Giovanni 1,14 Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi
Soltanto a quanti lo hanno accolto – e lo accolgono - ha dato – e dà - il potere di diventare figli di Dio come lui
Ecco un’analisi esegetica di questa tesi biblica, che fonde i due versetti cardine del Prologo di Giovanni (Gv 1,14 e Gv 1,12).
Analisi Esegetica e 6 Principi Biblici
1. Il
Principio del "Realismo Kenotico"
- Testo: "Il Verbo si fece
carne" (Gr. Ho Logos sarx egeneto).
- Esegesi: Giovanni non usa il termine
"uomo" (anthropos) o "corpo" (soma), ma
sceglie crudamente Carne (sarx). Nel linguaggio biblico, la
carne indica la fragilità, la mortalità, la debolezza.
- Principio: Dio non ha preso solo
l'apparenza umana (contro ogni docetismo o spiritualismo), ma ha assunto
la condizione umana nella sua massima fragilità. La salvezza passa
attraverso la materia, la storia e la debolezza. Non
c'è cristianesimo senza "carne".
2. Il
Principio della "Prossimità Nomade"
- Testo: "Venne ad abitare
in mezzo a noi" (Gr. Eskēnōsen).
- Esegesi: Il verbo greco
letteralmente significa "ha piantato la sua tenda". È un
richiamo diretto all'Esodo: Dio non abita più in un tempio di pietra fisso
e lontano, ma diventa un pellegrino che cammina con il suo popolo.
- Principio: La presenza di Dio è
mobile, dinamica e accessibile. Dio si trova dove si trova l'uomo. La
santità si è trasferita dal "Luogo Santissimo" del Tempio alla
comunità umana e alla persona di Gesù.
3. Il
Principio della "Libertà Responsiva"
- Testo: "Soltanto a quanti
lo hanno accolto" (Gr. Elabon).
- Esegesi: L'uso del verbo
"accogliere" implica che l'Incarnazione, pur essendo un dono
universale, richiede un atto volitivo di ricezione. La grazia non è una
costrizione magica; Dio si propone, non si impone.
- Principio: La fede è un atto di
libertà. La salvezza non è automatica per nascita o cultura, ma dipende
dalla scelta personale di "aprire la porta". C'è un dramma
insito nella libertà: la possibilità tragica del rifiuto e la possibilità
gloriosa dell'accoglienza.
4. Il
Principio dell' "Autorità Donata" (Exousìa)
- Testo: "Ha dato il
potere" (Gr. Edōken exousian).
- Esegesi: La parola tradotta con
"potere" non è dynamis (forza fisica), ma exousìa
(autorità, diritto legittimo, pieno titolo). È un
termine giuridico e regale.
- Principio: Diventare figli di Dio non
è una conquista umana o il frutto di sforzi ascetici, ma un conferimento
di autorità dall'alto. È una dignità regale che ci viene
"data". Il cristiano non si fa figlio, riceve il
diritto di esserlo.
5. Il
Principio del "Divenire Dinamico"
- Testo: "Di diventare
figli" (Gr. Genesthai).
- Esegesi: Giovanni usa il verbo diventare,
che indica un processo, un cambiamento di stato. Non si nasce cristiani,
si "diventa" (Tertulliano). È il passaggio dalla condizione di
"creature" (fatti da Dio) a quella di "figli"
(generati da Dio).
- Principio: La vita cristiana è un
processo evolutivo continuo, non uno stato statico acquisito una volta per
tutte. La filiazione è un cammino di trasformazione quotidiana (metamorfosi)
che dura tutta la vita.
6. Il
Principio della "Mimesi Filiale"
- Testo: "Come lui"
(Riferimento implicito alla conformazione a Cristo).
- Esegesi: La filiazione adottiva del
credente ha come modello unico la filiazione naturale del Logos. Noi siamo
figli nel Figlio. Lo scopo del "potere" ricevuto non è
l'auto-esaltazione, ma la riproduzione dei tratti somatici e spirituali di
Gesù.
- Principio: L'identità del cristiano è
essere un alter Christus. "Come lui" significa che il
nostro modo di amare, soffrire e relazionarci col Padre deve ricalcare
l'esperienza di Gesù. La teologia termina nell'imitazione.
Sintesi
Finale delle Argomentazioni
La tesi biblica analizzata
descrive l'ammirabile scambio (admirabile commercium) che è il cuore della
fede: Dio scende nella fragilità della Carne (Kenosi) affinché l'uomo possa
salire alla dignità di Figlio (Theosis).
Questo processo non è automatico,
ma si attiva nell'incontro tra la Grazia offerta (la Tenda di Dio tra noi) e la
Libertà umana (l'accogliere). Il risultato non è un semplice miglioramento
morale, ma una mutazione essenziale, di natura, un cambio di identità: l'uomo
riceve l'autorità (Exousìa) per entrare nella famiglia divina, iniziando un
processo di trasformazione che ha come fine ultimo l'essere "come
Lui", ovvero la piena conformità a Cristo.
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