NOME DI DIO VIVENTE È YAHWEH, GLI IDOLI SONO SORDI E MUTI

 

1 Re 18,20-39. Temi e commento con paralleli e 6 messaggi.
IL NOME DI DIO È YAHWEH [= L'ETERNO ESISTENTE] SIGNORE

  • Il culto è professione corale di fede nel Dio di Abramo, di Mosè e di Gesù Cristo
  • Il profeta è da solo ma basta a tutto il popolo di Dio e lo costringe a scegliere da che parte stare.
  • Il profeta di Dio decide tra vero e falso. 

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Temi principali

  • Scontro tra Yahweh e Baal: Il brano narra la sfida tra il profeta Elia e i 450 profeti di Baal [vedi nota sotto] sul monte Carmelo, per dimostrare quale sia il vero Dio. La vittoria di Elia, con il fuoco divino che consuma il sacrificio, ribadisce la supremazia di Yahweh [Colui che era, è, sarà; l’Eterno, l’Esistente, il Vivente].
  • Fedeltà a Dio: Elia sfida il re Acaab e il popolo di Israele ad abbandonare l'idolatria di Baal e a ritornare all'adorazione del Dio unico e vero, Yahweh; a fare quel che dice e a proclamare pubblicamente la fede. Il popolo, testimone della potenza divina, professa la sua fede in Yahweh.
  • Potenza di Dio: Il miracolo del fuoco divino evidenzia la potenza incontrastabile di Yahweh, capace di sovvertire le leggi naturali e di trionfare su qualsiasi altra divinità.
  • Discernimento tra vero e falso: Elia invita il popolo a discernere tra il vero Dio e le false divinità, sottolineando l'inutilità e l'impotenza degli idoli.
  • Profezia: Elia emerge come potente profeta di Yahweh, capace di compiere miracoli e di intercedere per il popolo presso Dio.
  • Conversione: Il brano descrive un momento di conversione per il popolo d'Israele, che abbandona l'idolatria e ritorna alla fede in Yahweh. 

Paralleli biblici e storici

  • Sfida sul monte Sinai: La sfida tra Elia e i profeti di Baal richiama la sfida tra Mosè e i maghi egiziani al tempo dell'esodo (Esodo 7-12). In entrambi i casi, Dio dimostra la sua onnipotenza attraverso segni straordinari.
  • Profeti di Baal: I profeti di Baal rappresentano le false divinità e l'idolatria che spesso deviavano il popolo d'Israele dalla vera fede. Simili figure appaiono in altri passi biblici, come il vitello d'oro adorato dagli Israeliti nel deserto (Esodo 32).
  • Rito del sacrificio: Il sacrificio di animali era una pratica comune nell'antico Israele, utilizzata per esprimere devozione a Dio e per ottenere il suo favore. Il sacrificio di Elia sul monte Carmelo ha un significato particolare, in quanto rappresenta la vittoria di Yahweh su Baal e la riconferma del suo patto con il popolo d'Israele.
  • Professione di fede: La professione di fede del popolo d'Israele ("Yahweh, egli è Dio! Yahweh, egli è Dio!") riecheggia la confessione di fede pronunciata da Mosè al Sinai (Deuteronomio 6,4: lo Shema’ Israel). 

Sei messaggi fondamentali per il lettore delle Scritture di Israele

1.      Yahweh è l'unico vero Dio: Il brano sottolinea la supremazia di Yahweh su qualsiasi altra divinità e invita ad adorarlo esclusivamente.

2.      L'idolatria è il peccato del popolo che è solo di Dio: Il culto di idoli è vano e pericoloso, e allontana il popolo da Dio.

3.      Fedeltà al Signore, Dio dell’alleanza, è indispensabile: Il popolo d'Israele è chiamato ad essere fedele a Dio e ad obbedire alle sue leggi.

4.      Dio è onnipotente, onnisciente e misericordioso: La potenza di Dio si manifesta nei segni che nessun uomo o mago può fare, ma anche nella sua misericordia per mille generazioni verso coloro che si convertono a lui.

5.      I profeti sono i portavoce esclusivi di Dio: I profeti come Elia hanno il compito di trasmettere la parola di Dio e di guidare il popolo verso la verità che è giustizia e misericordia di Dio.

6.      La conversione, o ritorno alla parola del profeta e alle leggi di Mosè è sempre possibile  tutti: Il brano offre speranza a coloro che si sono allontanati da Dio, mostrando che la conversione e il ritorno alla fede sono sempre possibili. 

Conclusione

1 Re 18,20-39 è un brano ricco di significato e di insegnamenti per il lettore delle Scritture di Israele. Attraverso la vicenda di Elia e dei profeti di Baal, il brano sottolinea l'importanza della fede in Yahweh, dell'abbandono dell'idolatria e dell'obbedienza alla sua legge. I sei messaggi fondamentali estrapolati dal testo offrono una guida preziosa per vivere una vita fedele a Dio e per approfondire la propria relazione con lui.  

NOTA 1

Significato dei nomi Baal e Yahweh nella Bibbia ebraica

Baal

  • Significato: "Signore" o "padrone".
  • Origine: Il nome Baal deriva da una parola cananea che significa "signore" o "padrone". Era usato come titolo generico per diverse divinità, spesso associate a specifici fenomeni naturali come la tempesta, la fertilità o la guerra.
  • Nella Bibbia ebraica: Baal è spesso raffigurato come un rivale di Yahweh, il Dio di Israele. Il suo culto era diffuso tra i cananei e altri popoli vicini a Israele, e rappresentava una tentazione costante per gli Israeliti di abbandonare la loro fede in Yahweh.
  • Esempi
    • Baal-Peor: divinità associata alla lussuria e all'idolatria (Numeri 25).
    • Baal-Zebub: divinità filistea associata alle mosche (2 Re 1).

Yahweh

  • Significato: Il significato preciso del nome Yahweh sembra un derivato dal verbo "essere", "diventare" o "colui che porta all'esistenza", “colui che è, era e sarà”, l’ “Io sono chi sono” [cfr. Esodo 3-13-15. Vedi NOTA 2]
  • Origine: Il nome Yahweh è unico per la religione ebraica e non ha equivalenti in altre lingue. Si ritiene che derivi da una forma abbreviata del nome El, la divinità suprema cananea.
  • Nella Bibbia ebraica: Yahweh è il nome proprio del Dio di Israele. È un nome sacro e potente, che rappresenta l'unicità, la trascendenza e la sovranità di Dio. Il suo uso è regolato da rigorose norme di rispetto e venerazione.
  • Esempi:
    • I dieci comandamenti iniziano con l'espressione "Io sono Yahweh, il tuo Dio" (Esodo 20,2).
    • I profeti spesso invocano Yahweh per trasmettere i suoi messaggi al popolo.

Differenze fondamentali

  • Baal: Un titolo generico per diverse divinità, associato a fenomeni naturali e spesso con connotazioni negative nella Bibbia ebraica.
  • Yahweh: Il nome proprio del Dio di Israele, unico, trascendente, sovrano e oggetto di venerazione esclusiva.

In sintesi

Baal e Yahweh rappresentano due concezioni di divinità molto diverse. Baal incarna il politeismo e l'idolatria, mentre Yahweh rappresenta il monoteismo e la fede esclusiva in un Dio unico e personale. La storia di Elia sul monte Carmelo (1 Re 18) simboleggia il trionfo di Yahweh su Baal e l'affermazione dell'unicità e della potenza del Dio di Israele. 

NOTA 2

Nella Bibbia, il nome di Yahweh viene rivelato a Mosè nel libro dell'Esodo, al roveto ardente, in un passaggio cruciale per la sua missione di liberare il popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto.

Esodo 3,13-15 riporta il dialogo tra Dio e Mosè

13 Mosè disse a Dio: "Ecco, io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato da voi. Ma essi mi domanderanno: Come si chiama? E che cosa devo dire loro?". 14 Dio disse a Mosè: "Io sono chi sono". E aggiunse: "Così dirai agli Israeliti: Io sono mi ha mandato da voi". 15 Dio disse ancora a Mosè: "Così dirai agli Israeliti: Yahweh, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe, mi ha mandato da voi. Questo è il mio nome per sempre, il nome con cui mi invocherete di generazione in generazione".

In questo passaggio, Dio si identifica con l'espressione "Io sono chi sono" (in ebraico "Ehyeh Asher Ehyeh"), che viene spesso tradotta come "Io sono colui che è" o "Io sono l'Essere". Ma Dio rivela anche a Mosè un nome proprio: Yahweh.

Perché questo nome è così importante?

  • Unicità di Dio: Yahweh sottolinea l'unicità e la trascendenza di Dio, distinguendolo da qualsiasi altra divinità.
  • Eternità di Dio: Il nome Yahweh, con la sua forma immutabile, esprime l'eternità e l'immutabilità di Dio, l’Esistente, l’Eterno.
  • Potenza di Dio: Yahweh è un nome che evoca potenza, autorità e sovranità, caratteristiche essenziali del Dio di Israele.
  • Relazione personale: La rivelazione del nome Yahweh a Mosè segna l'inizio di una relazione speciale tra Dio e il suo popolo.

Da quel momento in poi, il nome Yahweh diventa centrale per l'identità del popolo ebraico e per la sua fede. Viene usato in numerose occasioni, dalla preghiera al culto, e rappresenta un legame profondo e intimo con il Dio che li ha liberati e li ha scelti come suo popolo speciale.

È importante sottolineare che la pronuncia esatta del nome Yahweh è andata persa nel corso dei secoli. Per rispetto e timore di profanarlo, gli ebrei hanno smesso di pronunciarlo nella sua forma originale, sostituendolo con termini come "Adonai" ("Signore") o "HaShem" ("il Nome").

Nonostante l'incertezza sulla pronuncia, il significato e l'importanza del nome Yahweh rimangono fondamentali per la fede ebraica e per la comprensione del rapporto speciale tra Dio e il suo popolo. 

NOTA 3

In ebraico, il verbo "essere" non ha una singola parola che corrisponda esattamente al suo significato italiano. Esistono diverse forme verbali che esprimono l'idea di "essere" a seconda del contesto e della sfumatura di significato desiderata.

Le forme principali del verbo "essere" in ebraico sono

  • "Hayah" (היה): È la forma più comune e indica l'esistenza in generale. Si coniuga in base al tempo, alla persona e al numero. La sua pronuncia è simile a "ha-yà".
  • "Amàd" (עמד): Significa "stare in piedi", "essere presente" o "esistere in un luogo specifico". La sua pronuncia è simile a "a-màd".
  • "Yasháv" (ישב): Significa "sedersi", "essere situato" o "esistere in uno stato di riposo". La sua pronuncia è simile a "ya-shàv".
  • "Havà" (היה): Può significare "diventare", "accadere" o "essere presente". La sua pronuncia è simile a "ha-và".
  • "Nòlad" (נולד): Significa "nascere" o "entrare in esistenza". La sua pronuncia è simile a "no-làd".

Oltre a queste forme principali, esistono diverse espressioni idiomatiche e costrutti grammaticali che utilizzano verbi diversi per esprimere l'idea di "essere" in ebraico.

Esempio

  • "Ani ani" (אני אני): Un'espressione idiomatica che significa "io sono io", enfatizzando l'identità e l'individualità. La sua pronuncia è simile a "a-ni a-ni"
[Gemini]

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