martedì 11 giugno 2024

 

NOME DI DIO VIVENTE È YAHWEH, GLI IDOLI SONO SORDI E MUTI

 

1 Re 18,20-39. Temi e commento con paralleli e 6 messaggi.
IL NOME DI DIO È YAHWEH [= L'ETERNO ESISTENTE] SIGNORE

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Temi principali

Paralleli biblici e storici

Sei messaggi fondamentali per il lettore delle Scritture di Israele

1.      Yahweh è l'unico vero Dio: Il brano sottolinea la supremazia di Yahweh su qualsiasi altra divinità e invita ad adorarlo esclusivamente.

2.      L'idolatria è il peccato del popolo che è solo di Dio: Il culto di idoli è vano e pericoloso, e allontana il popolo da Dio.

3.      Fedeltà al Signore, Dio dell’alleanza, è indispensabile: Il popolo d'Israele è chiamato ad essere fedele a Dio e ad obbedire alle sue leggi.

4.      Dio è onnipotente, onnisciente e misericordioso: La potenza di Dio si manifesta nei segni che nessun uomo o mago può fare, ma anche nella sua misericordia per mille generazioni verso coloro che si convertono a lui.

5.      I profeti sono i portavoce esclusivi di Dio: I profeti come Elia hanno il compito di trasmettere la parola di Dio e di guidare il popolo verso la verità che è giustizia e misericordia di Dio.

6.      La conversione, o ritorno alla parola del profeta e alle leggi di Mosè è sempre possibile  tutti: Il brano offre speranza a coloro che si sono allontanati da Dio, mostrando che la conversione e il ritorno alla fede sono sempre possibili. 

Conclusione

1 Re 18,20-39 è un brano ricco di significato e di insegnamenti per il lettore delle Scritture di Israele. Attraverso la vicenda di Elia e dei profeti di Baal, il brano sottolinea l'importanza della fede in Yahweh, dell'abbandono dell'idolatria e dell'obbedienza alla sua legge. I sei messaggi fondamentali estrapolati dal testo offrono una guida preziosa per vivere una vita fedele a Dio e per approfondire la propria relazione con lui.  

NOTA 1

Significato dei nomi Baal e Yahweh nella Bibbia ebraica

Baal

Yahweh

Differenze fondamentali

In sintesi

Baal e Yahweh rappresentano due concezioni di divinità molto diverse. Baal incarna il politeismo e l'idolatria, mentre Yahweh rappresenta il monoteismo e la fede esclusiva in un Dio unico e personale. La storia di Elia sul monte Carmelo (1 Re 18) simboleggia il trionfo di Yahweh su Baal e l'affermazione dell'unicità e della potenza del Dio di Israele. 

NOTA 2

Nella Bibbia, il nome di Yahweh viene rivelato a Mosè nel libro dell'Esodo, al roveto ardente, in un passaggio cruciale per la sua missione di liberare il popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto.

Esodo 3,13-15 riporta il dialogo tra Dio e Mosè

13 Mosè disse a Dio: "Ecco, io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato da voi. Ma essi mi domanderanno: Come si chiama? E che cosa devo dire loro?". 14 Dio disse a Mosè: "Io sono chi sono". E aggiunse: "Così dirai agli Israeliti: Io sono mi ha mandato da voi". 15 Dio disse ancora a Mosè: "Così dirai agli Israeliti: Yahweh, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe, mi ha mandato da voi. Questo è il mio nome per sempre, il nome con cui mi invocherete di generazione in generazione".

In questo passaggio, Dio si identifica con l'espressione "Io sono chi sono" (in ebraico "Ehyeh Asher Ehyeh"), che viene spesso tradotta come "Io sono colui che è" o "Io sono l'Essere". Ma Dio rivela anche a Mosè un nome proprio: Yahweh.

Perché questo nome è così importante?

Da quel momento in poi, il nome Yahweh diventa centrale per l'identità del popolo ebraico e per la sua fede. Viene usato in numerose occasioni, dalla preghiera al culto, e rappresenta un legame profondo e intimo con il Dio che li ha liberati e li ha scelti come suo popolo speciale.

È importante sottolineare che la pronuncia esatta del nome Yahweh è andata persa nel corso dei secoli. Per rispetto e timore di profanarlo, gli ebrei hanno smesso di pronunciarlo nella sua forma originale, sostituendolo con termini come "Adonai" ("Signore") o "HaShem" ("il Nome").

Nonostante l'incertezza sulla pronuncia, il significato e l'importanza del nome Yahweh rimangono fondamentali per la fede ebraica e per la comprensione del rapporto speciale tra Dio e il suo popolo. 

NOTA 3

In ebraico, il verbo "essere" non ha una singola parola che corrisponda esattamente al suo significato italiano. Esistono diverse forme verbali che esprimono l'idea di "essere" a seconda del contesto e della sfumatura di significato desiderata.

Le forme principali del verbo "essere" in ebraico sono

Oltre a queste forme principali, esistono diverse espressioni idiomatiche e costrutti grammaticali che utilizzano verbi diversi per esprimere l'idea di "essere" in ebraico.

Esempio

[Gemini]

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