domenica 19 maggio 2024
LE CHIESE LOCALI NASCONO TUTTE A GERUSALEMME
Lo Spirito da di farsi
capire da tutti, da ciascuno nella propria lingua
Atti 2,1-11.
Riflessioni sulla Pentecoste per il lettore odierno
Video LetturaPassi paralleli
- Luca
24,49-53:
Gesù promette lo Spirito Santo e l'ascensione.
- Giovanni
14,15-27:
Gesù promette il Paraclito, lo Spirito Santo.
- 1
Corinzi 12,4-11: I
doni dello Spirito Santo.
I popoli presenti a Gerusalemme
Atti 2,9-11 elenca una serie di popoli
provenienti da tutto l'Impero Romano, tra cui Parti, Medi, Elamiti,
Mesopotamici, Giudei, Cappadoci, Pontici, Asiatici, Frigi, Panfili, Egiziani,
Libici, Romani, Cretesi e Arabi. Questa lista rappresenta la vastità dell'impatto
del messaggio cristiano, destinato a tutte le nazioni e culture.
Sei riflessioni per il lettore odierno
- Effusione
dello Spirito Santo:
La Pentecoste non è un evento passato, ma una realtà presente. Lo Spirito
Santo continua ad essere effuso su di noi, donandoci forza, guida e doni
per la missione.
- Unità
nella diversità:
La moltitudine di popoli a Gerusalemme, uniti dalla comprensione del
messaggio cristiano, rappresenta l'unità che lo Spirito Santo crea nella
Chiesa, pur nella diversità di culture e lingue.
- Comunicazione
interculturale:
Il miracolo del parlare in lingue diverse abbatte le barriere linguistiche
e culturali, mostrandoci che il Vangelo è per tutti, indipendentemente
dalla lingua o dall'origine.
- Testimonianza
audace: I
discepoli, pieni di Spirito Santo, annunciano con coraggio la parola di
Dio. Siamo chiamati anche noi a testimoniare Cristo con gioia e parresia,
nel nostro contesto quotidiano.
- Apertura
alla conversione:
La Pentecoste segna l'inizio della predicazione del Vangelo al mondo
intero. Siamo invitati ad avere un cuore aperto all'azione dello Spirito
Santo, che ci spinge ad annunciare il Vangelo e a condurre altri a Cristo.
- Trasformazione
della vita:
La discesa dello Spirito Santo non solo unisce, ma trasforma. Siamo
chiamati a vivere una vita rinnovata nello Spirito, animati dai suoi
frutti: amore, gioia, pace, pazienza, bontà, gentilezza, fede, docilità,
dominio di sé (Galati 5,22-23).
Conclusione
La Pentecoste è una festa di nuova vita,
di unità e di missione. Lo Spirito Santo, effuso su di noi, ci
dona la forza per vivere da veri cristiani e per portare il Vangelo al mondo
intero.
Come applicare queste riflessioni alla
propria vita
- Pregare
per ricevere una nuova effusione dello Spirito Santo.
- Impegnarsi
a discernere i doni dello Spirito Santo e a metterli al servizio degli
altri.
- Uscire
dalla propria zona di comfort e testimoniare Cristo con coraggio e gioia.
- Dialogare
con persone di culture e religioni diverse, annunciando il solo vangelo di Cristo risorto, con apertura e rispetto.
- Vivere
una vita animata dai frutti dello Spirito Santo.
Indipendentemente da dove vivi o da come vivi, la Pentecoste è un invito a vivere una vita nello Spirito, uniti nella fede e impegnati a portare la luce del Vangelo al mondo.
[Gemini]
Etichette: chiese locali, conoscenza di Dio, diaspora, diversità, Gerusalemme, Giudei, non Babele, pentecoste, proseliti, Spirito di verità intera, unità, vangelo
venerdì 17 maggio 2024
È PAOLO IL LEADER INDISCUSSO DELLA CHIESA DI ROMA
DI PIETRO NON CI SONO FONTI CERTE
Un'analisi storica, biblica e apostolica
Atti 28,16-31. Paolo prigioniero annuncia a Roma il vangelo del regno di Dio
1. Contesto storico
Paolo, dopo essere stato arrestato a
Gerusalemme e imprigionato per due anni, viene inviato a Roma come prigioniero
per essere giudicato dal procuratore romano. Giunto nella capitale dell'Impero,
Paolo rimane in custodia per due anni (Atti 28,16-31). Questo periodo
rappresenta una fase cruciale nella sua vita e nella diffusione del Vangelo.
2. Annuncio del Regno di Dio e del Vangelo di Gesù
Nonostante la prigionia, Paolo non cessa
di predicare il Regno di Dio e il Vangelo di Gesù. Il testo di Atti 28,17-20 ci
offre alcuni spunti:
- A
chi:
Paolo convoca i capi dei Giudei a Roma per condividere con loro il
messaggio cristiano (Atti 28,17).
- Dove: L'incontro avviene nella sua
abitazione (Atti 28,17).
- Come: Paolo presenta il Vangelo con
audacia e senza timore, nonostante la sua condizione di prigioniero (Atti
28,20).
3. Esisteva già una comunità cristiana a
Roma?
La presenza di una comunità cristiana a
Roma all'arrivo di Paolo è oggetto di dibattito tra gli studiosi. Alcune
interpretazioni suggeriscono che Paolo abbia trovato un gruppo di credenti già
presente nella città, mentre altri ipotizzano che la sua predicazione abbia
dato vita alla prima comunità cristiana romana.
4. Paolo si giustifica solo con i Giudei
Il testo di Atti 28,17-20 si concentra
principalmente sul dialogo tra Paolo e i capi giudaici a Roma. Questo potrebbe
essere dovuto a diversi fattori:
- Priorità
missionaria:
Paolo, essendo ebreo egli stesso, potrebbe aver inizialmente concentrato i
suoi sforzi sulla predicazione ai suoi connazionali.
- Reazioni
giudaiche:
La predicazione di Paolo al popolo giudaico potrebbe aver suscitato
ostilità e opposizione, portandolo a focalizzare la sua attenzione su
questo gruppo.
- Fonti
letterarie:
Il libro degli Atti è scritto da Luca, un compagno di viaggio di Paolo, e
potrebbe riflettere la sua prospettiva e il suo interesse per la relazione
tra Paolo e il giudaismo.
5. Considerazioni aggiuntive
- Il
testo di Atti 28,23-31 descrive un ulteriore incontro di Paolo con un
gruppo di Giudei romani, in cui egli espone il messaggio del Vangelo.
- La
menzione di Aquila e Priscilla (Atti 18,2.26.32) indica la presenza di
altri cristiani a Roma prima dell'arrivo di Paolo.
- La
lettera ai Romani, scritta da Paolo, forse da Corinto, forse attorno all'anno 57, suggerisce l'esistenza di una comunità cristiana in città, anche se non ne
specifica la dimensione o la composizione.
In sintesi
Atti 28,16-31 offre una preziosa testimonianza dell'attività missionaria di Paolo a Roma durante la sua prigionia. Il testo evidenzia la sua audacia nel predicare il Vangelo, anche in condizioni difficili, e la sua costante ricerca di dialogo con i Giudei. La questione dell'esistenza di una comunità cristiana preesistente a Roma rimane aperta, ma la predicazione di Paolo ha certamente contribuito alla sua crescita e consolidamento.
6 Messaggi -
Riflessioni su Paolo e (non) Pietro a Roma (Atti 28)
1. La tradizione
E' vero che la tradizione cristiana colloca Pietro a Roma come leader della chiesa e martire. Tuttavia, il testo di Atti, scritto da Luca, compagno di viaggio di Paolo, non menziona mai la presenza di Pietro a Roma. Non si capirebbe perché avrebbe dovuto ometterla mentre Pietro è ancora menzionato l'ultima volta (Atti 15) a Gerusalemme, nel concilio, dove difende la predicazione di Paolo e Barnaba ai pagani.
2. Fonti alternative
Alcune fonti apocrife, considerate tali dalla chiesa, come gli Atti
di Pietro e Paolo, menzionano la presenza di Pietro a Roma e la sua
collaborazione con Paolo. Tuttavia, queste fonti non sono considerate canoniche
e la loro storicità è in dubbio..
3. Silenzio di Luca
L'assenza di qualsiasi menzione di Pietro a Roma da parte di Luca, un testimone oculare di molti eventi narrati in Atti, è un elemento significativo. Se Pietro fosse stato a Roma con Paolo, è plausibile che Luca lo avrebbe menzionato, data la sua importanza nella chiesa primitiva - soprattutto di Gerusalemme, dopo la Pentecoste.
4. Differenze teologiche
Le teologie di Paolo e Pietro, tra loro diversi e quasi mai sulla stessa lunghezza d'onda, presentavano
alcune differenze, come l'enfasi sulla legge mosaica e il ruolo del Messia. La
loro eventuale coesistenza a Roma potrebbe aver creato tensioni e contrasti
teologici, che però non sono menzionati in Atti.
5. Ruolo di Paolo a Roma
Atti 28 presenta Paolo come il leader
indiscusso della comunità cristiana a Roma. La sua prigionia e il suo successivo
martirio lo elevano a figura centrale del cristianesimo nella capitale
dell'Impero. La presenza di Pietro, pur possibile, non avrebbe avuto lo stesso
impatto narrativo.
6. Conclusioni aperte
La questione della presenza di Pietro a Roma rimane aperta all'interpretazione - non delle Scritture che sono la regola della fede, canonica, per la chiesa - ma delle tradizioni apocrife. L'assenza di prove definitive nel testo di Atti e le differenze teologiche tra i due apostoli lasciano spazio a diverse ipotesi. Una ipotesi è che alcuni giudei di Roma, come Aquila e Priscilla, nei loro pellegrinaggi a Gerusalemme per la Pentecoste, abbiamo udito Pietro e creduto nel vangelo.
[Gemini]
Etichette: anno 59-60, annuncio del Regno di Dio e del vangelo di Gesù, audacia, due anni, franchezza, Giudei, guardia, incatenato, notabili, Paolo, prigioniero, priorità missionaria, Roma
giovedì 9 maggio 2024
NON AVER PAURA, NON TACERE
Il cristiano, testimone di Cristo non deve temere nessuno
Atti 18,9-18. Il Signore disse a Paolo: Non aver paura, continua a parlare e non tacere.
Note di ambientazione storica e biblica
1. CORINTO
Per delineare un quadro completo di Corinto al tempo di Paolo, è necessario contestualizzare la città storicamente e religiosamente, analizzando i suoi aspetti salienti e il rapporto che si instaurò tra l'apostolo e la sua comunità.
Profilo storico
- Posizione e importanza: Corinto,
situata nell'Istmo di Corinto che collega il Peloponneso alla Grecia
settentrionale, era un importante centro commerciale e strategico. Era un
crocevia di rotte marittime e terrestri, fattore che contribuì alla sua
prosperità e cosmopolitismo.
- Popolazione: La città
era popolata da una mescolanza di greci, romani, ebrei e altre
provenienze, creando un ambiente multiculturale e vivace.
- Società: La
società corinzia era stratificata, con una netta divisione tra classi
sociali. Accanto a una ricca élite mercantile, vi era una numerosa classe
operaia e una significativa presenza di schiavi.
- Religione: Corinto
era un centro religioso politeista, con il culto di numerose divinità
greche e romane, tra cui Afrodite, divinità dell'amore e della sessualità,
il cui tempio era famoso in tutto il mondo antico.
Profilo religioso
- Culto religioso: La
religione permeava la vita quotidiana dei Corinzi, con riti, festività e
consultazioni degli oracoli. La morale era legata alle divinità e alle
loro sfere d'influenza.
- Influenze orientali: Oltre al
pantheon greco-romano, Corinto era aperta a culti orientali come quello di
Cibele e Dioniso, che attiravano molti devoti con i loro riti estatici e
promesse di salvezza.
- Sinagoga ebraica: La
presenza di una comunità ebraica a Corinto è attestata, con una sinagoga
frequentata da Paolo e da altri ebrei.
Relazione tra Paolo e i Corinzi
- Fondazione della comunità: Paolo
giunse a Corinto durante il suo secondo viaggio missionario (Atti
18:1-18), fondandovi una comunità cristiana. Vi rimase per circa 18 mesi,
istruendo i fedeli e battezzando nuovi convertiti.
- Carattere della comunità: La
comunità corinzia era vivace e diversificata, ma presentava anche problemi
interni come divisioni, liti, immoralità sessuale e influenze di culti
pagani.
- Lettere ai Corinzi: Per
affrontare queste difficoltà, Paolo scrisse due lettere ai Corinzi (1
Corinzi e 2 Corinzi), affrontando i temi controversi e offrendo guida
spirituale alla comunità.
- Insegnamenti di Paolo: Paolo
predicava il messaggio cristiano di salvezza attraverso la fede in Gesù
Cristo, invitando i Corinzi ad abbandonare le pratiche pagane e vivere
secondo i principi morali cristiani.
- Influenza di Paolo: Le
lettere di Paolo ebbero un impatto profondo sulla comunità corinzia,
aiutandola a maturare nella fede e ad affrontare le sfide interne.
Conclusione
Corinto, al tempo di Paolo, era una
città ricca, multiculturale e densa di stimoli religiosi. La comunità
cristiana, fondata da Paolo, era vivace ma presentava diverse problematiche. Le
lettere di Paolo ai Corinzi rappresentano una preziosa testimonianza del
rapporto tra l'apostolo e la sua comunità, offrendo spunti di riflessione sulla
fede, la morale e la vita comunitaria nella Chiesa primitiva.
Personaggi chiave:
- Paolo: Apostolo
del Cristianesimo, fondatore della comunità cristiana di Corinto e autore
di due lettere ai Corinzi.
- Aquila e Priscilla: Coniugi
cristiani che collaborarono con Paolo a Corinto e lo aiutarono nel suo
ministero.
- Apollo: Ebreo alessandrino eloquente, istruito da Aquila e Priscilla nella fede cristiana.
- Demetrio: Atti 19,23-27: Demetrio, un fabbro di Corinto, era il capo di un gruppo di artigiani che producevano oggetti sacri per il culto di Artemide, la dea della caccia e della natura selvaggia. Quando l'arrivo di Paolo a Corinto e la sua predicazione contro l'idolatria minacciarono il loro commercio, Demetrio incitò i suoi concittadini contro Paolo e i cristiani, scatenando una sommossa
Attività
- Fondazione della comunità
cristiana: Paolo predicò il Vangelo a Corinto e battezzò i nuovi convertiti.
- Istruzione dei fedeli: Paolo
istruì i cristiani di Corinto nella dottrina e nella pratica della fede.
- Scrittura delle lettere: Paolo scrisse due lettere.
2. GALLIONE
Nella Bibbia, il Gallione menzionato in
Atti 18,12-17 era il proconsole della provincia romana dell'Acaia durante il
regno dell'imperatore Claudio (41-54 d.C.). Era un membro della Gens Junia, una
famiglia patrizia romana di antica origine. Il nome completo di Gallione era
Lucio Junio Anneo Gallio Senecione.
Gallione apparteneva al ramo dei Junii Silani della Gens Junia. Questa famiglia era distinta e annoverava tra i suoi membri numerosi consoli, senatori e altre figure importanti della Repubblica romana e dell'Impero romano.
Carriera Politica
Gallione iniziò la sua carriera politica
sotto l'imperatore Tiberio (14-37 d.C.) e ricoprì diverse cariche, tra cui
questore ed edile. Nel 51 d.C., durante il regno di Claudio, fu nominato
proconsole dell'Acaia, una provincia che comprendeva la Grecia continentale e
le isole del Mar Egeo. Come proconsole, Gallione era responsabile
dell'amministrazione e della giustizia nella provincia.
Atti degli Apostoli
Gallione viene menzionato negli Atti degli
Apostoli quando Paolo di Tarso fu portato davanti a lui a Corinto,
accusato di sovvertire l'ordine pubblico e di introdurre una nuova religione.
Gallione, non trovando alcuna base per le accuse, rifiutò di processare Paolo e lo liberò.
Morte e Eredità
Gallione morì dopo il suo mandato di
proconsole in Acaia, probabilmente intorno al 64 d.C. Era il fratello maggiore
del famoso filosofo stoico Lucio Anneo Seneca, che scrisse diverse opere
lodando il carattere e l'integrità di Gallione.
Informazioni Aggiuntive
- Alcuni
studiosi ritengono che Gallione sia stato il primo cristiano in seno alla
famiglia imperiale romana, sebbene non vi siano prove definitive a
sostegno di questa affermazione.
- La figura di Gallione è stata raffigurata in diverse opere d'arte e letteratura, tra cui il romanzo "La tunica" di Lloyd C. Douglas e il film omonimo del 1953.
3. AQUILA E PRISCILLA
Priscilla e Aquila, coppia di coniugi
giudei, sono figure importanti nel Nuovo Testamento, menzionate diverse volte
negli Atti degli Apostoli e in una lettera di Paolo. La loro storia è
intrecciata con quella di Paolo e rappresenta un esempio di fede, ospitalità e
istruzione cristiana.
Chi erano
- Aquila: Era un ebreo originario del Ponto,
regione situata nell'odierna Turchia. Era fabbricante di tende, mestiere
che condivideva con la moglie Priscilla.
- Priscilla: Anche lei ebrea, probabilmente anche lei originaria del Ponto, collaborava con il marito nella gestione
dell'attività.
Insieme, Priscilla e Aquila si trasferirono a Roma, ma a causa dell'editto dell'imperatore Claudio del 49 d.C. che espelleva gli ebrei dalla città, furono costretti a migrare a Corinto. Qui incontrarono Paolo, che si unì a loro lavorando come fabbricante di tende. Tra Paolo e la coppia si instaurò un forte legame di amicizia e collaborazione.
Attività e ruolo nella diffusione della fede in Cristo
- Ospitalità: Priscilla e Aquila offrirono a Paolo
ospitalità e un lavoro durante il suo soggiorno a Corinto (Atti 18,1-2).
La loro casa divenne un luogo di incontro per i cristiani della zona (Atti
18,18).
- Istruzione: Istruirono Apollo, un eloquente
ebreo alessandrino, approfondendo la sua conoscenza degli insegnamenti
cristiani (Atti 18,24-28).
- Aiuto
a Paolo:
Aiutarono Paolo in diverse occasioni, ad esempio accompagnandolo nel suo
viaggio da Efeso in Siria (Atti 18,19) e inviando saluti alle comunità
cristiane (Romani 16,3).
Menzione nella Bibbia
Priscilla e Aquila sono menzionati
esplicitamente in diverse parti del Nuovo Testamento:
- Atti
degli Apostoli:
18,1-2.18-19.26-27.
- Romani: 16,3-4
- 1
Corinzi:
16,19
- 2
Timoteo: 4,19
Oltre a queste menzioni esplicite, si
presume che Priscilla e Aquila siano tra i "collaboratori" di Paolo a
cui egli fa riferimento in alcune sue lettere (ad esempio Filippesi 4,22).
Conclusione
Priscilla e Aquila furono figure devote e
attive nella diffusione della fede nel Messia, durante i primi anni della Chiesa. La
loro storia è un esempio di fede, ospitalità, istruzione e collaborazione nel
servizio a Dio e al prossimo.
[Gemini]
Etichette: Cencre, Corinto, culto, Gallione, Giudei, legge, Priscilla e Aquila, Siria, tribunale, visione, voto
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