martedì 16 aprile 2024
NELLE DIFFICOLTÀ ANNUNCIA IL VANGELO A TUTTI
Atti degli Apostoli 8,1-8. Violenta persecuzione. Ma vi fu grande gioia in quella città.
Atti 8,1-8 segna una svolta
significativa nella storia della chiesa primitiva. La persecuzione contro i
cristiani a Gerusalemme li costringe a disperdersi, portando il Vangelo in
nuove regioni. Questo capitolo evidenzia la resilienza della fede di fronte
all'opposizione, la potenza della predicazione e dei miracoli nel convertire i
cuori, e la gioia che ne deriva.
Analisi e commento versetto per versetto
1. Persecuzione e dispersione (Atti 8,1)
- La
lapidazione di Stefano scatena una violenta persecuzione contro la chiesa
di Gerusalemme.
- I
credenti, eccetto gli apostoli, si disperdono in Giudea e Samaria.
- Questa
dispersione non è una fuga impaurita, ma un'opportunità per diffondere il
Vangelo in nuove aree.
Insegnamento: La persecuzione può
essere un potente strumento per diffondere il Vangelo, costringendo i credenti
a condividere la loro fede con altri.
2. La sepoltura di Stefano (Atti 8,2)
- Saul,
il futuro apostolo Paolo, partecipa attivamente alla persecuzione.
- Uomini
pii seppellirono Stefano e fecero un grande lamento su di lui.
- La
morte di Stefano non è la fine, ma un seme per la crescita della chiesa.
Insegnamento: La fede e la pietà
trionfano anche di fronte alla morte. I credenti sono chiamati a sostenersi a
vicenda nei momenti difficili.
3. Saul perseguita la chiesa (Atti 8,3)
- Saul
infuria contro la chiesa, entrando nelle case e trascinando via uomini e
donne per imprigionarli.
- La
persecuzione non si limita a Gerusalemme, ma si estende ad altre città.
- Saul,
pur agendo con zelo religioso, è accecato dalla sua incomprensione del
Vangelo.
Insegnamento: Lo zelo religioso, se
non è guidato dalla conoscenza e dall'amore, può portare a gravi conseguenze.
4. I dispersi annunciano il Vangelo (Atti
8,4)
- I
credenti dispersi vanno di luogo in luogo annunciando la parola di Dio.
- La
persecuzione non li fa tacere, anzi li spinge a condividere il Vangelo con
ancora più fervore.
- La
diffusione del Vangelo non dipende da strutture o da leader, ma dalla
passione e dalla fedeltà di ogni credente.
Insegnamento: Ogni cristiano è
chiamato ad essere un testimone di Cristo nel mondo. La nostra fede non è
destinata a rimanere confinata tra le mura di una chiesa, ma a diffondersi in
ogni angolo della società.
5. Filippo in Samaria (Atti 8,5-8)
- Filippo,
uno dei sette diaconi, scende a Samaria e proclama il Cristo.
- La sua
predicazione è accompagnata da segni e miracoli, che attirano l'attenzione
e la fede del popolo samaritano.
- "Vi
fu grande gioia in quella città": la conversione e la fede portano
gioia e liberazione.
Insegnamento: La predicazione del
Vangelo, accompagnata dalla potenza dello Spirito Santo, può trasformare vite e
portare vera gioia. I miracoli, pur non essendo essenziali, possono confermare
la veracità del messaggio e attirare le persone a Cristo.
6. "Vi fu grande gioia in quella
città": quale?
Il testo non esplicita il nome della
città, ma si presume sia Samaria. La gioia indicata è:
- La
gioia della salvezza: i Samaritani sperimentano la liberazione dal peccato
e la riconciliazione con Dio.
- La
gioia della comunità: la fede in Cristo li unisce e crea una nuova
comunità di fratelli e sorelle.
- La
gioia della speranza: la conversione apre loro la porta alla vita eterna
in Cristo.
Insegnamenti per il credente oggi:
- La
persecuzione non deve farci tacere, ma spingerci a condividere la nostra
fede con ancora più coraggio.
- Ogni
credente è chiamato ad essere un testimone di Cristo nel mondo.
- La
predicazione del Vangelo, accompagnata dalla potenza dello Spirito Santo,
può trasformare vite e portare vera gioia.
- La
fede in Cristo ci unisce in una comunità di fratelli e sorelle.
- La
conversione ci apre la porta alla vita eterna in Cristo.
- Le sofferenze e le difficoltà possono essere trasformate in
opportunità per crescere nella fede e per testimoniare la nostra speranza
agli altri. La
persecuzione e le sfide che i credenti di Atti 8 affrontano non li
abbattono, ma li rafforzano nella fede e li spingono a condividere il
Vangelo con ancora più fervore. Allo stesso modo, i credenti di oggi sono
chiamati ad affrontare le difficoltà con coraggio e speranza, vedendo in
esse un'occasione per crescere nella loro relazione con Dio e per
testimoniare la sua potenza e il suo amore al mondo.
- La gioia del Vangelo è contagiosa. La "grande gioia" che
pervade la città di Samaria dopo la predicazione di Filippo è un segno
tangibile della potenza del Vangelo. La vera gioia non deriva dalle cose
materiali o dai successi effimeri, ma dalla fede in Gesù Cristo e dalla
speranza della vita eterna. I credenti di oggi sono chiamati a vivere e a
condividere questa gioia con gli altri, dimostrando che la fede cristiana
non è solo un insieme di dogmi e di regole, ma una fonte di vita e di
felicità autentica.
- L'unità della chiesa è fondamentale per la sua missione. La conversione dei Samaritani
rappresenta un passo importante verso l'abbattimento delle barriere tra
ebrei e gentili. La chiesa primitiva comprende che il Vangelo è destinato
a tutti gli uomini, senza distinzione di razza o di provenienza. I
credenti di oggi sono chiamati a superare le divisioni e a lavorare
insieme per l'unità del corpo di Cristo, testimoniando al mondo l'amore e
la misericordia di Dio che abbraccia tutti.
- I miracoli possono essere un potente strumento per la
diffusione del Vangelo. Sebbene
i miracoli non siano essenziali per la fede, essi possono giocare un ruolo
importante nell'attrarre l'attenzione delle persone e nel confermare la
veracità del messaggio cristiano. I credenti di oggi sono chiamati a
vivere una vita santa e fedele, che sia un miracolo continuo in grado di
testimoniare la potenza di Dio agli altri.
- La chiamata alla santità è
rivolta a tutti i credenti. La
storia di Filippo in Samaria ci ricorda che Dio chiama tutti i credenti
alla santità. Non importa la nostra posizione sociale o il nostro
background, ognuno di noi è chiamato a vivere una vita conforme alla
volontà di Dio. La santità non è un privilegio riservato a pochi, ma un
dovere e un'opportunità per ogni cristiano.
Conclusione
Atti 8,1-8 è un capitolo
ricco di insegnamenti preziosi per il credente di oggi. La persecuzione, la
dispersione, la predicazione del Vangelo, i miracoli, la conversione e la gioia
sono tutti elementi che ci ricordano la potenza del Vangelo e la nostra
chiamata a testimoniarlo al mondo. Viviamo con coraggio, speranza e gioia,
uniti nella fede e nell'amore, per essere strumenti di benedizione per gli
altri e per contribuire alla diffusione del regno di Dio sulla terra.
[Gemini]
Etichette: 10 insegnamenti, ANNUNCIO, chiesa, dispersione, Filippo, liberazione, minaccia, persecuzione, Samaria, Saul, sepoltura, Stefano, testimoni coraggiosi, unità e missione, vangelo
lunedì 15 aprile 2024
CRISTIANO - TESTIMONE, ACCUSATORE E MARTIRE
Atti 7,51-8,1 La lapidazione di Stefano, il primo provocatore cristiano
- Stefano
accusa il popolo, gli anziani e gli scribi di essere "duri di cuore e
di orecchie" e di "resistere allo Spirito Santo" (Atti
7,51).
- Cita la
storia del popolo d'Israele, mostrando come hanno sempre resistito a Dio e
ai suoi profeti, arrivando persino a uccidere Gesù (Atti 7,52-53).
- Rinfaccia
loro di aver ricevuto la Legge per mezzo degli angeli e di non averla
osservata (Atti 7,53).
Passi paralleli
- Deuteronomio
10,16: "Circoncidete dunque il vostro cuore e non indurite il vostro
collo"
- Matteo
23,29-32: Gesù accusa i capi religiosi del suo tempo di aver ucciso i
profeti e di essere quindi figli di coloro che li hanno uccisi
- Giacomo
4,6: "Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili"
Insegnamento 1: La verità, anche se
dura da sentire, va proclamata con coraggio, senza timore di chi ci ascolta.
Stefano non si lascia intimidire dal suo uditorio ostile e dice loro la verità,
anche se sa che questo potrebbe costargli caro.
2. Le reazioni furibonde contro Stefano
(Atti 7,54-57)
- Le
parole di Stefano provocano una forte reazione nel suo uditorio: "Si
infuriarono grandemente e digrignavano i denti contro di lui" (Atti
7,54).
- Si
tappano le orecchie e si scagliano contro Stefano con violenza (Atti
7,56-57).
Passi paralleli
- Esodo
32,19-20: Mosè scende dal monte Sinai con le tavole della Legge e trova il
popolo che adora un vitello d'oro. Adirato, getta le tavole a terra e
distrugge il vitello.
- Atti
18,6-7: Paolo predica a Corinto e alcuni Giudei si infuriano contro di lui
e lo insultano.
Insegnamento 2: La verità può
suscitare rabbia e ostilità in chi la ascolta. È importante essere preparati ad
affrontare queste reazioni con pazienza e fermezza, senza farsi intimidire.
3. La lapidazione di Stefano e la presenza
di Saulo (Atti 7,58-60)
- Stefano
viene trascinato fuori dalla città e lapidato.
- Tra
coloro che sono presenti alla lapidazione c'è anche Saulo, che in seguito
diventerà l'apostolo Paolo (Atti 7,58).
- Stefano,
mentre viene lapidato, prega per i suoi persecutori: "Signore, non
imputare loro questo peccato" (Atti 7,60).
Passi paralleli
- Deuteronomio
13,10: "Non acconsentire e non aver pietà di lui, non risparmiarlo e
non coprirlo. Ma tu stesso per primo lo lapiderai e poi tutto il popolo
dopo di te"
- Matteo
5,44: "Ma io vi dico: amate i vostri nemici, benedite
coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano e pregate
per quelli che vi insultano e vi perseguitano"
Insegnamento 3: Anche di fronte alla
persecuzione e alla violenza, il cristiano è chiamato ad amare i suoi nemici e
a perdonare coloro che gli fanno del male. Stefano, con la sua preghiera di
perdono, ci insegna che la vera forza del cristiano non sta nella violenza, ma
nell'amore.
4. La morte di Stefano (Atti 7,60)
- Stefano
muore invocando il nome di Gesù e pregando per il perdono dei suoi
persecutori.
- La sua
morte è un segno di grande fede e coraggio.
Passi paralleli
- Luca
23,46: Gesù, mentre viene crocifisso, esclama: "Padre, perdona loro,
perché non sanno quello che fanno"
- 1
Giovanni 3,16: "In questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la
sua vita per noi; e noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli"
Insegnamento 4: La
morte di Stefano ci ricorda
- La
morte di Stefano ci ricorda che la fede in Gesù Cristo può condurre al
martirio. Come
Stefano, anche noi potremmo essere chiamati a soffrire per la nostra fede.
Tuttavia, dobbiamo ricordare che la vera vittoria non è di questo mondo,
ma è la vita eterna con Dio.
- La
morte di Stefano ci ricorda il potere del perdono. Stefano, anche di fronte alla
morte, prega per il perdono dei suoi persecutori. Questo ci insegna che il
perdono è l'unica vera arma che abbiamo contro il male.
- La
morte di Stefano ci ricorda che la persecuzione non può fermare il
Vangelo. La
morte di Stefano non ha fatto altro che diffondere la parola di Dio ancora
di più. Questo ci insegna che il Vangelo è una forza potente che non può
essere fermata da nulla.
Insegnamento 5: Stefano è un esempio
da seguire per tutti i cristiani che sono chiamati a testimoniare la loro fede
in un mondo ostile. La sua storia ci incoraggia a non aver paura di parlare la
verità, anche quando è difficile, e ad amare i nostri nemici, anche quando ci
perseguitano.
Insegnamento 6: La morte di Stefano
ci dà speranza per il futuro. Se anche Stefano, pur essendo un semplice uomo,
ha potuto vincere la morte con la sua fede, allora anche noi possiamo farlo. La
sua storia ci insegna che la vita eterna con Dio è alla nostra portata, se siamo
disposti a seguirlo fino alla fine.
Conclusione
La lapidazione di Stefano è un evento
tragico, ma è anche una storia di grande fede, coraggio e amore. La storia di
Stefano ci ispira ad essere cristiani migliori e a vivere la nostra fede con
autenticità e radicalità.
[Gemini]
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domenica 14 aprile 2024
CRISTIANO - PROVOCATORE DELLE ISTITUZIONI RELIGIOSE
Atti 6,9. Analisi storico-biblica
Sinagoghe a Gerusalemme
Il versetto 9 di Atti 6 menziona la
"sinagoga dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della
Cilicia e dell'Asia". Non è chiaro se si tratti di una singola sinagoga
con diverse sezioni per ogni gruppo etnico, o di sinagoghe separate vicine tra
loro.
- Sinagoga
unica
- Argomenti
a favore:
- Il
testo greco usa un singolare ("sinagoga"), che potrebbe
indicare un unico luogo di culto.
- La
gestione comune del servizio di assistenza alle vedove (v. 1-6)
suggerisce una certa unità.
- Sinagoghe
multiple
- Argomenti
a favore:
- L'elencazione
di cinque gruppi distinti potrebbe indicare sinagoghe separate.
- La
presenza di sinagoghe multiple per gruppi etnici specifici era comune a
Gerusalemme.
L'ubicazione esatta rimane incerta. Si
ipotizza che fosse situata nel quartiere ebraico della città di Gerusalemme,
vicino al tempio.
I gruppi menzionati
- Liberti: Ebrei liberati dalla
schiavitù, probabilmente a Roma o in altre città dell'Impero Romano.
- Cirenei: Ebrei provenienti dalla
Cirenaica, regione nord-orientale dell'Africa, attuale Libia.
- Alessandrini: Ebrei provenienti da
Alessandria d'Egitto, importante centro della diaspora ebraica.
- Cilicia
e Asia: Ebrei
provenienti da queste province romane dell'Asia Minore.
Saul nel martirio di Stefano
Atti 7,58 riporta che Saul era presente
durante la lapidazione di Stefano. Non è chiaro se fosse tra i suoi lapidatori,
ma il suo consenso all'azione è implicito (v. 59).
Contesto di Atti 6, 7 e 8,1.
Questi capitoli descrivono la crescita
della chiesa primitiva a Gerusalemme e le tensioni con i giudei. La lapidazione
di Stefano è un evento chiave che segna l'inizio della persecuzione dei
cristiani.
Stefano e Saul della Diaspora
Sebbene entrambi provenissero dalla
Diaspora, le loro esperienze erano diverse. Stefano era un ebreo ellenista
integrato nella cultura greca, mentre Saul era un fariseo fervente legato alle
tradizioni ebraiche.
Nemicizia tra Stefano e Saul
Le ragioni precise della loro inimicizia
non sono esplicite. Le differenze di background e la diversa interpretazione
del messaggio di Gesù potrebbero aver contribuito alla tensione.
Stefano provocatore?
Il discorso di Stefano in Atti 7,
contenente una critica al tempio e alla legge di Mosè, può essere visto come
provocatorio per i giudei ortodossi come Saul. Tuttavia, le sue intenzioni non
erano di incitare alla violenza, ma di proclamare la verità del vangelo.
Conclusione
Atti 6,9 offre una finestra sulla
comunità ebraica diversificata di Gerusalemme nel primo secolo d.C. La storia
del martirio di Stefano evidenzia le tensioni tra i primi cristiani e i giudei,
mentre la figura di Stefano incarna il coraggio di chi professa la propria
fede di fronte all'opposizione.
I Liberti nella
sinagoga di Atti 6,9 - un approfondimento storico
Chi erano i Liberti?
I Liberti, menzionati in Atti 6,9, erano
ebrei liberati dalla schiavitù, principalmente a Roma o in altre città
dell'Impero Romano. Potevano provenire da diverse regioni e background
socio-economici. La loro condizione variava: alcuni avevano ottenuto la libertà
dopo aver prestato servizio presso famiglie romane abbienti, altri avevano
acquistato la propria libertà con il lavoro o grazie a riscatti.
Quanti ebrei erano a Roma?
La stima del numero di ebrei a Roma nel
primo secolo d.C. è incerta, con ipotesi che oscillano tra le 10.000 e le
50.000 unità. Rappresentavano una porzione significativa della popolazione
romana, godendo di una certa autonomia e di una fiorente vita culturale e
religiosa.
Da chi erano stati liberati?
La maggior parte dei Liberti era stata
schiavizzata durante le conquiste romane in tutto il Mediterraneo, specialmente
in Medio Oriente e nell'area mediterranea orientale. La schiavitù era un
fenomeno comune nell'antichità, e molti ebrei finirono per essere venduti come
schiavi, spesso in seguito a guerre o conflitti.
In che periodo storico siamo?
Atti 6,9 si colloca intorno al 30 d.C.,
durante il regno dell'imperatore Tiberio. Si tratta di un periodo di relativa
pace e prosperità per l'Impero Romano, ma anche di tensioni tra la comunità
ebraica e le autorità romane.
La sinagoga dei Liberti
La sinagoga menzionata in Atti 6,9 era
un luogo di culto e di aggregazione per i Liberti di Roma. Probabilmente
rifletteva la loro comune esperienza di schiavitù e la ricerca di identità e
coesione nella nuova realtà romana.
Considerazioni aggiuntive
- La
condizione di Liberto era complessa e variava da individuo a individuo.
Alcuni ottenevano la piena cittadinanza romana, mentre altri rimanevano
legati ai loro ex padroni o erano sottoposti a limitazioni giuridiche.
- La
schiavitù e la liberazione degli schiavi erano fenomeni comuni nel mondo
antico e avevano un impatto significativo sulla vita e sulla società delle
persone coinvolte.
- La comunità ebraica di Roma era eterogenea e comprendeva persone di diversa estrazione sociale e provenienza geografica.
[Gemini]
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venerdì 12 aprile 2024
PRIMATO DI PAROLA E PREGHIERA APOSTOLICA
Atti 6,1-7. Il servizio della parola, della preghiera e delle mense
Commento con Passi
Biblici Paralleli di Atti 6,1-6: Sei Messaggi per il Lettore Credente
Testo
Fratelli, scegliete
tra di voi sette uomini di buona fama, pieni di Spirito Santo e di sapienza, ai
quali affideremo questo compito. Noi invece ci dedicheremo assiduamente alla
preghiera e al servizio della parola. La proposta piacque a tutta l'assemblea e
scelsero Stefano, un uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro,
Nicanore, Timone e Parmena, e Nicola, un prosélito di Antiochia. Li
presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani.
(Atti 6,2-4)
Passi Biblici Paralleli
- Esodo
18,17-24: Jetro
consiglia Mosè di scegliere aiutanti per dividere il carico di lavoro.
- Numeri
11,16-30: Mosè
sceglie 70 anziani per aiutarlo a guidare il popolo.
- Deuteronomio
1,15-18: Mosè
sceglie capi per ogni tribù.
- Atti
1,15-26: Mattia
viene scelto per prendere il posto di Giuda Iscariota tra gli apostoli.
- 1
Timoteo 3,1-13:
Qualità richieste per gli anziani e i diaconi.
- 1
Pietro 4,10-11: Ogni
credente ha il dono da mettere a servizio della comunità.
Sei Messaggi per il Lettore Credente
1. L'importanza del discernimento nella
scelta dei leader: La comunità primitiva cristiana sceglie i diaconi con cura, ricercando
uomini di buona fama, pieni di Spirito Santo e di sapienza. Questo ci insegna
che la scelta dei leader nella Chiesa è una questione importante che richiede
discernimento e preghiera. (Atti 6,3; 1 Timoteo 3,1-13)
2. La collaborazione tra ministeri
diversi: Gli apostoli si dedicano alla preghiera e al servizio della parola, mentre
i diaconi si occupano del servizio ai tavoli. Questo modello evidenzia
l'importanza della collaborazione tra ministeri diversi per il bene della
comunità. (Atti 6,2-4)
3. Lo Spirito Santo guida la Chiesa: La scelta dei diaconi
avviene sotto la guida dello Spirito Santo. Questo ci ricorda che lo Spirito
Santo è sempre presente e attivo nella Chiesa e guida il suo popolo nelle sue
decisioni. (Atti 6,3,5-6)
4. L'importanza dei laici nel servizio
ecclesiale: I diaconi sono laici scelti per servire la comunità. Questo ci insegna che
tutti i battezzati sono chiamati a svolgere un ruolo attivo nella Chiesa,
usando i doni che Dio ha loro dato. (Atti 6,1-7)
5. L'apertura a nuove forme di servizio: La scelta dei diaconi
è una nuova forma di servizio che emerge in risposta alle esigenze della
comunità. Questo ci insegna che la Chiesa è aperta a nuove forme di servizio
per rispondere alle sfide dei tempi. (Atti 6,1-6)
6. L'importanza della diversità nella
Chiesa: I diaconi provengono da contesti diversi e hanno esperienze diverse.
Questo ci ricorda che la Chiesa è una comunità ricca di diversità, e che questa
diversità è una risorsa preziosa. (Atti 6,5)
Conclusione
Il brano di Atti 6,2-4 ci offre un
modello di servizio ecclesiale basato sul discernimento, la collaborazione, la
guida dello Spirito Santo, il coinvolgimento dei laici, l'apertura a nuove
forme di servizio e l'apprezzamento della diversità. Questo modello è ancora
attuale oggi e può ispirare le nostre comunità a vivere un servizio ecclesiale
sempre più efficace e fedele al Vangelo.
Ricordiamo che la lettura e la
meditazione della Parola di Dio, in particolare di passi come Atti 6,2-4,
possono aiutarci a crescere nella nostra fede e a comprendere meglio il nostro
ruolo nella Chiesa.
MINISTERO DELLA PAROLA E DELLA PREGHIERA DEGLI APOSTOLI
Testo
- Atti
6,2:
"Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire
alle mense."
- Atti
6,4:
"Noi invece ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della
Parola."
Passi Paralleli
- Matteo
28,19-20: Gesù
affida agli apostoli la missione di insegnare e battezzare tutte le genti.
- Marco
16,15-16: Gesù
affida agli apostoli la missione di predicare il Vangelo a tutta la
creazione.
- Luca
24,46-49: Gesù
apre la mente dei discepoli all'intelligenza delle Scritture e li manda a
predicare il pentimento e il perdono dei peccati in suo nome.
- Giovanni
14,26: Lo
Spirito Santo insegnerà agli apostoli ogni cosa e ricorderà loro tutto ciò
che Gesù ha detto loro.
- Atti
1,8: Gesù
promette agli apostoli che riceveranno la potenza dello Spirito Santo per
essere suoi testimoni a Gerusalemme, in tutta Giudea, Samaria e fino agli
estremi della terra.
Sei insegnamenti per i missionari o apostoli nelle chiese cristiane di oggi
- Priorità
alla Parola di Dio: La predicazione e l'insegnamento della Parola di Dio sono al centro
del ministero apostolico. Come gli apostoli, i missionari e gli apostoli
di oggi sono chiamati a proclamare il Vangelo di Gesù Cristo a tutte le
persone. (Atti 6,2; Matteo 28,19-20; Marco 16,15-16)
- Potere
dello Spirito Santo: Il ministero della Parola è reso possibile dalla potenza dello
Spirito Santo. I missionari e gli apostoli di oggi devono invocare lo
Spirito Santo e lasciarsi guidare da lui nella loro predicazione e nel
loro insegnamento. (Atti 1,8; Giovanni 14,26)
- Fedeltà
al Vangelo: La
predicazione dei missionari e degli apostoli deve essere fedele al
messaggio originale del Vangelo di Gesù Cristo. Non devono diluire il
messaggio o adattarlo alle mode del tempo, ma devono proclamare la verità
del Vangelo con coraggio e senza compromessi. (Atti 6,4)
- Testimonianza
della Risurrezione: Gli apostoli furono testimoni oculari della morte e risurrezione di
Gesù, e questo è il fondamento della loro autorità a predicare il Vangelo.
I missionari e gli apostoli di oggi devono anch'essi essere testimoni di
Gesù Cristo, sia con le loro parole che con la loro vita. (Atti 1,22)
- Unità
nella diversità: Gli
apostoli provenivano da contesti diversi e avevano esperienze diverse, ma
erano uniti nella loro fede in Gesù Cristo e nella loro missione di
predicare il Vangelo. I missionari e gli apostoli di oggi devono anch'essi
essere uniti nella fede e nella missione, pur provenendo da contesti
culturali e sociali diversi. (Atti 6,5)
- Servizio
all'intera comunità: Il ministero della Parola non è riservato a pochi eletti, ma è al
servizio di tutta la comunità cristiana. I missionari e gli apostoli di
oggi devono coinvolgere tutti i membri della comunità nella lettura, nella
meditazione e nella proclamazione della Parola di Dio. (Atti 6,1-7)
Conclusione
Il brano di Atti 6,2.4 ci offre un
modello prezioso per il ministero della Parola e della preghiera degli apostoli
e dei missionari. Ricordando che la predicazione del Vangelo è prioritaria, che
è resa possibile dallo Spirito Santo, che deve essere fedele al messaggio
originale, che si basa sulla testimonianza della risurrezione, che richiede
unità nella diversità e che è al servizio di tutta la comunità, possiamo trarre
ispirazione da questo brano per vivere e annunciare il Vangelo con rinnovato
vigore nel mondo di oggi.
[Gemini]
- Passi paralleli ad At 6,2: Es 18,17; Nm. 11,11; Dt 1,9; Ne 6,3; At 4,19; 21,22; 25,27; 2Tm 2,4.
- Passi paralleli ad At 6,4: At 1,14; 2,42; 13,2-3; 20,19; Rm 1,9-10; 12,6; 1Cor 9,16; Ef 1,15; 3,14; Fil 1,4.9; Col 1,9; 2,1; 4,12.17; 1Tm 4,13; 2Tm 4,2.
Etichette: diaconi, Ebrei, Filippo, greci, i Dodici, ministero, Nicanore, Nicola, organizzazione, Parmena, parola, preghiera, priorità, Procoro, risurrezione, Spirito Santo, Stefano, testimonianza, Timone
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