mercoledì 17 aprile 2024
ULTIMO GIORNO NELL' "IO SONO"
Giovanni 6,44. RISURREZIONE
NELL’ULTIMO GIORNO. QUANDO?
- BGT οὐδεὶς δύναται ἐλθεῖν πρός με ἐὰν μὴ ὁ πατὴρ ὁ πέμψας με ἑλκύσῃ αὐτόν, κἀγὼ ἀναστήσω αὐτὸν ἐν τῇ ἐσχάτῃ ἡμέρᾳ.
- CEI Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
- NKJ "No one can come to Me unless the Father who sent Me draws him; and I will raise him up at the last day.
- NOV Nemo potest venire ad me, nisi Pater, qui misit me, traxerit eum; et ego resuscitabo eum in novissimo die.
- VLH Chẳng ai đến với tôi được, nếu Chúa Cha là Đấng đã sai tôi, không lôi kéo người ấy, và tôi, tôi sẽ cho người ấy sống lại trong ngày sau hết.
- MHT אֵין אִישׁ יָכוֹל לָבוֹא אֵלַי אֶלָּא אִם כֵּן יִמְשֹׁךְ אוֹתוֹ הָאָב אֲשֶׁר שְׁלָחַנִי, וַאֲנִי אָקִים אוֹתוֹ בַּיּוֹם הָאַחֲרוֹן.
- CNV5 如果不是差我來的父吸引人,就沒有人能到我這裡來;到我這裡來的,在末日我要使他復活。
- CRV Никто не сможет прийти ко Мне, если не привлечет его Отец, пославший Меня, и в последний День Я воскрешу его.
- FBJ Nul ne peut venir à moi si le Père qui m'a envoyé ne l'attire ; et moi, je le ressusciterai au dernier jour.
- JAS わたしを遣わした父が引き寄せられないかぎり、だれもわたしのところに来ることはできません。わたしは終わりの日にその人をよみがえらせます。
- TUR Beni gönderen Baba bir kimseyi bana çekmedikçe, o kimse bana gelemez. Bana geleni de son günde dirilteceğim.
INTERPRETAZIONI DIVERSE
1. “Io lo risusciterò nell’ultimo
giorno”
La frase "io lo risusciterò nell'ultimo giorno", pronunciata
da Gesù in diversi passi biblici (ad esempio, Matteo 12,44, Giovanni 6,40.54),
ha generato diverse interpretazioni teologiche, con sfumature differenti tra le
varie confessioni cristiane.
Per comprendere appieno il significato
di "ultimo giorno" in questo contesto, è necessario considerare
l'ampio spettro di insegnamenti biblici sulla risurrezione e la fine dei tempi.
1. Resurrezione e giudizio
La risurrezione dei morti è un concetto
centrale nella fede cristiana, affermato in vari passaggi del Nuovo Testamento.
Essa rappresenta la promessa di un nuovo corpo glorificato per i credenti,
libero dalla sofferenza e dalla morte.
Tuttavia, la Bibbia collega la
risurrezione al giudizio finale. In Matteo 25,31-46, Gesù descrive un giudizio
universale in cui le persone saranno separate in base alle loro azioni,
ricevendo la vita eterna in paradiso o la condanna all'inferno.
2. Interpretazioni dell' "ultimo
giorno"
Alla luce di questa connessione tra
risurrezione e giudizio, l' "ultimo giorno" può essere interpretato
in due modi principali:
- Risurrezione
per il giudizio: In
questa prospettiva, l' "ultimo giorno" si riferisce al momento
in cui tutti i morti saranno risuscitati per affrontare il giudizio
finale. La risurrezione, in questo caso, non indica immediatamente
l'ingresso in paradiso o all'inferno, ma precede il giudizio che
determinerà la destinazione eterna di ogni individuo.
- Risurrezione
per la vita eterna: Un'altra interpretazione vede l' "ultimo giorno" come
l'inizio di una nuova era eterna, in cui i credenti risuscitati entreranno
definitivamente in paradiso, liberi dal peccato e dalla morte. In questo
senso, la risurrezione non è solo un evento singolo, ma l'inizio di una
nuova esistenza senza fine.
3. Armonizzare le diverse prospettive
Entrambe le interpretazioni presentano
validi punti di riferimento biblici. Per conciliare queste prospettive, alcune
correnti teologiche suggeriscono che la risurrezione avvenga in due fasi:
- Prima
risurrezione: Una
prima risurrezione avverrebbe all' "ultimo giorno", riservando
ai credenti la risurrezione per la vita eterna e il giudizio finale per i
non credenti.
- Seconda
risurrezione: Una
seconda risurrezione, alla fine dei tempi, coinvolgerebbe anche i non
credenti, destinati al giudizio finale e alla condanna eterna.
4. Conclusione
La frase "io lo risusciterò
nell'ultimo giorno" racchiude una promessa di vita nuova e di redenzione
in Cristo. L'esatta interpretazione di "ultimo giorno" dipende dalla
prospettiva teologica adottata, ma il messaggio centrale rimane la speranza
nella risurrezione e nella vita eterna per coloro che credono in Gesù.
Per approfondire ulteriormente questo
tema complesso, è consigliabile consultare testi teologici specifici e
confrontarsi con diverse interpretazioni, sempre alla luce della Bibbia come
riferimento primario.
2. “Oggi sarai con me in paradiso”
La frase di Gesù al ladro crocifisso
"Oggi sarai con me in paradiso" (Luca 23,43),
apparentemente in contrasto con l'idea di una risurrezione nell'ultimo giorno,
ha suscitato domande e riflessioni teologiche nel corso dei secoli.
Per armonizzare questa apparente
contraddizione, diverse interpretazioni sono state proposte:
1. Paradiso come anticipazione del cielo
- Paradiso
come luogo di attesa: In questa prospettiva, il "paradiso" a cui Gesù si
riferisce non è il cielo definitivo, ma un luogo di riposo e attesa per i
giusti in preparazione alla risurrezione finale. In questo senso, il ladro
crocifisso, pentito e accogliente della grazia di Gesù, avrebbe ottenuto
l'accesso a questo luogo di attesa paradisiaca, in anticipo rispetto alla
risurrezione generale.
- Paradiso
come stato di comunione con Dio: Un'altra interpretazione vede il
"paradiso" non come un luogo fisico, ma come uno stato di
comunione perfetta con Dio. In questo senso, il ladro avrebbe sperimentato
immediatamente questa unione con Dio, pur attendendo la risurrezione del
corpo nell'ultimo giorno.
2. Tempo come dimensione relativa
- Relatività
del tempo: Alcuni
studiosi suggeriscono che la percezione del tempo possa essere diversa
nell'eternità rispetto al tempo terreno. In questa prospettiva, l'
"oggi" pronunciato da Gesù potrebbe trascendere la sequenza
temporale terrena, indicando l'immediata esperienza di salvezza e
comunione con Dio per il ladro pentito, pur inserendosi nel piano più
ampio della risurrezione finale.
3. Enfasi sulla salvezza individuale
Indipendentemente dalle diverse
interpretazioni, la frase di Gesù al ladro crocifisso sottolinea l'affermazione
di una salvezza immediata e accessibile a chiunque si penta e accetti la grazia
di Dio.
La risurrezione nell'ultimo giorno, pur
mantenendo la sua centralità escatologica, non esclude la possibilità di
un'esperienza salvifica immediata per coloro che, come il ladro sulla croce,
accolgono con fede l'amore e il sacrificio di Gesù.
4. Importanza della fede e del pentimento
In definitiva, il messaggio centrale di
questo episodio risiede nell'affermare il potere salvifico di Gesù e la
possibilità di redenzione anche di fronte a una morte imminente. La risposta di
Gesù al ladro sottolinea l'importanza della fede, del pentimento e
dell'accettazione della grazia divina come via per ottenere la salvezza,
indipendentemente dal momento in cui essa avviene.
Conclusione
Armonizzare la frase di Gesù al ladro
con la risurrezione nell'ultimo giorno richiede una lettura attenta dei testi
biblici e una considerazione delle diverse interpretazioni teologiche.
L'elemento chiave rimane l'affermazione della salvezza immediata per coloro che
accolgono la fede in Gesù, senza negare l'importanza della risurrezione finale
come evento cosmico e definitivo.
3. “Chi crede ha la vita eterna” (Gv 6,47)
Le affermazioni di Gesù come "chi crede in me, anche se muore, vivrà" (Giovanni
11,25) e "le mie parole sono spirito e vita"
(Giovanni 6,63) possono sembrare in contraddizione con il concetto di
risurrezione nell'ultimo giorno. Tuttavia, diverse interpretazioni teologiche
offrono soluzioni per armonizzare questi concetti apparentemente contrastanti.
1. Vita spirituale e risurrezione fisica
- Vita
spirituale eterna: Un'interpretazione sottolinea la distinzione tra vita spirituale e
vita fisica. In questo senso, chi crede in Gesù riceve una vita spirituale
eterna già nel momento in cui crede, indipendentemente dalla morte del
corpo fisico. La risurrezione nell'ultimo giorno, in questa prospettiva,
rappresenta la riunificazione del corpo risorto con lo spirito immortale,
completando la salvezza integrale dell'individuo.
- Trasformazione
spirituale:
Un'altra enfasi si concentra sulla trasformazione spirituale che avviene
in chi crede in Gesù. Questa trasformazione, iniziata già in questa vita,
culmina nella risurrezione, dove il corpo fisico viene trasformato in un
corpo spirituale glorioso, libero dalla sofferenza e dalla morte.
2. La parola di Gesù come fonte di vita
- Parola
come vita eterna: L'affermazione di Gesù che la sua parola è "spirito e vita"
(Giovanni 6:63) sottolinea il potere salvifico e vivificante della sua
parola. In questo senso, credere in Gesù e nelle sue parole significa
ricevere già ora la vita eterna, che si manifesta anche nella
trasformazione spirituale e morale del credente. La risurrezione, in
questa prospettiva, conferma e completa la vita eterna già iniziata
attraverso la fede.
- Parola
come anticipazione della risurrezione: La parola di Gesù può anche essere vista come
un'anticipazione della risurrezione. Accogliendo la parola e vivendo
secondo i suoi insegnamenti, il credente sperimenta già ora una
prelibazione della vita eterna che sarà pienamente realizzata nella risurrezione
del corpo.
3. Importanza della fede
Elemento centrale in tutte queste
interpretazioni è il concetto di fede. Credere in Gesù e nelle sue parole
significa entrare in una relazione salvifica con Dio, che porta alla vita
eterna già ora e culmina nella risurrezione del corpo nell'ultimo giorno.
Conclusione
Le affermazioni di Gesù sulla vita
eterna e sulla risurrezione, pur potendo sembrare contraddittorie a prima
vista, trovano armonia in una lettura attenta che consideri la
multidimensionalità del concetto di vita e la potenza salvifica della fede in
Gesù. La risurrezione nell'ultimo giorno non nega l'esperienza di vita eterna
già presente in chi crede, ma rappresenta la sua pienezza e perfezionamento,
includendo anche la trasformazione del corpo fisico.
4. Le immagini di vita dei morti nell’Apocalisse
Le vivide immagini
dell'Apocalisse, con le sue visioni di esseri viventi, della Gerusalemme
celeste e dei canti di lode, possono generare domande su come conciliare queste
descrizioni con il concetto di risurrezione fisica nell'ultimo giorno. Diverse
interpretazioni teologiche cercano di armonizzare questi elementi
apparentemente contrastanti.
1. Anticipazione della realtà celeste
- Visioni
simboliche:
Un'interpretazione vede le visioni di Giovanni come rappresentazioni
simboliche della realtà celeste, che non intendono descrivere
letteralmente un luogo fisico, ma piuttosto la qualità e la natura della
vita eterna in comunione con Dio. In questa prospettiva, gli esseri
viventi e la Gerusalemme celeste rappresentano la moltitudine dei salvati
che, pur attendendo la risurrezione fisica, già ora partecipano alla gioia
e alla gloria del cielo.
- Esperienza
presente e futura: Le visioni apocalittiche possono essere interpretate come
un'anticipazione della realtà celeste che i credenti sperimenteranno
pienamente dopo la risurrezione fisica. In questo senso, esse offrono un
assaggio della beatitudine eterna che attende coloro che sono fedeli a
Dio.
2. Dimensione spirituale e cosmica
- Trasformazione
spirituale: Le
visioni dell'Apocalisse possono essere lette come simboli della
trasformazione spirituale che avviene in coloro che sono uniti a Dio. Gli
esseri viventi e la Gerusalemme celeste rappresenterebbero la perfezione
spirituale raggiunta dai salvati, già ora uniti a Dio in una comunione
intima e gioiosa.
- Rinnovamento
cosmico: Oltre
alla dimensione spirituale, le visioni apocalittiche possono essere viste
come un annuncio del rinnovamento cosmico che avverrà alla fine dei tempi.
La nuova Gerusalemme potrebbe simboleggiare una nuova creazione, libera
dal male e dalla sofferenza, dove Dio abita con il suo popolo redento.
3. Risurrezione come trasformazione
- Continuità
tra presente e futuro: La risurrezione fisica nell'ultimo giorno non è vista come un evento
isolato, ma come la trasformazione e il completamento della vita eterna
già iniziata in Cristo. Le visioni apocalittiche offrirebbero uno sguardo
su questa vita eterna vissuta nella sua pienezza, includendo la dimensione
spirituale, cosmica e relazionale.
- Corpi
spirituali: La
risurrezione, secondo alcune interpretazioni, non significa semplicemente
un ritorno alla vita fisica terrena, ma una trasformazione in corpi
spirituali gloriosi, adatti alla vita eterna nella Gerusalemme celeste.
4. Ultimo giorno per chi?
L' "ultimo giorno" a cui si fa
riferimento nell'Apocalisse e nella risurrezione di Gesù è il culmine del piano
salvifico di Dio. Esso rappresenta la fine dell'era presente segnata dal
peccato e dalla morte, e l'inizio di una nuova era di giustizia, pace e
comunione perfetta con Dio. Questo giorno è destinato a tutti coloro che hanno
accolto la grazia e la salvezza in Gesù Cristo.
Conclusione
Le visioni dell'Apocalisse, pur
presentando immagini simboliche e complesse, non negano la realtà della
risurrezione fisica nell'ultimo giorno. Anzi, offrono un'anticipazione della
gioia, della gloria e della comunione eterna che attendono coloro che sono
uniti a Dio in Cristo. La risurrezione, in questa prospettiva, rappresenta la
piena realizzazione della vita eterna, già iniziata spiritualmente in questa
vita e destinata a raggiungere la sua perfezione nella nuova creazione.
[Gemini]
CONCORDANZE
- ἔσχατος_ἡμέρα last day ULTIMO GIORNO: Gv 6,39-40.44.54; 11,24; 12,48; At 2,17; Gc 5,3; 2Pt 3,3
- ἡμέρα_κύριος Day of the Lord GIORNO DEL SIGNORE: At 2,20; 1Cor 1,8; 5,5; 2Cor 1,14; 1Ts 5,2; 2Ts 2,2; Eb 10,25; 2Pt 3,10; Ap 1,10.
Etichette: esodo pasquale, eternità, fede, fisicità del Risorto, in Dio, IO SONO, oggi, pane di vita, paradiso, parola di vita, rimanere in Cristo, risurrezione, temp relativo, ultimo giorno, vita eterna
martedì 16 aprile 2024
OBBEDIRE SOLO A DIO COME CRISTO BASTA
Giovanni 6,40.
Un'analisi approfondita per il cristiano
Giovanni 6,40 rappresenta un versetto
cruciale all'interno del discorso sul pane di vita, pronunciato da Gesù durante
la moltiplicazione dei pani e dei pesci. In questo breve passo, si intrecciano
temi teologici profondi che meritano un'attenta analisi, sia alla luce dei
passi paralleli che nel contesto del capitolo 6.
1. "La volontà del Padre mio":
obbedienza e unità
L'espressione "la volontà del Padre
mio" ricorre frequentemente nei Vangeli, rivelando la profonda unità tra
Gesù e il Padre. In Giovanni 6,40, essa assume un significato specifico: Gesù
sottolinea che la sua missione sulla terra è in perfetta sintonia con il piano
salvifico di Dio. La sua obbedienza al Padre si concretizza nel donare la vita
eterna a tutti coloro che credono in lui.
Passi paralleli
- Giovanni
4,34: "Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e
compiere la sua opera."
- Giovanni
5,19: "In verità vi dico: il Figlio non può fare nulla da solo, ma
solo quello che vede fare dal Padre; e quello che fa il Padre, anche il
Figlio lo fa allo stesso modo."
- Giovanni
8,29: "E io faccio sempre ciò che gli piace."
2. "Chiunque vede il Figlio e crede
in lui": fede e conoscenza
L'azione di "vedere" il Figlio
non si limita a una mera percezione fisica, ma implica un riconoscimento
profondo della sua identità divina. Credere in lui significa aderire a questa
verità con fiducia e obbedienza, accogliendolo come Signore e Salvatore.
Passi paralleli
- Giovanni
14,1: "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate
fede anche in me."
- Giovanni
20,29: "Perché hai visto, hai creduto. Beati quelli che non hanno
visto eppure hanno creduto."
- Atti
16,31: "Credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato tu e la tua
famiglia."
3. "Abbia la vita eterna":
qualità e non solo durata
La vita eterna non si limita a
un'esistenza prolungata nel tempo, ma rappresenta una nuova qualità di vita,
caratterizzata da una profonda comunione con Dio. È una partecipazione alla
vita divina stessa, che si manifesta già nel presente e raggiunge la sua
pienezza nell'eternità.
Passi paralleli
- Giovanni
3,16: "Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio
unigenito, affinché chiunque creda in lui non muoia, ma abbia la vita
eterna."
- Giovanni
17,3: "Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e
Gesù Cristo che tu hai mandato."
- 1
Giovanni 5,11-13: "E questa è la testimonianza: Dio ci ha donato la vita eterna, e questa vita è nel suo
Figlio. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio non ha la
vita. Vi scrivo queste cose perché sappiate che avete la vita
eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio."
4. "E io lo risusciterò"
1 Corinzi 15,20-26: "... sottoposto
tutte le cose; e quando tutto gli sarà stato sottoposto, allora anche il Figlio
stesso si sottometterà a colui che gli ha sottoposto tutte le cose, affinché
Dio sia tutto in tutti." La risurrezione di Gesù rappresenta la vittoria
definitiva sul peccato e sulla morte. Essa è la garanzia che la promessa della
vita eterna non è un'illusione, ma una realtà solida e inconfutabile.
Passi paralleli
- Matteo
28,6: "Egli è risorto! Non è qui. Ecco il luogo dove era stato
deposto."
- 1
Corinzi 15,20-26: "Ma ora, Cristo è risorto dai morti, primizia di
quelli che dormono. Infatti, come per mezzo di un uomo è venuta la morte,
così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Come
in Adamo tutti muoiono, così anche in Cristo tutti saranno vivificati. Ma
ciascuno a suo ordine: prima Cristo, primizia dei risorti; poi quelli che
sono di Cristo, al suo ritorno. Poi verrà la fine, quando egli consegnerà
il regno a Dio Padre, dopo aver annientato ogni principato e ogni potestà e
forza. Poiché egli deve regnare finché non abbia posto tutti i nemici
sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte.”
5. "Nell'ultimo giorno": quando?
L'espressione "nell'ultimo
giorno" si riferisce al momento in cui Dio compirà definitivamente la sua
opera di salvezza. Esso include la risurrezione dei morti, il giudizio finale e
l'instaurazione del Regno eterno di Dio. La Bibbia non fornisce una data
precisa per questo evento, ma lo presenta come una realtà certa e imminente.
Passi paralleli:
- Matteo
24,6: "E sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate
di non turbarvi, perché queste cose devono accadere; ma la fine non è
ancora venuta."
- 2
Pietro 3,9-13: "Il Signore non tarda a mantenere la sua promessa,
come alcuni credono, ma è paziente verso di voi, non volendo che nessuno
perisca, ma che tutti giungano a ravvedimento. Ma il giorno del Signore
verrà come un ladro; in quel giorno i cieli si dissolveranno con fragore,
gli elementi si consumeranno bruciando e la terra e tutte le opere che vi
sono sopra saranno distrutte. Poiché dunque tutte queste cose devono
dissolversi, come dovete essere voi in santità di vita e di pietà, aspettando
e affrettando la venuta del giorno di Dio, mediante il quale i cieli,
essendo in fiamme, si dissolveranno e gli elementi si consumeranno
bruciando. Ma noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una
nuova terra, dove abiterà la giustizia."
Insegnamenti per il cristiano
La lettura e la proclamazione del
Vangelo di Giovanni 6,40 offrono al cristiano adulto e responsabile preziosi
insegnamenti:
- Obbedienza
a Dio: La
vita del cristiano è chiamata ad essere conforme alla volontà del Padre,
seguendo l'esempio di obbedienza e dedizione di Gesù.
- Fede
in Gesù Cristo: La
fede è l'elemento chiave per accedere alla vita eterna. Accogliere Gesù
come Signore e Salvatore significa entrare in una relazione profonda con
Dio.
- Qualità
della vita eterna: La vita eterna non è solo un prolungamento dell'esistenza terrena, ma
una nuova realtà di comunione con Dio, caratterizzata da gioia, pace e
amore infiniti.
- Speranza
nella risurrezione: La risurrezione di Gesù è motivo di speranza e di consolazione per il
cristiano. Essa rappresenta la vittoria definitiva sul peccato e sulla
morte, e anticipa la pienezza del Regno di Dio.
- Preparazione
per l'ultimo giorno: La consapevolezza dell'imminenza del giudizio finale spinge il
cristiano a vivere una vita santa e responsabile, nell'attesa del ritorno
di Cristo.
Proclamare il Vangelo con fedeltà e
passione significa non solo trasmettere parole, ma donare speranza,
consolazione e forza ai fratelli nella fede. In un mondo spesso segnato da
incertezza e paura, la promessa della vita eterna in Cristo Gesù risuona come
un messaggio di luce e di salvezza per tutti coloro che accolgono con fede il
dono d'amore di Dio.
Conclusione
Giovanni 6,40 rappresenta una gemma
preziosa all'interno del Vangelo di Giovanni. La sua analisi approfondita,
illuminata dai passi paralleli e dal contesto del capitolo 6, svela tesori di
sapienza teologica e offre insegnamenti di grande valore per la vita del
cristiano. Proclamare questo messaggio con fedeltà e passione significa
compiere un'opera di grande valore per la comunità e per il mondo intero.
[Gemini]
Etichette: credere, fede e conoscenza, obbedienza e unità, obbedire a Dio, risuscitare, ultimo giorno, vedere il Figlio, vita eterna, volontà Padre
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