martedì 4 giugno 2024
VITA NUOVA E INCORRUTTIBILITÀ IN CRISTO
2 Timoteo 1,1-12. Temi principali e 6 messaggi chiave.
EBREO COME PAOLO, APOSTOLO E MAESTRO COME CRISTO
1. Gratitudine e incoraggiamento: Paolo esprime
gratitudine a Dio per la fede di Timoteo (vv. 3-5) e lo incoraggia a ravvivare
il dono di Dio in lui (vv. 6-7).
2. Fedeltà a Cristo e al vangelo: Paolo esorta Timoteo
a non vergognarsi di testimoniare Cristo e il vangelo, anche di fronte alle
sofferenze (vv. 8-9).
3. Salvezza per grazia: La salvezza è un dono
di Dio, non basata sulle nostre opere, ma sulla sua grazia manifestata in
Cristo Gesù (vv. 9-10).
4. Missione di Paolo: Paolo ribadisce la
sua chiamata come apostolo e maestro dei gentili (v. 11).
5. Deposito prezioso: Timoteo ha ricevuto
un deposito prezioso, la fede in Cristo, che deve custodire con l'aiuto dello
Spirito Santo (vv. 12-14).
6. Fede di Timoteo: La fede di Timoteo è
descritta come sincera e non finta, trasmessagli dalla nonna Loide e dalla
madre Eunice (vv. 5).
Paralleli biblici
- Gratitudine
e incoraggiamento: 1
Timoteo 1,12-16; Filippesi 1,3-6; 2 Tessalonicesi 1,3-4
- Fedeltà
a Cristo e al vangelo: 1
Timoteo 6,12-14; 2 Timoteo 4,7-8; 1 Pietro 4,12-19
- Salvezza
per grazia:
Efesini 2,8-9; Tito 3,5, Romani 6,23
- Missione
di Paolo:
Galati 1,15-16; Efesini 3,8; Romani 15,15-16
- Deposito
prezioso: 1
Timoteo 6,20; 2 Timoteo 2,2; 1 Pietro 4,10
- Fede
di Timoteo: 1
Timoteo 3,14; 2 Timoteo 3,15
Contesto storico
La seconda lettera a Timoteo è stata
scritta da Paolo mentre era imprigionato a Roma, probabilmente verso la fine
del 64 d.C. La chiesa a Efeso stava affrontando diverse sfide, tra cui false
dottrine e persecuzioni. Paolo scrive a Timoteo per incoraggiarlo a rimanere
fedele a Cristo e al vangelo, e per prepararlo a diventare un leader nella
chiesa.
Sei messaggi chiave
per il lettore esperto nell'esegesi delle lettere di Paolo:
- La
fede in Cristo Gesù è un dono prezioso da custodire e da trasmettere alle
future generazioni, per la salvezza di chiunque crede (vv. 3-14).
- La
chiamata a seguire Cristo comporta sofferenze e persecuzioni, ma porta
anche a una grande gioia e ricompensa per i testimoni fedeli fino alla
fine (vv. 8-9).
- La
salvezza è opera di Dio, non nostra, ed è disponibile a tutti coloro che
credono in Gesù Cristo e gli obbediscono (vv. 9-10).
- I
ministri del vangelo sono chiamati a essere fedeli alla Parola di Dio e a
trasmetterla con integrità, senza omissioni e senza addizioni (vv. 13-14).
- La
chiesa è chiamata ad essere una luce nel mondo, testimoniando la verità
del vangelo anche di fronte alle avversità e alle religioni senza Cristo
(vv. 7-8).
- L'amore
di Cristo è più forte di qualsiasi paura o persecuzione, e ci dà la forza
di perseverare nella fede fino alla morte (vv. 7-8).
Conclusione
2 Timoteo 1,1-12 è un brano ricco di
incoraggiamento e insegnamento per i credenti di ogni tempo. Ci ricorda
l'importanza della fede in Cristo Gesù, della fedeltà al vangelo e della
chiamata a testimoniare la sua verità nel mondo.
[Gemini]
Etichette: apostolo, chiesa, deposito, Efeso, fede, grazia, Maestro, missione, Paolo, salvezza, Timoteo, vangelo, διδάσκαλος, κῆρυξ
martedì 14 maggio 2024
TIRARE A SORTE È LECITO PER CONOSCERE LA SCELTA DI DIO
Atti 1,26. La sorte di Mattia tra contesto storico e biblico
Tirare a sorte
Nell'antichità, la sorte era un metodo
comune per prendere decisioni, soprattutto in situazioni di incertezza o quando
non era possibile un giudizio umano definitivo. Si usavano vari metodi, tra
cui:
- Pietre: Segnate con simboli o numeri,
venivano estratte da un'urna.
- Bastoncini: Simili alle pietre, potevano essere
estratti da un contenitore.
- Dadi: Giochi da tavolo con facce numerate.
- Animali: Le loro azioni o comportamenti
venivano interpretati come segni divini.
Nel contesto di Atti 1,26
Gli apostoli si trovano ad affrontare la
difficile scelta di un sostituto per Giuda Iscariota, traditore e suicida. La
decisione è importante e delicata, e non vogliono basarsi solo sul proprio
giudizio. La sorte viene vista come un modo per invocare la volontà divina
nella scelta.
E' lecito tirare a sorte nella Bibbia?
La Bibbia presenta esempi di sorteggio in
contesti sia positivi che negativi. Ad esempio, la divisione delle terre
promesse tra le tribù d'Israele (Numeri 26,54-56) avviene per sorte. Tuttavia,
in altri casi la sorte è associata all'idolatria e al paganesimo (Isaia 65,11).
Interpretazione di Atti 1,26
L'utilizzo della sorte in questo caso ha
sollevato diverse questioni interpretative:
- Sovranità
divina vs. libero arbitrio: La scelta di Mattia è vista come
predeterminata da Dio o come il risultato di un'azione umana guidata dal
caso?
- Validità
della scelta:
La sorte è un metodo affidabile per discernere la volontà divina?
- Ruolo
dello Spirito Santo:
Gli apostoli erano già guidati dallo Spirito Santo, quindi perché
ricorrere alla sorte?
Esistono diverse interpretazioni che
cercano di conciliare questi aspetti. Alcuni vedono la sorte come un modo per
confermare una scelta già orientata da Dio, mentre altri sottolineano
l'importanza della fede e dell'accettazione del risultato, qualunque esso sia.
Problemi interpretativi
Oltre alle questioni sopracitate, Atti
1,26 presenta alcune difficoltà interpretative:
- Mancanza
di dettagli:
Il testo non descrive in dettaglio il metodo di sorteggio utilizzato.
- Motivazioni
degli apostoli:
Non sono esplicitate le ragioni precise che li hanno spinti a ricorrere
alla sorte.
- Reazione
di Mattia:
Non è menzionata la sua reazione alla scelta.
Questi elementi lasciano spazio a diverse
interpretazioni e riflessioni sul ruolo della sorte nella Bibbia e nella vita
degli apostoli.
In conclusione
Atti 1,26 presenta una scelta significativa fatta dagli apostoli in un momento di incertezza. L'utilizzo della sorte solleva domande sulla sovranità divina, il libero arbitrio e l'affidabilità di questo metodo. Diverse interpretazioni cercano di conciliare questi aspetti, sottolineando l'importanza della fede e dell'accettazione del risultato. Il testo rimane aperto a riflessioni sul ruolo della sorte nella Bibbia e nella vita degli individui.
[Gemini]
Etichette: ANIMALI, apostolo, BASTONCINI, chiesa, DADI, elezione, il numero 12, Mattia, Paolo è apostolo?, PIETRE, Pietro centoventi, risurrezione, ruolo di Giuda, scelta di Dio, testimone, tirare a sorte, traditore
domenica 21 aprile 2024
PORTA DELLA CHIESA È CRISTO
ENTRARE
IN CHIESA PER LA SOLA PORTA
Commento
su Giovanni 10,9. Gesù è l’unica porta della chiesa
Testo
- BGT ἐγώ εἰμι ἡ θύρα· δι᾽ ἐμοῦ ἐάν τις εἰσέλθῃ σωθήσεται καὶ εἰσελεύσεται καὶ ἐξελεύσεται καὶ νομὴν εὑρήσει. - egṓ eimi hē thúra; di᾽ emoũ eán tis eisélthēͅ sōthḗsetai kaì eiseleúsetai kaì exeleúsetai kaì nomḕn heurḗsei.
- CEI Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
- NAS "I am the door; if anyone enters through Me, he shall be saved, and shall go in and out, and find pasture.
- NOV Ego sum ostium; per me, si quis introierit, salvabitur et ingredietur et egredietur et pascua inveniet.
- VLH Tôi là cửa. Ai qua tôi mà vào thì sẽ được cứu. Người ấy sẽ ra vào và gặp được đồng cỏ.
- MHT אֲנִי הַשַּׁעַר. אִישׁ אִם יִכָּנֵס דַּרְכִּי יִוָּשַׁע; הוּא יִכָּנֵס וְיֵצֵא וְיִמְצָא מִרְעֶה. - ani hasha'ar. Ish im yikkanes darki yivvasha; hu yikkanes veyetze veyimtza mir'eh.
- CNV5 我就是門,如果有人藉著我進來,就必定得救,並且可以出、可以入,也可以找到草場。
- CRV Дверь— это Я. Кто войдет через Меня, будет спасен. Он и войдет, и выйдет, и найдет себе пастбище.
- FBJ Je suis la porte. Si quelqu'un entre par moi, il sera sauvé ; il entrera et sortira, et trouvera un pâturage.
- JAS わたしは門です。だれでも、わたしを通って入るなら、救われます。また安らかに出入りし、牧草を見つけます。
- TUR Kapı Ben'im. Bir kimse benim aracılığımla içeri girerse kurtulur. Girer, çıkar ve otlak bulur.
- أَنَا هُوَ الْبَابُ. إِنْ دَخَلَ بِي أَحَدٌ فَيَخْلُصُ وَيَدْخُلُ وَيَخْرُجُ وَيَجِدُ مَرْعًى. AVD
Contesto di Giovanni 10,9
Giovanni 10,9 appare nel contesto del discorso di Gesù sul "buon pastore" nel Vangelo di Giovanni. In questo discorso, Gesù si presenta come il "buon pastore" che conosce le sue pecore e le protegge, in contrasto con il "ladro" e il "brigante" che cercano di sfruttare il gregge.
Il versetto 9 è una parte chiave di questo discorso, in cui Gesù si descrive come "la porta". Dice: "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato. Entrerà ed uscirà e troverà pascolo". Questa affermazione sottolinea il ruolo di Gesù come l'unico accesso legittimo al gregge di Dio, cioè alla comunità dei credenti.
Il contesto più ampio di questo discorso include il capitolo 9 del Vangelo di Giovanni, che racconta la guarigione di un uomo nato cieco da parte di Gesù. Questo miracolo, e la fede dell'uomo in Gesù come il Messia, sottolineano ulteriormente l'identità di Gesù come la "porta" per la salvezza.
Inoltre, il discorso del "buon pastore" si svolge in un contesto di crescente tensione tra Gesù e i leader religiosi del suo tempo, che non riconoscono la sua autorità e cercano di metterlo in difficoltà. Questo contesto di conflitto rende ancora più forte l'affermazione di Gesù di essere la "porta" per la salvezza.
Gesù viene presentato come il pastore universale, la porta di accesso alla salvezza per tutti gli uomini e le donne, sottolineando la rottura con la tradizione ebraica e l'apertura a una nuova comunità di credenti in Cristo.
Implicazioni di Giovanni 10,9
Giovanni
10,9 è un versetto molto significativo nel Vangelo di Giovanni, in cui Gesù si
autodefinisce come "la porta". Le implicazioni di questo versetto
sono profonde e riguardano sia la comprensione della missione di Gesù, sia la
vita spirituale del credente.
1. Gesù come unico accesso alla salvezza: Quando Gesù afferma "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato", sta sottolineando il suo ruolo unico come mediatore tra Dio e l'umanità. Solo attraverso la fede in Gesù, le persone possono entrare nel "gregge" di Dio, cioè diventare parte della comunità dei credenti e ricevere la salvezza eterna.
2. Libertà e protezione: Il versetto continua dicendo che chi entra attraverso Gesù "entrerà ed uscirà e troverà pascolo". Questo suggerisce un senso di libertà e protezione. I credenti non sono imprigionati, ma liberi di entrare e uscire, e sono anche nutriti ("troveranno pascolo"), indicando che Gesù provvede a tutte le loro necessità spirituali.
3. Contrasto con i falsi leader: Nel contesto più ampio del discorso del "buon pastore" di Gesù, la "porta" è contrapposta ai "ladri" e ai "briganti", che rappresentano i falsi leader religiosi che cercano di ingannare e sfruttare il gregge. Gesù, come la porta, offre un accesso sicuro e autentico a Dio.
4. Invito all'azione: Infine, il versetto implica un invito all'azione. Non basta riconoscere Gesù come la porta; è necessario "entrare" attraverso di lui. Questo implica una risposta attiva alla chiamata di Gesù: accettare il suo insegnamento, seguirlo e impegnarsi nella comunità dei credenti.
In sintesi, Giovanni 10,9 sottolinea il ruolo unico e necessario di Gesù per la salvezza, offre una visione di libertà e protezione per i credenti, contrappone Gesù ai falsi leader religiosi e invita a una risposta attiva alla chiamata di Gesù.
[Gemini]
PARALLELI
Sal 23,1; 80,1-2; 95,7; 100,3-4; Is 40,11; 49,9-10; Ez 34,12; Zc 10,12; Gv 10,1.7; 14,6; Rom 5,1-2; Ef 2,18; Eb 10,19
Etichette: abbondanza, chiesa, distruggere, entrare e uscire, ladro, libertà sequela, pastore, porta, sicurezza, similitudine, vita
martedì 16 aprile 2024
NELLE DIFFICOLTÀ ANNUNCIA IL VANGELO A TUTTI
Atti degli Apostoli 8,1-8. Violenta persecuzione. Ma vi fu grande gioia in quella città.
Atti 8,1-8 segna una svolta
significativa nella storia della chiesa primitiva. La persecuzione contro i
cristiani a Gerusalemme li costringe a disperdersi, portando il Vangelo in
nuove regioni. Questo capitolo evidenzia la resilienza della fede di fronte
all'opposizione, la potenza della predicazione e dei miracoli nel convertire i
cuori, e la gioia che ne deriva.
Analisi e commento versetto per versetto
1. Persecuzione e dispersione (Atti 8,1)
- La
lapidazione di Stefano scatena una violenta persecuzione contro la chiesa
di Gerusalemme.
- I
credenti, eccetto gli apostoli, si disperdono in Giudea e Samaria.
- Questa
dispersione non è una fuga impaurita, ma un'opportunità per diffondere il
Vangelo in nuove aree.
Insegnamento: La persecuzione può
essere un potente strumento per diffondere il Vangelo, costringendo i credenti
a condividere la loro fede con altri.
2. La sepoltura di Stefano (Atti 8,2)
- Saul,
il futuro apostolo Paolo, partecipa attivamente alla persecuzione.
- Uomini
pii seppellirono Stefano e fecero un grande lamento su di lui.
- La
morte di Stefano non è la fine, ma un seme per la crescita della chiesa.
Insegnamento: La fede e la pietà
trionfano anche di fronte alla morte. I credenti sono chiamati a sostenersi a
vicenda nei momenti difficili.
3. Saul perseguita la chiesa (Atti 8,3)
- Saul
infuria contro la chiesa, entrando nelle case e trascinando via uomini e
donne per imprigionarli.
- La
persecuzione non si limita a Gerusalemme, ma si estende ad altre città.
- Saul,
pur agendo con zelo religioso, è accecato dalla sua incomprensione del
Vangelo.
Insegnamento: Lo zelo religioso, se
non è guidato dalla conoscenza e dall'amore, può portare a gravi conseguenze.
4. I dispersi annunciano il Vangelo (Atti
8,4)
- I
credenti dispersi vanno di luogo in luogo annunciando la parola di Dio.
- La
persecuzione non li fa tacere, anzi li spinge a condividere il Vangelo con
ancora più fervore.
- La
diffusione del Vangelo non dipende da strutture o da leader, ma dalla
passione e dalla fedeltà di ogni credente.
Insegnamento: Ogni cristiano è
chiamato ad essere un testimone di Cristo nel mondo. La nostra fede non è
destinata a rimanere confinata tra le mura di una chiesa, ma a diffondersi in
ogni angolo della società.
5. Filippo in Samaria (Atti 8,5-8)
- Filippo,
uno dei sette diaconi, scende a Samaria e proclama il Cristo.
- La sua
predicazione è accompagnata da segni e miracoli, che attirano l'attenzione
e la fede del popolo samaritano.
- "Vi
fu grande gioia in quella città": la conversione e la fede portano
gioia e liberazione.
Insegnamento: La predicazione del
Vangelo, accompagnata dalla potenza dello Spirito Santo, può trasformare vite e
portare vera gioia. I miracoli, pur non essendo essenziali, possono confermare
la veracità del messaggio e attirare le persone a Cristo.
6. "Vi fu grande gioia in quella
città": quale?
Il testo non esplicita il nome della
città, ma si presume sia Samaria. La gioia indicata è:
- La
gioia della salvezza: i Samaritani sperimentano la liberazione dal peccato
e la riconciliazione con Dio.
- La
gioia della comunità: la fede in Cristo li unisce e crea una nuova
comunità di fratelli e sorelle.
- La
gioia della speranza: la conversione apre loro la porta alla vita eterna
in Cristo.
Insegnamenti per il credente oggi:
- La
persecuzione non deve farci tacere, ma spingerci a condividere la nostra
fede con ancora più coraggio.
- Ogni
credente è chiamato ad essere un testimone di Cristo nel mondo.
- La
predicazione del Vangelo, accompagnata dalla potenza dello Spirito Santo,
può trasformare vite e portare vera gioia.
- La
fede in Cristo ci unisce in una comunità di fratelli e sorelle.
- La
conversione ci apre la porta alla vita eterna in Cristo.
- Le sofferenze e le difficoltà possono essere trasformate in
opportunità per crescere nella fede e per testimoniare la nostra speranza
agli altri. La
persecuzione e le sfide che i credenti di Atti 8 affrontano non li
abbattono, ma li rafforzano nella fede e li spingono a condividere il
Vangelo con ancora più fervore. Allo stesso modo, i credenti di oggi sono
chiamati ad affrontare le difficoltà con coraggio e speranza, vedendo in
esse un'occasione per crescere nella loro relazione con Dio e per
testimoniare la sua potenza e il suo amore al mondo.
- La gioia del Vangelo è contagiosa. La "grande gioia" che
pervade la città di Samaria dopo la predicazione di Filippo è un segno
tangibile della potenza del Vangelo. La vera gioia non deriva dalle cose
materiali o dai successi effimeri, ma dalla fede in Gesù Cristo e dalla
speranza della vita eterna. I credenti di oggi sono chiamati a vivere e a
condividere questa gioia con gli altri, dimostrando che la fede cristiana
non è solo un insieme di dogmi e di regole, ma una fonte di vita e di
felicità autentica.
- L'unità della chiesa è fondamentale per la sua missione. La conversione dei Samaritani
rappresenta un passo importante verso l'abbattimento delle barriere tra
ebrei e gentili. La chiesa primitiva comprende che il Vangelo è destinato
a tutti gli uomini, senza distinzione di razza o di provenienza. I
credenti di oggi sono chiamati a superare le divisioni e a lavorare
insieme per l'unità del corpo di Cristo, testimoniando al mondo l'amore e
la misericordia di Dio che abbraccia tutti.
- I miracoli possono essere un potente strumento per la
diffusione del Vangelo. Sebbene
i miracoli non siano essenziali per la fede, essi possono giocare un ruolo
importante nell'attrarre l'attenzione delle persone e nel confermare la
veracità del messaggio cristiano. I credenti di oggi sono chiamati a
vivere una vita santa e fedele, che sia un miracolo continuo in grado di
testimoniare la potenza di Dio agli altri.
- La chiamata alla santità è
rivolta a tutti i credenti. La
storia di Filippo in Samaria ci ricorda che Dio chiama tutti i credenti
alla santità. Non importa la nostra posizione sociale o il nostro
background, ognuno di noi è chiamato a vivere una vita conforme alla
volontà di Dio. La santità non è un privilegio riservato a pochi, ma un
dovere e un'opportunità per ogni cristiano.
Conclusione
Atti 8,1-8 è un capitolo
ricco di insegnamenti preziosi per il credente di oggi. La persecuzione, la
dispersione, la predicazione del Vangelo, i miracoli, la conversione e la gioia
sono tutti elementi che ci ricordano la potenza del Vangelo e la nostra
chiamata a testimoniarlo al mondo. Viviamo con coraggio, speranza e gioia,
uniti nella fede e nell'amore, per essere strumenti di benedizione per gli
altri e per contribuire alla diffusione del regno di Dio sulla terra.
[Gemini]
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giovedì 11 aprile 2024
LA CHIESA È APOSTOLICA OVUNQUE E SEMPRE
ANNUNCIARE E INSEGNARE A TUTTI CHE GESÙ È IL SIGNORE DI TUTTI
Atti 5,42. La chiesa è apostolica ovunque
1. "Ogni giorno": L'insistenza sulla
frequenza ("ogni giorno") sottolinea la perseveranza e la dedizione
degli apostoli alla loro missione. Nonostante le persecuzioni e le
intimidazioni, continuano a predicare il Vangelo senza sosta.
2. "Nel tempio e nelle case": La scelta di
predicare sia nel tempio, luogo ufficiale di culto ebraico, che nelle case,
indica l'intenzione di raggiungere tutti, indipendentemente dalla posizione
sociale o religiosa. Il messaggio di salvezza in Gesù Cristo è universale.
3. "Non cessavano di insegnare": Il verbo
"cessare" preceduto dalla negazione “non” implica un'azione continua
e ininterrotta. L'insegnamento degli apostoli non era un evento occasionale, ma
una parte fondamentale del loro ministero.
Chi sono quelli che insegnano?: In Atti 5,42, il
soggetto di "non cessavano di insegnare" sono gli apostoli, Pietro e
Giovanni, in particolare. Tuttavia, il versetto 41 menziona anche "molti
altri" che "credevano nel Signore". Questo suggerisce che l'insegnamento
non era limitato ai soli apostoli, ma coinvolgeva anche altri membri della
comunità cristiana.
Perché insegnano?: Gli apostoli
insegnavano per obbedire al comando di Gesù di predicare il Vangelo a tutte le
creature (Matteo 28,19-20). Erano motivati dal loro amore per Dio e dal
desiderio di condividere la buona notizia della salvezza con tutti.
Nel contesto gli apostoli sono impediti
dal parlare di Gesù; Insegnano?: È vero che in Atti 5,40-41 gli
apostoli sono stati imprigionati e ordinati di non parlare più di Gesù.
Tuttavia, il versetto 42 dimostra che non hanno obbedito a questo ordine. La
loro fede in Gesù e la loro convinzione di dover diffondere il Vangelo erano
più forti di qualsiasi timore o minaccia.
Ma loro sono semplici e poco istruiti: È vero che gli
apostoli non erano persone colte o istruite secondo gli standard del loro
tempo. Tuttavia, erano stati scelti da Gesù e avevano ricevuto lo Spirito
Santo, che li aveva resi capaci di comprendere e trasmettere la Parola di Dio.
4. "E di annunciare":
"Annunciare" significa proclamare pubblicamente un messaggio. Nel
contesto di Atti 5,42, significa predicare la buona notizia della salvezza in
Gesù Cristo.
Qual è il compito o ministero di un
apostolo?: Il compito principale di un apostolo era quello di essere testimone di
Gesù Cristo (Atti 1,8) e di predicare il Vangelo a tutte le nazioni (Matteo
28,19-20). Gli apostoli erano anche responsabili di fondare nuove chiese e di
insegnare ai nuovi credenti la fede cristiana.
5. "Che Gesù è il Cristo": L'affermazione
"che Gesù è il Cristo" è una professione di fede fondamentale nel
Nuovo Testamento. "Cristo" è la traduzione greca del termine ebraico
"Messia", che significa "unto". Con questa affermazione,
gli apostoli proclamavano che Gesù era il Messia atteso da Israele, il
Salvatore del mondo.
Qual è la professione di fede essenziale
nella chiesa delle origini?: La professione di fede essenziale nella chiesa delle
origini era la seguente: "Gesù è il Signore" (Romani 10,9). Questa
professione implicava la fede in Gesù come Messia, Figlio di Dio e Salvatore
del mondo.
Testi paralleli nel Nuovo Testamento:
- Matteo
28,19-20:
"Andate dunque e fate discepoli di tutte le nazioni,
battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato."
- Marco
16,15:
"Andate per tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni
creatura."
- Luca
24,47:
"Bisognava che il Cristo soffrisse e risorgesse dai morti il terzo
giorno, e che la predicazione del ravvedimento e del perdono dei peccati
fosse fatta in suo nome a tutte le nazioni, cominciando da
Gerusalemme."
- Atti
1,8:
"Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo scenderà su di
voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e Samaria e
fino all'estremità della terra."
Conclusione
Atti 5,42 ci offre una preziosa
istantanea della vita e del ministero della Chiesa primitiva. Ci mostra una
comunità di credenti zelanti e perseveranti, dediti alla diffusione del Vangelo
nonostante le persecuzioni. L'insistenza sull'insegnamento e sulla predicazione
sottolinea l'importanza della Parola di Dio nella vita della Chiesa. La
professione di fede "Gesù è il Cristo" riassume l'essenza del
messaggio cristiano e il fondamento della speranza della Chiesa.
In aggiunta a quanto già detto, possiamo
trarre le seguenti conclusioni da Atti 5,42:
- La
Chiesa primitiva era una comunità missionaria: Il mandato di Gesù di
predicare il Vangelo a tutte le nazioni era preso sul serio dagli apostoli
e dai primi cristiani. Non si limitavano a radunarsi in preghiera e a
celebrare la loro fede, ma si sentivano chiamati a condividerla con il
mondo intero.
- L'insegnamento
e la predicazione erano elementi centrali della vita della Chiesa: La Parola di Dio era
considerata fonte di vita e di nutrimento per la fede. Gli apostoli e i
primi cristiani si dedicavano con grande impegno all'insegnamento e alla
predicazione del Vangelo, sia in pubblico che in privato.
- La
fede in Gesù Cristo era il fondamento della Chiesa: La professione di fede
"Gesù è il Cristo" univa i cristiani e li distingueva dagli
altri. Questa fede era la fonte della loro speranza e della loro gioia.
Atti 5,42 è un versetto che ci ispira a perseverare nella fede, a impegnarci nella diffusione del Vangelo e a tenere salda la nostra professione di fede in Gesù Cristo.
[Gemini]
Paralleli
al versetto
2Sam 6,22; Lc 21,37; 22,53; At 2,46-47; 3,1-2; 4,20.29;
5,20-21; 8,5.35; 9,20; 17,3; 20,20; Rom 1,15-16; 1Cor 2,2; Gal 6,14; Ef
4,20-21; 2Tm 4,2.
Etichette: annunciare, apostoli, apostolica se pre e ovunque, chiesa, fede distintiva, Gesù è il Cristo, insegnare, mandato di Gesù tutte le nazioni, non è una religione, testimoni
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