mercoledì 15 maggio 2024

 

DIVENTARE UNA SOLA COSA IN CRISTO CON DIO

Gesù vuole essere un tutt'uno con noi
GESÙ NON È PANTEISTA
Giovanni 17,20-26. Preghiera apostolica di Gesù
Temi
- preghiera: relazione del Figlio con il Padre che lo ha mandato nelmondo
- conoscenza di Dio
- amore nell'unità della comunione
- discepoli e missionari
- missione di Gesù è far conoscere il Padre
- missione degli apostoli è far conoscere il Cristo Maestro, unica via, verità e vita
- il mondo è ostile perché non conosce il Padre e disprezza il Figlio

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sabato 11 maggio 2024

 

CHIESA - IN COSTRUZIONE DELL'UNICO CORPO DI CRISTO

 

Efesini 4,1-13. CRESCERE NELLA STATURA DI CRISTO
Temi specifici, passi paralleli

Video Lettura

Temi specifici

Passi paralleli

 Confronto di Efesini 4,11 con 1 Corinzi 12,28

Somiglianze

Differenze

Spiegazione delle differenze

Le differenze tra i due passi possono essere spiegate in parte dal contesto in cui sono stati scritti. Efesini era indirizzata a una chiesa già consolidata, mentre 1 Corinzi affrontava le divisioni e i disordini all'interno della comunità di Corinto. Di conseguenza, Paolo poteva porre l'accento sull'unità in Efesini, mentre a Corinto era necessario sottolineare la diversità dei doni e il loro uso corretto.

Inoltre, l'elenco dei doni in 1 Corinzi 12 è più ampio perché l'apostolo stava affrontando il problema di alcuni credenti che si vantavano dei loro doni speciali, sminuendo quelli degli altri. La lista completa mirava a dimostrare che tutti i doni sono ugualmente preziosi e necessari per la chiesa.

In definitiva, sia Efesini 4,11 che 1 Corinzi 12 sottolineano l'importanza dei doni spirituali per la crescita e l'edificazione della chiesa. I due passi si completano a vicenda, offrendo una visione più completa del ruolo dei doni nel piano di Dio per il suo popolo. 

Confronto tra Efesini 4,11 e 1 Corinzi 12,28, Tabella comparativa

Elemento

Efesini 4,11

1 Corinzi 12,28

Versetto

"Egli stesso ha dato alcuni come apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri,"

"E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo gli apostoli, in secondo luogo i profeti, in terzo luogo gli maestri, poi quelli che compiono miracoli, poi quelli che hanno il dono di guarigioni, quelli che offrono aiuto, quelli che presiedono, quelli che hanno il dono di profezia, e poi quelli che distinguono gli spiriti."

Contesto immediato

Paolo sta discutendo l'unità della chiesa e il ruolo dei doni spirituali nel raggiungerla.

Paolo sta elencando i diversi doni spirituali che sono presenti nella chiesa di Corinto.

Contesto precedente

Paolo ha esortato i credenti all'umiltà, alla pazienza, all'amore e alla ricerca della pace.

Paolo ha discusso la diversità dei doni spirituali e la loro importanza per la chiesa.

Contesto seguente

Paolo spiega che lo scopo dei doni è la crescita del corpo di Cristo fino alla maturità in lui.

Paolo esorta i Corinzi a cercare i doni migliori e a usare i loro doni per l'edificazione della chiesa.

Enfasi

Unità della chiesa

Diversità dei doni spirituali

Elenco dei doni

Apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri

Apostoli, profeti, maestri, quelli che compiono miracoli, guarigioni, aiuto, presidenza, profezia, discernimento degli spiriti

Modalità di ricezione dei doni

Non specificata

Donati dallo Spirito Santo "secondo la sua volontà"

Scopo dei doni

Crescita del corpo di Cristo

Edificazione della chiesa

Note

[Gemini]

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mercoledì 1 maggio 2024

 

LA GIOIA SPONSALE DI CRISTO PER LA CHIESA

 


Giovanni 15,11. LA GIOIA PIENA DELL’AMORE NELLA NUOVA ALLEANZA

Video Lettura

Contesto storico-letterario

Giovanni 15,11 fa parte del discorso di addio di Gesù ai suoi discepoli, pronunciato durante l'Ultima Cena (Gv 13-17). Questo discorso è ricco di simbolismo e pathos, in quanto Gesù si prepara ad affrontare la sua passione e morte. Il contesto storico è quello della Palestina romana, sotto il dominio del prefetto Ponzio Pilato. I discepoli sono intimoriti e incerti sul futuro, e Gesù cerca di confortarli e rafforzarli con le sue parole.

Paralleli

Tematica

La frase "vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi; perché la vostra gioia sia piena" (Gv 15,11) è un tema centrale del discorso di addio di Gesù. Gesù vuole che i suoi discepoli sperimentino la stessa gioia che lui ha nel suo rapporto con il Padre. Questa gioia non si basa su circostanze esteriori o successi mondani, ma è una gioia profonda e interiore che deriva dall'amore di Dio e dall'obbedienza ai suoi comandamenti.

Perché Gesù parla in questo modo?

Gesù parla in questo modo ai suoi discepoli perché li ama e vuole il loro bene. Sa che stanno per affrontare momenti difficili e vuole incoraggiarli a perseverare nella fede. La gioia che lui promette è un dono che può sostenerli anche nelle prove più dure.

In che cosa consiste la sua gioia e quella dei discepoli?

La gioia di Gesù è la gioia di stare in comunione con il Padre e di compiere la sua volontà. La gioia dei discepoli è la gioia di seguire Gesù e di vivere secondo i suoi insegnamenti. È la gioia di sapere di essere amati da Dio e di avere un posto nel suo regno.

Circostanze

Gesù pronuncia queste parole nell'imminenza della sua passione e morte. Sa che sta per affrontare il momento più difficile della sua vita, ma è anche consapevole che la sua morte porterà alla salvezza del mondo. Questa consapevolezza lo riempie di una gioia profonda che vuole condividere con i suoi discepoli. 

Riflettendo sul rapporto amore-gioia nel Vangelo di Giovanni

Prospettive diverse

Nel Vangelo di Giovanni, il rapporto tra amore e gioia è esplorato da diverse angolazioni, offrendo una ricca comprensione di entrambe le esperienze:

Oltre la felicità contingente

La gioia descritta da Giovanni non si confonde con la mera felicità effimera o con il divertimento superficiale. È una gioia più profonda e duratura, radicata nell'amore divino e nell'unione con Dio. Non è immune alle sofferenze della vita, ma anzi, può fiorire anche nelle difficoltà, offrendo forza e speranza.

Un invito alla gioia

Il Vangelo di Giovanni ci invita ad accogliere l'amore di Dio e a vivere secondo i suoi insegnamenti, come via per sperimentare la vera gioia. È una gioia che non dipende dalle circostanze esterne, ma che nasce da un cuore colmo di amore agape e dal desiderio di donarsi agli altri.

Riflessioni personali

Conclusione

Il messaggio di Giovanni 15,11 è un messaggio di speranza e di consolazione. Gesù ci invita a sperimentare la sua stessa gioia, una gioia che non dipende dalle circostanze esteriori ma dall'amore di Dio e dall'obbedienza ai suoi comandamenti.

Il rapporto tra amore e gioia nel Vangelo di Giovanni offre una profonda riflessione sulla natura di entrambi i concetti. Ci invita a coltivare un amore agape, capace di donarsi e di sacrificarsi, come fonte di una gioia autentica e duratura, che non teme le sfide della vita.

 PARALLELI SULLA GIOIA

Is 53,11 Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità. 

Is 62,4 Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo. 

Ger 32,41 Proverò gioia nel beneficarli; li farò risiedere stabilmente in questo paese, e lo farò con tutto il cuore e con tutta l'anima. 

Ger 33,9 E questo sarà per me titolo di gioia, di lode e di gloria tra tutti i popoli della terra, quando udranno tutto il bene che io faccio loro, e si stupiranno e fremeranno per tutto il bene e per tutta la pace che concederò loro. 

Sof 3,17 Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia. 

Lc 15,5 Quando l'ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, 

Lc 15,9 E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. 

Lc 15,23 Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 

Lc 15,32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». 

1Gv 1,4 Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena. 

 

 

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