martedì 7 maggio 2024

 

DISCORSO DI PAOLO ALL'AREOPAGO

 

Atti 17,22-34. DISCORSO DI PAOLO AD ATENE
Temi importanti per il cristiano e per il ricercatore della verità

Video Lettura

Per il credente in Cristo

Per il filosofo

In sintesi, Atti 17,22-34 presenta un messaggio che risuona sia con il lettore credente in Cristo che con il filosofo. Per il credente, offre una conferma e un approfondimento della propria fede, mentre per il filosofo propone una sfida intellettuale e un invito a considerare una nuova prospettiva sulla realtà.

NOTA STORICA

Il termine greco "Areopago" appare una sola volta nella Bibbia, nel libro degli Atti degli Apostoli (17,19.22). La parola greca per Areopago è "Άρειος Πάγος" (Areios Pagos).

L'etimologia del termine "Areopago" è incerta. Le due ipotesi principali sono:

Indipendentemente dalla sua precisa etimologia, il termine "Areopago" era utilizzato per indicare il prestigioso consiglio ateniese che svolgeva funzioni politiche, giudiziarie e religiose.

Curiosità

All'epoca della visita di Paolo Apostolo ad Atene, avvenuta intorno al 50 d.C., l'Areopago era frequentato da un gruppo eterogeneo di individui:

Membri

Altri partecipanti

È importante sottolineare che la composizione esatta dell'Areopago variava nel tempo, in base alle fluttuazioni politiche e sociali di Atene. Tuttavia, la descrizione sopraccitata offre una panoramica generale di chi frequentava l'Areopago al tempo della visita di Paolo Apostolo.

Tra i membri più noti dell'Areopago c'erano stati

Durante la sua visita ad Atene, Paolo Apostolo si rivolse all'Areopago con un celebre discorso nel quale presentava il Cristianesimo ai filosofi ateniesi. Questo discorso, riportato negli Atti degli Apostoli (17, 22-34), rappresenta un affascinante incontro tra due culture e due modi di pensare. 

NOTA SECONDA

Nel discorso di Paolo all'Areopago di Atene (Atti 17,28), la frase "perché di lui anche noi siamo stirpe" è una citazione che non viene attribuita a un singolo poeta, ma piuttosto a una pluralità di fonti letterarie e filosofiche greche conosciute all'epoca.

L'idea che l'uomo abbia una discendenza divina era infatti diffusa nel mondo greco e si ritrova in diverse opere di autori differenti. Tra le possibili fonti a cui Paolo potrebbe aver fatto riferimento, gli studiosi ipotizzano:

È importante sottolineare che Paolo non cita esplicitamente nessuno di questi autori, né intende avallare tutte le loro idee. Egli utilizza la loro concezione di una discendenza divina come punto di partenza per presentare il Dio cristiano, il creatore e signore di tutte le cose, che invita gli uomini a riconoscere e ad adorare.

L'obiettivo di Paolo non è quello di addentrarsi in un dibattito filosofico sulle origini dell'uomo, ma piuttosto di annunciare la buona novella del Vangelo e di invitare gli Ateniesi alla conversione. La citazione dei poeti greci serve come ponte per collegare la loro cultura e le loro credenze con il messaggio cristiano, mostrando come la ricerca della verità e del senso della vita possa trovare compimento in Gesù Cristo.

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sabato 6 aprile 2024

 

ACQUA E SANGUE - LO SPIRITO È LA VERITÀ

 

1 Giovanni 5,6. "Colui che è venuto con acqua e sangue"

Video Lezione

Contesto

L'apostolo Giovanni scrive questa lettera ai cristiani per rafforzare la loro fede in Gesù Cristo come Figlio di Dio e per incoraggiarli a vivere una vita santa. In questo versetto specifico, Giovanni si concentra sulla testimonianza di Gesù Cristo, che egli descrive come "colui che è venuto con acqua e sangue".

1. "Colui che è venuto con acqua e sangue"

2. "Non con l'acqua soltanto"

3. "È lo Spirito che dà testimonianza"

Interpretazione

Conclusione

In 1 Giovanni 5,6, Giovanni offre una ricca descrizione di Gesù Cristo come colui che ha portato la salvezza all'umanità attraverso il suo sacrificio di amore. L'acqua e il sangue sono simboli potenti che ci ricordano la grazia di Dio e la nostra chiamata a vivere una vita nuova in Cristo.

Altri spunti di riflessione

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venerdì 29 marzo 2024

 

ANALISI DEL PASSIO SECONDO GIOVANNI

 

Giovanni 18-19 - Analisi della Passione e Morte di Gesù

Video Lezione

Particolarità rispetto ai Sinottici

1. Processo davanti a Pilato

  • Maggiore enfasi sul ruolo di Pilato: Giovanni lo presenta come più indeciso e combattuto, mostrando il suo tentativo di scagionare Gesù.
  • Dialogo filosofico tra Gesù e Pilato: Gesù afferma la sua regalità spirituale, mentre Pilato si interroga sulla verità.
  • Assenza del rimprovero di Erode a Pilato.

2. Crocifissione

  • Presenza di Maria e del discepolo amato ai piedi della croce.
  • Gesù affida Maria al discepolo amato.
  • Le sette parole di Gesù sulla croce sono diverse da quelle dei sinottici.
  • Gesù muore pronunciando la parola "τετέλεσται" ("è compiuto").

3. Sepoltura

  • Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo seppelliscono Gesù insieme.
  • Giovanni menziona la lancia che trafigge il costato di Gesù.

Differenze tra i Sinottici

  • Matteo e Marco si concentrano maggiormente sugli eventi della Passione e Morte, mentre Luca dedica più spazio alla sofferenza di Gesù.
  • Matteo include la profezia di Pietro del suo rinnegamento e il suicidio di Giuda.
  • Marco descrive la fuga del giovane nudo all'arresto di Gesù. È Marco che presenta la conversione del centurione ai piedi della croce, nel capitolo 15, versetto 39: "E il centurione, che gli stava di fronte, visto come era spirato, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!»"
  • Luca invece non menziona la conversione del centurione, ma si concentra sulla sofferenza di Gesù e sulla sua compassione per i peccatori.
  • Matteo presenta una scena simile, ma il centurione non proclama la divinità di Gesù, ma dice solo: "Certo, quest'uomo era un giusto" (Matteo 27,54).
  • Giovanni non include la conversione del centurione, ma si concentra sul dialogo tra Gesù e Pilato, e sulla regalità spirituale di Gesù.

In sintesi

  • Marco: il centurione si converte e proclama la divinità di Gesù.
  • Matteo: il centurione riconosce che Gesù era un giusto.
  • Luca: non menziona la conversione del centurione.
  • Giovanni: si concentra sul dialogo tra Gesù e Pilato.

Conclusione

La narrazione della Passione e Morte di Gesù in Giovanni presenta diverse particolarità rispetto ai sinottici, offrendo una prospettiva teologica unica che sottolinea la regalità spirituale di Gesù, il suo amore per l'umanità e il compimento della sua missione salvifica.

Ruoli dei personaggi in Giovanni 18-19

Gesù

  • Protagonista, agnello sacrificale che compie la volontà del Padre.
  • Si consegna volontariamente, subisce il processo e la crocifissione.
  • Dialoga con Pilato, afferma la sua regalità spirituale.
  • Muore sulla croce pronunciando la parola "τετέλεσται" ("è compiuto").

Discepoli

  • Abbandonano Gesù al momento dell'arresto.
  • Pietro lo rinnega tre volte.
  • Il discepolo amato rimane ai piedi della croce. Questo discepolo non a a che fare con i 12: Pietro il primo e Giuda ultimo nominato infatti, rinnegano Gesù, mentre questo discepolo che conosce il Sommo sacerdote, permette a Pietro di assistere all'interrogatorio e alla condanna di Gesù.

Capi dei sacerdoti

  • Orchestrarono l'arresto di Gesù.
  • Lo condannarono a morte
  • Temevano la sua influenza sul popolo.

Giuda

  • Tradisce Gesù per trenta denari.
  • Si pente e si impicca.

Pietro

  • Rinnega Gesù tre volte, poi si pente amaramente.

Giudei

  • Accusano Gesù di bestemmia e chiedono la sua morte.

Discepolo di Gesù conosciuto dal sommo sacerdote

  • Permette l'ingresso di Pietro nel cortile del sommo sacerdote.

Pilato

  • Governatore romano, cerca di scagionare Gesù.
  • Condannato a morte per timore della folla.

Soldati

  • Arrestano Gesù, lo flagellano e lo crocifiggono.

Barabba

  • Criminale condannato a morte, liberato al posto di Gesù.

Cesare

  • Imperatore romano, simbolo del potere politico e militare su tutto l'impero.

La folla di Gerusalemme

  • Inizialmente acclama Gesù, poi chiede la sua crocifissione.

Maria di Cleopa e Maria di Magdala

  • Seguono Gesù al Calvario e piangono la sua morte.

Discepolo che Gesù amava

  • Rimane ai piedi della croce con Maria la madre di Gesù.
  • Riceve in consegna Maria da Gesù.
  • Probabilmente si tratta di Lazzaro, colui che Gesù amava e che apparteneva probabilmente al Sinedrio.

Note

  • I ruoli di alcuni personaggi sono secondari, ma contribuiscono a delineare la complessità degli eventi.
  • Le azioni e le parole dei personaggi rivelano le loro diverse posizioni e la loro comprensione di Gesù.
  • È autentico cristiano chi entra completamente per la fede, la sequela, la compagnia nel ruolo del Signore e Maestro, Gesù condannato a morte per essere quello che era.
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martedì 19 marzo 2024

 

DISCUSSIONI SULLA VERITÀ CHE RENDE LIBERI

 


La libertà del cristiano dipende da Cristo che è la verità: Lettura di Giovanni 8,31-42

Video Lezione 

Nel Vangelo di Giovanni

Nelle lettere di Paolo

Altre interpretazioni contestuali

Esempi di passi biblici

 

Conclusione

La libertà in Cristo è un tema centrale del Nuovo Testamento. Essa è una liberazione dal peccato, dalla schiavitù del diavolo e dalle oppressioni del mondo. La libertà cristiana è una libertà responsabile, che si esprime nell'amore per Dio e per il prossimo.

In aggiunta:

 

La Verità nel Vangelo di Giovanni

Nel Vangelo di Giovanni, la "verità" assume un ruolo centrale e multiforme, intrecciandosi con la conoscenza di Dio, la libertà in Cristo e la responsabilità del cristiano.

Verità come conoscenza di Dio

Verità e libertà in Cristo

Proclamare la verità e la responsabilità del cristiano

Gesù e la critica alle tradizioni umane

Interpretare la "verità" come la presenta Gesù

 

In conclusione

La "verità" nel Vangelo di Giovanni è una realtà dinamica e multiforme che si dispiega nella conoscenza di Dio, nella libertà in Cristo e nella responsabilità del cristiano di proclamarla al mondo. La Verità di Gesù non è un dogma da imporre, ma un dono da accogliere con fede e da vivere con gioia e impegno.


Rapporto tra Parola di Dio, Verità e Fede

La Parola di Dio, la Verità e la Fede sono tre concetti interconnessi che formano la base del Cristianesimo. Esaminiamo il loro rapporto in modo più dettagliato:

Parola di Dio

Verità

Fede

Il rapporto tra Parola di Dio, Verità e Fede:

In altre parole

Esempi biblici

Conclusione

La Parola di Dio, la Verità e la Fede sono tre pilastri della chiesa, che ci conducono alla salvezza e a una vita piena di significato – a una vita cristiana, cioè in Cristo e nella chiesa che è sua sposa, suo corpo. La Parola di Dio ci rivela la Verità, la Verità ci invita alla Fede, e la Fede ci permette di vivere secondo la Parola di Dio e di sperimentare la Verità di Cristo.

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