mercoledì 31 luglio 2024

 

Matteo 13,47-50 In cielo entrano solo i buoni, i cattivi vanno a fuoco


lunedì 29 luglio 2024

 

LA SEPARAZIONE FINALE TRA GRANO E ZIZZANIA


domenica 21 luglio 2024

 

NUOVA RELAZIONE TRA GESÙ E LA DONNA CHE LO AMAVA

   

Giovanni 20,1-18. La relazione di Gesù Risorto con Maria Maddalena. Analisi, Temi e Commento.

Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose che vi annuncio.

 Video Lettura

 Il racconto della risurrezione di Gesù in Giovanni 20,1-18 è ricco di emozioni e di significato profondo. In particolare, l'incontro tra Gesù risorto e Maria Maddalena rappresenta un momento toccante e paradigmatico del nuovo rapporto che Gesù instaura con i suoi discepoli dopo la sua morte e risurrezione.

 Testo

Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-2.11-18

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».

Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva.

Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto».

Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Parola del Signore.

 

 Analisi e Temi

Versetti 1-10:

Versetti 11-13:

Versetti 14-15:

Versetti 16-18:

 Commento sul rapporto tra Gesù risorto e Maria Maddalena

L'incontro tra Gesù risorto e Maria Maddalena è caratterizzato da:

 Passi Paralleli

 Sei Insegnamenti da questo testo

1.     L'amore fedele di Gesù ai suoi amici e fratelli supera la morte.

2.     La fede in Dio onnipotente e nelle Scritture è necessaria per riconoscere Gesù risorto come Signore.

3.     Gesù risorto ci chiama ad annunciare il Vangelo al mondo, non solo alla chiesa o alla cerchia degli amici..

4.     Il dolore e la sofferenza della croce sono trasformati in gioia e speranza - vita eterna come in Gesù.

5.     Gesù è sempre presente con noi, come il vivente, l’IO SONO, anche nei momenti di difficoltà e di buio fitto su una croce.

6.     Siamo chiamati a vivere un nuovo rapporto con Gesù basato sulla fede e sulla testimonianza.

 Conclusione

L'incontro tra Gesù risorto e Maria Maddalena è un messaggio di speranza e di consolazione per tutti noi. Esso ci ricorda che l'amore di Dio è più forte della morte e che Gesù è sempre vivo e presente in mezzo a noi. Siamo chiamati a vivere un nuovo rapporto con Lui basato sulla fede, sull'amore e sull'obbedienza al suo Vangelo vivo e vero sempre.

 


 

DIO RIPUDIA I PASTORI DEL SUO POPOLO

 

 Geremia 23,1 con passi biblici nel contesto storico e sei regole per i pastori del popolo di Dio

 Video Lettura

Geremia 23,1 è un verso forte che denuncia i pastori infedeli di Israele. Il profeta usa un linguaggio acceso per condannare il loro comportamento che ha portato alla sofferenza del gregge, il popolo di Dio.

 Contesto storico

Al tempo di Geremia, Israele si trovava in una situazione di grande crisi. Il paese era sotto il dominio babilonese e il popolo soffriva di fame, povertà e malattie. I leader religiosi e politici, invece di aiutare il popolo, si preoccupavano solo del proprio benessere. Geremia denuncia questa corruzione e ipocrisia, accusando i pastori di essere dei mercenari che sfruttano le pecore invece di prendersene cura.

 

Analisi del verso

Questa frase è un'accusa diretta ai leader di Israele. Geremia li chiama "pastori" perché hanno il compito di guidare e proteggere il popolo di Dio. Ma invece di adempiere al loro dovere, essi hanno disperso e fatto perire il gregge.

Questa frase sottolinea l'autorità di Dio su Israele e sui suoi leader. I pastori sono responsabili di fronte a Dio per il modo in cui trattano il suo popolo.

 

Passi biblici che approfondiscono il tema:

 

Sei regole per i pastori del popolo

Sulla base di Geremia 23,1 e di altri passi biblici, possiamo estrapolare sei regole per i pastori del popolo di Dio:

1.     Prendersi cura del gregge con amore e compassione. (Ezechiele 34,11-16)

2.     Nutrire il gregge con la parola di Dio. (Giovanni 10,9)

3.     Proteggere il gregge dai pericoli. (1 Pietro 5,2)

4.     Guidare il gregge nella giusta direzione. (Michea 6,9)

5.     Essere un esempio per il gregge. (1 Timoteo 4,12)

6.     Rendere conto a Dio del proprio operato. (Ebrei 13,17)

 

Conclusione

Geremia 23,1 è un monito importante per tutti i leader, sia religiosi che laici. I leader hanno la responsabilità di prendersi cura di coloro che sono sotto la loro guida con amore, giustizia e compassione. Se falliscono in questo compito, saranno ritenuti responsabili da Dio.

 


sabato 20 luglio 2024

 

Cristo è la sola pace tra Dio e il mondo

 

 

εἰρήνη

Cristo è la sola pace tra Dio e il mondo

"pace" (eirene) e simili nella Lettera agli Efesini

 

Nella Lettera agli Efesini, il concetto di "pace" (eiréne) e i suoi derivati rivestono un ruolo centrale, permeando il testo con sfumature profonde e significati molteplici. L'analisi di questa parola ci permette di comprendere meglio il messaggio che l'apostolo Paolo desiderava trasmettere alla comunità di Efeso e la sua rilevanza per la vita cristiana ogni giorno.

 

1. La pace come dono di Dio, cioè grazia che è Cristo stesso

 

2. La pace come frutto dello Spirito

 

3. La pace nelle relazioni

 

4. La pace come dimensione interiore

 

 

Confronto semantico tra "eirene" e "shalom": Pace nella Bibbia greca e ebraica

Sia "eirene" che "shalom" sono tradotte come "pace" nelle rispettive Bibbie, ma la loro ricchezza semantica va oltre la semplice assenza di conflitti. Entriamo nel profondo per cogliere le sfumature di significato:

Shalom (ebraico)

Eirene (greco)

In sintesi

Entrambe le parole, pur diverse nelle sfumature, trasmettono un messaggio di speranza: la pace non è solo l'assenza di guerra, ma uno stato di benessere positivo e duraturo che permea tutti gli aspetti della vita.

 Conclusione

Nella Lettera agli Efesini, la "pace" non è un concetto statico, ma un processo dinamico che si declina in molteplici dimensioni. Essa è dono di Dio, frutto dello Spirito, si esplicita nelle relazioni e si coltiva interiormente. La pace è l'ideale a cui tendere per vivere una vita cristiana autentica, piena della pienezza di Cristo, caratterizzata cioè da armonia, unità e amore con Dio e con tutta la creazione.

[Gemini]

 

 



 

DIO RIPUDIA I PASTORI DELLA SUA CHIESA SMARRITA NEL MONDO

 

Geremia 23,2. DIO RIPUDIA I PASTORI INFEDELI DEL SUO POPOLO

Video Lettura

Geremia 23,2 rappresenta una potente dichiarazione di Dio contro i pastori d'Israele. In un contesto storico segnato da infedeltà e corruzione tra i leader religiosi, Dio promette di suscitare pastori veri e propri, capaci di guidare il popolo con giustizia e compassione.

Contesto storico

Il libro di Geremia si colloca durante un periodo tumultuoso per la nazione di Israele. Il popolo si trova ad affrontare l'invasione babilonese, l'esilio e la distruzione del tempio di Gerusalemme. In questo contesto di crisi, il profeta Geremia denuncia le ingiustizie, l'idolatria e la corruzione dilagante tra i leader religiosi. Geremia 23 fa parte di una serie di oracoli pronunciati contro i falsi profeti e leader infedeli che sfruttano il popolo per il proprio tornaconto.

TESTO NEL CONTESTO IMMEDIATO

Geremia 23,1-6. Radunerò il resto delle mie pecore, costituirò sopra di esse pastori buoni.

Dice il Signore:
«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore.

2. Perciò dice il Signore, Dio d'Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore.

Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore.
Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore -
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele vivrà tranquillo,
e lo chiameranno con questo nome:
Signore-nostra-giustizia».

 I PASTORI INFEDELI: DIO LI RIPUDIA E LI SOSTITUISCE DI PERSONA

Il libro di Geremia è ambientato durante il regno di Giosia (640-609 a.C.) e i regni successivi di Giuda, fino alla caduta di Gerusalemme nel 587 a.C. Si tratta di un periodo di grande tumulto e incertezza per il popolo di Israele, caratterizzato da invasioni straniere, instabilità politica e declino religioso.

Chi sono i pastori infedeli

In Geremia 23, Dio denuncia i "pastori infedeli" che sfruttano e trascurano il suo popolo. Questi pastori sono rappresentati da:

Le loro colpe

Le colpe dei pastori infedeli sono numerose:

Le conseguenze

Le azioni dei pastori infedeli hanno conseguenze disastrose sul popolo:

 

Significato per me

Il messaggio di Geremia 23 è ancora attuale oggi. Anche nel nostro tempo ci sono "pastori infedeli" che sfruttano e trascurano il popolo di Dio. Questi pastori possono assumere diverse forme, come leader religiosi, politici o sociali che abusano del loro potere per il proprio tornaconto.

È importante che i cristiani siano in grado di discernere i veri leader dai falsi leader. I veri leader sono caratterizzati da:

Dobbiamo essere attenti a non seguire i "pastori infedeli", ma a cercare e seguire i veri leader che ci guideranno verso la salvezza e la vita eterna.

Oltre alle informazioni sopracitate, è importante sottolineare che:

Paralleli biblici per approfondire

Es 32,34; Ger 5,9.29; 8,12; 11,22; 13,21; 23,34; Os 2,15; Mi 7,4.

 Precetti biblici per il lettore

Da Geremia 23,2 possiamo estrarre sei precetti biblici per il lettore attento della Legge, dei Profeti e dei Salmi:

 1.     Dio è fedele al suo popolo e non lo abbandona mai.

2.     Dio chiama e suscita leader fedeli per guidare il suo popolo.

3.     I veri leader sono caratterizzati da amore, compassione e dedizione a Dio e al popolo.

4.     La responsabilità principale dei leader è prendersi cura del benessere del popolo.

5.     I leader fedeli infondono nel popolo fiducia, speranza e sicurezza.

6.     Dio desidera che il suo popolo viva in pace, senza paura e senza smarrimento, nella fedeltà all’alleanza.

 Conclusione

Geremia 23,2 rappresenta un giudizio duro contro falsi profeti e e leader idolatri che sfruttano il popolo di Dio. Al popolo, tramite il profeta, Dio promette di suscitare pastori fedeli che guideranno il gregge verso la salvezza. Questo versetto è un invito per tutti i credenti a discernere i veri leader da quelli falsi, e a seguire coloro che guidano con amore, compassione e giustizia all’osservanza dei 10 comandamenti della Torah.

 [Gemini]


 

IL RIPOSO È NECESSARIO MA NON PRIORITARIO


  IL RIPOSO È NECESSARIO MA NON ANCORA PRIORITARIO

Marco 6,31. Venite in disparte voi soli e riposatevi un po’. Analisi approfondita.

 Video Lettura

Introduzione

Marco 6,31 rappresenta un momento di quiete all'interno di un contesto narrativo ricco di azioni e miracoli. Gesù, dopo aver inviato gli apostoli in missione, li invita a ritirarsi in disparte per riposare. Questo breve episodio, seppur conciso, racchiude in sé molteplici insegnamenti che meritano un'analisi approfondita.

 

Contesto letterario e storico

Il brano si colloca all'interno del capitolo 6 di Marco, che narra il ministero di Gesù in Galilea. In particolare, questo episodio segue la missione degli apostoli e precede la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Il contesto storico è quello di Israele del I secolo d.C., già caratterizzata da tensioni politiche e sociali.

 

Passi paralleli

 

Analisi e commento

Le parole di Gesù "venite in disparte voi soli" e "riposatevi un po'" risuonano con profonda semplicità, ma racchiudono in sé un significato multiforme:

 

 

Insegnamenti cristiani

Dai passi analizzati possiamo estrarre sei insegnamenti chiave:

1.     È importante riconoscere e soddisfare il proprio bisogno di riposo fisico ed emotivo.

2.     La solitudine è un tempo prezioso per la riflessione interiore, la preghiera e il discernimento.

3.     L'equilibrio tra vita attiva e contemplativa è fondamentale per una vita cristiana matura e feconda.

4.     Prendersi cura di sé stessi a tutti i livelli è un dovere e non un lusso.

5.     Il riposo è un tempo per ricaricarsi di forza e rinnovamento nella preghiera e nella comunione con Dio.

6.     La fiducia in Dio ci permette di affrontare con serenità le sfide della vita.

Conclusione

L'invito di Gesù a "venire in disparte" e "riposarsi un po'" non è un semplice suggerimento, ma un insegnamento profondo che ci invita a prenderci cura di noi stessi a tutti i livelli, a trovare il giusto equilibrio tra vita attiva e contemplativa e a riporre la nostra fiducia in Dio, fonte di forza e rinnovamento. Questo breve episodio di Marco 6,31 racchiude in sé una ricchezza di insegnamenti che meritano di essere meditati e applicati nella nostra vita quotidiana.

 

[Gemini]



venerdì 19 luglio 2024

 

INCOMPATIBILITÀ TRA RELIGIOSI E CRISTO

   

INCOMPATIBILITÀ TRA RELIGIOSI E CRISTO

Matteo 12,14-21. Temi, Analisi e Commento. Sei idee chiave implicite nel testo

nel suo nome spereranno le nazioni

 Video Lettura

Testo

 Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto.

Dal Vangelo secondo Matteo 12,14-21

 In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:

«Ecco il mio servo, che io ho scelto;

il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.

Porrò il mio spirito sopra di lui

e annuncerà alle nazioni la giustizia.

Non contesterà né griderà

né si udrà nelle piazze la sua voce.

Non spezzerà una canna già incrinata,

non spegnerà una fiamma smorta,

finché non abbia fatto trionfare la giustizia;

nel suo nome spereranno le nazioni».

 Parola del Signore.

 Temi

Analisi e Commento

Il brano di Matteo 12,14-21 si apre con un clima di tensione, con i Farisei che complottano contro Gesù dopo la guarigione di un uomo nel giorno di sabato. Gesù, consapevole delle loro ostilità, si allontana, ma continua ad operare guarigioni, ordinando però ai guariti di non divulgarlo. Questo comportamento Potrebbe essere interpretato come un tentativo di evitare ulteriori conflitti e di proteggere i suoi seguaci.

La citazione di Isaia 42,1-4 offre una chiave di lettura importante per comprendere l'identità e la missione di Gesù. Egli è il servo scelto da Dio, colui che porterà giustizia e speranza alle nazioni. La sua gentilezza e umiltà lo contraddistinguono dalle figure messianiche eroiche e trionfanti attese all'epoca.

Le azioni di guarigione e liberazione compiute da Gesù sono segni concreti dell'arrivo del Regno di Dio. Egli non solo guarisce le malattie fisiche, ma offre anche speranza e riscatto a coloro che si sentono emarginati e oppressi. La sua compassione e misericordia si rivolgono in particolare ai più deboli e fragili della società.

Il brano si conclude con un messaggio di speranza per gli emarginati. Gesù assicura che non spezzerà la canna rotta o spegnerà la lampada fioca, simboli di fragilità e debolezza. Egli offre loro la possibilità di essere risanati e rinnovati, aprendo loro le porte del Regno di Dio.

Sei idee chiave implicite nel testo

1.     Gesù è il Messia compassionevole e misericordioso che porta speranza agli emarginati.

2.     Le azioni di guarigione e liberazione di Gesù sono segni tangibili del Regno di Dio già presente.

3.     La missione di Gesù è universale, estendendosi a tutte le nazioni e a tutti i popoli.

4.     Gesù incarna un'immagine di Messia umile e gentile, diversa dalle aspettative di un leader potente e trionfante.

5.     Il Regno di Dio è caratterizzato da compassione, giustizia e speranza per tutti.

6.     Gesù offre riscatto e guarigione anche ai più deboli e fragili della società.

Passi Paralleli

Conclusione

Matteo 12,14-21 presenta un ritratto potente di Gesù come Messia compassionevole, servitore del Regno di Dio che porta speranza e guarigione a tutti, in particolare agli emarginati e agli oppressi. Il brano sottolinea la centralità della compassione, della misericordia e della giustizia nella missione di Gesù, offrendo un messaggio di speranza e di rinnovamento

 

[Gemini]


 

PROFETA SOLO CON DIO CONTRO TUTTI GLI ALTRI

 

 

 

IL PROFETA ACCUSA LE ISTITUZIONI RELIGIOSE E CIVILI 
Michea 2,1-5. Temi, analisi e commento con passi paralleli e sei idee chiave
Il profeta è  portavoce esclusivo di Dio – di nessun altro

 Video Lettura

Testo

Sono avidi di campi e li usurpano, di case e se le prendono.

Dal libro del profeta Michèa 2,1-5

 

Guai a coloro che meditano l’iniquità

e tramano il male sui loro giacigli;

alla luce dell’alba lo compiono,

perché in mano loro è il potere.

Sono avidi di campi e li usurpano,

di case e se le prendono.

Così opprimono l’uomo e la sua casa,

il proprietario e la sua eredità.

 

Perciò così dice il Signore:

«Ecco, io medito contro questa genìa

una sciagura da cui non potranno sottrarre il collo

e non andranno più a testa alta,

perché sarà un tempo di calamità.

 

In quel tempo

si intonerà su di voi una canzone,

si leverà un lamento e si dirà:  

“Siamo del tutto rovinati;

ad altri egli passa l’eredità del mio popolo,

non si avvicinerà più a me,

per restituirmi i campi che sta spartendo!”.

Perciò non ci sarà nessuno

che tiri a sorte per te,

quando si farà la distribuzione

durante l’assemblea del Signore».

 

Parola di Dio.


 Introduzione

Michea 2,1-5 è un potente atto d'accusa contro l'oppressione e l'ingiustizia. Il profeta denuncia coloro che tramano il male, sfruttano i poveri e abusano del loro potere. Il messaggio di Michea è ancora oggi attuale, invitandoci a riflettere sulla nostra responsabilità di fronte alle ingiustizie del mondo.

 

Michea: Un profilo profetico

         Biografia

Michea, nato a Moreshet-Gat nel Regno di Giuda, operò come profeta durante la seconda metà dell'VIII secolo a.C., durante i regni di Iotam, Acaz ed Ezechia. La sua attività profetica si svolse in un periodo storico turbolento, caratterizzato da conflitti interni e internazionali, nonché da una crescente corruzione morale e religiosa.

         Temi del suo messaggio

Michea è noto per la sua ardita critica sociale e per la sua enfasi sulla giustizia sociale. Denunciò con veemenza le ingiustizie commesse dai potenti ai danni dei poveri e degli emarginati, condannando l'avidità, la corruzione e l'idolatria che dilagavano nel suo tempo.

         Profezie

Oltre a condannare i mali del suo tempo, Michea annunciò anche un messaggio di speranza. Profetizzò la caduta del regno di Samaria e di Gerusalemme come punizione per le loro trasgressioni, ma previde anche un futuro di restaurazione e di pace sotto il regno di un Messia proveniente dalla stirpe di Davide.

         Citazioni famose

Note aggiuntive

 

Analisi del Testo

 

Passi Paralleli

 

Idee Chiave

1.     Giustizia e Ingiustizia: Michea contrappone la giustizia di Dio all'ingiustizia degli oppressori. Dio difende i poveri e punisce i malvagi.

2.     Potere e Responsabilità: Il potere non deve essere usato per sfruttare gli altri, ma per servire il bene comune. Chi abusa del potere sarà giudicato da Dio.

3.     Ricchezza e Povertà: Le ricchezze acquisite ingiustamente non portano vera felicità. La vera ricchezza si trova nella giustizia e nella compassione verso i poveri.

4.     Giudizio e Redenzione: Dio è un Dio giusto che giudica il male. Tuttavia, offre anche la redenzione a coloro che si pentono e si convertono.

5.     Speranza per i Poveri: Il messaggio di Michea offre speranza ai poveri e agli oppressi. Dio li vede e li difenderà.

6.     Responsabilità del Lettore: Il lettore è chiamato a riflettere sul proprio stile di vita e a prendere posizione contro l'ingiustizia.

 

Conclusione

Michea 2,1-5 è un messaggio di speranza e di sfida. Ci invita a lottare per la giustizia e a difendere i poveri in nome di Dio. Il messaggio del profeta, portavoce di Dio, è ancora oggi rilevante per la nostra società e ci chiama ad un impegno concreto per un mondo più giusto e solidale.

 

[Gemini]


giovedì 18 luglio 2024

 

POTENZA DELLA PREGHIERA E DELLE LACRIME DEL GIUSTO


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mercoledì 17 luglio 2024

 

SVEGLIATEVI VOI SEPOLTI NELLA POLVERE


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VENITE A ME, LASCIATE PERDERE SCIENZIATI E FILOSOFI


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martedì 16 luglio 2024

 

VERITÀ CHE FILOSOFI E DOTTI DEL MONDO RIFIUTANO


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VERITÀ È RIVELAZIONE DEL CREATORE E SIGNORE IN CRISTO


lunedì 15 luglio 2024

 

GIUDIZIO DI DIO PER LE CITTÀ CHE RIFIUTANO CRISTO


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IL POPOLO DI DIO FALLISCE SE SI RIVOLGE AI POTENTI E NON A DIO


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GESÙ SEPARA LA CHIESA DALLO STATO


Testo e Video

domenica 14 luglio 2024

 

TRE COSE DA FARE SEMPRE E TRE DA NON FARE MAI


 

IL CULTO LITURGICO SGRADITO A DIO


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UNICA COSA DA FARE - RIUNIRSI TUTTI IN CRISTO



scarica la lezione

sabato 13 luglio 2024

 

NON PERDETE TEMPO CON CHI RIFIUTA IL VANGELO

 


Video


 

PORTATE LA PACE GRATIS A TUTTI


 

OGNI CRISTIANO È INVIATO A TUTTI COME CRISTO


venerdì 12 luglio 2024

 

I CRISTIANI SONO COME CRISTO CHE LI MANDA


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SOLO IL PORTAVOCE DI DIO DICE LA VERITÀ


Scarica il Testo e la Video Lettura da qui

giovedì 11 luglio 2024

 

NON CHIAMATE PIÙ DIO IL DENARO


Scarica Video e Testo da qui 



 

LO SPIRITO DEL PADRE PARLA NEI CRISTIANI PERSEGUITATI


 

VI MANDO AI LUPI


mercoledì 10 luglio 2024

 

SAPIENZA DI DIO È SOLO CRISTO NON L'UOMO VECCHIO


Scarica Testo e Video Lettura da qui

 

PROMESSE SICURE AI CRISTIANI POVERI


martedì 9 luglio 2024

 

IL POTERE DEI 12 DISCEPOLI È QUELLO DEL CRISTO


 

ADESSO È TEMPO DI CERCARE IL SIGNORE - NESSUN ALTRO


Video Lettura scaricabile

















 

CRISTO È L'UNICO SALVATORE DEL MONDO


lunedì 8 luglio 2024

 

DIO RIPUDIA LA SUA CHIESA SINCRETISTA



Testo con Video Lettura scaricabile



 

TRE MINISTERI DEL CRISTIANO POVERO COME GESÙ


 

TRE PRIORITÀ DI GESÙ PRIMO VERO CRISTIANO


domenica 7 luglio 2024

 

 

 

 

La fede in Gesù è onnipotente, fa vivere i morti

Matteo 9,18-26. Analisi e insegnamenti.

Gesù ha sempre vinto la morte di tutti, anche la sua.

 Video

 

Contesto storico e biblico

Questo brano del Vangelo di Matteo si colloca all'interno del ministero di Gesù in Galilea. Gesù si trova a Cafarnao, una città importante sulle rive del lago di Tiberiade. In questo contesto, compie due miracoli straordinari che manifestano il suo potere divino e la sua compassione per gli emarginati, che possono essere anche persone considerate importanti nella società.

 

Temi principali

 

Passi paralleli

 

Insegnamenti

  1. La fede è potente: La fede in Gesù può operare grandi cose. Se ci avviciniamo a lui con fede, possiamo ricevere guarigione e salvezza.
  2. Gesù è compassionevole: Gesù si prende cura di coloro che soffrono e desidera aiutarli. Possiamo rivolgerci a lui con fiducia, certi che ci ascolterà e ci sosterrà.
  3. Gesù ha potere: Gesù ha il potere di fare miracoli. Egli può guarire le nostre malattie e superare ogni ostacolo.
  4. Gesù offre salvezza: Gesù è venuto sulla terra per salvarci dal peccato e dalla morte. Attraverso la fede in lui, possiamo ricevere la vita eterna.
  5. Dobbiamo avvicinarci a Gesù con fede: Per ricevere i suoi doni, dobbiamo avvicinarci a Gesù con fede e con un cuore aperto.
  6. Gesù è la fonte di ogni guarigione: Solo in Gesù possiamo trovare la vera guarigione, sia fisica che spirituale.

 

Conclusione

Matteo 9,18-26 è un brano ricco di insegnamenti preziosi. Ci ricorda che la fede è potente, che Gesù è compassionevole e ha potere, e che offre salvezza a tutti coloro che credono in lui. Siamo invitati ad avvicinarci a lui con fede e a chiedere la sua guarigione per noi stessi e per gli altri.

 

[Gemini]

 


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