lunedì 15 aprile 2024
CRISTIANO - TESTIMONE, ACCUSATORE E MARTIRE
Atti 7,51-8,1 La lapidazione di Stefano, il primo provocatore cristiano
- Stefano
accusa il popolo, gli anziani e gli scribi di essere "duri di cuore e
di orecchie" e di "resistere allo Spirito Santo" (Atti
7,51).
- Cita la
storia del popolo d'Israele, mostrando come hanno sempre resistito a Dio e
ai suoi profeti, arrivando persino a uccidere Gesù (Atti 7,52-53).
- Rinfaccia
loro di aver ricevuto la Legge per mezzo degli angeli e di non averla
osservata (Atti 7,53).
Passi paralleli
- Deuteronomio
10,16: "Circoncidete dunque il vostro cuore e non indurite il vostro
collo"
- Matteo
23,29-32: Gesù accusa i capi religiosi del suo tempo di aver ucciso i
profeti e di essere quindi figli di coloro che li hanno uccisi
- Giacomo
4,6: "Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili"
Insegnamento 1: La verità, anche se
dura da sentire, va proclamata con coraggio, senza timore di chi ci ascolta.
Stefano non si lascia intimidire dal suo uditorio ostile e dice loro la verità,
anche se sa che questo potrebbe costargli caro.
2. Le reazioni furibonde contro Stefano
(Atti 7,54-57)
- Le
parole di Stefano provocano una forte reazione nel suo uditorio: "Si
infuriarono grandemente e digrignavano i denti contro di lui" (Atti
7,54).
- Si
tappano le orecchie e si scagliano contro Stefano con violenza (Atti
7,56-57).
Passi paralleli
- Esodo
32,19-20: Mosè scende dal monte Sinai con le tavole della Legge e trova il
popolo che adora un vitello d'oro. Adirato, getta le tavole a terra e
distrugge il vitello.
- Atti
18,6-7: Paolo predica a Corinto e alcuni Giudei si infuriano contro di lui
e lo insultano.
Insegnamento 2: La verità può
suscitare rabbia e ostilità in chi la ascolta. È importante essere preparati ad
affrontare queste reazioni con pazienza e fermezza, senza farsi intimidire.
3. La lapidazione di Stefano e la presenza
di Saulo (Atti 7,58-60)
- Stefano
viene trascinato fuori dalla città e lapidato.
- Tra
coloro che sono presenti alla lapidazione c'è anche Saulo, che in seguito
diventerà l'apostolo Paolo (Atti 7,58).
- Stefano,
mentre viene lapidato, prega per i suoi persecutori: "Signore, non
imputare loro questo peccato" (Atti 7,60).
Passi paralleli
- Deuteronomio
13,10: "Non acconsentire e non aver pietà di lui, non risparmiarlo e
non coprirlo. Ma tu stesso per primo lo lapiderai e poi tutto il popolo
dopo di te"
- Matteo
5,44: "Ma io vi dico: amate i vostri nemici, benedite
coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano e pregate
per quelli che vi insultano e vi perseguitano"
Insegnamento 3: Anche di fronte alla
persecuzione e alla violenza, il cristiano è chiamato ad amare i suoi nemici e
a perdonare coloro che gli fanno del male. Stefano, con la sua preghiera di
perdono, ci insegna che la vera forza del cristiano non sta nella violenza, ma
nell'amore.
4. La morte di Stefano (Atti 7,60)
- Stefano
muore invocando il nome di Gesù e pregando per il perdono dei suoi
persecutori.
- La sua
morte è un segno di grande fede e coraggio.
Passi paralleli
- Luca
23,46: Gesù, mentre viene crocifisso, esclama: "Padre, perdona loro,
perché non sanno quello che fanno"
- 1
Giovanni 3,16: "In questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la
sua vita per noi; e noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli"
Insegnamento 4: La
morte di Stefano ci ricorda
- La
morte di Stefano ci ricorda che la fede in Gesù Cristo può condurre al
martirio. Come
Stefano, anche noi potremmo essere chiamati a soffrire per la nostra fede.
Tuttavia, dobbiamo ricordare che la vera vittoria non è di questo mondo,
ma è la vita eterna con Dio.
- La
morte di Stefano ci ricorda il potere del perdono. Stefano, anche di fronte alla
morte, prega per il perdono dei suoi persecutori. Questo ci insegna che il
perdono è l'unica vera arma che abbiamo contro il male.
- La
morte di Stefano ci ricorda che la persecuzione non può fermare il
Vangelo. La
morte di Stefano non ha fatto altro che diffondere la parola di Dio ancora
di più. Questo ci insegna che il Vangelo è una forza potente che non può
essere fermata da nulla.
Insegnamento 5: Stefano è un esempio
da seguire per tutti i cristiani che sono chiamati a testimoniare la loro fede
in un mondo ostile. La sua storia ci incoraggia a non aver paura di parlare la
verità, anche quando è difficile, e ad amare i nostri nemici, anche quando ci
perseguitano.
Insegnamento 6: La morte di Stefano
ci dà speranza per il futuro. Se anche Stefano, pur essendo un semplice uomo,
ha potuto vincere la morte con la sua fede, allora anche noi possiamo farlo. La
sua storia ci insegna che la vita eterna con Dio è alla nostra portata, se siamo
disposti a seguirlo fino alla fine.
Conclusione
La lapidazione di Stefano è un evento
tragico, ma è anche una storia di grande fede, coraggio e amore. La storia di
Stefano ci ispira ad essere cristiani migliori e a vivere la nostra fede con
autenticità e radicalità.
[Gemini]
Etichette: accusa, autenticità, coraggio, fede e martirio, lapidazione, morte, parresia, perdono, persecuzione e vangelo, potere, preghiera, radicalità, Stefano, testimone
giovedì 14 marzo 2024
IL GIUSTO È CONTRADDETTO E RIGETTATO COME CRISTO
Sapienza 2,12-22, il giusto e gli empi - alla luce del Nuovo Testamento
Il brano del Libro della Sapienza 2,12-22 descrive la
mentalità dei peccatori che complottano contro il giusto. Lo considerano un
ostacolo e una condanna del loro stile di vita, e per questo decidono di
eliminarlo.
Riflessione alla luce del Nuovo Testamento
La vicenda di Gesù Cristo nel Nuovo Testamento offre
una drammatica illustrazione di questo brano. I capi religiosi e le autorità
del tempo, considerati i "dotti" e gli "intelligenti", si
sentirono minacciati dagli insegnamenti e dalle opere di Gesù. Lo accusarono di
blasfemia e lo condannarono a morte.
Paralleli con il testo
- "Tendiamo un agguato al giusto,
perché ci è molesto e si oppone alle nostre opere" (Sap 2,12): I capi religiosi
e le autorità del tempo vedevano Gesù come una minaccia al loro potere e
alla loro autorità.
- "Condanniamolo ad una morte
infame, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà" (Sap
2,20): Gesù fu condannato a morte ingiustamente,
nonostante la sua innocenza.
- "Hanno pensato così, ma si sono
sbagliati; la loro malizia li ha accecati" (Sap 2,21): I nemici di Gesù
non hanno compreso la sua vera natura e il suo messaggio di salvezza.
Significato per noi
La storia di Gesù ci insegna che la giustizia e la
verità possono essere perseguitate, anche da persone che dovrebbero difenderle.
Ci ricorda anche che la fede in Dio può essere motivo di sofferenza e di
persecuzione.
Conclusione
Il brano del Libro della Sapienza 2,12-22 trova una
tragica e profetica realizzazione nella vicenda di Gesù Cristo. La sua morte,
però, non è stata l'ultima parola. È risorto dai morti, dimostrando la vittoria
del bene sul male e della vita sulla morte.
Altri spunti di riflessione
- Come possiamo essere testimoni della giustizia e
della verità nel mondo di oggi?
- Come possiamo affrontare la persecuzione e la
sofferenza per la nostra fede?
- Come possiamo avere la stessa fiducia di Gesù
nella risurrezione?
Risorse per approfondire
- Vangelo secondo Matteo 26-27
- Vangelo secondo Marco 14-15
- Vangelo secondo Luca 22-23
- Vangelo secondo Giovanni 18-19; leggi già Gv
7,1-30
- Lettera ai Filippesi 2,6-11
Profilo del giusto e dei malvagi in Sapienza 2,12-22
Il Libro della Sapienza 2,12-22 dipinge un
quadro chiaro del conflitto tra i giusti e i malvagi, sebbene non nomini
individui specifici. Analizziamo le caratteristiche di ciascuno:
I malvagi:
·
Motivati dall'Egoismo (v. 12): Vedono i giusti come un "fastidio" perché le loro
buone azioni mettono in luce la malvagità delle loro stesse azioni.
·
Affamati di potere (v. 12): Si
sentono minacciati dai giusti, percependoli come una sfida alla loro autorità e
al loro controllo.
·
Ingannevoli (v. 13): complottano e tramano per sbarazzarsi
dei giusti, possibilmente dipingendoli negativamente per ottenere il sostegno
pubblico per le loro azioni.
·
Violenti (v. 12, 20): Ricorrono alla violenza, cercando
di eliminare i giusti attraverso "trappole" e una "morte
ignobile".
·
Cechi alla verità (v. 21): La
loro malizia li rende ciechi alla vera natura dei giusti e al valore che
apportano.
I Giusti:
·
Difendono i valori morali (v. 12): Le loro azioni sono in contrasto con quelle malvagie,
rappresentando bontà e giustizia.
·
Sono una minaccia allo Status Quo (v. 12): La loro presenza sfida i sistemi corrotti e le pratiche dei
malvagi.
·
Sono potentemente schietti e franchi (v. 13): I malvagi potrebbero percepire le loro dichiarazioni come una
condanna delle loro vie.
·
Sono l’obiettivo di persecuzioni (v. 12, 20): Affrontano la sofferenza e la potenziale morte a causa
del loro impegno per la rettitudine.
·
Fiducia in Dio (v. 20):
Nonostante la persecuzione, credono che Dio alla fine li vendicherà.
Profilo contestuale
Questo passaggio può essere applicato a varie
situazioni nel corso della storia in cui i virtuosi sono ostracizzati o
perseguitati da coloro che detengono il potere e danno priorità al guadagno
personale. Ecco alcuni esempi biblici:
Profeti contro re: Profeti come
Elia e Amos spesso sfidavano le pratiche corrotte dei re, portando alla
persecuzione (ad esempio, 1 Re 19, Amos 7).
I primi cristiani:
- Rappresentati dagli apostoli Pietro e Giovanni.
- Predicano la resurrezione e gli insegnamenti di
Gesù.
- Attirano un vasto seguito (circa 5.000 credenti
secondo Atti 4,4).
Le autorità ebraiche:
- Principalmente sacerdoti, sadducei e il capo
della guardia del tempio (Atti 4,1).
- Infastiditi dagli insegnamenti cristiani, in
particolare dalla resurrezione, in cui alcuni, come i sadducei, non
credevano.
- Si sentivano minacciati dal crescente movimento
cristiano e dalla sua potenziale capacità di sovvertire l'ordine religioso
stabilito.
Il conflitto:
- Le autorità arrestarono Pietro e Giovanni per
aver predicato pubblicamente Gesù (Atti 4,1-3).
- Durante l'interrogatorio, Pietro proclamò con
coraggio che Gesù era il Messia e l'unica fonte di salvezza (Atti 4,8-12).
- Le autorità, incapaci di confutare il messaggio
degli apostoli e timorose di una reazione popolare negativa, alla fine li
rilasciarono con un avvertimento (Atti 4,13-23).
Questo conflitto in Atti 4 evidenzia la crescente
tensione tra i primi cristiani e il giudaismo consolidato. Mentre alcuni ebrei
si convertirono al cristianesimo, molti altri vedevano il nuovo movimento come
una minaccia. Questa tensione sarebbe continuata e avrebbe portato a una
separazione più significativa tra le due fedi.
Alcuni punti aggiuntivi da considerare
- I primi cristiani spesso si consideravano
continuatori della vera tradizione del giudaismo, adorando l'unico Dio e
seguendo gli insegnamenti dei profeti.
- Tuttavia, la loro fede in Gesù come Messia e
nella sua resurrezione era un punto di disaccordo fondamentale con il
giudaismo mainstream.
- Atti descrive le autorità ebraiche con un misto di
motivazioni. Mentre alcuni erano sinceramente preoccupati di mantenere
l'ordine religioso, altri potrebbero essere stati spinti da gelosia
personale o dalla paura di perdere la loro influenza.
[Gemini]
Etichette: cecità alla verità, egoismo, fiducia, Figlio di Dio, franchezza, giustizia, inganno, obbedienza a Dio, potere, profilo del giusto, profilo del malvagio, provazione, status quo, violenza
giovedì 24 settembre 2020
Luca 9,1-6: Gesù mandò i Dodici ad annunciare il regno di Dio. Nient'altro.
Presento 7 parole chiave, in greco, con trascrizione fonetica di ciascuna. -
Le
parole sono state scelte arbitrariamente, ma a partire dal senso generale della
pericope che in tal modo intendo spiegare. -
Le 7 parole sono nei 6 versetti di Lc 9,1-6. - In Lc 9,3, le parole da me scelte sono due:
ἄρτος/ártos, "pane" e - ἀργύριον/argýrion, "denaro"
Scopo della lezione è imparare a fare meglio la ricerca in greco e in ebraico; ad allineare un risultato con un altro; ad apprendere comparando, quindi un vocabolario di parole fondamentali alla comprensione del Nuovo Testamento.
- Scopo secondario è imparare anche a tradurre dal greco a qualsiasi lingua moderna e viceversa con il metodo dell'allineamento.
Le
parole, che impari in questa lezione, anche a leggere oltre che a capire
contestualmente, sono 7:
1. ἐξουσία/exousía: "potere, autorità"
2. ἀποστέλλω/apostéllō: "mandare, inviare" cfr. "apostolo", "apostolato", "epistola" o "missiva"
3. ἄρτος/ártos: "pane"
4. ἀργύριον/argýrion: "denaro" "argento"
5. οἰκία/oikía: "casa"
6. δέχομαι/déchomai: "ricevere, accogliere"
7. εὐαγγελίζω/euangelízō: "evangelizzare, annunziare il vangelo"
Etichette: casa, denaro, evangelizzare. Luke 9:1-6, pane, potere, ἀργύριον, ἄρτος, δέχομαι, ἐξουσία, εὐαγγελίζω, οἰκία
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