giovedì 3 giugno 2021

 

Gesù relativizza il matrimonio come unione fisica e psichica - Annotazioni esegetiche a passi paralleli.

 

GESÙ RELATIVIZZA IL MATRIMONIO NON LA PERSONA


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In Tobia (S) 3,8 si parla di una certa Sara, un'ebrea abitante ad Ecbàtana, nella Media ("poiché lei era stata data in moglie a sette uomini [ν δεδομνη (S: κδεδομνη) νδρσιν πτ], ma Asmodeo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli"). Sara è insultata dalla sua serva che la considera colpevole ("Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata data a sette mariti e neppure di uno hai potuto portare il nome"). Sara nè soffrì al punto da decidere "di impiccarsi". 

Sara è afflitta da un maleficio di Asmodeo ("colui che rovina"), un angelo nemico dell'unione coniugale (come nel Testamento di Salomone; cfr. l'angelo distruttore in 2Sam 24,18, Sap 18,25 e Ap 9,11). Di "sette uomini" si riparla in Tb 6,14 ("Fratello Azaria [Raffaele], ho sentito dire che ella [Sara] è già stata data in moglie a sette uomini ed essi sono morti nella stanza nuziale..."). L'espressione "sette uomini" è già nella bibbia ebraica, in 2Sam 21,6 ("ci siano consegnati sette uomini [שִׁבְעָה אֲנָשִׁים] tra i suoi figli e noi li impiccheremo...").

Nel NT, l'espressione "sette uomini", nel senso di "sette mariti" è in Mc 12,20 e paralleli Mt 22,25 e Lc 20,29, dove a proposito della risurrezione dei morti, si evocano sette fratelli: "il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza...", e così tutti e sette. Se in Tobia dopo il settimo marito, Sara si sposa felicemente con Tobia, nei vangeli muore anche la donna: e la domanda è, di chi sarà moglie alla risurrezione dei morti? La risposta di Gesù rende il matrimonio temporale: quando uomini e donne moriranno e "risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli" (Mc 12,24). 

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