DIVISI NELLA PREGHIERA

 

Luca 18,1-14. Insegnamenti di Gesù sulla preghiera personale, anche se in pubblico


1. Umiltà vs. orgoglio

  • Il fariseo prega con arroganza, elencando le sue presunte buone azioni e ringraziando Dio di non essere come gli altri. Lui merita che Dio lo stia a sentire.
  • Il pubblicano, invece, si prostra con umiltà, riconoscendo la propria peccaminosità e implorando la misericordia di Dio. Sa di non meritare di essere ascoltato.
  • Insegnamento: Dio esalta gli umili e abbatte gli orgogliosi. La vera preghiera nasce da un cuore contrito e umiliato, consapevole della propria inadeguatezza.

 2. Sincerità vs. ipocrisia

  • Il fariseo ostenta la sua religiosità, ma il suo cuore è lontano da Dio, e distratto dal proprio io.
  • Il pubblicano, invece, è sincero e ammette apertamente le sue colpe. Dice la verità in confessione.
  • Insegnamento: Dio desidera una preghiera sincera e autentica, che sgorghi dal profondo del cuore. Non gradisce l'ipocrisia e le preghiere formali, recitate, lette velocemente, scritte e pensate da altri.

 3. Riconoscimento del bisogno vs. autosufficienza

  • Il fariseo si considera giusto e non sente il bisogno della grazia di Dio. Non ha bisogno di Dio, basta a sé stesso compiendo i propri doveri davanti agli altri, nello spazio e nel tempo esteriori.
  • Il pubblicano, invece, si riconosce peccatore e supplica il perdono di Dio, perché conosce se stesso.
  • Insegnamento: La vera preghiera nasce dalla consapevolezza del proprio bisogno di Dio, delle proprie colpe, disobbedienza, capricci. Solo riconoscendo la nostra miseria, i nostri debiti di 10 mila talenti, possiamo implorare la sua misericordia e imparare ad usarla verso i propri amici e compagni.

 4. Perdono vs. condanna

  • Il fariseo giudica e condanna gli altri, incluso il pubblicano. Tra loro non corre buon sangue, considerandosi il primo giusto, il secondo peccatore.
  • Il pubblicano, invece, si concentra sulla propria condizione vera, e chiede solo il perdono di Dio.
  • Insegnamento: La preghiera non deve essere un momento per giudicare gli altri, ma per chiedere perdono per le proprie colpe e per imparare ad amare il prossimo.

 5. Fiducia vs. presunzione

  • Il fariseo presume di avere la salvezza in tasca, basandosi sulle sue opere.
  • Il pubblicano, pur essendo consapevole dei suoi peccati, non si condanna, ma si rivolge a Dio con fiducia e si affida completamente alla misericordia di Dio.
  • Insegnamento: La vera preghiera non si basa sulle nostre opere o meriti, ma sulla fiducia nella grazia di Dio. Solo abbandonandoci a Lui possiamo ricevere la salvezza.

 Oltre al testo di Luca 18,1-14, altri insegnamenti sulla preghiera si possono trovare in altri passi del Vangelo, come il Padre Nostro (Matteo 6,5-15) e la parabola del fariseo e del pubblicano (Luca 18,9-14).

Inoltre, è importante ricordare che la preghiera è un dono di Dio e un dialogo d'amore con Lui. Non è una formula magica, la recita di preghiere scritte da altri, o un modo per ottenere favori da Dio, ma un mezzo per crescere nella fede, nella speranza e nella carità.

 In conclusione, la parabola del fariseo e del pubblicano ci insegna che la vera preghiera è umile, sincera, riconoscente del bisogno di Dio, perdonante, amorevole e fiduciosa. È solo attraverso questo tipo di preghiera che possiamo ricevere la grazia di Dio e la salvezza.[Gemini]

Commenti