domenica 31 marzo 2024
MISSIONE DELLE SORELLE AI FRATELLI
CRISTIANI SE TESTIMONI DEL RISORTO COME PIETRO
TESTIMONIANZE STORICHE SU GESÙ RISORTO
TESTIMONIANZA SU GESÙ RISORTO
sabato 30 marzo 2024
PENSATE AL CIELO E NON PIÙ ALLA TERRA
CRISTIANO DIVERSO DA TUTTI
venerdì 29 marzo 2024
QUARTO E ULTIMO CANTO DEL SERVO
ANALISI DEL PASSIO SECONDO GIOVANNI
Giovanni 18-19 - Analisi della Passione e Morte di Gesù
Particolarità rispetto ai Sinottici
1. Processo davanti a Pilato
- Maggiore
enfasi sul ruolo di Pilato: Giovanni lo presenta come più indeciso e
combattuto, mostrando il suo tentativo di scagionare Gesù.
- Dialogo
filosofico tra Gesù e Pilato: Gesù afferma la sua regalità spirituale, mentre
Pilato si interroga sulla verità.
- Assenza
del rimprovero di Erode a Pilato.
2. Crocifissione
- Presenza
di Maria e del discepolo amato ai piedi della croce.
- Gesù
affida Maria al discepolo amato.
- Le
sette parole di Gesù sulla croce sono diverse da quelle dei sinottici.
- Gesù
muore pronunciando la parola "τετέλεσται" ("è
compiuto").
3. Sepoltura
- Giuseppe
d'Arimatea e Nicodemo seppelliscono Gesù insieme.
- Giovanni
menziona la lancia che trafigge il costato di Gesù.
Differenze tra i Sinottici
- Matteo
e Marco si
concentrano maggiormente sugli eventi della Passione e Morte, mentre Luca dedica più spazio alla sofferenza di Gesù.
- Matteo include la profezia di Pietro
del suo rinnegamento e il suicidio di Giuda.
- Marco descrive la fuga del giovane nudo all'arresto di Gesù. È Marco che presenta la conversione del centurione ai piedi della croce, nel capitolo 15, versetto 39: "E il centurione, che gli stava di fronte, visto come era spirato, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!»"
- Luca invece non menziona la conversione del centurione, ma si concentra sulla sofferenza di Gesù e sulla sua compassione per i peccatori.
- Matteo presenta una scena simile, ma il centurione non proclama la divinità di Gesù, ma dice solo: "Certo, quest'uomo era un giusto" (Matteo 27,54).
- Giovanni non include la conversione del centurione, ma si concentra sul dialogo tra Gesù e Pilato, e sulla regalità spirituale di Gesù.
In sintesi
- Marco: il centurione si
converte e proclama la divinità di Gesù.
- Matteo: il centurione riconosce
che Gesù era un giusto.
- Luca: non menziona la
conversione del centurione.
- Giovanni: si concentra sul dialogo tra Gesù e Pilato.
Conclusione
La narrazione della Passione e Morte di
Gesù in Giovanni presenta diverse particolarità rispetto ai sinottici, offrendo
una prospettiva teologica unica che sottolinea la regalità spirituale di Gesù,
il suo amore per l'umanità e il compimento della sua missione salvifica.
Ruoli dei personaggi in Giovanni 18-19
Gesù
- Protagonista,
agnello sacrificale che compie la volontà del Padre.
- Si
consegna volontariamente, subisce il processo e la crocifissione.
- Dialoga
con Pilato, afferma la sua regalità spirituale.
- Muore
sulla croce pronunciando la parola "τετέλεσται" ("è
compiuto").
Discepoli
- Abbandonano
Gesù al momento dell'arresto.
- Pietro
lo rinnega tre volte.
- Il
discepolo amato rimane ai piedi della croce. Questo discepolo non a a che fare con i 12: Pietro il primo e Giuda ultimo nominato infatti, rinnegano Gesù, mentre questo discepolo che conosce il Sommo sacerdote, permette a Pietro di assistere all'interrogatorio e alla condanna di Gesù.
Capi dei sacerdoti
- Orchestrarono l'arresto di
Gesù.
- Lo
condannarono a morte
- Temevano
la sua influenza sul popolo.
Giuda
- Tradisce
Gesù per trenta denari.
- Si
pente e si impicca.
Pietro
- Rinnega
Gesù tre volte, poi si pente amaramente.
Giudei
- Accusano
Gesù di bestemmia e chiedono la sua morte.
Discepolo di Gesù conosciuto dal sommo sacerdote
- Permette
l'ingresso di Pietro nel cortile del sommo sacerdote.
Pilato
- Governatore
romano, cerca di scagionare Gesù.
- Condannato
a morte per timore della folla.
Soldati
- Arrestano
Gesù, lo flagellano e lo crocifiggono.
Barabba
- Criminale
condannato a morte, liberato al posto di Gesù.
Cesare
- Imperatore
romano, simbolo del potere politico e militare su tutto l'impero.
La folla di Gerusalemme
- Inizialmente
acclama Gesù, poi chiede la sua crocifissione.
Maria di Cleopa e Maria di Magdala
- Seguono
Gesù al Calvario e piangono la sua morte.
Discepolo che Gesù amava
- Rimane
ai piedi della croce con Maria la madre di Gesù.
- Riceve
in consegna Maria da Gesù.
- Probabilmente si tratta di Lazzaro, colui che Gesù amava e che apparteneva probabilmente al Sinedrio.
Note
- I ruoli
di alcuni personaggi sono secondari, ma contribuiscono a delineare la
complessità degli eventi.
- Le
azioni e le parole dei personaggi rivelano le loro diverse posizioni e la
loro comprensione di Gesù.
- È autentico cristiano chi entra completamente per la fede, la sequela, la compagnia nel ruolo del Signore e Maestro, Gesù condannato a morte per essere quello che era.
Etichette: costato trafitto di Gesù, discepolo amato, è compiuto, Erode, Giuseppe d'Arimatea, Lazzaro, Maria, peculiarità, ruolo di Pilato, verità, τετέλεσται
giovedì 28 marzo 2024
CENA DEL SIGNORE E PROCLAMAZIONE DEL VANGELO
1
Corinzi 11,23-26. La cena del Signore secondo Paolo
- Paolo
descrive la tradizione della Cena del Signore: ricezione del pane e del vino
come memoria di Gesù.
- Esortazione
a un esame di coscienza: prima di partecipare alla Cena del Signore, i
cristiani devono esaminare la propria vita.
- Avvertimento
contro l'indegnità: partecipare alla Cena del Signore in modo indegno è un peccato.
TESTI BIBLICI PARALLELI
Antico Testamento
- Esodo
12,1-28: Istituzione
della Pasqua ebraica, con il sacrificio dell'agnello e il simbolismo del
pane azzimo e delle erbe amare.
- Isaia
53,4-6: Il
Servo sofferente di Dio che porta su di sé i peccati del mondo.
- Zaccaria
9,9-11: Il
Messia che entra in Gerusalemme su un asino.
- Malachia
1,10-11: Un
sacrificio puro che sarà offerto in ogni luogo.
Nuovo Testamento
- Matteo
26,17-29: Il
racconto dell'Ultima Cena secondo Matteo, con l'istituzione
dell'Eucaristia.
- Marco
14,12-25: Il
racconto dell'Ultima Cena secondo Marco, con l'istituzione
dell'Eucaristia.
- Luca
22,7-23: Il
racconto dell'Ultima Cena secondo Luca, con l'istituzione dell'Eucaristia.
- Giovanni
13,1-38: Il
racconto dell'Ultima Cena secondo Giovanni, con la lavanda dei piedi e il
discorso di addio di Gesù.
- Atti 2,42-47: La prima comunità cristiana celebra la Cena del Signore.
- Ebrei
9,11-15: Il
sacrificio di Gesù come compimento dei sacrifici dell'Antico Testamento.
- 1
Pietro 1,18-19: Il
sangue di Cristo come riscatto dai peccati.
INTERPRETAZIONI SINTETICHE
Sinottici (Matteo, Marco e Luca)
- Concentrazione
sull'istituzione dell'Eucaristia: parole di Gesù che identificano il pane e il
vino con il suo corpo e il suo sangue.
- Enfasi
sul sacrificio di Gesù: il pane e il vino come simboli del corpo
spezzato e del sangue versato per la redenzione dei peccati.
- Comando
di ricordare: invito
a ripetere questo pasto in memoria di Gesù.
Giovanni
- Simbolismo
più elaborato: il
pane come "carne" e il vino come "sangue" di Gesù.
- Discorso
di addio di Gesù: il pane e il vino come simboli dell'amore di Dio e del nuovo patto.
- Enfasi
sull'unione con Cristo: mangiare il pane e bere il vino significa
rimanere uniti a Gesù.
Conclusione
La dottrina di Paolo sulla "cena del Signore" si basa su una ricca tradizione di testi biblici, sia dell'Antico che del Nuovo Testamento. I testi paralleli offrono diverse sfumature e approfondimenti su questo importante sacramento cristiano.
QUALCHE APPROFONDIMENTO
A. 1 Corinzi 11,23
Paolo
afferma di aver "ricevuto dal Signore" la tradizione sull'Eucaristia
che poi ha trasmesso ai Corinzi. Per comprendere il significato di questa
affermazione, è importante esaminare il contesto storico e letterario del
versetto.
Contesto storico
La
Prima Lettera ai Corinzi fu scritta da Paolo intorno all'anno 54 d.C., circa 20
anni dopo la morte di Gesù. In quel periodo, la Chiesa era ancora agli inizi e
le comunità cristiane erano sparse in diverse città del Mediterraneo. La
lettera di Paolo ai Corinzi affronta diverse questioni teologiche e di
comportamento all'interno della comunità.
Contesto letterario
Il
versetto 23 si trova all'interno di una sezione della lettera in cui Paolo
tratta il tema dell'Eucaristia. Nei versetti precedenti, egli ha descritto
l'istituzione dell'Eucaristia da parte di Gesù durante l'Ultima Cena. Nel
versetto 23, Paolo afferma di aver ricevuto questa stessa tradizione
direttamente dal Signore.
Significato di "ho ricevuto dal Signore"
L'affermazione di Paolo può essere interpretata in diversi modi:
1. Rivelazione diretta
Alcuni
studiosi ritengono che Paolo abbia ricevuto la tradizione sull'Eucaristia
attraverso una rivelazione diretta da parte di Gesù risorto. Questa
interpretazione si basa sull'idea che Paolo fosse un apostolo scelto da Dio e
che, come tale, avesse avuto un accesso privilegiato alla conoscenza di Gesù.
2. Tradizione orale
Altri
studiosi ipotizzano che Paolo abbia ricevuto la tradizione sull'Eucaristia
attraverso la tradizione orale della Chiesa primitiva. In questo caso, Paolo
avrebbe appreso la formula eucaristica da altri apostoli o da discepoli di
Gesù.
3. Istruzione divina
È
anche possibile che Paolo intenda dire che la sua comprensione dell'Eucaristia
sia frutto di una profonda riflessione teologica e di una intensa preghiera. In
questo senso, l'affermazione "ho ricevuto dal Signore" potrebbe
indicare un'illuminazione divina che ha permesso a Paolo di comprendere il
significato più profondo dell'Eucaristia.
Conclusione
L'esatta modalità con cui Paolo "ricevette dal Signore" la tradizione sull'Eucaristia rimane incerta. Tuttavia, è chiaro che egli considerava questa tradizione come un insegnamento di grande importanza da trasmettere alla comunità di Corinto. L'Eucaristia, infatti, rappresenta il cuore della fede cristiana e un momento di profonda comunione con Dio e con i fratelli.
B. 1 Corinzi 11,25
"Fate questo ogni volta che ne bevete, in memoria di
me"
L'esortazione
di Paolo "fate questo ogni volta che ne bevete, in memoria di me" (1
Corinzi 11,25) racchiude un significato profondo e multiforme, che si estende
ben oltre il semplice atto di bere il vino durante l'Eucaristia.
1. Il contesto
L'affermazione
si trova all'interno di un passaggio in cui Paolo descrive l'istituzione
dell'Eucaristia da parte di Gesù durante l'Ultima Cena. Dopo aver preso il pane
e il vino, Gesù li ha offerti ai suoi discepoli, dicendo: "Questo è il mio
corpo... Questo è il mio sangue... Fate questo in memoria di me".
2. Il significato di "in memoria di me"
L'espressione
"in memoria di me" non significa semplicemente ricordare Gesù, ma
piuttosto rivivere il suo sacrificio e la sua vittoria sulla morte.
L'Eucaristia è un memoriale, ma non statico: è un atto di fede che ci permette
di entrare in comunione con Cristo e di attualizzare il suo sacrificio nella
nostra vita.
3. "Fate questo"
L'imperativo "fate questo" non si limita ai gesti
rituali del pane e del vino, ma abbraccia l'intera vita del cristiano. Ci viene
chiesto di vivere in memoria di Cristo, ossia di conformarci alla sua volontà,
di amare il prossimo come lui ha amato noi, e di testimoniare il suo Vangelo
nel mondo.
4. "Ogni volta che ne bevete"
L'Eucaristia
non è un evento occasionale, ma un appuntamento regolare che alimenta la nostra
fede e ci sostiene nel cammino cristiano. La celebrazione eucaristica ci
ricorda che la nostra vita è in Cristo e che da lui riceviamo la forza per
vivere secondo il suo insegnamento.
Conclusione
L'esortazione
di Paolo "fate questo ogni volta che ne bevete, in memoria di me" è
un invito a vivere in comunione con Cristo e a fare della nostra vita un
memoriale del suo amore. L'Eucaristia è il sacramento che ci permette di
attingere a questa grazia e di alimentare la nostra fede, speranza e carità.
Alcuni spunti di riflessione:
- Come
possiamo vivere in memoria di Cristo nella nostra vita quotidiana?
- In che
modo l'Eucaristia ci aiuta a conformarci alla volontà di Dio?
- Come possiamo rendere l'Eucaristia un momento di vera comunione con Cristo e con i fratelli?
C. 1 Corinzi 11,26
"Ogni volta che mangiate... e bevete... voi annunciate la
morte del Signore finché egli venga": un'interpretazione nel contesto
celebrativo, apostolico e missionario
Le
parole di Gesù riportate da Paolo in 1 Corinzi 11,26 assumono un significato
profondo e sfaccettato se analizzate all'interno del contesto celebrativo,
apostolico e missionario.
1. Contesto celebrativo
Nel
contesto dell'Eucaristia, l'atto di mangiare il pane e bere il vino diventa
un'azione simbolica che proclama la morte e la risurrezione di Cristo. I
cristiani, riuniti in assemblea, non solo ricordano il sacrificio di Gesù, ma
lo rendono presente in modo sacramentale, annunciando la sua vittoria sulla
morte e la sua promessa di salvezza.
2. Contesto apostolico
L'Eucaristia
alimenta la fede e la missione degli apostoli. Nutriti dal corpo e dal sangue
di Cristo, essi sono inviati nel mondo a predicare il Vangelo e a testimoniare
l'amore di Dio. L'Eucaristia diventa quindi fonte di forza e di speranza per
gli apostoli nel loro impegno di evangelizzazione.
3. Contesto missionario
L'Eucaristia
è anche un momento di comunione tra tutti i cristiani, che provengono da
diverse culture e tradizioni. Celebrando insieme l'Eucaristia, i cristiani si
riconoscono come un solo corpo in Cristo e si impegnano a portare la sua luce
nel mondo. L'Eucaristia diventa quindi un segno di unità e di speranza per
l'intera umanità.
Interpretazione
Le
parole di Gesù "ogni volta che mangiate... e bevete... voi annunciate la
morte del Signore finché egli venga" possono essere comprese come un
invito a:
- Celebrare la memoria di Cristo: L'Eucaristia non è un semplice
rito, ma un memoriale che rende presente il sacrificio di Cristo e la sua
vittoria sulla morte.
- Proclamare la salvezza: L'Eucaristia è un annuncio della
salvezza donata da Cristo all'umanità. Attraverso l'Eucaristia, i
cristiani proclamano la buona novella del Vangelo.
- Alimentare la fede e la missione: L'Eucaristia è fonte di forza e di
speranza per i cristiani impegnati nella loro missione di
evangelizzazione.
- Vivere in comunione: L'Eucaristia è un momento di comunione tra tutti i
cristiani, che si riconoscono come un solo corpo in Cristo.
Conclusione
Le
parole di Gesù riportate da Paolo in 1 Corinzi 11,26 offrono una ricca e
profonda comprensione del significato dell'Eucaristia. L'Eucaristia è un
momento di celebrazione, di proclamazione, di nutrimento e di comunione che
alimenta la fede e la missione dei cristiani nel mondo.
[Gemini]
Etichette: agape, assemblea, bere, cena, corpo, esame di coscienza, indegnità, mangiare, memoria, nuova alleanza, pane, proclamazione del vangelo, sangue, vino
mercoledì 27 marzo 2024
COME PASSARE L'ULTIMA ORA
PRESCRIZIONI PER LA FESTA DI PRIMAVERA
Esodo 12,1-14. Prescrizioni per la cena pasquale
Esodo 12,1:
"Questo mese" - Interpretazione e parallelismi con la Pasqua di Gesù
1. Il contesto nella Torah
- "Questo
mese" (Esodo 12,1) si riferisce al mese di Nisan, il primo
mese del calendario ebraico, che coincide con la primavera.
- La
Pasqua ebraica, o Pesach, è una festa di sette giorni che commemora la
liberazione degli Israeliti dalla schiavitù in Egitto.
- Il
brano di Esodo 12 descrive le istruzioni di Dio a Mosè e Aronne su come
celebrare la prima Pasqua in Egitto.
- La
Pasqua era un momento di grande significato per gli Israeliti, un tempo
per ricordare la loro liberazione e la loro fede in Dio.
2. Possibili parallelismi con la Pasqua di
Gesù
- Gesù
celebrò la sua ultima Pasqua a Gerusalemme con i suoi discepoli.
- Durante
la cena pasquale, Gesù istituì l'Eucaristia, un sacramento che commemora
la sua morte e risurrezione.
- La
morte di Gesù è vista come la liberazione definitiva dell'umanità dal
peccato e dalla morte.
- La
Pasqua di Gesù è quindi una nuova Pasqua, una nuova liberazione per tutti
gli uomini.
3. Contatti tra la Pasqua ebraica e la
Pasqua cristiana
- Entrambe
le feste commemorano la liberazione da una schiavitù: gli Israeliti dalla
schiavitù in Egitto, i cristiani dalla schiavitù del peccato.
- Entrambe
le feste prevedono un pasto rituale: la cena pasquale ebraica e
l'Eucaristia cristiana.
- Entrambe
le feste sono momenti di grande significato religioso per i rispettivi
credenti.
4. Differenze tra la Pasqua ebraica e la
Pasqua cristiana
- La
Pasqua ebraica celebra la liberazione fisica degli Israeliti dall'Egitto,
mentre la Pasqua cristiana celebra la liberazione spirituale dell'umanità
dal peccato.
- La
Pasqua ebraica è una festa di sette giorni, mentre la Pasqua cristiana è
una festa di un giorno.
- La cena
pasquale ebraica prevede l'agnello sacrificale, mentre l'Eucaristia
cristiana prevede il pane e il vino.
Conclusione
La Pasqua ebraica e la Pasqua cristiana sono due feste con molti parallelismi e contatti. Entrambe le feste commemorano la liberazione da una schiavitù e sono momenti di grande significato religioso per i rispettivi credenti. Tuttavia, ci sono anche alcune differenze importanti tra le due feste, che riflettono le diverse teologie ebraica e cristiana.
CENA PASQUALE ULTIMA CENA DI GESÙ
1.
La cena pasquale ebraica
- La cena pasquale, chiamata Seder, è un rituale
complesso e ricco di simbolismi che commemora la liberazione degli
Israeliti dalla schiavitù in Egitto.
- La cena si svolge in un ambiente domestico e segue un
ordine preciso, dettato dall'Haggadah, un testo che narra la storia
dell'Esodo.
- I cibi serviti durante la cena hanno un significato
simbolico:
- Agnello:
simbolo del sacrificio di Dio per il suo popolo.
- Pane azzimo:
simbolo della fretta con cui gli Israeliti dovettero lasciare l'Egitto.
- Erbe amare:
simbolo della sofferenza degli Israeliti in schiavitù.
- Charoset: una mistura di frutta e noci che
ricorda la malta usata dagli Israeliti per costruire le città in Egitto.
- Quattro coppe di vino: simboleggiano le quattro promesse di Dio agli
Israeliti.
2. L'Ultima Cena di Gesù
- L'Ultima Cena di Gesù si svolse durante la festa di
Pasqua, e si presume che abbia seguito il rituale del Seder.
- Tuttavia, Gesù diede un nuovo significato ai simboli
della cena:
- Pane:
identificato con il suo corpo che sarebbe stato offerto in sacrificio.
- Vino: identificato con il suo sangue
che sarebbe stato versato per la redenzione dell'umanità.
- L'Ultima Cena è considerata un momento cruciale nella
storia della salvezza, in quanto istituisce l'Eucaristia, un sacramento
che commemora la morte e risurrezione di Gesù.
3. Il luogo
- La cena pasquale ebraica si svolge in un ambiente
domestico, mentre l'Ultima Cena di Gesù si svolse in un luogo specifico a
Gerusalemme, il Cenacolo.
4. Il rituale
- Il rituale della cena pasquale ebraica è ricco di
gesti e parole che ripercorrono la storia dell'Esodo.
- L'Ultima Cena di Gesù include alcuni elementi del
Seder, come la lavanda dei piedi e la benedizione del pane e del vino, ma
aggiunge anche nuovi elementi, come l'istituzione dell'Eucaristia.
5. I testi del Nuovo Testamento
- I vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) e il
Vangelo di Giovanni raccontano l'Ultima Cena di Gesù.
- Le lettere di Paolo, in particolare 1 Corinzi
11,23-26, descrivono l'istituzione dell'Eucaristia.
6. Pane e vino
- Il pane e il vino assumono un significato centrale
nell'Ultima Cena di Gesù.
- Gesù li identifica con il suo corpo e il suo sangue,
che saranno offerti per la redenzione dell'umanità.
- Nell'Eucaristia, il pane e il vino diventano simboli
della presenza di Cristo e del suo sacrificio salvifico.
Conclusioni
La cena pasquale ebraica e
l'Ultima Cena di Gesù sono due eventi connessi da una profonda simbologia. La
cena di Gesù riprende il rituale del Seder, reinterpretandolo in chiave
salvifica. Il pane e il vino, simboli della liberazione e del sacrificio, diventano
nell'Eucaristia il segno della presenza di Cristo e del suo amore per
l'umanità.
Note
- Il rituale della cena pasquale ebraica è molto
complesso e non è possibile descriverlo in tutti i suoi dettagli in questa
sede.
- Per un'analisi più approfondita del rituale e del suo significato religioso, si consiglia di consultare testi specifici sull'ebraismo.
AGNELLO PASQUALE
L'agnello pasquale e la pecora condotta al macello nel Nuovo
Testamento e nei Profeti messianici:
1.
Nuovo Testamento
·
Gesù come agnello pasquale
- Giovanni 1,29: "Ecco l'agnello di Dio, che
toglie il peccato del mondo!".
- 1 Corinzi 5,7: "Cristo, nostra Pasqua, è stato
immolato!".
- 1 Pietro 1,18-19: "sapendo che non con cose
corruttibili, come argento o oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere
tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come
di agnello senza difetto e senza macchia".
·
Gli apostoli come agnelli in mezzo ai lupi
- Matteo 10,16: "Ecco, vi mando come agnelli in
mezzo ai lupi".
- Luca 10,3: "Andate; ecco, vi mando come agnelli
in mezzo ai lupi".
2. Profeti messianici
·
Isaia 53:
- "Era come un agnello condotto al macello; come
una pecora muta davanti al tosatore, egli non apriva la bocca".
- "Egli è stato trafitto per i nostri peccati,
schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per la nostra pace è su di
lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti".
·
Geremia 11,19: "Io ero come un agnello mansueto, che si lascia condurre
al macello; e non sapevo che tramavano contro di me dei disegni per farmi
perire: "Distruggiamo l'albero con il suo frutto, togliamolo dalla terra
dei viventi, e non si ricordi più il suo nome!"".
3. Altri riferimenti
·
Ezechiele 34:
- "Io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò
cura".
- "Susciterò su di loro un solo pastore che le
pascerà, il mio servo Davide; egli le pascerà e sarà il loro
pastore".
·
Zaccaria 9,9: "Rallegrati grandemente, o figlia di Sion! Esulta, o
figlia di Gerusalemme! Ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e salvatore,
umile e montato su un asino, su un puledro, figlio di un' asina".
Conclusione prospettica
L'immagine dell'agnello
pasquale e della pecora condotta al macello è usata nel Nuovo Testamento per
descrivere la sofferenza e la morte, accettate da Gesù il Cristo per mano delle autorità religiose e laiche di Gerusalemme. Questa immagine dell'agnello mansueto condotto al macello, è già
presente nei Profeti messianici, che preannunciano la venuta di un Messia sofferente
e salvatore. Il sacrificio di Gesù è visto come l'adempimento delle profezie
messianiche e come la definitiva liberazione dell'umanità dal peccato e dalla
condanna all'eterna lontananza da Dio e dalla festa.
[Gemini]
Etichette: charoset, Egitto, erbe amare, eucaristia, liberazione, Nisan, pane azzimo, pane e vino, quattro coppe, sangue dell'agnello, Seder, ultima cena, vino rosso
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