lunedì 15 aprile 2024

 

CHI CREDE IN CRISTO NON HA PIÙ FAME NÉ SETE. MAI

 

BISOGNO DI SEGNI E DI PANE VERO

Giovanni 6,30-35. Nutrimento per l'anima e per il corpo è Cristo

Video Lezione

Il brano di Giovanni 6,30-35 rappresenta un momento cruciale nel Vangelo, dove Gesù si presenta come "pane della vita", offrendo nutrimento spirituale e salvifico a chi crede in lui. Per comprendere appieno il messaggio di questo passo, è necessario analizzarlo nel suo contesto biblico, con riferimenti a testi paralleli e traendo spunti per il credente e il lettore della Bibbia nel mondo di oggi.

1. La richiesta di segni

La folla, ancora legata a una visione materiale e terrena, continua a chiedere segni a Gesù come prova della sua divinità (Gv 6,30). Questo atteggiamento riflette la tendenza umana a basare la fede su elementi tangibili, piuttosto che su una comprensione profonda del messaggio spirituale.

2. Il pane dal cielo

La citazione "Mosè diede loro da mangiare un pane dal cielo" (Gv 6,31) rimanda all'Esodo, dove Dio provvide miracolosamente al popolo israelita nel deserto con la manna (Esodo 16). Questo pane rappresentava la provvidenza divina e la cura di Dio per il suo popolo.

3. Il vero pane dal Padre

Gesù chiarisce che il vero pane dal cielo non è la manna, ma lui stesso (Gv 6,32-33). Egli si contrappone a Mosè come colui che offre un nutrimento spirituale che dona la vita eterna. Questo pane rappresenta la salvezza e la comunione con Dio.

4. Il pane che discende dal cielo

L'affermazione "il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo" (Gv 6,33) sottolinea la natura divina di Gesù. Egli è il Figlio di Dio, inviato sulla terra per portare salvezza all'umanità. Il suo sacrificio sulla croce è il culmine di questa missione salvifica.

5. La preghiera della folla

La richiesta della folla "Signore, dacci sempre questo pane" (Gv 6,34) esprime il desiderio di ricevere costantemente la grazia e la salvezza da Dio. Questa preghiera evidenzia la fame spirituale dell'uomo e il bisogno di nutrimento interiore.

6. La risposta di Gesù: "Io sono il pane della vita"

La dichiarazione di Gesù "Io sono il pane della vita" (Gv 6,35) rappresenta il punto focale del brano. Gesù si identifica come fonte di nutrimento spirituale, offrendo la possibilità di una vita eterna a chi crede in lui. Questa affermazione è un invito a ricevere la salvezza attraverso la fede in Gesù Cristo.

Messaggi per il credente e il lettore della Bibbia oggi

  1. Oltre i segni: La fede non si basa sulla ricerca di prove tangibili, ma sulla fiducia in Dio e nel suo messaggio di salvezza.
  2. Dal pane terreno al pane celeste: Il vero nutrimento per l'uomo non si trova solo nel cibo materiale, ma nella relazione con Dio e nella sua Parola.
  3. Gesù, il pane vero: Gesù Cristo è l'unica fonte di salvezza e di vita eterna. Accogliere lui significa ricevere il dono della grazia divina.
  4. Fame di Dio: La preghiera della folla ci ricorda la nostra fame spirituale e il bisogno di nutrimento interiore che solo Dio può soddisfare.
  5. Nutrimento costante: La vita cristiana è un cammino di crescita spirituale che richiede di alimentarsi continuamente della Parola di Dio e della presenza di Gesù.
  6. Fede e risposta: La risposta di Gesù alla preghiera della folla è un invito ad accogliere la sua offerta di salvezza con fede e a vivere una vita conforme al suo insegnamento.

Conclusione

Il brano di Giovanni 6,30-35 offre un messaggio ricco e profondo sulla natura del pane come simbolo di nutrimento spirituale e sulla centralità di Gesù Cristo come fonte di salvezza per l'umanità. Invitandoci a superare la fame materiale e a ricercare il vero nutrimento nell'amore di Dio, questo passo rappresenta una guida preziosa per il credente e per chiunque sia alla ricerca del senso della vita.

[Gemini]

 

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mercoledì 3 aprile 2024

 

RICOSTITUZIONE DI TUTTE LE COSE IN CIELO E IN TERRA

 

ATTI 3,21. LA RESTAURAZIONE DI TUTTE LE COSE

Atti 3,21 può essere un versetto sconcertante a prima vista. Ecco una ripartizione per aiutarti a capirlo meglio

Il testo

"che il cielo deve accogliere fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, di cui Dio ha parlato per bocca di tutti i suoi santi profeti fin dall'inizio del mondo". 

Chi è "chi"?

Il “chi” rimanda a Gesù, menzionato nel versetto precedente (At 3,20). 

Cosa significa "il cielo deve accogliere"?

Ciò non implica che Gesù non sia già in paradiso. Significa che la presenza fisica di Gesù è attualmente in cielo, dove ascese dopo la sua risurrezione (Luca 24,51). 

"Tempi di restaurazione di tutte le cose" - Quale restaurazione?

Questo si riferisce a un periodo futuro in cui Dio riporterà tutto a uno stato perfetto. Questo concetto appare in tutta la Bibbia, spesso chiamato "Nuova Creazione" o "Regno di Dio" (Apocalisse 21,1-5). 

"Detto per bocca di tutti i suoi santi profeti fin dall'inizio del mondo" - Quali profezie?

I profeti nel corso della storia hanno parlato di un tempo imminente di restaurazione e rinnovamento. Passaggi come Isaia 11,6-9 o Isaia 65,17-25 descrivono un mondo libero dalla sofferenza e dall'ingiustizia. 

Mettendo insieme il tutto:

Questo versetto collega l'ascensione di Gesù con la futura restaurazione promessa da Dio. Pietro, il predicatore del vangelo, sta dicendo che Gesù rimane in cielo fino al momento in cui Dio adempirà queste profezie e realizzerà un mondo perfetto.

 

Punti aggiuntivi

 

Ulteriori esplorazioni

[Gemini]

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sabato 22 giugno 2019

 

Il Padre nostro in Matteo, seconda (e ultima) parte

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