martedì 29 settembre 2020

 

FALSITÀ: Nota filologica a Giovanni 1,47

 

Il testo nella Bibbia della CEI 2008, dice:

Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità».

ALLINEAMENTI UTILI


Il greco δόλος, ου, ὁ, letteralmente significa "esca" per il pesce; da qui "inganno, tradimento, frode, astuzia, furbizia, scaltrezza" (strictly, bait for fish; hence deceit, treachery, fraud, guile; cunning). Il termine è facilmente rintracciabile online attraverso il suo numero Strong, G1388.

Il "dolo", nel linguaggio giuridico, nel diritto privato, indica il comportamento di chi, traendo altri ingiustamente in errore, lo induce a un negozio giuridico quale non avrebbe voluto. Equivale a "frode, imbroglio, inganno, raggiro, truffa".

Se la Cei ha "falsità" come termine che traduce δόλος, il latino ha proprio "dolus", giustamente corrispondente a "dolo"; il greco moderno (MET 2004) ha δόλος, mentre l'ebraico moderno ha מִרְמָה.

Nella versione in ebraico moderno (MHT, 2010, Israele), in questa forma, מִרְמָה ricorre ancora in At 13,10; Rm 1,29; 2Cor 4,2; 1Pt 2,1.22; 3,10; Ap 14,5. Il n. m. al nominativo latino "dolus" è usato, nella Nova Vulgata (promulgata da Paolo VI dopo il Concilio Vaticano II), già e ancora in Sal 32,2; 36,4; 55,12; Pr 12,20; Is 53,9; Ger 9,5; Dn 8,25; 14,18; Mc 7,22; 1Pt 2,22.

Nella Bibbia greca (88 libri secondo la versione elettronica di BibleWorks 10: 1464 capitoli, 38279 versetti di cui vuoti, senza testo, 604; 761726 parole) il lemma δόλος ricorre in 68 versetti, 70 volte con 5 forme o declinazioni diverse. I libri dove compare più sovente sono: 1Mac (10 volte, il 14%), Salmi (8, 11%), Pr (7, 10%); appare meno o mai altrove. Nel NT ricorre di più in 1Pt (3, 4%), Mc (2, 3%). In Mt e Gv ricorre rispettivamente sola una volta.

La prima volta di δόλος nella Bibbia greca è Genesi 27,35:

Rispose: «È venuto tuo fratello con inganno [ἐλθὼν ὁ ἀδελφός σου μετὰ δόλου  = ‎ בָּא אָחִיךָ בְּמִרְמָה = Venit germanus tuus fraudulenter] e ha carpito la benedizione che spettava a te».

Si notino, nel versetto tradotto dall'ebraico, le equivalenze all'italiano "inganno", del greco "δόλος", del latino "fraudulenter" che è un avverbio.

L'ultima volta, δόλος lo ritroviamo in 1Pt 3,10:

"Chi infatti vuole amare la vita e vedere giorni felici trattenga la lingua dal male e le labbra da parole d'inganno [δόλον = με δόλο = a malo = מִרְמָה]."

Notiamo la corrispondenza tra greco moderno e greco antico, ma anche con la permanenza della stessa parola ebraica, cioè sempre מִרְמָה.

Cambia invece l'italiano, che non è "falsità" come in Gv 1,47, ma "inganno"; cambia anche il latino, che non è "dolus" ma "malus".

Per una lettura della intera bibbia, sia greca che ebraica a partire da questo tema - del dolo, falsità, inganno, truffa, astuzia - potremmo creare un glossario agenda a partire dalle parole greche (del NT) per risalire successivamente alle equivalenti e originali e più antiche parole ebraiche:

PAROLE GRECHE

PAROLE EBRAICHE EQUIVALENTI

BIBLIOGRAFIA: STRUMENTI LINGUISTICI ONLINE

Glossario greco-ebraico - Analisi del latino - Dizionario di ebraico moderno - Dizionario ebraico - multilingue - Dizionario greco-multilingue - Concordanze tematiche NT

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