICO DI GESÙ


Giovanni 19,25-27. Riflessioni e messaggi per il lettore della Bibbia

Video Lettura

Nel contesto

Questo brano del Vangelo di Giovanni (Gv 19,25-27) si colloca all'apice della crocifissione di Gesù. Gesù, ormai agonizzante, rivolge lo sguardo a sua madre Maria e al discepolo che amava (Gv 13,23; 20,2; 21,20), che si trovano ai piedi della croce. Con un gesto carico di responsabilità, affida Maria, vedova e anziana, a questo discepolo e questo discepolo a Maria, pronunciando le parole: "Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre" (Gv 19,27). Probabilmente il discepolo che Gesù amava (Gv 13,3.5) è Lazzaro, fratello di Marta e Maria e che abitava a Betania, non in Galilea. Gesù amava questa famiglia di Betania, al punto da risuscitare Lazzaro dai morti. 

Passi paralleli

Per comprendere appieno la profondità di questo passo, è utile considerarlo alla luce di altri brani biblici che parlano del rapporto tra Gesù e Maria.

Riflessioni e messaggi

  1. L'amore filiale di Gesù: In un momento di grande dolore, Gesù non dimentica sua madre e si preoccupa di affidarla alle cure di un discepolo fidato. Questo gesto sottolinea l'amore filiale di Gesù verso Maria, un amore che supera la morte stessa. A Betania, con Lazzaro e le sorelle, Maria avrebbe trovato un ambiente accogliente, familiare, come forse mai aveva avuto prima, vivendo a Nazaret, in Galilea, con fratelli e sorelle di Gesù (cugini, parenti), ancora diffidenti e increduli.
  2. La nuova famiglia di Dio: Con l'affidamento di Maria a Lazzaro, Gesù crea una nuova famiglia, una famiglia fondata sull'amore e sulla fede in lui, sull’amicizia vera, spirituale. A Betania Gesù, nei suoi pellegrinaggi missionari a Gerusalemme, passava, accolto con amore, i suoi momenti migliori. Questa nuova famiglia di Maria può ora rappresentare la vera famiglia di Gesù, aperta a tutti coloro che credono in Gesù e fanno la volontà del Padre che lo ha mandato. Gesù considerava, d’altronde, suoi veri fratelli e sorelle e amici, non quelli di sangue, non ancora capaci di amarlo per fede, non credendo ancora in lui come il Figlio di Dio e il Messia.
  3. La figura di Maria: Maria, madre di Gesù, diventa madre di tutti i veri discepoli come Lazzaro – e come Marta e Maria -  e non come gli altri discepoli che avevano abbandonato Gesù ed erano fuggiti: non si sarebbero preso cura né di Gesù, lasciandolo morire solo, né di sua madre. Pietro lo aveva già rinnegato per tre volte.
  4. La vocazione del discepolo amato: Lazzaro, amico e seguace di Gesù, riceve da Gesù una grande missione: prendersi cura di Maria, la madre di Gesù, da figlio e quindi da vero fratello di Gesù. Questo compito rappresenta un modello di servizio e di amore per molti cristiani che si formano una famiglia.
  5. L'amore fraterno: Il gesto di Gesù invita i cristiani a vivere l'amore familiare e fraterno, prendendosi cura gli uni degli altri, specialmente nei momenti di sofferenza e di bisogno.
  6. La speranza nella croce: In mezzo al dolore della crocifissione, questo brano offre un messaggio di speranza. L'amore di Gesù per sua madre e la sua famiglia ci offrono la certezza che la morte non ha l'ultima parola e che l'amore vince sempre. È necessario però credere in Gesù come il Cristo e Signore, non solo come un figlio qualunque.

Conclusione

Giovanni 19,25-27 è un brano ricco di significato che ci invita a riflettere sull'amore di Dio, sull'importanza della famiglia e sul nostro impegno a vivere come fratelli e sorelle in Cristo.

Questo brano è un invito a:

 [Gemini]

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domenica 19 maggio 2024

 

LA DONNA TRASMETTE LA VITA A MASCHI E A FEMMINE

  

Genesi 3,15. Analisi e commento. Sei messaggi utili.
Ogni donna si chiama Eva, cioè madre di tutti gli umani viventi

 Video Lettura

Il versetto originale e tradotto

Sintagma per sintagma

Paralleli

Sei messaggi utili e nuovi per il lettore della Torah

  1. Dio è fedele al suo amore per l'umanità: Anche dopo la caduta dell'uomo, Dio non abbandona il suo piano di salvezza. Promette una discendenza che sconfiggerà il male e restaurerà la comunione tra Dio e l'uomo.
  2. Il male sarà sconfitto: Il versetto di Genesi 3,15 offre una speranza di vittoria sul male e sul peccato. La discendenza della donna rappresenta il trionfo del bene sul male e la promessa di un futuro migliore.
  3. Dio opera attraverso la sofferenza: La vittoria sul male non viene senza sacrificio. La ferita al calcagno della discendenza della donna prefigura la sofferenza di Gesù Cristo, che attraverso la sua morte e risurrezione porterà la salvezza all'umanità.
  4. Le donne hanno un ruolo importante nel piano di Dio: La donna è vista come cooperatrice di Dio nel piano di salvezza. Eva, pur avendo disobbedito a Dio, è anche la madre di tutta l'umanità e la progenitrice del Messia.
  5. C'è speranza per il futuro: Il versetto di Genesi 3,15 offre un messaggio di speranza per il futuro. Nonostante le difficoltà e le sfide del presente, la promessa di Dio di una discendenza vittoriosa ci assicura che il bene alla fine trionferà.
  6. L'amore di Dio è più grande del peccato: Il messaggio di Genesi 3,15 è un messaggio di misericordia e di grazia. Dio non abbandona l'umanità neanche dopo il peccato, ma offre una via di redenzione attraverso la sua discendenza.

Prospettive

Genesi 3,15 è un versetto ricco di significato e di speranza. Offre una prospettiva sul piano di Dio per la salvezza dell'umanità e sottolinea il ruolo importante della donna in questo piano. Il messaggio di questo versetto è ancora attuale oggi e offre conforto e speranza a tutti coloro che lottano contro il male e il peccato.

[Gemini]

 

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