mercoledì 17 aprile 2024
ULTIMO GIORNO NELL' "IO SONO"
Giovanni 6,44. RISURREZIONE
NELL’ULTIMO GIORNO. QUANDO?
- BGT οὐδεὶς δύναται ἐλθεῖν πρός με ἐὰν μὴ ὁ πατὴρ ὁ πέμψας με ἑλκύσῃ αὐτόν, κἀγὼ ἀναστήσω αὐτὸν ἐν τῇ ἐσχάτῃ ἡμέρᾳ.
- CEI Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
- NKJ "No one can come to Me unless the Father who sent Me draws him; and I will raise him up at the last day.
- NOV Nemo potest venire ad me, nisi Pater, qui misit me, traxerit eum; et ego resuscitabo eum in novissimo die.
- VLH Chẳng ai đến với tôi được, nếu Chúa Cha là Đấng đã sai tôi, không lôi kéo người ấy, và tôi, tôi sẽ cho người ấy sống lại trong ngày sau hết.
- MHT אֵין אִישׁ יָכוֹל לָבוֹא אֵלַי אֶלָּא אִם כֵּן יִמְשֹׁךְ אוֹתוֹ הָאָב אֲשֶׁר שְׁלָחַנִי, וַאֲנִי אָקִים אוֹתוֹ בַּיּוֹם הָאַחֲרוֹן.
- CNV5 如果不是差我來的父吸引人,就沒有人能到我這裡來;到我這裡來的,在末日我要使他復活。
- CRV Никто не сможет прийти ко Мне, если не привлечет его Отец, пославший Меня, и в последний День Я воскрешу его.
- FBJ Nul ne peut venir à moi si le Père qui m'a envoyé ne l'attire ; et moi, je le ressusciterai au dernier jour.
- JAS わたしを遣わした父が引き寄せられないかぎり、だれもわたしのところに来ることはできません。わたしは終わりの日にその人をよみがえらせます。
- TUR Beni gönderen Baba bir kimseyi bana çekmedikçe, o kimse bana gelemez. Bana geleni de son günde dirilteceğim.
INTERPRETAZIONI DIVERSE
1. “Io lo risusciterò nell’ultimo
giorno”
La frase "io lo risusciterò nell'ultimo giorno", pronunciata
da Gesù in diversi passi biblici (ad esempio, Matteo 12,44, Giovanni 6,40.54),
ha generato diverse interpretazioni teologiche, con sfumature differenti tra le
varie confessioni cristiane.
Per comprendere appieno il significato
di "ultimo giorno" in questo contesto, è necessario considerare
l'ampio spettro di insegnamenti biblici sulla risurrezione e la fine dei tempi.
1. Resurrezione e giudizio
La risurrezione dei morti è un concetto
centrale nella fede cristiana, affermato in vari passaggi del Nuovo Testamento.
Essa rappresenta la promessa di un nuovo corpo glorificato per i credenti,
libero dalla sofferenza e dalla morte.
Tuttavia, la Bibbia collega la
risurrezione al giudizio finale. In Matteo 25,31-46, Gesù descrive un giudizio
universale in cui le persone saranno separate in base alle loro azioni,
ricevendo la vita eterna in paradiso o la condanna all'inferno.
2. Interpretazioni dell' "ultimo
giorno"
Alla luce di questa connessione tra
risurrezione e giudizio, l' "ultimo giorno" può essere interpretato
in due modi principali:
- Risurrezione
per il giudizio: In
questa prospettiva, l' "ultimo giorno" si riferisce al momento
in cui tutti i morti saranno risuscitati per affrontare il giudizio
finale. La risurrezione, in questo caso, non indica immediatamente
l'ingresso in paradiso o all'inferno, ma precede il giudizio che
determinerà la destinazione eterna di ogni individuo.
- Risurrezione
per la vita eterna: Un'altra interpretazione vede l' "ultimo giorno" come
l'inizio di una nuova era eterna, in cui i credenti risuscitati entreranno
definitivamente in paradiso, liberi dal peccato e dalla morte. In questo
senso, la risurrezione non è solo un evento singolo, ma l'inizio di una
nuova esistenza senza fine.
3. Armonizzare le diverse prospettive
Entrambe le interpretazioni presentano
validi punti di riferimento biblici. Per conciliare queste prospettive, alcune
correnti teologiche suggeriscono che la risurrezione avvenga in due fasi:
- Prima
risurrezione: Una
prima risurrezione avverrebbe all' "ultimo giorno", riservando
ai credenti la risurrezione per la vita eterna e il giudizio finale per i
non credenti.
- Seconda
risurrezione: Una
seconda risurrezione, alla fine dei tempi, coinvolgerebbe anche i non
credenti, destinati al giudizio finale e alla condanna eterna.
4. Conclusione
La frase "io lo risusciterò
nell'ultimo giorno" racchiude una promessa di vita nuova e di redenzione
in Cristo. L'esatta interpretazione di "ultimo giorno" dipende dalla
prospettiva teologica adottata, ma il messaggio centrale rimane la speranza
nella risurrezione e nella vita eterna per coloro che credono in Gesù.
Per approfondire ulteriormente questo
tema complesso, è consigliabile consultare testi teologici specifici e
confrontarsi con diverse interpretazioni, sempre alla luce della Bibbia come
riferimento primario.
2. “Oggi sarai con me in paradiso”
La frase di Gesù al ladro crocifisso
"Oggi sarai con me in paradiso" (Luca 23,43),
apparentemente in contrasto con l'idea di una risurrezione nell'ultimo giorno,
ha suscitato domande e riflessioni teologiche nel corso dei secoli.
Per armonizzare questa apparente
contraddizione, diverse interpretazioni sono state proposte:
1. Paradiso come anticipazione del cielo
- Paradiso
come luogo di attesa: In questa prospettiva, il "paradiso" a cui Gesù si
riferisce non è il cielo definitivo, ma un luogo di riposo e attesa per i
giusti in preparazione alla risurrezione finale. In questo senso, il ladro
crocifisso, pentito e accogliente della grazia di Gesù, avrebbe ottenuto
l'accesso a questo luogo di attesa paradisiaca, in anticipo rispetto alla
risurrezione generale.
- Paradiso
come stato di comunione con Dio: Un'altra interpretazione vede il
"paradiso" non come un luogo fisico, ma come uno stato di
comunione perfetta con Dio. In questo senso, il ladro avrebbe sperimentato
immediatamente questa unione con Dio, pur attendendo la risurrezione del
corpo nell'ultimo giorno.
2. Tempo come dimensione relativa
- Relatività
del tempo: Alcuni
studiosi suggeriscono che la percezione del tempo possa essere diversa
nell'eternità rispetto al tempo terreno. In questa prospettiva, l'
"oggi" pronunciato da Gesù potrebbe trascendere la sequenza
temporale terrena, indicando l'immediata esperienza di salvezza e
comunione con Dio per il ladro pentito, pur inserendosi nel piano più
ampio della risurrezione finale.
3. Enfasi sulla salvezza individuale
Indipendentemente dalle diverse
interpretazioni, la frase di Gesù al ladro crocifisso sottolinea l'affermazione
di una salvezza immediata e accessibile a chiunque si penta e accetti la grazia
di Dio.
La risurrezione nell'ultimo giorno, pur
mantenendo la sua centralità escatologica, non esclude la possibilità di
un'esperienza salvifica immediata per coloro che, come il ladro sulla croce,
accolgono con fede l'amore e il sacrificio di Gesù.
4. Importanza della fede e del pentimento
In definitiva, il messaggio centrale di
questo episodio risiede nell'affermare il potere salvifico di Gesù e la
possibilità di redenzione anche di fronte a una morte imminente. La risposta di
Gesù al ladro sottolinea l'importanza della fede, del pentimento e
dell'accettazione della grazia divina come via per ottenere la salvezza,
indipendentemente dal momento in cui essa avviene.
Conclusione
Armonizzare la frase di Gesù al ladro
con la risurrezione nell'ultimo giorno richiede una lettura attenta dei testi
biblici e una considerazione delle diverse interpretazioni teologiche.
L'elemento chiave rimane l'affermazione della salvezza immediata per coloro che
accolgono la fede in Gesù, senza negare l'importanza della risurrezione finale
come evento cosmico e definitivo.
3. “Chi crede ha la vita eterna” (Gv 6,47)
Le affermazioni di Gesù come "chi crede in me, anche se muore, vivrà" (Giovanni
11,25) e "le mie parole sono spirito e vita"
(Giovanni 6,63) possono sembrare in contraddizione con il concetto di
risurrezione nell'ultimo giorno. Tuttavia, diverse interpretazioni teologiche
offrono soluzioni per armonizzare questi concetti apparentemente contrastanti.
1. Vita spirituale e risurrezione fisica
- Vita
spirituale eterna: Un'interpretazione sottolinea la distinzione tra vita spirituale e
vita fisica. In questo senso, chi crede in Gesù riceve una vita spirituale
eterna già nel momento in cui crede, indipendentemente dalla morte del
corpo fisico. La risurrezione nell'ultimo giorno, in questa prospettiva,
rappresenta la riunificazione del corpo risorto con lo spirito immortale,
completando la salvezza integrale dell'individuo.
- Trasformazione
spirituale:
Un'altra enfasi si concentra sulla trasformazione spirituale che avviene
in chi crede in Gesù. Questa trasformazione, iniziata già in questa vita,
culmina nella risurrezione, dove il corpo fisico viene trasformato in un
corpo spirituale glorioso, libero dalla sofferenza e dalla morte.
2. La parola di Gesù come fonte di vita
- Parola
come vita eterna: L'affermazione di Gesù che la sua parola è "spirito e vita"
(Giovanni 6:63) sottolinea il potere salvifico e vivificante della sua
parola. In questo senso, credere in Gesù e nelle sue parole significa
ricevere già ora la vita eterna, che si manifesta anche nella
trasformazione spirituale e morale del credente. La risurrezione, in
questa prospettiva, conferma e completa la vita eterna già iniziata
attraverso la fede.
- Parola
come anticipazione della risurrezione: La parola di Gesù può anche essere vista come
un'anticipazione della risurrezione. Accogliendo la parola e vivendo
secondo i suoi insegnamenti, il credente sperimenta già ora una
prelibazione della vita eterna che sarà pienamente realizzata nella risurrezione
del corpo.
3. Importanza della fede
Elemento centrale in tutte queste
interpretazioni è il concetto di fede. Credere in Gesù e nelle sue parole
significa entrare in una relazione salvifica con Dio, che porta alla vita
eterna già ora e culmina nella risurrezione del corpo nell'ultimo giorno.
Conclusione
Le affermazioni di Gesù sulla vita
eterna e sulla risurrezione, pur potendo sembrare contraddittorie a prima
vista, trovano armonia in una lettura attenta che consideri la
multidimensionalità del concetto di vita e la potenza salvifica della fede in
Gesù. La risurrezione nell'ultimo giorno non nega l'esperienza di vita eterna
già presente in chi crede, ma rappresenta la sua pienezza e perfezionamento,
includendo anche la trasformazione del corpo fisico.
4. Le immagini di vita dei morti nell’Apocalisse
Le vivide immagini
dell'Apocalisse, con le sue visioni di esseri viventi, della Gerusalemme
celeste e dei canti di lode, possono generare domande su come conciliare queste
descrizioni con il concetto di risurrezione fisica nell'ultimo giorno. Diverse
interpretazioni teologiche cercano di armonizzare questi elementi
apparentemente contrastanti.
1. Anticipazione della realtà celeste
- Visioni
simboliche:
Un'interpretazione vede le visioni di Giovanni come rappresentazioni
simboliche della realtà celeste, che non intendono descrivere
letteralmente un luogo fisico, ma piuttosto la qualità e la natura della
vita eterna in comunione con Dio. In questa prospettiva, gli esseri
viventi e la Gerusalemme celeste rappresentano la moltitudine dei salvati
che, pur attendendo la risurrezione fisica, già ora partecipano alla gioia
e alla gloria del cielo.
- Esperienza
presente e futura: Le visioni apocalittiche possono essere interpretate come
un'anticipazione della realtà celeste che i credenti sperimenteranno
pienamente dopo la risurrezione fisica. In questo senso, esse offrono un
assaggio della beatitudine eterna che attende coloro che sono fedeli a
Dio.
2. Dimensione spirituale e cosmica
- Trasformazione
spirituale: Le
visioni dell'Apocalisse possono essere lette come simboli della
trasformazione spirituale che avviene in coloro che sono uniti a Dio. Gli
esseri viventi e la Gerusalemme celeste rappresenterebbero la perfezione
spirituale raggiunta dai salvati, già ora uniti a Dio in una comunione
intima e gioiosa.
- Rinnovamento
cosmico: Oltre
alla dimensione spirituale, le visioni apocalittiche possono essere viste
come un annuncio del rinnovamento cosmico che avverrà alla fine dei tempi.
La nuova Gerusalemme potrebbe simboleggiare una nuova creazione, libera
dal male e dalla sofferenza, dove Dio abita con il suo popolo redento.
3. Risurrezione come trasformazione
- Continuità
tra presente e futuro: La risurrezione fisica nell'ultimo giorno non è vista come un evento
isolato, ma come la trasformazione e il completamento della vita eterna
già iniziata in Cristo. Le visioni apocalittiche offrirebbero uno sguardo
su questa vita eterna vissuta nella sua pienezza, includendo la dimensione
spirituale, cosmica e relazionale.
- Corpi
spirituali: La
risurrezione, secondo alcune interpretazioni, non significa semplicemente
un ritorno alla vita fisica terrena, ma una trasformazione in corpi
spirituali gloriosi, adatti alla vita eterna nella Gerusalemme celeste.
4. Ultimo giorno per chi?
L' "ultimo giorno" a cui si fa
riferimento nell'Apocalisse e nella risurrezione di Gesù è il culmine del piano
salvifico di Dio. Esso rappresenta la fine dell'era presente segnata dal
peccato e dalla morte, e l'inizio di una nuova era di giustizia, pace e
comunione perfetta con Dio. Questo giorno è destinato a tutti coloro che hanno
accolto la grazia e la salvezza in Gesù Cristo.
Conclusione
Le visioni dell'Apocalisse, pur
presentando immagini simboliche e complesse, non negano la realtà della
risurrezione fisica nell'ultimo giorno. Anzi, offrono un'anticipazione della
gioia, della gloria e della comunione eterna che attendono coloro che sono
uniti a Dio in Cristo. La risurrezione, in questa prospettiva, rappresenta la
piena realizzazione della vita eterna, già iniziata spiritualmente in questa
vita e destinata a raggiungere la sua perfezione nella nuova creazione.
[Gemini]
CONCORDANZE
- ἔσχατος_ἡμέρα last day ULTIMO GIORNO: Gv 6,39-40.44.54; 11,24; 12,48; At 2,17; Gc 5,3; 2Pt 3,3
- ἡμέρα_κύριος Day of the Lord GIORNO DEL SIGNORE: At 2,20; 1Cor 1,8; 5,5; 2Cor 1,14; 1Ts 5,2; 2Ts 2,2; Eb 10,25; 2Pt 3,10; Ap 1,10.
Etichette: esodo pasquale, eternità, fede, fisicità del Risorto, in Dio, IO SONO, oggi, pane di vita, paradiso, parola di vita, rimanere in Cristo, risurrezione, temp relativo, ultimo giorno, vita eterna
venerdì 12 aprile 2024
PRIMATO DI PAROLA E PREGHIERA APOSTOLICA
Atti 6,1-7. Il servizio della parola, della preghiera e delle mense
Commento con Passi
Biblici Paralleli di Atti 6,1-6: Sei Messaggi per il Lettore Credente
Testo
Fratelli, scegliete
tra di voi sette uomini di buona fama, pieni di Spirito Santo e di sapienza, ai
quali affideremo questo compito. Noi invece ci dedicheremo assiduamente alla
preghiera e al servizio della parola. La proposta piacque a tutta l'assemblea e
scelsero Stefano, un uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro,
Nicanore, Timone e Parmena, e Nicola, un prosélito di Antiochia. Li
presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani.
(Atti 6,2-4)
Passi Biblici Paralleli
- Esodo
18,17-24: Jetro
consiglia Mosè di scegliere aiutanti per dividere il carico di lavoro.
- Numeri
11,16-30: Mosè
sceglie 70 anziani per aiutarlo a guidare il popolo.
- Deuteronomio
1,15-18: Mosè
sceglie capi per ogni tribù.
- Atti
1,15-26: Mattia
viene scelto per prendere il posto di Giuda Iscariota tra gli apostoli.
- 1
Timoteo 3,1-13:
Qualità richieste per gli anziani e i diaconi.
- 1
Pietro 4,10-11: Ogni
credente ha il dono da mettere a servizio della comunità.
Sei Messaggi per il Lettore Credente
1. L'importanza del discernimento nella
scelta dei leader: La comunità primitiva cristiana sceglie i diaconi con cura, ricercando
uomini di buona fama, pieni di Spirito Santo e di sapienza. Questo ci insegna
che la scelta dei leader nella Chiesa è una questione importante che richiede
discernimento e preghiera. (Atti 6,3; 1 Timoteo 3,1-13)
2. La collaborazione tra ministeri
diversi: Gli apostoli si dedicano alla preghiera e al servizio della parola, mentre
i diaconi si occupano del servizio ai tavoli. Questo modello evidenzia
l'importanza della collaborazione tra ministeri diversi per il bene della
comunità. (Atti 6,2-4)
3. Lo Spirito Santo guida la Chiesa: La scelta dei diaconi
avviene sotto la guida dello Spirito Santo. Questo ci ricorda che lo Spirito
Santo è sempre presente e attivo nella Chiesa e guida il suo popolo nelle sue
decisioni. (Atti 6,3,5-6)
4. L'importanza dei laici nel servizio
ecclesiale: I diaconi sono laici scelti per servire la comunità. Questo ci insegna che
tutti i battezzati sono chiamati a svolgere un ruolo attivo nella Chiesa,
usando i doni che Dio ha loro dato. (Atti 6,1-7)
5. L'apertura a nuove forme di servizio: La scelta dei diaconi
è una nuova forma di servizio che emerge in risposta alle esigenze della
comunità. Questo ci insegna che la Chiesa è aperta a nuove forme di servizio
per rispondere alle sfide dei tempi. (Atti 6,1-6)
6. L'importanza della diversità nella
Chiesa: I diaconi provengono da contesti diversi e hanno esperienze diverse.
Questo ci ricorda che la Chiesa è una comunità ricca di diversità, e che questa
diversità è una risorsa preziosa. (Atti 6,5)
Conclusione
Il brano di Atti 6,2-4 ci offre un
modello di servizio ecclesiale basato sul discernimento, la collaborazione, la
guida dello Spirito Santo, il coinvolgimento dei laici, l'apertura a nuove
forme di servizio e l'apprezzamento della diversità. Questo modello è ancora
attuale oggi e può ispirare le nostre comunità a vivere un servizio ecclesiale
sempre più efficace e fedele al Vangelo.
Ricordiamo che la lettura e la
meditazione della Parola di Dio, in particolare di passi come Atti 6,2-4,
possono aiutarci a crescere nella nostra fede e a comprendere meglio il nostro
ruolo nella Chiesa.
MINISTERO DELLA PAROLA E DELLA PREGHIERA DEGLI APOSTOLI
Testo
- Atti
6,2:
"Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire
alle mense."
- Atti
6,4:
"Noi invece ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della
Parola."
Passi Paralleli
- Matteo
28,19-20: Gesù
affida agli apostoli la missione di insegnare e battezzare tutte le genti.
- Marco
16,15-16: Gesù
affida agli apostoli la missione di predicare il Vangelo a tutta la
creazione.
- Luca
24,46-49: Gesù
apre la mente dei discepoli all'intelligenza delle Scritture e li manda a
predicare il pentimento e il perdono dei peccati in suo nome.
- Giovanni
14,26: Lo
Spirito Santo insegnerà agli apostoli ogni cosa e ricorderà loro tutto ciò
che Gesù ha detto loro.
- Atti
1,8: Gesù
promette agli apostoli che riceveranno la potenza dello Spirito Santo per
essere suoi testimoni a Gerusalemme, in tutta Giudea, Samaria e fino agli
estremi della terra.
Sei insegnamenti per i missionari o apostoli nelle chiese cristiane di oggi
- Priorità
alla Parola di Dio: La predicazione e l'insegnamento della Parola di Dio sono al centro
del ministero apostolico. Come gli apostoli, i missionari e gli apostoli
di oggi sono chiamati a proclamare il Vangelo di Gesù Cristo a tutte le
persone. (Atti 6,2; Matteo 28,19-20; Marco 16,15-16)
- Potere
dello Spirito Santo: Il ministero della Parola è reso possibile dalla potenza dello
Spirito Santo. I missionari e gli apostoli di oggi devono invocare lo
Spirito Santo e lasciarsi guidare da lui nella loro predicazione e nel
loro insegnamento. (Atti 1,8; Giovanni 14,26)
- Fedeltà
al Vangelo: La
predicazione dei missionari e degli apostoli deve essere fedele al
messaggio originale del Vangelo di Gesù Cristo. Non devono diluire il
messaggio o adattarlo alle mode del tempo, ma devono proclamare la verità
del Vangelo con coraggio e senza compromessi. (Atti 6,4)
- Testimonianza
della Risurrezione: Gli apostoli furono testimoni oculari della morte e risurrezione di
Gesù, e questo è il fondamento della loro autorità a predicare il Vangelo.
I missionari e gli apostoli di oggi devono anch'essi essere testimoni di
Gesù Cristo, sia con le loro parole che con la loro vita. (Atti 1,22)
- Unità
nella diversità: Gli
apostoli provenivano da contesti diversi e avevano esperienze diverse, ma
erano uniti nella loro fede in Gesù Cristo e nella loro missione di
predicare il Vangelo. I missionari e gli apostoli di oggi devono anch'essi
essere uniti nella fede e nella missione, pur provenendo da contesti
culturali e sociali diversi. (Atti 6,5)
- Servizio
all'intera comunità: Il ministero della Parola non è riservato a pochi eletti, ma è al
servizio di tutta la comunità cristiana. I missionari e gli apostoli di
oggi devono coinvolgere tutti i membri della comunità nella lettura, nella
meditazione e nella proclamazione della Parola di Dio. (Atti 6,1-7)
Conclusione
Il brano di Atti 6,2.4 ci offre un
modello prezioso per il ministero della Parola e della preghiera degli apostoli
e dei missionari. Ricordando che la predicazione del Vangelo è prioritaria, che
è resa possibile dallo Spirito Santo, che deve essere fedele al messaggio
originale, che si basa sulla testimonianza della risurrezione, che richiede
unità nella diversità e che è al servizio di tutta la comunità, possiamo trarre
ispirazione da questo brano per vivere e annunciare il Vangelo con rinnovato
vigore nel mondo di oggi.
[Gemini]
- Passi paralleli ad At 6,2: Es 18,17; Nm. 11,11; Dt 1,9; Ne 6,3; At 4,19; 21,22; 25,27; 2Tm 2,4.
- Passi paralleli ad At 6,4: At 1,14; 2,42; 13,2-3; 20,19; Rm 1,9-10; 12,6; 1Cor 9,16; Ef 1,15; 3,14; Fil 1,4.9; Col 1,9; 2,1; 4,12.17; 1Tm 4,13; 2Tm 4,2.
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lunedì 8 aprile 2024
POTENZA DELLA TESTIMONIANZA
Atti 4,33. Commento biblico, storico e spirituale
TESTO
- Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore.
- And with great power the apostles gave witness to the resurrection of the Lord Jesus. And great grace was upon them all.
- καὶ δυνάμει μεγάλῃ ἀπεδίδουν τὸ μαρτύριον οἱ ἀπόστολοι τῆς ἀναστάσεως τοῦ κυρίου Ἰησοῦ, χάρις τε μεγάλη ἦν ἐπὶ πάντας αὐτούς.
- Et virtute magna reddebant apostoli testimonium
resurrectionis Domini Iesu, et gratia magna erat super omnibus illis.
TESTIMONI POTENTI DEL
RISORTO
1. "Con grande forza gli apostoli
davano testimonianza"
- Dove: Gerusalemme, nel tempio (Atti
4,1-3)
- Quando: Poco dopo la Pentecoste (Atti
2,1-41)
- Altre
volte
- Pietro
e Giovanni davanti al Sinedrio (Atti 4,5-22)
- Stefano
davanti al Sinedrio (Atti 7,54-60)
- Paolo
ad Antiochia di Pisidia (Atti 13,16-41)
- Paolo
a Corinto (Atti 18,4-6)
RISURREZIONE DI GESÙ
2. "Risurrezione del Signore
Gesù"
- Dove: Gerusalemme, tomba di Gesù
(Matteo 28,1-10)
- Quando: Terzo giorno dopo la
crocifissione (Matteo 27,62-66)
- Altre
volte:
- Testimonianza
delle donne al sepolcro (Marco 16,1-8)
- Apparizioni
di Gesù ai discepoli (Luca 24,13-53; Giovanni 20,19-29)
- Predicazione
di Pietro (Atti 2,22-36)
Gesù è il Signore?
- Sì, il
Nuovo Testamento proclama Gesù come Signore (Atti 2,36; Filippesi 2,9-11).
- Il
titolo "Signore" (in greco "Kyrios") era usato per
l'imperatore romano, ma i cristiani lo usavano per Gesù, riconoscendolo
come il vero sovrano.
Gesù è il Cristo?
- Sì, Gesù è il Cristo (in greco "Christos"), l'unto di Dio, il Messia atteso dall'Antico Testamento (Matteo 1,16; Giovanni 4,25-26).
3. "Tutti godevano di grande
favore"
- Chi
sono questi "tutti": I cristiani di Gerusalemme (Atti 4,32)
- Dove: A Gerusalemme (Atti 4,31)
- Altre
volte:
- I
primi cristiani a Gerusalemme (Atti 2,47)
- La
chiesa di Antiochia (Atti 11,24)
Riferimenti biblici
- Atti 2,1-41
- Atti 4,1-22
- Atti 7,54-60
- Atti 13,16-41
- Atti 18,4-6
- Matteo
28,1-10
- Marco
16,1-8
- Luca 24,13-53
- Giovanni
20,19-29
- Atti 2,22-36
- Filippesi
2,9-11
- Matteo
1,16
- Giovanni
4,25-26
- Atti 2,47
- Atti 11,24
Passi paralleli ad Atti 4,33
Mc 16,20; Lc 2,52; 24,48-49; Gv 1,16; At
1,8.21-22; 2,32-33.47; 3,15-16; 4,30; 5,12; Rm 15,18-19; 1Ts 1,5; Eb 2,4
Conclusione
Atti 4,33 descrive la potenza e la
grazia che caratterizzavano la Chiesa primitiva. Gli apostoli, con grande
coraggio, testimoniavano la risurrezione di Gesù Cristo, il Signore e il
Cristo. La loro predicazione attirava molti e la comunità cristiana cresceva in
numero e in favore.
[Gemini]
Etichette: apostoli, chiesa delle origini, Cristo, grande favore, grande forza, risurrezione, Signore, testimonianza
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