PAOLO, SERVO DI DIO, APOSTOLO DEL VANGELO DI GESÙ CRISTO
2 testi di Alberione per premessa
1. “Corrisponde al secondo fine della
Famiglia Paolina: predicazione della dottrina dogmatica, morale, liturgica di
Gesù Cristo e della Chiesa con i mezzi moderni più celeri ed efficaci. Essa si
propone di rappresentare e vivere san Paolo, oggi, pensando, zelando, pregando
e santificandosi come farebbe San Paolo, se, oggi, vivesse. ... Quando egli
arrivava, non compariva per una conferenza occasionale: ma si fermava e formava:
ottenere il consenso dell'intelletto, persuadere, convertire, unire a Cristo,
avviare ad una vita pienamente cristiana. Non partiva che quando vi era la
morale certezza della perseveranza dei suoi. Lasciava dei presbiteri a
continuare la sua opera; vi ritornava spesso con la parola e con lo scritto;
voleva notizie, stava con loro in spirito, pregava per essi.” [Amerai il
Signore con tutta la tua mente - Mentalità paolina 1954 ottobre Carissimi in
San Paolo (1971) p 1151-1152 [Cf SdM (1956) p 56] --- 2. “La
riconoscenza più viva va a Gesù Maestro Divino, nel suo Sacramento di luce e di
amore; alla Regina Apostolorum Madre nostra e di ogni apostolato; a San Paolo
Apostolo, che è il vero Fondatore dell'Istituzione. Infatti egli ne è il padre,
maestro, esemplare, protettore. Egli si è fatta questa Famiglia con un
intervento così fisico e spirituale che neppure ora, a rifletterci, si può
intendere bene; e tanto meno spiegare. Tutto è suo: di lui, il più completo
interprete del Maestro Divino, che applicò il Vangelo alle nazioni e chiamò le
nazioni a Cristo; di lui, la cui presenza nella teologia, nella morale,
nell'organizzazione della Chiesa, nelle adattabilità dell'apostolato e dei suoi
mezzi ai tempi è vivissima e sostanziale; e rimarrà tale sino alla fine dei secoli.
Tutto mosse, tutto illuminò, tutto nutrì; egli fu la guida, l'economo, la
difesa, il sostegno, ovunque la Famiglia Paolina si è stabilita. Meritava la
prima Chiesa e la bella gloria che lo riproduce nel suo apostolato e nella sua
paternità rispetto ai paolini.” [Nel Quarantennio, Saluto ai visitatori
dell'esposizione paolina in Alba 1954 luglio/agosto Carissimi in San Paolo
(1971) p 147]
voglio rispondere
alla domanda: chi è Paolo per me,
paolino, appartenendo a una Famiglia Paolina (di figli e figlie di san
Paolo).
Ha ancora
senso essere un paolino o una paolina oggi come “Paolo oggi vivente”? Ricordo il logo di un capitolo generale della
SSP con più o meno questo parole. Senza Paolo vivo oggi, la chiesa affidata a Pietro
resta di pietra, piccola e ferma in Vaticano.
PAOLO APOSTOLO
Il nome Paolo è associato nello stesso versetto ad “apostolo”
in 9 lettere soltanto: solo 9 volte e solo in 9 versi: Rm 1,1 (Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare
il vangelo di Dio –); 1 Cor 1,1; 2 Cor 1,1; Gal 1,1 (Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma
per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti); Ef
1,1; Col 1,1; 1 Tm 1,1; 2 Tm 1,1; Tt 1,1. – è
Paolo che considera “apostolo” se stesso; gli altri non lo considerano tale e
lo combattono, anche nelle sue comunità.
Fuori del cp, solo una volta, in Atti (da Luca) Paolo è
considerato apostolo, in Acts 14:14 (“Sentendo ciò [il sacerdote di Zeus voleva offrire tori e corone in offerta], gli apostoli Bàrnaba e Paolo si
strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando).
PIETRO & PAOLO
Tutto sommato Paolo con il nome di Saul o Saulo sembra
menzionato nel NT più di Pietro o Cefa.
παῦλος 158 (volte meno 1, riferito a Sergio Paolo)
πέτρος 156
σαῦλος 15
κηφᾶς 9
σαούλ 9
Paolo nomina Cefa e anche Pietro in 10 versetti di 2 lettere
(1Cor e Gal): 1 Cor 1,12 (Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo»,
«Io invece di Cefa», «E io di
Cristo».); 3,22 (Paolo, Apollo, Cefa,
il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro!); 9,5; 15,5; Gal 1,18 (In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi
presso di lui quindici giorni;); 2,7-9.11.14 (v. Anzi, visto che a me era stato affidato il Vangelo per i
non circoncisi, come a Pietro quello
per i circoncisi – poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un
apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per le genti – e riconoscendo
la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a
me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le
genti e loro tra i circoncisi. Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, mi opposi a
lui a viso aperto perché aveva torto. Ma quando vidi che non si comportavano
rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti:
«Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come
puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?». )
NOTA FILOLOGICA: παῦλος 158 (157): la prima e unica volta
volta, in Atti 13,7 il nome è di Sergio Paolo, uomo saggio, che aveva fatto chiamare a
sé Bàrnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio. La prima volta del
nome Paolo apostolo, è in Atti 13,9s: “Allora Saulo, detto anche Paolo, colmato
di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui – lui è Elimas il mago, a Cipro,
dove faceva opposizione a Paolo e a Barnaba, cercando di distogliere il
proconsole Sergio Paolo dalla fede - e disse: «Uomo pieno di ogni frode e di
ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di
sconvolgere le vie diritte del Signore?”. In
Atti, Paolo è menzionato 128 (127) volte, mentre 56 volte è nominato Pietro, l’ultima volta in Atti, al c. 15, versetto 7: “Sorta una grande
discussione, Pietro si alzò e disse loro: «Fratelli, voi sapete che, già da
molto tempo, Dio in mezzo a voi ha scelto che per bocca mia le nazioni
ascoltino la parola del Vangelo e vengano alla fede.” Praticamente taceva da At
12,18 e anche prima (“Sul far del giorno, c'era non poco scompiglio tra i
soldati: che cosa mai era accaduto di Pietro?”)].
L’ultima
volta che Paolo compare nel NT è in 2Pietro 3,15-16: “La magnanimità del
Signore nostro consideratela come salvezza: così vi ha scritto anche il nostro carissimo fratello Paolo,
secondo la sapienza che gli è stata data, come in tutte le lettere, nelle quali
egli parla di queste cose. In esse vi sono alcuni punti difficili da
comprendere, che gli ignoranti e gli incerti travisano, al pari delle altre
Scritture, per loro propria rovina.”
SERVO O SCHIAVO DI CRISTO
E PERCIÒ DI DIO
L’espressione “servo di Dio” nel NT della CEI ricorre, in:
Tito 1,1: Paolo, servo
[δοῦλος: schiavo] di Dio e apostolo di Gesù Cristo per portare alla fede quelli
che Dio ha scelto e per far conoscere la verità, che è conforme a un'autentica
religiosità
Giacomo 1,1: Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo,
alle dodici tribù che sono nella diaspora, salute.
Apocalisse 15,3: cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e
il canto dell'Agnello: «Grandi e mirabili sono le tue opere, Signore Dio onnipotente;
giuste e vere le tue vie, Re delle genti!
NOTA FILOLOGICA: Nel corpus paulinum, il termine δοῦλος ricorre 32 volte in 28
versi: Rm 1,1 (Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per
annunciare il vangelo di Dio –); 6,16-17.19-20; 1 Cor 7,21-23 (v. 22: Perché lo
schiavo che è stato chiamato nel Signore è un uomo libero, a servizio del
Signore! Allo stesso modo chi è stato chiamato da libero è schiavo di Cristo.);
12,13; 2 Cor 4,5; Gal 1,10; 3,28; 4,1.7; Ef 6,5-6.8; Fil 1,1; 2,7; Col 3,11.22;
4,1.12 (v. 12: Vi saluta Èpafra, servo di Cristo Gesù, che è dei vostri, il
quale non smette di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi,
perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio.); 1 Tm 6,1; 2 Tm 2,24; Tt 1,1;
2,9; Fm 1,16 (non più però come schiavo [si tratta di Onesimo], ma molto più
che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per
te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.) – In 1 Corinthians 9:19
(Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo [ἐδούλωσα] di tutti
per guadagnarne il maggior numero). Servire da schiavo Cristo è dedicarsi
solamente alla diffusione del Vangelo di Cristo – obbedendo solo a Lui e
attraverso di lui al Padre, come Gesù.
APOSTOLO PER GLI UOMINI (TUTTI)
MA NON DAGLI UOMINI
Paralleli di Gal 1,1
Atti 5,29: Rispose allora Pietro insieme agli apostoli:
«Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini.
1Cor 4,9: Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli
apostoli, all'ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo dati in
spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.
Efesini 3,5: Esso non è stato manifestato agli uomini delle
precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e
profeti per mezzo dello Spirito.
-
il vangelo di
Paolo è di origine divina, non ecclesiale
APOSTOLO DEL, PER, CON IL
SOLO VANGELO DI CRISTO CROCIFISSO, VERITÀ CHE LIBERA E SALVA CHI CREDE
leggi 1Cor 15,1-9
L’espressione in variazioni alquanto numerose ricorre in 11
versetti del NT: in Lc 1,19 (L'angelo gli [a Zaccaria] rispose: «Io sono Gabriele,
che sto dinanzi a Dio e sono stato
mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio.); 4,18.43 (v. 18: Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare
ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli
oppressi, | v. 43: Egli però disse loro: «È
necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle
altre città; per questo sono stato mandato».); 9,2; At 10,36; Rm 1,1 (Paolo,
servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio –); 10,15 (E come lo annunceranno, se non sono stati
inviati? Come sta scritto: Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!); 1 Cor 1,17
(Cristo infatti non mi ha mandato a
battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché
non venga resa vana la croce di Cristo.); 1 Ts 3,2; 1 Pt 1,12 (A loro fu
rivelato che, non per se stessi, ma per voi erano servitori di quelle cose che
ora vi sono annunciate per mezzo di coloro che vi hanno portato il Vangelo
mediante lo Spirito Santo, mandato dal cielo: cose nelle quali gli angeli
desiderano fissare lo sguardo.)
NOTA FILOLOGICA : La terminologia del “vangelo” comprende almeno 5
parole diverse che insieme ricorrono 163 volte nella Bibbia greca:
εὐαγγελίζω 77 (da 1Sam 31,9: Essi gli tagliarono la testa [di Saul], lo
spogliarono delle armi e mandarono a
dare il felice annuncio in giro nella terra dei Filistei, ai templi dei
loro idoli e al popolo. – ad Ap 14,6: E vidi un altro angelo che, volando
nell'alto del cielo, recava un vangelo
eterno da annunciare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, tribù,
lingua e popolo.)
εὐαγγέλιον 77 volte, da 2Sam 4,10 (Colui che mi [Davide] annunciava:
“Ecco, è morto Saul!”, credendo di portarmi una lieta notizia, l'ho preso e
ucciso a Siklag, e questa fu la ricompensa per la notizia. – a Ap 14,6: E vidi
un altro angelo che, volando nell'alto del cielo, recava un vangelo eterno da
annunciare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo.).
Il termine ricorre nel corpus paulinum in
57 versetti 60 volte (Rm 1,1.9.16; 2,16 (v. 16: Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per
la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. ); 10,16;
11,28; 15,16.19; 16,25; 1 Cor 4,15; 9,12.14.18.23 (v. 14: Così anche il Signore
ha disposto che quelli che annunciano il
Vangelo vivano del Vangelo. – v. 18: Qual è dunque la mia ricompensa?
Quella di annunciare gratuitamente il
Vangelo senza usare il diritto conferitomi
dal Vangelo.); 15,1; 2 Cor 2,12; 4,3-4; 8,18; 9,13; 10,14; 11,4.7; Gal
1,6-7.11; 2,2.5.7.14; Ef 1,13; 3,6; 6,15.19; Fil 1,5.7.12.16.27; 2,22; 4,3.15;
Col 1,5.23; 1 Ts 1,5; 2,2.4.8-9; 3,2; 2 Ts 1,8; 2,14; 1 Tm 1,11; 2 Tm 1,8.10;
2,8; Fm 1,13); cfr. εὐαγγελία 5 - εὐαγγελιστής 3 - προευαγγελίζομαι 1
"PER MEZZO DI GESÙ CRISTO"
L’espressione di Gal 1,1 si trova in greco (διὰ Ἰησοῦ Χριστοῦ)
in:
Gv 1,17 (la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la
verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.); At 10,36; Rm 1,8 (Anzitutto rendo
grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché della
vostra fede si parla nel mondo intero.); 5,21; 7,25; 16,27; 2 Cor 4,5.11; Gal
1,1; Ef 1,5; Fil 1,11; Tt 3,6 ([lo Spirito Santo] che Dio ha effuso su di noi
in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,); Eb 13,21; 1 Pt 2,5;
4,11; Gd 1,25
PROSPETTIVE PAOLINE
- a.
mirare a
crescere nell’identità di “Paolo oggi vivente” come il fondatore insegna alla
Famiglia Paolina
- b.
Paulus Net
Magazine (connettere in rete tutti studiosi e studenti di Paolo, in qualunque
lingua oggi è possibile)
- c.
Partire da
Paolo, non, per esempio dal metodo di s. Ignazio per il discernimento ed
esercizi spirituali; o per la lectio divina da s. Benedetto
- d.
Riappropriarsi
della ermeneutica di Paolo (apostolo dei non circoncisi) più che di quella di
Pietro (apostolo dei circoncisi) e di Giacomo (primato della Legge e delle
opere della Legge). Paolo considera ormai spazzatura i suoi titoli giudaici
(Filippesi 3) e legge le scritture a partire dallo Spirito del Signore risorto
(cfr. )
- e. Sana
dialettica con il papato, che rappresenta la cattedra di Pietro, impersonando
Paolo apostolo delle genti – di quelli di fuori
- f. tener presente
la stretta corrispondenza tra “epistola” scritta, missiva, e “apostolato”,
mandato, missione.
- g.
è missione cristiana (e paolina) esclusivamente quella di
annunciare il vangelo, a tutti, senza togliere e senza
aggiungere nulla alla morte sulla croce, sepoltura, risurrezione, apparizione del
Risorto agli apostoli (per farli testimoni oculari della sua vittoria sul
peccato e sulla morte)
- h.
la
contrapposizione tra Pietro e Paolo è fatta dalla chiesa di Corinto che si
schiera per capi-fazione dividendo il corpo di Cristo, la chiesa; mentre tra Galati e Paolo che riprendere duramente
Pietro che non si comporta in base al vangelo, ma all’opportunità, per paura
del partito di Giacomo. Paolo afferma la sua libertà, non dipendendo da Giacomo
né da Pietro, ma da Cristo – di cui è schiavo e apostolo.
- i.
la missione è
esclusivamente quella di annunciare il vangelo, a tutti, senza togliere e senza
aggiungere nulla; pena l’annuncio del benessere e del compromesso umano, non
della salvezza che viene solo dalla fede in Cristo; e non serve la retorica
persuasiva dei greci, né il vincolo rigoroso della legge ebraica; portare il
vangelo di verità è portare la libertà: Paolo si accontenta della verità del Vangelo, di cui parla
esplicitamente in Gal 2,5.14 (v. 5: ma a loro non cedemmo, non sottomettendoci
neppure per un istante, perché la verità del Vangelo continuasse a rimanere
salda tra voi.); Ef 1,13 (In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo
della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello
Spirito Santo che era stato promesso,); Col 1,5 (a causa della speranza che vi
attende nei cieli. Ne avete già udito l'annuncio dalla parola di verità del
Vangelo)
- j. l’origine del
vangelo di Paolo è Gesù risorto, non la chiesa di Gerusalemme, non quelli che
erano apostoli prima di lui; Paolo non dipende per l’ortodossia da Pietro ma
dallo Spirito di Gesù risorto.
Angelo Paolo Colacrai
angelo.colacrai@gmail.com