lunedì 20 maggio 2024

 

FORSE È LAZZARO IL DISCEPOLO AMICO DI GESÙ


Giovanni 19,25-27. Riflessioni e messaggi per il lettore della Bibbia

Video Lettura

Nel contesto

Questo brano del Vangelo di Giovanni (Gv 19,25-27) si colloca all'apice della crocifissione di Gesù. Gesù, ormai agonizzante, rivolge lo sguardo a sua madre Maria e al discepolo che amava (Gv 13,23; 20,2; 21,20), che si trovano ai piedi della croce. Con un gesto carico di responsabilità, affida Maria, vedova e anziana, a questo discepolo e questo discepolo a Maria, pronunciando le parole: "Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre" (Gv 19,27). Probabilmente il discepolo che Gesù amava (Gv 13,3.5) è Lazzaro, fratello di Marta e Maria e che abitava a Betania, non in Galilea. Gesù amava questa famiglia di Betania, al punto da risuscitare Lazzaro dai morti. 

Passi paralleli

Per comprendere appieno la profondità di questo passo, è utile considerarlo alla luce di altri brani biblici che parlano del rapporto tra Gesù e Maria.

Riflessioni e messaggi

  1. L'amore filiale di Gesù: In un momento di grande dolore, Gesù non dimentica sua madre e si preoccupa di affidarla alle cure di un discepolo fidato. Questo gesto sottolinea l'amore filiale di Gesù verso Maria, un amore che supera la morte stessa. A Betania, con Lazzaro e le sorelle, Maria avrebbe trovato un ambiente accogliente, familiare, come forse mai aveva avuto prima, vivendo a Nazaret, in Galilea, con fratelli e sorelle di Gesù (cugini, parenti), ancora diffidenti e increduli.
  2. La nuova famiglia di Dio: Con l'affidamento di Maria a Lazzaro, Gesù crea una nuova famiglia, una famiglia fondata sull'amore e sulla fede in lui, sull’amicizia vera, spirituale. A Betania Gesù, nei suoi pellegrinaggi missionari a Gerusalemme, passava, accolto con amore, i suoi momenti migliori. Questa nuova famiglia di Maria può ora rappresentare la vera famiglia di Gesù, aperta a tutti coloro che credono in Gesù e fanno la volontà del Padre che lo ha mandato. Gesù considerava, d’altronde, suoi veri fratelli e sorelle e amici, non quelli di sangue, non ancora capaci di amarlo per fede, non credendo ancora in lui come il Figlio di Dio e il Messia.
  3. La figura di Maria: Maria, madre di Gesù, diventa madre di tutti i veri discepoli come Lazzaro – e come Marta e Maria -  e non come gli altri discepoli che avevano abbandonato Gesù ed erano fuggiti: non si sarebbero preso cura né di Gesù, lasciandolo morire solo, né di sua madre. Pietro lo aveva già rinnegato per tre volte.
  4. La vocazione del discepolo amato: Lazzaro, amico e seguace di Gesù, riceve da Gesù una grande missione: prendersi cura di Maria, la madre di Gesù, da figlio e quindi da vero fratello di Gesù. Questo compito rappresenta un modello di servizio e di amore per molti cristiani che si formano una famiglia.
  5. L'amore fraterno: Il gesto di Gesù invita i cristiani a vivere l'amore familiare e fraterno, prendendosi cura gli uni degli altri, specialmente nei momenti di sofferenza e di bisogno.
  6. La speranza nella croce: In mezzo al dolore della crocifissione, questo brano offre un messaggio di speranza. L'amore di Gesù per sua madre e la sua famiglia ci offrono la certezza che la morte non ha l'ultima parola e che l'amore vince sempre. È necessario però credere in Gesù come il Cristo e Signore, non solo come un figlio qualunque.

Conclusione

Giovanni 19,25-27 è un brano ricco di significato che ci invita a riflettere sull'amore di Dio, sull'importanza della famiglia e sul nostro impegno a vivere come fratelli e sorelle in Cristo.

Questo brano è un invito a:

 [Gemini]

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sabato 2 marzo 2024

 

FESTE EBRAICHE NEL QUARTO VANGELO

 

Giovanni. Le feste ebraiche nel quarto Vangelo. Perché


Video Lezione su Giovanni 2,13-35



Nel Vangelo di Giovanni sono menzionate sette feste ebraiche, che assumono un ruolo chiave nella strutturazione della narrazione e nell'esposizione della cristologia:

1. Pasqua (2,13-22): Gesù purifica il Tempio, rivelando la sua autorità divina e il nuovo tempio che è il suo corpo.

2. Pentecoste (5,1-18): Gesù guarisce un infermo alla piscina di Betesda, mostrando il suo potere di donare la vita eterna.

3. Festa delle Capanne (7,1-10,21): Gesù insegna nel Tempio, proclamandosi come la luce del mondo e il pane della vita.

4. Dedicazione del Tempio (10,22-42): Gesù si confronta con i Giudei sul tema della sua identità messianica.

5. Pasqua (11,1-57): Gesù risuscita Lazzaro, anticipando la sua stessa vittoria sulla morte.

6. Cena di Pasqua (13,1-38): Gesù istituisce l'Eucaristia e lava i piedi ai suoi discepoli, insegnando l'amore e il servizio.

7. Pasqua (18,1-40; 19,1-42): Passione, morte e risurrezione di Gesù, compimento della salvezza per l'umanità.

L'intenzione dell'autore

L'autore del Vangelo di Giovanni, inserendo le feste ebraiche nella narrazione, vuole:

 

Versetti e passi in cui ricorrono

Le sette feste ebraiche sono menzionate nei seguenti versetti e passi del Vangelo di Giovanni:

Oltre a queste sette feste, il Vangelo di Giovanni menziona anche altri eventi e personaggi della tradizione ebraica, come il sabato (5,10; 9,14), Mosè (5,46-47), Abramo (8,56-58) e il profeta Isaia (12,38-41).

L'utilizzo delle feste ebraiche da parte dell'autore del Vangelo di Giovanni è un esempio di come la Scrittura cristiana sia radicata nella tradizione ebraica, pur annunciandone la fine, grazie alla novità che è Cristo, parola di Dio, vita di Dio, luce del mondo, via unica per arrivare al Padre.

Per approfondire:

[Gemini]

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