martedì 4 giugno 2024

 

DIO DEI VIVI - I MORTI SONO VIVENTI DAVANTI A LUI

 

LA BIBBIA COME LA VIVE E INTERPRETA GESÙ
Marco 12,18-27, Temi principali e messaggi chiave
DIO NON È DIO DEI MORTI MA DEI VIVENTI

Video Lettura

1. Resurrezione e immortalità: I Sadducei, che negavano la risurrezione, pongono a Gesù una domanda capziosa sulla risurrezione di una donna sposata con sette fratelli (vv. 18-22). Gesù, nella sua risposta, afferma la risurrezione e l'immortalità dell'anima (vv. 23-27).

2. Natura della risurrezione: Gesù chiarisce che la risurrezione non è un semplice ritorno alla vita terrena, ma una trasformazione in una nuova esistenza spirituale, libera dalle limitazioni del corpo fisico (vv. 25-26).

3. Errore dei Sadducei: Gesù evidenzia l'errore dei Sadducei di basare la loro fede solo sulla Legge scritta, ignorando il potere di Dio e la sua promessa di risurrezione (vv. 24-27).

4. Dio dei viventi: Gesù sottolinea che Dio non è il "Dio dei morti", ma il "Dio dei viventi", affermando che Abramo, Isacco e Giacobbe, pur essendo morti, sono ancora vivi agli occhi di Dio (vv. 26-27).

5. Interpretazione della Legge: La risposta di Gesù alla domanda dei Sadducei dimostra che la vera interpretazione della Legge di Mosè non si limita al significato letterale del testo, ma deve tenere conto della potenza di Dio e della sua volontà di redenzione (vv. 24-27).

6. Legge del levirato: La domanda dei Sadducei fa riferimento alla legge del levirato, presente in Deuteronomio 25,5-10, che prescriveva al fratello di un uomo defunto di sposare la sua vedova se non aveva figli. Tuttavia, Gesù non si concentra sull'applicazione pratica di questa legge, ma la usa come punto di partenza per parlare della risurrezione e della natura eterna dell'uomo.

Passi paralleli

Sei messaggi chiave sulla risurrezione

  1. La risurrezione è una verità fondamentale della fede cristiana, basata sulla vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo.
  2. La risurrezione non è un semplice ritorno alla vita terrena, ma una trasformazione in una nuova esistenza spirituale eterna.
  3. La fede nella risurrezione ci offre speranza e consolazione di fronte alla morte.
  4. La risurrezione è una prova del potere di Dio e della sua promessa di vita eterna per coloro che credono in Lui.
  5. La negazione della risurrezione, come facevano i Sadducei, è un fraintendimento della natura di Dio e della sua volontà per l'umanità.
  6. La risurrezione ci ricorda che la nostra vita terrena ha un valore eterno e che dovremmo vivere secondo gli insegnamenti di Gesù Cristo in preparazione alla vita eterna.

Conclusione

Il brano di Marco 12,18-27 offre un insegnamento profondo sulla risurrezione e sul significato della vita eterna. La risposta di Gesù ai Sadducei chiarisce l'errore di basare la propria fede solo sulla lettera della Legge, invitandoci a guardare oltre il mondo materiale e ad abbracciare la promessa di una vita nuova e gloriosa dopo la morte. La fede nella risurrezione è una fonte di speranza e di forza per i cristiani, offrendo una prospettiva di vita che va oltre le sfide e le sofferenze del mondo presente.

[Gemini]

 

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lunedì 20 maggio 2024

 

FORSE È LAZZARO IL DISCEPOLO AMICO DI GESÙ


Giovanni 19,25-27. Riflessioni e messaggi per il lettore della Bibbia

Video Lettura

Nel contesto

Questo brano del Vangelo di Giovanni (Gv 19,25-27) si colloca all'apice della crocifissione di Gesù. Gesù, ormai agonizzante, rivolge lo sguardo a sua madre Maria e al discepolo che amava (Gv 13,23; 20,2; 21,20), che si trovano ai piedi della croce. Con un gesto carico di responsabilità, affida Maria, vedova e anziana, a questo discepolo e questo discepolo a Maria, pronunciando le parole: "Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre" (Gv 19,27). Probabilmente il discepolo che Gesù amava (Gv 13,3.5) è Lazzaro, fratello di Marta e Maria e che abitava a Betania, non in Galilea. Gesù amava questa famiglia di Betania, al punto da risuscitare Lazzaro dai morti. 

Passi paralleli

Per comprendere appieno la profondità di questo passo, è utile considerarlo alla luce di altri brani biblici che parlano del rapporto tra Gesù e Maria.

Riflessioni e messaggi

  1. L'amore filiale di Gesù: In un momento di grande dolore, Gesù non dimentica sua madre e si preoccupa di affidarla alle cure di un discepolo fidato. Questo gesto sottolinea l'amore filiale di Gesù verso Maria, un amore che supera la morte stessa. A Betania, con Lazzaro e le sorelle, Maria avrebbe trovato un ambiente accogliente, familiare, come forse mai aveva avuto prima, vivendo a Nazaret, in Galilea, con fratelli e sorelle di Gesù (cugini, parenti), ancora diffidenti e increduli.
  2. La nuova famiglia di Dio: Con l'affidamento di Maria a Lazzaro, Gesù crea una nuova famiglia, una famiglia fondata sull'amore e sulla fede in lui, sull’amicizia vera, spirituale. A Betania Gesù, nei suoi pellegrinaggi missionari a Gerusalemme, passava, accolto con amore, i suoi momenti migliori. Questa nuova famiglia di Maria può ora rappresentare la vera famiglia di Gesù, aperta a tutti coloro che credono in Gesù e fanno la volontà del Padre che lo ha mandato. Gesù considerava, d’altronde, suoi veri fratelli e sorelle e amici, non quelli di sangue, non ancora capaci di amarlo per fede, non credendo ancora in lui come il Figlio di Dio e il Messia.
  3. La figura di Maria: Maria, madre di Gesù, diventa madre di tutti i veri discepoli come Lazzaro – e come Marta e Maria -  e non come gli altri discepoli che avevano abbandonato Gesù ed erano fuggiti: non si sarebbero preso cura né di Gesù, lasciandolo morire solo, né di sua madre. Pietro lo aveva già rinnegato per tre volte.
  4. La vocazione del discepolo amato: Lazzaro, amico e seguace di Gesù, riceve da Gesù una grande missione: prendersi cura di Maria, la madre di Gesù, da figlio e quindi da vero fratello di Gesù. Questo compito rappresenta un modello di servizio e di amore per molti cristiani che si formano una famiglia.
  5. L'amore fraterno: Il gesto di Gesù invita i cristiani a vivere l'amore familiare e fraterno, prendendosi cura gli uni degli altri, specialmente nei momenti di sofferenza e di bisogno.
  6. La speranza nella croce: In mezzo al dolore della crocifissione, questo brano offre un messaggio di speranza. L'amore di Gesù per sua madre e la sua famiglia ci offrono la certezza che la morte non ha l'ultima parola e che l'amore vince sempre. È necessario però credere in Gesù come il Cristo e Signore, non solo come un figlio qualunque.

Conclusione

Giovanni 19,25-27 è un brano ricco di significato che ci invita a riflettere sull'amore di Dio, sull'importanza della famiglia e sul nostro impegno a vivere come fratelli e sorelle in Cristo.

Questo brano è un invito a:

 [Gemini]

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martedì 14 maggio 2024

 

TIRARE A SORTE È LECITO PER CONOSCERE LA SCELTA DI DIO

 

Atti 1,26. La sorte di Mattia tra contesto storico e biblico

Video Lettura

Tirare a sorte

Nell'antichità, la sorte era un metodo comune per prendere decisioni, soprattutto in situazioni di incertezza o quando non era possibile un giudizio umano definitivo. Si usavano vari metodi, tra cui:

Nel contesto di Atti 1,26

Gli apostoli si trovano ad affrontare la difficile scelta di un sostituto per Giuda Iscariota, traditore e suicida. La decisione è importante e delicata, e non vogliono basarsi solo sul proprio giudizio. La sorte viene vista come un modo per invocare la volontà divina nella scelta.

E' lecito tirare a sorte nella Bibbia?

La Bibbia presenta esempi di sorteggio in contesti sia positivi che negativi. Ad esempio, la divisione delle terre promesse tra le tribù d'Israele (Numeri 26,54-56) avviene per sorte. Tuttavia, in altri casi la sorte è associata all'idolatria e al paganesimo (Isaia 65,11).

Interpretazione di Atti 1,26

L'utilizzo della sorte in questo caso ha sollevato diverse questioni interpretative:

Esistono diverse interpretazioni che cercano di conciliare questi aspetti. Alcuni vedono la sorte come un modo per confermare una scelta già orientata da Dio, mentre altri sottolineano l'importanza della fede e dell'accettazione del risultato, qualunque esso sia. 

Problemi interpretativi

Oltre alle questioni sopracitate, Atti 1,26 presenta alcune difficoltà interpretative:

Questi elementi lasciano spazio a diverse interpretazioni e riflessioni sul ruolo della sorte nella Bibbia e nella vita degli apostoli. 

In conclusione

Atti 1,26 presenta una scelta significativa fatta dagli apostoli in un momento di incertezza. L'utilizzo della sorte solleva domande sulla sovranità divina, il libero arbitrio e l'affidabilità di questo metodo. Diverse interpretazioni cercano di conciliare questi aspetti, sottolineando l'importanza della fede e dell'accettazione del risultato. Il testo rimane aperto a riflessioni sul ruolo della sorte nella Bibbia e nella vita degli individui. 

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mercoledì 17 aprile 2024

 

ULTIMO GIORNO NELL' "IO SONO"

 

Giovanni 6,44. RISURREZIONE NELL’ULTIMO GIORNO. QUANDO?

 Testo

INTERPRETAZIONI DIVERSE

1. “Io lo risusciterò nell’ultimo giorno”

La frase "io lo risusciterò nell'ultimo giorno", pronunciata da Gesù in diversi passi biblici (ad esempio, Matteo 12,44, Giovanni 6,40.54), ha generato diverse interpretazioni teologiche, con sfumature differenti tra le varie confessioni cristiane.

Per comprendere appieno il significato di "ultimo giorno" in questo contesto, è necessario considerare l'ampio spettro di insegnamenti biblici sulla risurrezione e la fine dei tempi.

1. Resurrezione e giudizio

La risurrezione dei morti è un concetto centrale nella fede cristiana, affermato in vari passaggi del Nuovo Testamento. Essa rappresenta la promessa di un nuovo corpo glorificato per i credenti, libero dalla sofferenza e dalla morte.

Tuttavia, la Bibbia collega la risurrezione al giudizio finale. In Matteo 25,31-46, Gesù descrive un giudizio universale in cui le persone saranno separate in base alle loro azioni, ricevendo la vita eterna in paradiso o la condanna all'inferno.

2. Interpretazioni dell' "ultimo giorno"

Alla luce di questa connessione tra risurrezione e giudizio, l' "ultimo giorno" può essere interpretato in due modi principali:

3. Armonizzare le diverse prospettive

Entrambe le interpretazioni presentano validi punti di riferimento biblici. Per conciliare queste prospettive, alcune correnti teologiche suggeriscono che la risurrezione avvenga in due fasi:

4. Conclusione

La frase "io lo risusciterò nell'ultimo giorno" racchiude una promessa di vita nuova e di redenzione in Cristo. L'esatta interpretazione di "ultimo giorno" dipende dalla prospettiva teologica adottata, ma il messaggio centrale rimane la speranza nella risurrezione e nella vita eterna per coloro che credono in Gesù.

Per approfondire ulteriormente questo tema complesso, è consigliabile consultare testi teologici specifici e confrontarsi con diverse interpretazioni, sempre alla luce della Bibbia come riferimento primario.

 

2. “Oggi sarai con me in paradiso”

La frase di Gesù al ladro crocifisso "Oggi sarai con me in paradiso" (Luca 23,43), apparentemente in contrasto con l'idea di una risurrezione nell'ultimo giorno, ha suscitato domande e riflessioni teologiche nel corso dei secoli.

Per armonizzare questa apparente contraddizione, diverse interpretazioni sono state proposte:

1. Paradiso come anticipazione del cielo

2. Tempo come dimensione relativa

3. Enfasi sulla salvezza individuale

Indipendentemente dalle diverse interpretazioni, la frase di Gesù al ladro crocifisso sottolinea l'affermazione di una salvezza immediata e accessibile a chiunque si penta e accetti la grazia di Dio.

La risurrezione nell'ultimo giorno, pur mantenendo la sua centralità escatologica, non esclude la possibilità di un'esperienza salvifica immediata per coloro che, come il ladro sulla croce, accolgono con fede l'amore e il sacrificio di Gesù.

4. Importanza della fede e del pentimento

In definitiva, il messaggio centrale di questo episodio risiede nell'affermare il potere salvifico di Gesù e la possibilità di redenzione anche di fronte a una morte imminente. La risposta di Gesù al ladro sottolinea l'importanza della fede, del pentimento e dell'accettazione della grazia divina come via per ottenere la salvezza, indipendentemente dal momento in cui essa avviene.

Conclusione

Armonizzare la frase di Gesù al ladro con la risurrezione nell'ultimo giorno richiede una lettura attenta dei testi biblici e una considerazione delle diverse interpretazioni teologiche. L'elemento chiave rimane l'affermazione della salvezza immediata per coloro che accolgono la fede in Gesù, senza negare l'importanza della risurrezione finale come evento cosmico e definitivo.

 

3. “Chi crede ha la vita eterna” (Gv 6,47)

 

Le affermazioni di Gesù come "chi crede in me, anche se muore, vivrà" (Giovanni 11,25) e "le mie parole sono spirito e vita" (Giovanni 6,63) possono sembrare in contraddizione con il concetto di risurrezione nell'ultimo giorno. Tuttavia, diverse interpretazioni teologiche offrono soluzioni per armonizzare questi concetti apparentemente contrastanti.

1. Vita spirituale e risurrezione fisica

2. La parola di Gesù come fonte di vita

3. Importanza della fede

Elemento centrale in tutte queste interpretazioni è il concetto di fede. Credere in Gesù e nelle sue parole significa entrare in una relazione salvifica con Dio, che porta alla vita eterna già ora e culmina nella risurrezione del corpo nell'ultimo giorno.

Conclusione

Le affermazioni di Gesù sulla vita eterna e sulla risurrezione, pur potendo sembrare contraddittorie a prima vista, trovano armonia in una lettura attenta che consideri la multidimensionalità del concetto di vita e la potenza salvifica della fede in Gesù. La risurrezione nell'ultimo giorno non nega l'esperienza di vita eterna già presente in chi crede, ma rappresenta la sua pienezza e perfezionamento, includendo anche la trasformazione del corpo fisico.

 

4. Le immagini di vita dei morti nell’Apocalisse

Le vivide immagini dell'Apocalisse, con le sue visioni di esseri viventi, della Gerusalemme celeste e dei canti di lode, possono generare domande su come conciliare queste descrizioni con il concetto di risurrezione fisica nell'ultimo giorno. Diverse interpretazioni teologiche cercano di armonizzare questi elementi apparentemente contrastanti.

1. Anticipazione della realtà celeste

2. Dimensione spirituale e cosmica

3. Risurrezione come trasformazione

4. Ultimo giorno per chi?

L' "ultimo giorno" a cui si fa riferimento nell'Apocalisse e nella risurrezione di Gesù è il culmine del piano salvifico di Dio. Esso rappresenta la fine dell'era presente segnata dal peccato e dalla morte, e l'inizio di una nuova era di giustizia, pace e comunione perfetta con Dio. Questo giorno è destinato a tutti coloro che hanno accolto la grazia e la salvezza in Gesù Cristo.

Conclusione

Le visioni dell'Apocalisse, pur presentando immagini simboliche e complesse, non negano la realtà della risurrezione fisica nell'ultimo giorno. Anzi, offrono un'anticipazione della gioia, della gloria e della comunione eterna che attendono coloro che sono uniti a Dio in Cristo. La risurrezione, in questa prospettiva, rappresenta la piena realizzazione della vita eterna, già iniziata spiritualmente in questa vita e destinata a raggiungere la sua perfezione nella nuova creazione.

[Gemini]

CONCORDANZE

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