sabato 5 novembre 2016

 
Ultime realtà: prospettive di Famiglia (Paolina)


NOVISSIMI: LE ULTIME REALTÀ
SECONDO 4 MAESTRI

PROSPETTIVE DI FAMIGLIA PAOLINA

I Novissimi sono, nel linguaggio teologico, le ultime cose, cioè gli ultimi destini irrevocabili dell'uomo e dell'universo: 1. Morte 2. Giudizio 3. Inferno 4. Paradiso. Questi quattro comprendono anche il Purgatorio, la Fine del mondo e la Resurrezione dei corpi. L'importanza dei fini ultimi - specialmente riguardo alla salvezza eterna - fa sì che la Chiesa li proponga spesso alla meditazione dei fedeli: «Meditare novissima tua et in æternum non peccabis» (Siracide 7,40: “In tutte le tue opere, ricordati della tua fine e non cadrai mai nel peccato”). I quattro novissimi sono verità di fede rivelata. La teologia che tratta dei Novissimi si chiama Escatologia (“studio delle ultime cose”).

Lettura comparata di testi biblici e carismatici

I testi sono estratti dagli scritti e stampati del Primo Maestro (il b. G. Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, n. 1884, m. 1971) che però per il spiritualità e la missione rimanda completamente a san Paolo: è stato san Paolo che ha compiuto quest'opera” – quella cioè di “comunicare la vita di Gesù Cristo” come apostolo. San Paolo è anche “padre”: infatti in Christo Jesu per Evangelium ego vos genui. Tutto è suo. L'Istituto è stato ispirato da lui. Egli ne è il padre, ne è la luce, ne è il protettore, ne è il Maestro.” (In occasione del Quarantennio di fondazione dell'Istituto Figlie di San Paolo; cfr. Santificazione della mente, 1956, p. 56ss e anche la Collezione Figlie di San Paolo [senza data] [senza titolo].) In realtà il Maestro e Signore è Gesù Cristo via, verità e vita. Bisogna poi ascoltare il magistero della Chiesa e in particolare quello del Papa attuale. 


1. PARLA IL PRIMO MAESTRO

*1915 missione e pastorale per il Paradiso: “Noi dobbiamo sempre condurre le anime al Paradiso: ma dobbiamo condurre non quelle vissute dieci secoli or sono, ma quelle che vivono oggi. Occorre prendere il mondo e gli uomini come sono oggi, per fare oggi del bene. [Azione pastorale camminando con i tempi] 1915 APT (1915) p. 93]

*1931 i novissimi motivano apostolato: “L'anima apostola è quella che ama gli altri uomini [...]. Vorrebbe allora mettersi sulla strada che percorrono tutti e gridare: ‘non per la via storta, non per la via larga che conduce all'inferno; tutti per la via stretta ma che è la via diritta che conduce al cielo’. L'anima apostola vorrebbe vuotare l'inferno e riempire il Paradiso; vorrebbe aiutare tutti i moribondi, vorrebbe aiutare anche tutte le anime che sono in purgatorio, vorrebbe uscire di casa, andare per le vie della città, passare per le spiagge, cercare tutti gli uomini nelle montagne, nelle grotte, andare in Africa, nell'America, nell'Asia e nell'Oceania e poter dire a tutti: "O uomini, Dio vi attende in cielo, salvatevi, salvatevi" [...] In terzo luogo l'anima apostola è quella che raccogliendosi in se stessa ed esaminando i vari apostolati a cui può darsi, sceglie quello che si chiama "Apostolato Stampa". E' un'anima prudente.” [L'Apostolato] 1931 luglio 14 MI - Figlie di San Paolo

COMMENTO DI GESÙ MAESTRO - sforzarsi di entrare, cercare, bussare, chiedere: 13 Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. 14 Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano! 15 Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! (Matteo 7,13-15)

1932 morire è vincere: La morte è la fine della prova, di fedeltà.” [La morte] 1932 febbraio, DF (1985) p. 55, n 46]
[COMMENTO PAOLINO: 54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata inghiottita nella vittoria. 55 Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? 56 Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. (1Corinti 15,54-56)]
1938 il Paradiso come tema della meditazione e dell’annuncio della beatitudine eterna: Bisogna parlare del Paradiso specialmente alle anime troppo prese dalle cose del mondo, esso ha una attrazione tale, capace di strappare da ogni cosa terrena e mettere i nostri piedi su un'altra strada. [Il Paradiso] 1938? agosto, HM I, 1 (1939) p. 172-173]

1938 il Paradiso come il premio da conseguire: Il Paradiso è la nostra ricompensa: questo solo è nostro; la terra è in prestito. Si tengano pure gli altri ciò che vogliono sulla terra, noi ci prendiamo il Paradiso. [Il Paradiso] 1938? agosto HM I,1 (1939) p. 171

1938 pregare e fare tutto per il Paradiso: Perché tanto studio, tanto lavoro, tante occupazioni e preoccupazioni varie? Tutto, solo e sempre per il Paradiso! [Il Paradiso] 1938? agosto HM I, 1 (1939) p. 178

*1941 prepararsi con il distacco a partire per il Cielo: La vita passa e ci avviciniamo alla fine dei nostri giorni. Lasceremo presto questo mondo e ce ne andremo in Paradiso, dove tutto è pace e serenità. Prepariamoci, prepariamoci al Cielo! 1941 marzo HM II,1 (1941) p. 8
[COMMENTO PAOLINO – rapiti con Paolo in paradiso: 2 So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. 3 E so che quest'uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio – 4 fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare. (2Corinti 12,2-4)
*1941 il Paradiso paolino è la carità dell’evangelizzazione secondo Paolo: Quanto più andiamo avvicinandoci all'eternità, tanto più dobbiamo studiarci di vivere la carità. Questa è la virtù principale delle anime perfette. [La carità fraterna] 1941 ottobre EM (1942?) 102]
[COMMENTO PAOLINO – solo l’amore resta: 8 La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. 9 Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. 10 Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 13 Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità! (1Corinti 13,8-10.13)]
1946 destinatari del Vangelo non sono solo i poveri ma i morti di fame vera: Gran parte del mondo oggi è scarsa di pane materiale. Manca anche di più quel pane spirituale che Gesù Cristo ci ha portato dal cielo, e che è Egli stesso: "Io sono il pane della vita". Innumerevoli uomini vivono totalmente dimentichi del loro destino. Non pensano che al tempo presente, mentre in breve la morte li getta nell'eternità. [Per le Librerie] 1946 luglio Carissimi in San Paolo (1971) p. 124]

*1948 novissimi per l’apostolato: La missione dell'edizione dura fino alla fine dei secoli, finché ci saranno delle anime da salvare, finché ci sarà bisogno di insegnare la strada del Paradiso. Oggi, di certi Istituti, esiste solo una edificante storia. Alcuni Istituti vengono a cessare perché non hanno compiuto bene la loro missione; questa passa ad altri che la compiranno meglio. Se non compiremo bene la nostra missione, il Signore potrà sostituirci. [1948? HM II, 8 (1948) p. 58-59]

*1948 l’oggi della salvezza, l’urgenza del Paradiso: I tempi camminano, ed è inutile dire: "Una volta questo non c'era, non si faceva così...". Le anime di "una volta" sono già o in Paradiso o all'inferno; dobbiamo salvare le anime di oggi. [Apostolato: Propaganda, 1948 agosto HM II, 8 (1948) p. 177]
[COMMENTO DI GESÙ MAESTRO – il Vangelo di salvezza nel regno proclamato a tutti è la spiritualità di Gesù, Maestro e Signore: 18 Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, 19 a proclamare l'anno di grazia del Signore. 20 Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21 Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». (Luca 4,18-21)]
1952 prepararsi al futuro: Fra non molti anni saremo in una delle due eternità. Quale sarà la nostra? Quella che ci prepariamo adesso. [I novissimi, 1952 marzo 9, RSp (1952) p. 69]
[COMMENTO DI GESÙ MAESTRO - prepararsi a comparire davanti al Signore: 34 State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; 35 come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36 Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo. (Luca 21:34-36)]

*1952 il giudizio, la distinzione finale tra bene o male: Tutto si perde, tutto cade con la morte: rimane solo il bene e il male compiuto. [Ora di adorazione sull'"unum necessarium", 1952 marzo 9, RSp (1952) p. 107]
[COMMENTO DI GESÙ MAESTRO: il giudizio finale verterà sulle opere ed omissioni: Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35 perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto... 41 Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42 perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere... (Matteo 25,34-35.41-42)]
*1952 fede è discernere e scegliere tra l’eternità duplice: Occorre metterci davanti alle verità eterne, alla duplice eternità. Vivere di fede significa avere presenti queste grandi verità e ordinare tutta la vita al suo fine. [La giornata missionaria] 1952 ottobre 19, Pr 1 (1953) p. 167
*1952 il presente è breve, il futuro è per sempre: Pensiamo all'Eternità. Si pensa tanto alla vita presente che dura poco. Pensiamo all'eternità che non ha limiti di tempo! [Ora di adorazione sull'"unum necessarium"] 1952 marzo 9, RSp (1952) p. 106
*1952 4 ruote per correre e ascendere al cielo: Al lavoro, allo studio, all'apostolato, all'osservanza della povertà, al lavoro interiore, allietandoci con il pensiero del Paradiso. [Il Paradiso] 1952 febbraio 11 RSp (1952) p. 25]
[COMMENTO BIBLICO – ascensione del profeta sul carro di fuoco: Mentre [Elia con Eliseo] continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo. (2Re 2,11)]
*1957 progredire insieme pastoralmente e apostolicamente verso l’eternità: L'Istituto progredirà di persone, di opere e in santificazione quanto bene si mediteranno i novissimi. Dimenticando il "ad quid venisti", si è sulla china, nella discesa. Le prediche saranno fruttuose se si saprà tenerne molte sui novissimi; e se le altre si legheranno nell'inizio e nella chiusura ad essi, si finirà coll'ancorare la fragile navicella della nostra vita al porto dell'eternità. Si dice che occorre una catechesi ed una predicazione moderna, quella che prepara alla "morale nuova". Moderna quanto alla presentazione, sì, ma il contenuto no. La morte è sempre uguale. Diversamente si guasta insensibilmente il nostro ministero, si minimizza l'apostolato tra i giovani, si dimostra una scarsa sensibilità psicologica. [Testimonium conscientiae nostrae - Il più alto impegno dell'educazione] 1957 marzo Carissimi in San Paolo (1970) p. 1294]

*1957  muoversi in avanti, formando al gusto dell’eternità: Chi si mette in viaggio deve prima determinare dove vuole arrivare. Ora i novissimi servono a questo nel viaggio della vita: morte, giudizio particolare, Paradiso, inferno, risurrezione finale, giudizio universale, eternità. Predicarli spesso e in modo accetto e pratico, perché hanno un buon effetto anche psicologico; Gesù Maestro ce ne è il sapiente modello. [Introduzione al Capitolo Società San Paolo: Vocazioni: Il ruolo dei novissimi nella formazione] 1957 aprile Carissimi in San Paolo (1971) p. 161

1960 educare all’eternità: Educare al lavoro significa elevare e far la fortuna, la carità, il bene di un giovane, per la vita e per l'eternità. [La povertà paolina] 1960 aprile UPS 1 (1960) p. 456

1960 eternità come meta: La vita è tutto un viaggio verso l'eternità; la giornata è un tratto del viaggio. [Spiegazione di articoli delle Costituzioni 1960 aprile UPS 2 (1962) p. 120]

*1960 la linea retta tra principio e fine: Vi è una linea retta tra 'in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio' e la consumazione dei tempi e l'eternità nostra in Dio, per Gesù Cristo: questa linea (o via) è Gesù Cristo 'via, verità e vita'. [1960 aprile UPS 1 (1960) p. 368]

*1960 l’amore che è eterno, è più grande della profezia e della scienza:  Il Paradiso è un amore gaudioso in noi; è perciò necessario possedere in qualche misura l'amore, per il conseguimento di Dio; il tendervi, il cercarlo, il volerlo è disposizione vera e necessaria per tutti. [Formazione degli aspiranti] 1960 aprile, UPS 4 (1962) p. 28. (v 1Corinti 13,8.13)

1961 il Paradiso mette le ali ai piedi: Il Paradiso è nostro. Tutte le altre cose della terra: le case, i vestiti, la chiesa, le cose più buone ci sono date in prestito, per un po' di tempo; noi dobbiamo servirci di esse come mezzi per il Paradiso. [p 321] Gran torto ci faremmo, se non pensassimo al cielo che è il nostro bene, il bene eterno, l'unico bene. Se vi pensassimo, prenderemmo più coraggio; ci rallegreremmo; commineremmo con slancio, e le virtù che ora pratichiamo a stento, ci sembrerebbero la cosa più bella e più cara. [p 322-323] [I novissimi meditati dinnanzi al Santissimo Sacramento - Il Paradiso, 1961 SPa (1962) p. 321-323]

*1961 carità vera è la conoscenza del destino eterno di ciascuno: Come alla porta dei conventi, in generale, nei tempi passati si distribuiva la minestra, si distribuiva il pane e si fa ancora in tanti posti, così alle porte dei conventi bisogna distribuire la verità. Quello di cui l'uomo ha bisogno: conoscere Dio, conoscere il suo destino eterno. [1961 Pr A 193]

**1962 la morte riparatrice è evangelizzatrice: Gesù Maestro è il riparatore; questa la sua essenziale missione. Redense l'uomo dall'errore, dal vizio, dal peccato, dalla morte. Egli si addossò i debiti di tutta l'umanità peccatrice; li portò al Calvario, li lavò nel suo sangue. [...] Il Discepolo ripara in tre forme: con la sua vita, con la sua pietà, con il suo apostolato. Così la vita del Discepolo è inserita nel gran fiume della riparazione, la cui sorgente è Gesù Cristo. [Spiritualità del Discepolo del Divin Maestro, 1962 aprile Carissimi in San Paolo (1971) p. 370]

1965 tutto essere e dare in prospettiva dell’eternità: Domandare al Signore la grazia di spendere le forze per le anime: quanto c'è di salute, quanto c'è di intelligenza, quanto c'è di volontà, e quanto c'è di cuore: tutto l'essere a Dio e alle anime fino al momento in cui chiuderemo gli occhi a questa vita e li apriremo alla luce dell'eternità. [Spirito paolino - Costituzioni] 1965 giugno 21 FSp (1965) p. 70]

*s.d. Chi lotta vince ed è premiato, chi si ritira va all’inferno: L'unica sconfitta nella vita vostra è di cedere alle difficoltà, anzi l'abbandono della lotta. Per l'uomo: se muore lottando, vince; se abbandona la lotta è un vinto; ed il posto dei vinti è l'inferno. "Vincenti dabo manna absconditum [Al vincitore darò la manna nascosta: cfr. Apocalisse 2,7.17.26; 3,5.12]". Vale bene la pena di combattere per il sapere e per la verità. [Frammento sull'educazione, senza data e mai pubblicato -  Carissimi in San Paolo (1971) p. 131]
[COMMENTO PAOLINO – in guerra per il Vangelo: combattimento con Paolo, come Cristo fino alla sua morte sulla croce:  1Cor 15,32 Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Èfeso contro le belve, a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo. - 2Cor 7,5 Infatti, da quando siamo giunti in Macedonia, il nostro corpo non ha avuto sollievo alcuno, ma da ogni parte siamo tribolati: battaglie all'esterno, timori all'interno. 2Cor 10,3 In realtà, noi viviamo nella carne, ma non combattiamo secondo criteri umani. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali... Ef 6,12 La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Flp 1,27 Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo perché, sia che io venga e vi veda, sia che io rimanga lontano, abbia notizie di voi: che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del Vangelo... Flp 4,3 E prego anche te, mio fedele cooperatore, di aiutarle, perché hanno combattuto per il Vangelo insieme con me, con Clemente e con altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita.   1Tm 1,18 Questo è l'ordine che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie già fatte su di te, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia, 1Tm 4,10 Per questo infatti noi ci affatichiamo e combattiamo, perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono.  1Tm 6,12 Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. 2Tm 4,7 Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.  2Tm 4,8 Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.]


2. PARLA PAOLO, MAESTRO DELLE GENTI

il battesimo cristiano
per vivere con Cristo bisogna prima morire crocifissi con lui, imitando Paolo:
4 Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. 5 Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. 6 Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. 7 Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato. 8 Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, 9 sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. (Romani 6,4-8).
il vangelo secondo san paolo è unico e immutabile
il vangelo è unico e insostituibile, immutabile: 1 Vi proclamo poi, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi 2 e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l'ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano! 3 A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che 4 fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture 5 e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. 6 In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. 7 Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. 8 Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. 9 Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. ‎‎10 Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. 11 Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto. 12 Ora, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? (1Corinti 15,1-12)
protesi verso la patria
correre in avanti, verso l’alto, verso la meta unica, il premio, imitando Paolo: 13 Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, 14 corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù. 15 Tutti noi, che siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. 16 Intanto, dal punto a cui siamo arrivati, insieme procediamo. 17 Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi. 20 La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, 21 il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose. (Filippesi 3,13-17.20-21)

l’apostolato è l’evangelizzazione alla fede nella Trinità
Paolo è l’apostolo del Vangelo di salvezza o della vita di comunione eterna nella Trinità: 9 Egli infatti – il Padre - ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall' eternità, 10 ma è stata rivelata solo ora con l' apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo, 11 del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e maestro. (2Timoteo 1,9-11)

Alberione 1964 apostolato moderno per la vita eterna: Quando la stampa è buona, è un gran mezzo per diffondere la verità; quando la pellicola è buona è un mezzo per eccitare al bene; quando la trasmissione radio serve ad istruire nelle cose buone, è un mezzo per condurre le anime alla vita cristiana. Così la televisione: è un mezzo più efficace ancora, perché nella televisione si hanno le impressioni che danno la pellicola e la trasmissione radio insieme. Per questo noi adoperiamo la pellicola e la stampa come servizio di Dio e come mezzo di predicazione, per avviare gli uomini verso le cose belle e le cose buone che conducono alla vita eterna. [Mezzi di predicazione 1964? SCS (1964) p. 52]
 

3. PARLA GESÙ, Il MAESTRO & SIGNORE

Giovanni 13:1 l’ultima ora prima dell’esodo: Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.
Giovanni 14,1-7 la via nuova dell’esodo pasquale: Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2 Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3 Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4 E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
 
vado a prepararvi un posto

in Paolo

la vera sapienza di Dio, secondo Paolo: “Nessuno dei dominatori di questo mondo l'ha conosciuta; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come sta scritto: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano.” (1Corinti 2,8-9: cfr. anche il magistero di Pietro in 1Pt 1,12)


la fede di Abramo e dei nostri padri: “Se avessero pensato a quella (patria) da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.” (Ebrei 11,15-16; Ebrei era da Alberione attribuita con certezza a Paolo, come quattordicesima lettera]
in Alberione

“Il Paradiso è regno di carità. [...] Se tutta la vita adunque è preparazione al Paradiso, in modo speciale deve essere esercizio di carità” (L’amor di Dio, predica del 1933, in Ritiri mensili, 1934, p. 3s)“La vita passae ci avviciniamo alla fine dei nostri giorni. Lasceremo presto questo mondo e ce ne andremo in Paradiso, dove tutto è pace e serenità. Prepariamoci, prepariamoci al Cielo” (nel marzo 1941, in Haec meditare, II, 1, 1941, p. 8)

4. DAL MAGISTERO DEL PAPA E DELLA CHIESA

• La professione della nostra fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, e nella sua azione creatrice e salvifica, culmina nella proclamazione della risurrezione dei morti alla fine dei tempi e della vita eterna.
• Tutti gli uomini ricevono immediatamente dopo la morte la retribuzione eterna, in un giudizio particolare ad opera di Cristo, giudice dei vivi e dei morti.
• Il regno di Dio giungerà alla sua pienezza alla fine dei tempi: i giusti regneranno con Cristo per sempre, glorificati in corpo e anima; l’universo sarà trasformato; Dio sarà “tutto in tutti” (1Cor 15,28).
• “Noi crediamo che la moltitudine delle anime, che sono riunite attorno a Gesù e a Maria in paradiso, forma la Chiesa del cielo, dove esse nella beatitudine eterna vedono Dio così com’è..., intercedendo per noi e aiutando la nostra debolezza con la loro fraterna sollecitudine” (PAOLO VI, Credo del popolo di Dio, 29)
• Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati” (2Tm 2,4) e per lui “tutto è possibile” (Mt 19,26). La Chiesa prega perché nessuno si perda.
(Conferenza Episcopale Italiana, Catechismo degli Adulti, dal sito paolino . La verità vi farà liberi - Novissimi)


5. CONCLUSIONI PROSPETTICHE

• I novissimi motivano a pieno il logo natalizio e pasquale presente nel nostro primo stemma paolino, per la spiritualità e l’apostolato, le stesse finalità di Gesù nato, morto e risorto: GDPH.

• I novissimi coincidono con l’intero Vangelo secondo san Paolo: credere e proclamare Gesù come il Signore, crocifisso, morto, sepolto, risorto e apparso - anche a Paolo, per la salvezza di ogni nuovo già fin d’ora (cfr. Lc 23:43 “oggi con me sarai nel paradiso”)

• Il cammino delle Famiglia Paolina su 4 ruote è alimentato principalmente dalla meditazione sull’eternità, come destinazione finale, come futuro punto d’arrivo dell’unica Via – o dell’esodo pasquale da questo mondo al Padre.

• La Patria celeste è la stessa Trinità, punto di convergenza nella comunione eterna di tutta l’umanità.

• I novissimi abbracciano la storia dalla creazione (dalla genesi, primo libro della Bibbia) alla palingenesi (all’Apocalisse), proclamando cielo e terra nuovi (cfr. Isa 65,17; 66,22; 2Pt 3,13; Ap 3,12; 21,1-2) già visitati da Paolo accreditato come apostolo di Gesù Cristo.

• Predicare i novissimi è professare la fede nel vangelo di giustizia (o giustificazione) e verità, secondo il credo paolino: “Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. - Il terzo giorno e risuscitato secondo le Scritture, e salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria per giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine.

• La stessa morte di croce, dell’apostolo con-crocifisso con Cristo è riparatrice ed evangelizzatrice per la salvezza di tutti (cfr. offertorio paolino: mi offro come un’ostia o piccola vittima) e diventa speranza di con-resurrezione in Gesù.

• La meditazione dei novissimi, come principio e fine anima l’evangelizzazione del mondo di oggi, senza timore di usare come sacramentali di salvezza tutti i mezzi più celeri ed  efficaci di oggi per convocare e connettere in rete le nazioni, l’umanità intera in una sola chiesa, vero corpo del Nuovo Adamo, la sposa del Signore, tempio di Dio per l’eternità.

Angelo Paolo Colacrai


Academia Paulina


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